FUGGI IL
MALE
La tentazione.
Un comune vocabolario definisce la tentazione come forte desiderio
di fare qualcosa dimprudente e di sbagliato o seduzione che spinge a fare
qualcosa dietro compenso.
L'apostolo Giovanni esprime il significato della tentazione in
termini ancora più chiari, quando descrive le attrattive del mondo: Perché tutto ciò che è nel mondo, la
concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della
vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua
concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno (1Giovanni
2:16,17).
La tentazione è un'esperienza comune ad ogni cristiano,
indipendentemente dai suoi anni di fede. Il problema della tentazione è molto
più ricorrente di quanto si creda, perciò è opportuno
considerare che posto e che valore ha nella nostra vita cristiana.
Spesso accade,
in chi è convertito da poco, che questo fatto susciti grande
perplessità, infatti, prima di conoscere Cristo, si era coscienti che alcune
cose erano una tentazione; nonostante ciò, si cedeva volentieri senza che
questo procurasse sofferenza, pressione o tensione, però, nell'istante stesso
in cui l'anima dell'uomo passa dalla parte di Cristo, comincia a sentire la
pressione della tentazione.
Colui che più sente la forza e la sofferenza
prodotte dalla tentazione è l'uomo in cui ha cominciato a palpitare la vita
pura di Cristo e il cui spirito è controllato dallo Spirito Santo.
Non è il peccatore che sente la vera forza della tentazione, perché
in genere ci si arrende ad essa senza opporre
resistenza; non è l'impuro che soffre quand'è tentato, perché la sua
sensibilità spirituale è quasi nulla e non soffre davanti alle seduzioni del
male. Assieme alla nuova vita e alla conseguente
comunione con Dio, è sopraggiunta una nuova coscienza del male, una nuova
sensibilità che ci permette di intuirlo non appena esso si affaccia nel nostro
cammino. La tentazione che ci aveva attaccato anche in
passato, spesso senza farsi notare, torna oggi e ne sentiamo tutta la forza e
la pericolosità. La nostra sensibilità alle tentazioni è la prova
evidente della nuova vita. È una testimonianza indiscutibile della nuova
purezza e della nuova forza che sono in azione nella
nostra persona rigenerata.
Vediamo le diverse tappe della tentazione che
Gesù dovette subire:
LA
CONCUPISCENZA DELLA CARNE.
Non appena Satana ebbe udita la testimonianza di Dio: Tu sei il mio diletto
figlio nel quale mi sono compiaciuto, ecco giungere la tentazione: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste
pietre diventino pani» (Matteo 4:3).
Il nemico usò la
strategia di colpire nel momento in cui Gesù era fisicamente debolissimo.
Restare senza cibo per 40 lunghi giorni è davvero difficile, ai limiti della
sopravvivenza. La fame è uno degli istinti più forti, tra quelli capaci di
condizionare luomo.
Valendosi della
fame e della conseguente debolezza del corpo di Gesù,
gli domandò in tono di meraviglia: Come! È possibile che tu sia lasciato
privo di cibo per quaranta giorni? Cosa aspetti a
comandare a queste pietre che diventino pane! Sei stato messo in condizione
d'essere affamato. Ora hai fame e hai pieno diritto di procurarti del pane, visto che Dio non te l'ha provveduto. È
giusto soddisfare una naturale esigenza della tua vita! Satana in modo sottile invitava Gesù ad operare in
seguito ad un suo ordine.
Quante volte anche noi siamo tentati nella
stessa maniera. Quante volte ci troviamo nel bisogno e
subiamo lo stesso attacco frontale da parte del nemico delle nostre anime, che
cerca di immettere nella nostra vita il veleno della sfiducia. Satana ci
spinge a prendere una decisione, perché tanto Dio lo sa che ne abbiamo bisogno, che non ce la facciamo più, che non
resistiamo più. Dice: Dio comprenderà le tue scelte. Sembra una cosa davvero innocente e
naturale; invece è un tentativo di creare nel credente la sfiducia, facendo
leva sulle sue necessità materiali.
Gesù rispose citando le Scritture. Dalla Sua
mente, in cui erano nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza,
Gesù avrebbe potuto facilmente trarre una parola non ancora scritta, per
confondere il tentatore. Ma Egli rispose con la Parola di Dio, dimostrando che
Essa è infallibile, perché ispirata, e insegnandoci a
seguire il Suo esempio glorioso nelle nostre tentazioni: Ma, egli rispose:
«Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni
parola che proviene dalla bocca di Dio (Matteo 4:4).
Gesù citò Deuteronomio 8:3: Egli dunque ti ha
umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non
conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che
l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla
bocca del Signore.
Citando questo
verso, Egli respinge la concupiscenza della carne, dimostra di credere
fermamente nellaiuto divino che giungerà al momento opportuno e che nella vita
delluomo è più importante il nutrimento spirituale una
qualsiasi altra cosa.
Quando il diavolo disse
a Gesù di trasformare le pietre in pani, voleva insinuare che al primo posto
deve esserci la soddisfazione delle nostre esigenze fisiche. La risposta di
Gesù fu ferma e decisa. L'uomo non vive solo fisicamente, come gli animali; a
meno che non diventi folle e cada così nella
bestialità. Se sceglie di soddisfare solo le esigenze
del suo corpo, questo andrà inevitabilmente a danno del suo livello spirituale.
Ciò che al diavolo interessa, ovviamente, non è la soddisfazione della nostra
fame, ma la violazione delle leggi di Dio, la folle uscita dai binari della Sua
volontà. Il credente non deve mai soddisfare i desideri della carne, che sono
terreni e momentanei, senza prima chiedersi quanta
influenza avrà questa scelta sul lato spirituale.
Le insinuazioni del diavolo possono anche essere un piccolo seme,
che però può produrre un raccolto di frutti cattivi: Abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si
vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un
tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne (2Corinzi 4:18)
Non dobbiamo mai lasciarci sfiduciare, perché Dio arriva al momento
giusto e mai in ritardo: Mentre Giosuè
era presso Gerico, egli alzò gli occhi, guardò, ed ecco un uomo in piedi che
gli stava davanti, tenendo in mano la spada sguainata. Giosuè andò verso di
lui, e gli disse: «Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?» E quello rispose:
«No, io sono il capo dell'esercito del Signore; arrivo adesso» (Giosuè 5:13,14).
Siamo chiamati ad avere fiducia nel Signore: Ecco,
Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di nulla; poiché il
Signore, il Signore è la mia forza e il mio cantico; egli è stato la mia
salvezza (Isaia 12:2).
LA
CONCUPISCENZA DEGLI OCCHI.
Fallito il tentativo di far vacillare Gesù
con la concupiscenza della carne, Satana ricorre ad un altro espediente. La prima risposta di Gesù fu
Scritturale e aveva probabilmente preso alla sprovvista
Satana. Ora è lui che cita la Scrittura, sperando che con una tale
precauzione, la tentazione non vada a vuoto: Poiché
egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie. Essi ti
porteranno sulla palma della mano, perché il tuo piede non inciampi in nessuna
pietra. (Salmo 91:11-12)
Ecco come sferra il secondo attacco: Allora il diavolo lo portò con sé
nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei
Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: Egli darà ordini ai suoi
angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non
urti con il piede contro una pietra (Matteo
4:5,6).
Il pinnacolo era
forse il più alto comignolo del tempio, ma più probabilmente era unimmensa
torre sul portico reale di Erode, sospesa sulla sponda
scoscesa del burrone del Chedron. Secondo lo storico Giuseppe Flavio (Antiq. XV,11,5) dalla sommità di questa torre, che aveva circa 700
piedi di altezza sopra la valle, non si poteva contemplarne il fondo senza
vertigini.
La tentazione alla quale Satana ricorre, è
lopposto della prima: infatti se precedentemente egli
cerca di far nascere la sfiducia, qui abbiamo la presunzione, ossia una fiducia
temeraria nella protezione divina in circostanze in cui essa non era permessa.
È come se egli avesse detto: Gettati giù. Fai qualcosa deroico, di
grandioso, deccezionale. Fai qualcosa di straordinario per manifestare la tua grande fede. Cerca di soddisfare il tuo desiderio di una
spettacolare manifestazione soprannaturale. Raggiungi pure il trono alla destra
del Padre, ma fallo in maniera spettacolare. Fai vedere che Dio è dalla tua
parte. Scopri se questo è vero; metti Dio alla prova.
La tentazione cerca di far leva sul prestigio spirituale, ma Gesù dice: NO! Egli definisce questo modo
d'agire un tentare Dio: Gesù gli
rispose: «É altresì
scritto: Non tentare il Signore Dio tuo (Matteo 4:7).
Gesù oppone alla tentazione nuovamente la
Scrittura: Non tenterete il Signore, il vostro Dio, come lo tentaste a
Massa (Deuteronomio 6:16).
È come se Gesù avesse detto. È vero che è
scritto come tu dici, ma è anche vero che facendo quello che tu mi dici di
fare, tenterei il Signore. Il Padre mio mi garantisce
aiuto e protezione nei pericoli, ma non devo crearmeli io. Egli non mi deluderà, ho piena fiducia in
Lui, non ho bisogno di metterlo alla prova. Questa è vera fiducia. Il diavolo, invece,
dice subdolamente: Mettilo alla prova. Questo modo d'agire non è fede, è tentare Dio.
Quando la tentazione spirituale, molto più
subdola e pericolosa di quella fisica, ci spinge a
mettere alla prova la fedeltà di Dio, rispondiamo senza mezzi termini che
questo è il contrario della fiducia: è tentare Dio!
Ogni volta che mettiamo Dio alla prova, stiamo violando il
principio stesso della fiducia in Lui, non dimostriamo affatto di confidare in
Dio, anzi dimostriamo il contrario! Se facciamo un bel
salto nel vuoto, fidandoci della provvidenza divina, saremo degli eroi o dei
suicidi? Respingiamo ogni tentazione a fare atti eroici, ricordando che chi
mette alla prova il Signore, in realtà, non ha fiducia in Lui.
Il Dio che serviamo è un Dio fedele: Certa è quest'affermazione: se siamo morti con lui, con lui anche
vivremo; se abbiamo costanza, con lui anche regneremo; se lo rinnegheremo
anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può
rinnegare sé stesso (2Timoteo 2:11-13).
LA SUPERBIA DELLA VITA.
Gesù subisce lultimo attacco: Di nuovo
il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni
del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori» (Matteo 4:8,9).
Non esiste un monte dal quale si possono
contemplare tutti i regni del mondo. O una eventuale
immensa distesa indicata da Satana a Gesù veniva presa per rappresentare il
mondo intero o vi fu un avvenimento soprannaturale di questesibizione oppure
mostrò alla mente di Gesù tutto quello che poteva essere Suo. Nei momenti di
tentazione Satana riesce a far apparire le cose più comuni, luccicanti come
loro.
Con questo spettacolo Satana sceglie larma
della cupidigia e dellambizione: Potenza, godimenti, ricchezze ed onori io
te li darò. Egli conosceva la cupidigia che è la
sete di potere presente nelluomo, sapeva che molti uomini avrebbero fatto
qualsiasi cosa pur di governare il mondo. Del resto questa tentazione aveva
funzionato con Adamo.
Sorge una domanda: Può il diavolo avere
realmente il dominio di tutti i regni della terra, così come proclama? La
Bibbia dichiara che egli è il dio di questo mondo: Per gli increduli, ai
quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro
la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio (2Corinzi
4:4).
I peccatori a lui sottomessi sono quelli che
trasformano in pratica la sua dichiarazione. Pertanto in questo caso il diavolo
ha mentito soltanto in una cosa: la sua influenza si può estendere soltanto
entro i limiti che Dio permette. Il governatore supremo è solo Dio, che ha la
sovranità assoluta nel governo delluniverso. Dio permette ad
alcune persone di occupare posti di responsabilità nello stato, ma è Lui che
domina sui regni degli uomini, come imparò Nabucodonosor: Il re aveva
ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi,
o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; tu sarai scacciato di mezzo
agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare erba
come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che
l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole (Daniele 4:31,32).
Il diavolo offrì a Gesù tutta la gloria e la
potenza della terra. Per molti uomini una simile tentazione sarebbe stata
irresistibile, ma le condizioni erano tremende: in
cambio cera ladorazione. Da notare che il
diavolo non cita la Scrittura, perché non cè neppure un passo dove questo viene chiesto. Satana si mostra per quello che egli
realmente è: Il rivale di Dio. Al Messia era promesso il Regno sulle nazioni:
«Sono io», dirà, «che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte
santo». Io annunzierò il decreto: Il Signore mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
oggi io t'ho generato. Chiedimi, io
ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra. Tu
le spezzerai con una verga di ferro; tu le frantumerai come un vaso d'argilla»
(Salmo 2:6-9).
Satana cercò di allontanarlo dal traguardo della croce. Ecco la sua
astuta strategia: Tu sei venuto per costituire un regno. Prendilo
dalle mie mani, te lo offro io in dono. Non Ti chiedo di mettere da
parte questo obiettivo, fai bene a sperare di regnare.
Ma quella che ti è stata tracciata è una strada di
disprezzo e sofferenza. Io Ti suggerisco un metodo migliore. Un solo inchino
davanti a me e tutti i regni della terra saranno Tuoi. Ti offro ciò per cui sei venuto, ma a prezzo scontato.
Qui sta la sottigliezza della tentazione:
una cosa giusta da ottenere con metodi impropri. Tutto ciò si potrebbe riassumere
nel detto: Il fine giustifica i mezzi.
Satana voleva un singolo atto, espresso dal verbo greco
proskynese che significa prostrarsi in segno
d'adorazione o di riverenza. Dio esige che solo a Lui si tributi il culto
(latreuseis), cioè un continuo servizio
dadorazione. Cedere all'omaggio di un istante significherebbe infrangere il
comandamento di Dio e diventare schiavi per una vita. Perciò
l'Uomo Gesù restò fermo nella Sua fedeltà e sottomissione al Padre,
riconoscendo e denunciando la gravità di quanto Gli era richiesto.
Gesù doveva giungere al trono per una via
diversa da quella additata da Satana, di qui la Sua
risposta: Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto
(Matteo 4:10).
Letteralmente: Via! Lontano da me. Satana
ha raggiunto il suo punto culminante. Gesù, chiamandolo per la prima volta per
nome, lo caccia dalla Sua presenza con orrore e disgusto, citando la Scrittura
per la terza volta: Temerai il Signore, il tuo Dio, lo servirai e giurerai
nel suo nome (Deuteronomio 6:13).
Gesù non offre al nemico neppure un
piccolo cedimento. Per arrivare a possedere il Regno, Egli
sceglie la strada tracciatagli dal Padre, anche se passa dalla croce, anche se
è la strada della sofferenza.
È incoraggiante quello che troviamo
scritto: Allora il diavolo lo lasciò. Grande deve essere stata la rabbia di
Satana. Era la prima volta dopo la caduta delluomo che egli aveva subito una
completa sconfitta. Ciò nonostante egli non rinunciò al suo disegno, ma si
ritirò momentaneamente, aspettando tempi più propizi. Gli angeli servirono Gesù
nel deserto rimase per quaranta
giorni, tentato da Satana. Stava tra le bestie selvatiche e gli angeli lo
servivano (Marco 1:13).
Nella terza tentazione scopriamo che Satana cerca di distogliere Gesù dal Suo compito. Il
nemico si dice pronto a dargli tutti i regni della terra però ad una
condizione: Se, prostrandoti, tu mi adori. Ciò a cui l'uomo
si prostra anche una volta sola, finisce col diventare il suo idolo. Non
possiamo servire il male e poi servire Dio; prima o poi
finiremo col restare invischiati nel pantano del peccato. Se il diavolo ci ha sedotti e spinti ad accettare un certo compromesso, corriamo
il rischio di diventare suoi servi, se non ritorniamo velocemente sulla strada
del ravvedimento.
Tuttavia è bene ricordare che non sempre è facile
ritornare indietro. Il compromesso che abbiamo accettato può essere di una tale
gravità da indebolire la nostra personalità morale. Quello che sembrava un
cedimento momentaneo, può risultare fatale per la
nostra integrità spirituale. Dobbiamo fare attenzione alla voce suadente del
nemico che viene e dice: La via della gloria è troppo stretta e angusta. È
una salita troppo dura e faticosa; perderai anni e anni. Vieni con me e ti
mostrerò una scorciatoia.... Chi si vuole arricchire troppo in fretta,
cade nel tranello del diavolo.
Terminiamo notando come la sequenza delle
tentazioni si svolge
in progressione:
·
La
prima tentazione è di natura fisica: Dì che queste pietre divengano pani.
·
La
seconda tentazione è di natura spirituale: Se tu sei il Figlio di Dio,
gettati giù. Cioè: Affidati a Dio, confida in
Lui.
·
La
terza tentazione si rivolge all'obiettivo, alla missione di Gesù: Tu sei
venuto per instaurare un Regno. Dammi un gesto dadorazione e Ti darò tutti i
regni della terra. L'Uomo di Nazaret
in questo racconto mostra la Sua natura fisica, la Sua natura spirituale e il
Suo preciso obiettivo: avere compassione di unumanità
perduta.
Vittoria sulla tentazione.
Il diavolo non si presenterà a noi con tanto di zoccoli e corna,
come si diceva nel Medioevo, a giudicare dalle
numerose raffigurazioni di questo tipo. Egli si presenterà in mille maniere
diverse, con voce di sirena, contegno raffinato e in apparenze assolutamente
rispettabili. Ma se ci dice di soddisfare i nostri
desideri naturali ad ogni costo, anche non tenendo conto della volontà di Dio,
allora dovremmo essere consapevoli che quella è la voce del diavolo. Può essere
una voce suadente, colta ed educata, ma è pur sempre
la voce del diavolo: Non c'è da
meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce (2Corinzi
11:14).
Per questa ragione non dobbiamo ignorare le macchinazioni di
Satana, ma vegliare del continuo stando
fermi nella fede, perché come Gesù ha vinto, allo stesso modo possiamo vincere
noi. Se siamo figli di Dio, dobbiamo attenderci ogni
tipo di tentazione come una cosa inevitabile, ma la sorte del Maestro, sarà
anche quella dei Suoi discepoli. Colui che non temette
di assalire Gesù, non avrà paura di assalire noi, perciò siamo chiamati a
resistergli, stando fermi nella fede, perché come Gesù ha vinto, allo stesso
modo possiamo vincere noi: Siate
sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente
cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che
le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo. Or il
Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria
eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà
egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. A lui sia la
potenza, nei secoli dei secoli. Amen (1Pietro 5:8-11).
È importante notare che oltre a Pietro anche lo scrittore degli
Ebrei, affrontando largomento della tentazione, fa al credente lo stesso
invito a restare fermi nella fede: Avendo
dunque un grande sommo sacerdote che è passato
attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che
professiamo. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote
che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato
tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. Accostiamoci dunque
con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar
grazia ed essere soccorsi al momento opportuno (Ebrei 4:14-16).
Gesù simpatizza con noi. Il termine greco sympathesai, tradotto
qui simpatizzare, significa patire assieme, aver compassione. Cristo
si è completamente immedesimato con l'intera umanità, poiché in ogni cosa, cioè in tutte le nostre infermità e difficoltà, è stato
tentato come noi.
Tuttavia, in questa totale immedesimazione, c'è una profonda
diversità: è stato tentato in ogni cosa, però senza
peccare. È questa vittoria sul peccato la sostanziale differenza che dà
autorevolezza al Suo ministerio d'intercessore: Ma il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal
maligno (2Tessalonicesi 3:3).
Giuda nella sua breve epistola ci dà un grande incoraggiamento: A colui che può
preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti
alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro
Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per
tutti i secoli. Amen (Giuda 1:24,25).
Se stiamo sentendo la morsa della tentazione sulla nostra vita,
arrendiamoci completamente a Gesù. Il Suo Santo Spirito entrerà nella nostra
vita e ne prenderà possesso, difendendola dagli attacchi del nemico. Noi
abbiamo dalla nostra parte lo stesso Padre, lo stesso Spirito e la stessa
Parola su cui poteva contare Gesù. Perciò anche noi
possiamo vincere: Nessuna tentazione vi
ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e
non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi
darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare (1Corinzi
10:13).
In Gesù siamo più che vincitori: Chi accuserà gli eletti di Dio?
Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà?
Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è
risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà
dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione,
la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: «Per amor di te siamo
messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come
pecore da macello». Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che
vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né
principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né
profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è
in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani
8:33-39).
Vademecum per
vincere
la tentazione.
1) Resisti per mezzo della fede: Perciò prendete la
completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e
restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere (Efesini 6:13).
2) Sottomettiti al controllo del Signore
momento dopo momento: Vi esorto dunque, fratelli,
per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente,
santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a
questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente,
affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona,
gradita e perfetta volontà (Romani 12:1,2).
3) Satura la tua vita con la Parola di
Dio: Come potrà il giovane render
pura la sua via? Badando a essa mediante la tua
Parola. Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lasciare che mi allontani dai
tuoi comandamenti. Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare
contro di te (Salmo 119:9-11).
4) Sii un uomo o una donna di preghiera: Non
cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà
di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito (1Tessalonicesi
5:17-19).
5) Resta vicino all'assemblea locale: Non
abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma
esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno (Ebrei 10:25).
6) Sii attivo per il Signore: Beato
quel servo che il padrone, arrivando, troverà così occupato! Io vi dico in
verità che lo costituirà su tutti i suoi beni (Matteo 24:46,47).
7) Rinuncia agli appetiti della carne: Perché
tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli
occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo
passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno
(1Giovanni
2:16,17).
8) Mantieni la tua mente pura: sei ciò che
pensi: Non mangiare il pane di chi ha l'occhio maligno,
non desiderare i suoi cibi delicati; poiché, nell'intimo suo, egli è
calcolatore; ti dirà: «Mangia e bevi!», ma il suo cuore non è con
te. Vomiterai il boccone che avrai mangiato, e avrai perduto le tue belle
parole (Proverbi 23:6-8).
9) Sii pronto a fuggire davanti al
peccato: meglio fuggire che cadere! Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe
non acconsentì a unirsi né a stare con lei. Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; lì non c'era
nessuno della gente di casa; allora lei lo afferrò per la veste e gli disse:
«Unisciti a me!» Ma egli le lasciò in mano la veste e fuggì (Genesi
39:10-12).
10) Reagisci alle tentazioni: Così
anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo
Gesù. Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle
sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti
d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti
fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio;
infatti, il peccato non avrà più potere su di voi (Romani 6:11-14).
11) Evita tutte quelle cose che suscitano
lanimale che è in te: Questa non è la saggezza che scende
dall'alto; ma è terrena, animale e diabolica (Giacomo 3:15).
12) Nei momenti di forti tentazioni grida
al Signore: Il nome del Signore è una forte torre; il giusto
vi corre, e vi trova un alto rifugio (Proverbi 18:10).