La bestia, l'anticristo e il marchio
da "L'Apocalisse", di E. Donges
Per fare la guerra contro
Israele, che Iddio ristabilirà ai tempi della fine come suo popolo e suo
testimone quaggiù, Satana si servirà di due potenti avversari, chiamati
"bestie".
Le due "bestie" salgono dall'abisso.
La prima vediamo che sale "dal mare" e ha
dieci corna; la seconda invece ha soltanto due corna e sale "dalla
terra". Come abbiamo detto si tratta di due persone dotate da Satana di
una potenza particolare; è soltanto a causa della loro malvagità che vengono chiamate "bestie". Non sono gli unici
strumenti di Satana, ma in loro la potenza di Satana e l'inimicizia del mondo
arrivano al colmo. Dopo la caduta dell'uomo, e in modo particolare dopo il rigettamento del Figliuol di Dio,
Satana è il principe di questo mondo e viene anche chiamato "il dio di
questo secolo". Quando lo Spirito Santo e la Sposa celeste di Cristo avranno abbandonato questa terra, e Satana vi sarà
precipitato, la povera umanità che, dalla sua caduta brama essere "in
libertà", sarà completamente schiava di Satana, e spinta da lui darà pieno
corso al suo odio contro Dio.
II mondo nemico di Dio avrà due condottieri visibili, diretti da Satana, il
quale rimarrà invisibile pur abitando sulla terra.
La prima bestia rappresenta il capo della potenza politica. La seconda invece
il capo della potenza religiosa e sociale.
Consideriamo dapprima la descrizione della
prima bestia, cioè del capo della potenza politica.
" E vidi
salir dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna
dieci diademi, e sulle teste nomi di bestemmia. E la bestia ch'io
vidi era simile a un leopardo, e i suoi piedi eran
come di orso, e la sua bocca come bocca di leone; e il dragone le diede la
propria potenza e il proprio trono e grande potestà. E
io vidi una delle sue teste come ferita a morte; e la sua piaga mortale fu
sanata, e tutta la terra meravigliata andò dietro alla bestia " (vers. 1-3).
"Il dragone", cioè
Satana, aveva già offerto a Gesù Cristo, nella
tentazione, il suo potere e il suo trono, ma Gesù,
che riceverà ogni cosa in eredità dal Padre, ha rifiutato. Ora Satana dà
"la propria potenza e il proprio trono e grande
potestà" ad un uomo, alla bestia. Il mondo si meraviglierà a causa della
"bestia", non soltanto per la sua grandezza, ma anche perché essendo un tempo ferita a morte, riappare adesso sanata e potente.
Come già abbiamo notato, troviamo nella prima
"bestia" l'Impero Romano che sarà ristabilito sotto un'altra forma e
avrà un carattere satanico. Ci è detto a questo
riguardo:
" La bestia che hai
veduta era, e non è, e deve salire dall'abisso... E quelli che abitano sulla
terra... si meraviglieranno vedendo che la bestia era, e non è, e verrà di
nuovo. Qui sta la mente che ha sapienza. Le sette teste sono sette monti " (Apoc. 17:8-9).
"La bestia" ha la sua sede a Roma, la città dai sette colli. La
descrizione che l'angelo ci dà della bestia ci permette di vedere in lei l'Impero
Romano o Latino.
La rassomiglianza della
descrizione di questa "bestia", con quella che il profeta Daniele ci
da dell'ultimo dei quattro grandi imperi è sorprendente. Daniele ci narra la sua visione dicendo: " Io
guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mar grande i
quattro venti del cielo. E quattro grandi bestie
salirono dal mare, una diversa dall'altra. La prima era come un leone, ... una
seconda bestia, simile ad un orso... ed un'altra simile ad un leopardo... Dopo questo, io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco una
quarta bestia spaventevole, terribile e straordinariamente forte... era diversa
da tutte le bestie che l'avevano preceduta, e aveva dieci corna " (Dan. 7:1-7).
Dunque, sia nell'Apocalisse che in Daniele la bestia ha dieci corna e sale dal
mare, vale a dire dai popoli in completo disordine ("Le acque che hai
vedute... son popoli e moltitudini e nazioni e
lingue" - Apoc. 17:15).
"La bestia" del capitolo 13 riunisce in sé tutti i caratteri selvaggi
dei tre imperi precedenti. Leopardo: la rapidità e l'agilità di
Alessandro Magno e del suo regno di Macedonia formatesi in brevissimo
tempo. Orso: il furore del numeroso esercito del regno Medo-Persiano che distruggeva ogni cosa. Leone:
l'altezza regale e la gravità del regno di Babilonia.
Il fatto che Giovanni vede i quattro regni
nell'ordine opposto a quello di Daniele è
comprensibile. Daniele, che viveva alla corte del re di Babilonia, guardando
nel futuro ha visto prima il leone e poi le altre bestie. Giovanni
invece che viveva al tempo dell'Impero Romano deve guardare nel passato e
quindi l'ordine viene ad essere invertito. A questo impero,
che possiede i caratteri dei tre imperi precedenti. Satana da una grande potenza e il proprio trono. La bestia
"era", cioè esisteva ancora ai tempi
dell'apostolo Giovanni; e "non è" nel presente; ma "deve salire
dall'abisso", vale a dire riapparirà nuovamente e salirà se non dal
"mare", pur tuttavia "dall'abisso" (Apoc.
17:8), dunque ha un'origine satanica.
L'apostolo continua: "
E io vidi una delle sue teste come ferita a morte; e la sua piaga mortale fu
sanata; e tutta la terra meravigliata andò dietro alla bestia ".
La meraviglia sarà certamente molto grande,
già a causa della rapidità con la quale l'Impero Romano si formerà e ciò, come
sappiamo, poco prima del Regno di Cristo (Daniele 7:8-14).
Mentre le dieci corna che la bestia possiede, sia secondo
Daniele che secondo Giovanni, sono dieci capi che regneranno insieme e sotto il
capo supremo dell'Impero Romano (vedi Apoc. 13:1; 17:7; Dan. 7:7),
le teste, che rappresentano sette colline, sono nello stesso tempo la figura di
sette re simbolici (17:10). Per meglio dire, si tratta di sette forme diverse
di governo, poiché è detto: "cinque sono
caduti" e non: "sono morti". Non si tratta di persone ma di
sette forme governative, forme di costituzioni.
Nota: citiamo qui le
diverse forme di governo del regno di Roma: 1) re; 2) consoli; 3) decemviri; 4)
tribuni militari; 5) dittatori; 6) imperatori. La settima (e ottava) forma sarà ancora un impero ma
formato diversamente, e cioè da dieci regni sottomessi
ad un capo supremo (Apoc. 17:10-11).
Roma fu fondata nel 753 a.C. Il regno di Roma, il 4° Impero (Dan. 2:40 e seg.;
Dan. 7:7 e seg.), venne dopo
l'Impero Greco, che subì il colpo mortale alla presa di Corinto nel 146 a.C.
dall'esercito romano. Nell'anno 395 d.C. l'Impero Romano si divise in due:
orientale e occidentale. L'Impero Romano d'occidente prese fine con Odoacre nel
476. L'Impero Romano d'oriente, o Bizantino, che comprendeva in Europa: la
Grecia, la Macedonia, ecc., in Asia: l'Asia Minore, la
Siria (con la Palestina); in Africa: l'Egitto, ecc., durò invece fino al 1453
quando i Turchi presero Costantinopoli.
Quando l'apostolo Giovanni scriveva l'Apocalisse, l'Impero
Romano aveva già conosciuto cinque di queste diverse forme di governo. Egli
dice: "cinque sono caduti" (17:10). La sesta
forma, cioè l'imperiale, esisteva al tempo
dell'apostolo ed è per questo che è detto: "uno è". Lo scrittore continua dicendo: "L'altro (la settima
forma di governo) non è ancora venuto; e quando sarà venuto, ha da durar
poco".
Nota: Qualcosa di simile è accaduto ai
giorni di Napoleone I che fu anche re di Roma e che si
fece adibire il Quirinale come palazzo imperiale e
che si nominò lui stesso: Imperatore del continente. Molti re, indipendenti in
sé, gli erano sottomessi sia in guerra che in tempo di pace.
Nell'Impero Romano futuro vi saranno dieci
capi che regneranno insieme ma sottomessi ad un capo supremo: "la bestia". Questa nuova e ultima forma di governo
andrà pure rapidamente in perdizione.
Dunque, il prossimo grande avvenimento della
storia politica mondiale sarà la riapparizione dell'Impero Romano sotto una
nuova forma di governo, la settima (o ottava se la
settima è stata sotto Napoleone), e sarà formato da dieci regni o stati
indipendenti diretti però da un capo supremo.
Nota: Molto probabilmente il futuro Impero
Romano avrà più o meno le stesse frontiere di un tempo. Esso comprendeva:
l'Italia, la Francia, la Spagna, il Portogallo,
l'Inghilterra, il Belgio, la Germania fino al Reno e al Meno, la Svizzera,
l'Austria. l'Ungheria fino al Danubio, la Iugoslavia,
la Romania, la Bulgaria, la Turchia europea, la Grecia, il Nordafrica
(Marocco, Algeria, Tunisi, Tripoli, Egitto), poi l'Asia Minore, la Siria e la
Palestina. Evidentemente la Palestina non farà più parte dell'Impero Romano,
poiché formerà uno stato indipendente.
Nel cap. 17:12 e 13
leggiamo: " E le dieci corna che hai vedute sono dieci re, che non
hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potestà, come re, assieme alla
bestia, per un'ora. Costoro hanno uno stesso pensiero e daranno la loro potenza
e la loro autorità alla bestia " (confr. cap. 13:1 e Dan. 7:7).
Nota: In Dan. 7:8 e 24 troviamo un altro particolare. Tra i dieci regni
appare un nuovo regno dapprima insignificante: " un altro piccolo corno
". Questo "corno" fa sì che tre altri re siano
"divelti", ed egli li sostituirà probabilmente con altri, e poi
arriverà al comando supremo. Napoleone I ha agito
similmente; egli, che è stato una figura della " bestia ", ha
distrutto molti regni e re, ha creato nuovi regni e nuovi troni sui quali
poneva i suoi fratelli e i suoi generali. Questo "corno" è "la
bestia", il quale "a motivo delle parole
orgogliose" andrà in perdizione (confr. Dan. 7:11 e 23 con Apoc. 13:4-6; 19:19-20).
La bestia che sale dall'abisso, il capo
supremo dell'Impero Romano nella sua ultima forma satanica, deve dunque ancora
comparire.
Per quanto riguarda la testa della bestia che
è stata " come ferita a morte " possiamo ben pensare che si tratti
del breve regno di Napoleone I, come settima forma
dell'Impero Latino. Egli fu sconfitto e nello stesso tempo l'Impero Romano che
si stava formando ricevette una " ferita a morte ". Però la piaga mortale sarà "sanata" e tutta la
terra ne sarà "meravigliata". Con questo, il futuro Impero si troverà
in una stretta e misteriosa relazione con la settima forma di
governo passata. Il modo con cui ciò avverrà, si vedrà e si capirà
soltanto quando questi avvenimenti accadranno.
Oltre a ciò, il futuro
Impero sarà formato, come già abbiamo accennato, da dieci regni sottomessi ad
un solo ed unico capo. Essi regneranno con lui " un'ora ", vale a dire durante
tutto il tempo o lo stesso tempo della " bestia ". Leggiamo che la
bestia " aveva dieci corna... e sulle corna dieci diademi "; e
la spiegazione ci dice: " Le dieci corna... sono dieci re che...
riceveranno potestà, come re, assieme alla bestia, per un'ora " (13:1; 17:12-13). Quest'ora di regno,
con e sotto la "bestia", dura "quarantadue mesi", tre anni
e mezzo (13:5), e cioè fino alla venuta di Cristo,
quando stabilirà il suo Regno sulla terra in potenza (Dan.
2:34-35). Durante questi 42 mesi, i Giudei credenti
attraverseranno le loro più grandi prove ma altresì potranno sperimentare la
protezione di Dio.
Quando il capo del quarto impero, l'Impero
Romano, sarà ristabilito, tutta la terra si meraviglierà e, cosa terribile,
adorerà il dragone, cioè Satana perché ha dato il suo
potere alla "bestia". E non soltanto questo,
ma adorerà anche la bestia (vers. 4) dicendo: "Chi è simile alla
bestia? e chi può guerreggiare con lei?".
L'uomo sulla terra si sarà staccato
completamente dall'Iddio vivente e al suo posto adorerà Satana e la bestia.
Questa è la fine del progresso dell'umanità. L'uomo è diventato lo strumento
impotente di Satana e giace nella polvere davanti a lui onorandolo e
adorandolo. L'uomo voleva essere indipendente e liberarsi dall'Iddio di bontà,
che è luce e amore, "il Padre delle misericordie e l'Iddio d'ogni
consolazione", benché la dipendenza da Lui significhi
vita e felicità. Ecco che adesso si trova completamente sotto il potere di
Satana e adora lui, il mentitore e omicida.
Per lungo tempo, durante migliaia d'anni.
Iddio nella sua mansuetudine e pazienza si è preso
cura degli uomini ed ha parlato loro amorevolmente e seriamente. Iddio ha tanto
amato il mondo che ha dato il suo Unigenito Figliuolo,
ma il mondo non ha voluto ne il suo amore ne la sua salvezza. Allora Dio lascia
gustare agli uomini l'amaro frutto e le conseguenze della durezza del loro
cuore.
" E le fu data (cioè alla bestia) una
bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie, e le fu data potestà di agire
per quarantadue mesi ". La bestia riceve da Satana forza e potere e si
rivolta e bestemmia contro Dio, contro la sua Chiesa già glorificata nel cielo
e contro i santi sulla terra. " Ed essa aprì la
bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome e il suo
tabernacolo e quelli che abitano nel cielo " (vers. 6).
Durante questo corto ma terribile periodo di
quarantadue mesi. Satana e la bestia manifesteranno sulla terra tutta la loro
ira ed inimicizia. Durante lo stesso tempo Israele si troverà nel crogiuolo, affinchè l'argento sia purificato dalle scorie (Isaia 48:10); e ancora in questo stesso periodo l'uomo sulla terra
dovrà sperimentare cosa significhi aver scelto Satana e non Dio come Signore.
Per questo Satana e la bestia hanno pieno potere'e vittoria assoluta nella loro lotta contro il
popolo di Dio e contro tutti gli uomini: " E le fu dato di far la guerra ai
santi e di vincerli; e le fu data potestà sopra ogni tribù e popolo e lingua e
nazione. E tutti gli abitanti della terra i cui nomi
non sono scritti fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita
dell'Agnello che è stato immolato, l'adoreranno" (vers. 7-8).
Qui notiamo nuovamente la rassomiglianza che
vi è tra la "bestia" dell'Apocalisse e il "piccolo corno"
che il profeta Daniele vide sulla quarta bestia, cioè
l'Impero Romano. In Dan. 7:21
leggiamo: " Io guardai, e quello stesso corno ("un altro piccolo
corno", vers. 8) faceva guerra ai santi e aveva il sopravvento ".
A riguardo della "bestia" è detto: " E le fu dato di far
guerra ai santi e di vincerli " (Apoc. 13:7). Del "piccolo corno" è detto in Dan. 7:25, che " proferirà
parole contro l'Altissimo "; e della "bestia" è scritto: "
Ed essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio ". Oltre
a ciò sappiamo che potenza ed autorità saranno date nelle mani del
"piccolo corno" per "un tempo (un anno), dei tempi (due
anni), e la metà d'un tempo (mezzo anno)" (Dan. 7:25). La potenza
della "bestia" ha la stessa durata, cioè "quarantadue
mesi" (Apoc. 13:5).
Il piccolo corno descritto da Daniele, come vediamo chiaramente, è dunque il
capo supremo dell'Impero Romano degli ultimi giorni.
In quei giorni le preghiere dei Giudei
credenti, che saranno perseguitati, saliranno
ininterrottamente al trono di Dio, come le supplicazioni
di quella vedova, nella parabola del giudice iniquo dell'evangelo di Luca, che
perseverò fino a che il giudice le fece giustizia. Questa parabola pronunciata
dal Signore Gesù, è per
consolare il residuo fedele d'Israele quando si troverà in quei tempi
difficili; alla fine è detto: " E Dio non farà egli giustizia ai suoi
eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico
che farà loro prontamente giustizia ". Il Signore fa però una domanda
molto seria: "Ma quando il, Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli la fede sulla
terra?" (Luca 18:1-8), vale a dire: troverà Egli questa fede nella
costanza e nella preghiera?
Il residuo fedele giudaico, nella sua distretta, griderà:
" O Dio, le nazioni sono entrate nella
tua eredità, hanno contaminato il tempio della tua
santità, han ridotto Gerusalemme in un mucchio di
rovine... Fino a quando, o Eterno? Sarai tu adirato per sempre? La tua gelosia
arderà essa come un fuoco?... Soccorrici, o Dio della
nostra salvezza, per la gloria del tuo nome... Giunga dinanzi a te il gemito
dei prigionieri; secondo la potenza del tuo braccio, scampa quelli che son condannati a morte ... E noi, tuo popolo e gregge del
tuo pasco, ti celebreremo in perpetuo, pubblicheremo la tua lode per ogni età
" (Salmo 79).
In tal modo griderà il residuo d'Israele,
quando si troverà nella fornace della prova; mentre gli iniqui nel loro
disprezzo ed orgoglio diranno: "Non c'è Dio!" e: "l'Eterno non farà inchieste"; e ancora: "Iddio
dimentica, nasconde la sua faccia, mai lo vedrà" (Salmo 10:4-11).
In mezzo alla descrizione della situazione
dolorosa di questi sofferenti, vi è pure un ammonimento: " Se uno ha
orecchio, ascolti. Se uno mena in cattività andrà in
cattività; se uno uccide con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. Qui
sta la costanza e la fede dei santi " (Apoc.
13:9-10). Nella loro sofferenza non devono sguainare
la spada, come Pietro (Matt. 26:51),
ma attendere la liberazione dell'Eternò nella costanza e nella fede dei santi.
" Poi vidi un'altra bestia, che saliva
dalla terra, ed aveva due corna come quelle d'un
agnello, ma parlava come un dragone. Ed esercitava tutta la potestà della prima
bestia, alla sua presenza; e faceva sì che la terra e quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era
stata sanata. E operava grandi segni fino a far scendere del fuoco dal ciclo
sulla terra in presenza degli uomini " (vers. 11-13).
Oltre alla prima bestia, l'Impero Romano,
abbiamo anche una seconda "bestia". La prima, una potenza mondiale
politica, uscì dal "mare", cioè si formò
dalla massa dei popoli in sommossa. "L'altra bestia" misteriosa sale
invece "dalla terra", dunque dalla terraferma, da un terreno dove
regna un ordine ben stabilito. Potremmo forse dare qualche particolare per
quanto concerne " la terra ". Come nel terzo giorno della creazione le
acque furono separate dalla " terra ", così Iddio, dopo il peccato di Adamo e dopo il giudizio nei giorni di Noè, separò, dal mare dei popoli, la nazione d'Israele
quale terraferma. Di qui vediamo che " la terra " è il popolo
d'Israele.
In verità la seconda bestia esce dal popolo d'Israele
come del resto lo vediamo in diversi passi della Parola.
La " bestia ", a prima vista, sembra
un " agnello ". Anche ciò è significativo. È
un'imitazione del vero Agnello, il Figliuol di Dio.
Essa ha due " corna " insignificanti, come un agnello.
Le corna sono l'emblema della forza. Il Signore Gesù Cristo, il vero
Agnello, è Sacerdote e Re. La seconda bestia tenterà di appropriarsi anche di
queste due glorie. Però l'orecchio ammaestrato da Dio
ed esercitato a discernere il bene dal male non potrà ingannarsi, poiché la
" bestia " ha una voce satanica: "Ma parla come un
dragone". Molti avvertimenti del Signore si riferiscono a questa
" bestia ". Così quando dice:
"Guardatevi dai falsi profeti i quali
vengono a voi in vesti da pecore, ma dentro son lupi
rapaci" (Matt.
7:15). Veramente " la bestia " è un falso
profeta, anzi il falso profeta, l'Anticristo.
Il Signore ha sovente parlato di ciò per mezzo
dei profeti ed ha annunciato che dal popolo d'Israele, quando riapparirà come
"terra" vale a dire quando sarà nuovamente riunito e politicamente
ben ordinato e stabilito), uscirà il falso messia e troverà quivi successo.
Udiamo per esempio il Signore
Gesù dire ai Giudei increduli: "Io son venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete;
se un altro verrà nel suo proprio nome, voi lo riceverete" (Giov. 5:43). Costui è appunto l'anticristo, il falso messia
d'Israele, che Satana introdurrà come profeta e re.
Egli non apparirà subito come "l'empio", come "l'uomo del
peccato, il figliuolo della perdizione" ma si
manifesterà come tale soltanto in seguito, e arriverà "fino al punto da
porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo che egli è
Dio" (2 Tess. 2:3-10).
Abbiamo dunque davanti agli occhi "
l'anticristo ", come lo chiama l'Apostolo Giovanni; egli è " colui che nega che Gesù è il
Cristo (il Messia) " (1 Giov. 2:22). Ciò
nonostante troverà dei seguaci nella cristianità infedele, anzi già adesso suo
spirito è in attività nei paesi cristiani ed è caratterizzato dal fatto "
che nega il Padre e il Figliuolo " (1 Giov. 2:22).
Egli è quel "re" del quale Daniele diceva nelle sue profezie :
" E il re
agirà a suo talento, si estollerà, si magnificherà al
di sopra d'ogni dio... prospererà finché l'indignazione (sopra Israele) sia
esaurita " (Dan.
11:36; vedi anche Is.
30:33). Oltre a ciò è anche " il pastore " che
agirà perfidamente in Palestina, finché il Signore stesso non lo giudicherà e
non lo "distruggerà col soffio della sua bocca" (Zacc. 11:16-17; 2 Tessalonicesi 2:8).
Che l'anticristo sia un Giudeo si vede anche
in Daniele 11:37 dov'è parlato dell'Iddio " dei
suoi padri " e " della divinità favorita delle donne " (leggi:
del desiderio delle donne) vale a dire dell'attesa del vero Messia. È evidente
che ogni donna credente in Israele sperava che il suo
figliuolo fosse il Messia promesso, il bramato Salvatore. L'anticristo non ha
riguardo né a "Dio" né al "suo Unto", il Messia promesso.
Anche dimenticando questi passi dovremmo lo stesso ammettere, per altri motivi,
che l'anticristo sarà un Giudeo. Potrebbe egli avere
un barlume di speranza di essere accettato dai Giudei come il messia se non
fosse egli stesso un Giudeo?
Se ci mettiamo col pensiero al posto del popolo giudeo al
tempo dell'apparizione dell'anticristo, possiamo benissimo comprendere il gioco
di Satana che introduce il falso messia. Il residuo fedele sarà allora in attesa del vero Messia; dei testimoni predicheranno la
sua prossima venuta, la sconfitta delle potenze pagane per stabilire il suo
Regno. Ed ecco che appare il profeta di Satana, l'anticristo.
Gli eletti lo riconoscono a causa della sua voce, poiché parla " come un
dragone "; questa non è la voce del buon " Pastore ", ma quella
di Satana.
Dalla bocca dell'anticristo non uscirà certamente una sola parola di conforto o
di pace per l'anima stanca ed aggravata. Il Signore stesso metteva in guardia
contro costui come contro tutti i " falsi profeti
" e i " falsi cristi " di quest'epoca
(Matteo 24:23-27).
Ma il potere di seduzione e il pericolo della
tentazione sarà molto grande per i Giudei degli ultimi
tempi. Prima di tutto, l'anticristo (il falso profeta, la seconda
"bestia") stringerà alleanza e farà un accordo con la prima "
bestia ", il capo dell'Impero Romano, e ciò le permetterà di assicurarsi
una posizione di altissima autorità. Questa alleanza
tra l'anticristo e l'Impero Romano è in vista di una
protezione contro una potenza politica nemica. In diversi profeti è parlato di
questa potenza del nord della Palestina che esisterà
prima della venuta di Cristo e prima della liberazione di Gerusalemme. Essa
sarà al posto dell'Assiria, l'accanito nemico
d'Israele, ed è " il re del settentrione".
Troviamo questo in Isaia 28:15-21 dove il re del nord
è sovente nominato " l'inondante flagello " e contro il quale
l'anticristo cerca invano protezione. Anche il profeta Daniele annuncia che la
potenza di Roma e del mondo occidentale, " il piccolo corno ",
stabilirà " un saldo patto con molti " cioè
con la massa dei Giudei professanti a capo dei quali si troverà appunto
l'anticristo (Dan. 9:27).
L'anticristo ha una posizione di forza a causa
del patto che ha fatto con il capo dell'Impero Romano e presso al quale "
esercita tutta la potestà della prima bestia... e faceva sì che la terra e
quelli che abitano in essa adorassero la prima bestia
" (esercita dunque le funzioni di sacerdote del capo romano), ma per di
più ha il potere di " operare grandi segni ".
Nel libro di Giobbe vediamo che Satana può (con il permesso di Dio,
evidentemente) metter mano ai fenomeni della natura; egli scatenò un vento di
tempesta sulle possessioni di Giobbe.
Così pure Satana darà all'ultimo e più grande dei suoi strumenti,
all'anticristo, tale potenza. Di questa seconda bestia è detto: " E
operava grandi segni fino a fare scendere del fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini " (vers. 13). Dunque, ciò che Elia fece sul monte Carmel
davanti ai profeti di Baal per dimostrare che era un
testimone dell'unico vero Dio, adesso lo fa la seconda "bestia"
l'anticristo, per far valere i suoi diritti. E come Gesù
Cristo dimostrò di essere Figliuolo di Dio "
mediante opere potenti e prodigi e segni " (Atti 2:22), così l'anticristo
tenterà nello stesso modo di giustificarsi come Messia. Ci è
detto di lui: " La venuta di quell'empio avrà
luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di
segni e di prodigi bugiardi" (2 Tess. 2:9). Egli sedurrà coloro che abitano
sulla terra e li costringerà a fare un'immagine della prima bestia. " E le fu concesso di dare uno spirito (o per meglio dire
l'alito, non la vera vita) all'immagine della prima bestia, onde l'immagine
della bestia parlasse e facesse sì che tutti quelli che non adorassero
l'immagine della bestia fossero uccisi " (vers. 14-15).
La seconda bestia, l'anticristo, farà dunque
" un'immagine " del capo supremo dell'Impero Romano futuro, forse una
statua, le darà l'alito e la parola. In questo modo riuscirà a sedurre i Giudei
increduli e " coloro che abitano sulla terra
" affinchè adorino l'immagine della prima bestia
" che aveva ricevuta la ferita della spada ed era tornata in vita". E
tutti coloro che non adoreranno " l'immagine
della bestia " saranno uccisi.
Nota: Nel Salmo 115 si
sprezzano gli idoli: "Hanno bocca e non parlano... la loro gola non rende
alcun suono". Satana ha
però fatto un capolavoro per sedurre le genti: un idolo che ha fiato e che
parla. Per questo tutti coloro che abitano sulla terra
ne saranno sedotti e gli renderanno omaggio.
Iddio permette questo inganno
satanico, poiché gli uomini e in modo particolare Israele non hanno dimostrato
nessun amore per la verità. Iddio manderà loro "efficacia d'errore onde credano alla menzogna, affinchè
tutti quelli che non hanno creduto alla verità ma si son
compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati". Quale triste situazione!
Dobbiamo pensare che l'Oriente, cioè Gerusalemme, sarà il luogo dove l'anticristo metterà
l'immagine del capo supremo dell'Impero d'occidente che regnerà a Roma. Di modo
che anche i sedotti d'oriente avranno un'immagine visibile del grande capo dell'ultimo impero. Adorando qui l'immagine,
adorano "la bestia" stessa che si trova lontana, e adorano nello
stesso tempo pure Satana (confr. Apoc.
13:4 e 8 con vers. 12 e 15).
Infine, cioè nella seconda metà dell'ultima settimana d'anni di Daniele,
l'immagine verrà posta nel tempio che i Giudei costruiranno nella loro
infedeltà, nel luogo santo stesso (Daniele 11:31; 12:11). È persino detto che
"il figliuolo della perdizione",
l'anticristo, si porrà a sedere nel "tempio di Dio" e dirà di se
stesso che è Dio (2 Tess. 2:4).
L'adorazione dell'anticristo è strettamente legata con l'adorazione di Satana e
anche della "bestia".
Nota: già nell'antichità gli imperatori romani
pagani esigevano onori divini, perciò mettevano la loro statua nel templi pagani. Quindi
l'adorazione "dell'immagine della bestia", del capo supremo
dell'Impero Romano, non sarà niente di nuovo, bensì l'appoggio di Satana e
dell'anticristo.
Satana cerca di formare una specie di trinità di origine infernale, per contraffare quella di origine
celeste alla quale però Israele e gl'increduli non hanno voluto sottomettersi.
Satana sarà quindi adorato, ricevendo l'onore e l'omaggio che appartiene a Dio
(12:9 e 12; 13:4), e l'anticristo, "l'uomo del
peccato", sarà adorato al posto di Cristo (Apoc.
13:11; 2 Tessal. 2:3-4). Come terzo elemento della trinità satanica abbiamo "l'immagine" della prima bestia, che può
parlare poiché ha "uno spirito". Questa è al posto dello Spirito
Santo per il quale i riscattati di Dio adorano il Padre e il Figliuolo.
In verità un tale giudizio dalla parte di Dio
non è mai caduto sugli abitanti di questo povero mondo. Però,
come i fedeli nei giorni di Daniele non si prostrarono dinanzi all'aurea
immagine di Nebucadnetsar, il capo del primo impero
mondiale, così neppure il residuo fedele giudaico adorerà l'immagine della
bestia, del capo dell'ultimo impero mondiale.
Quando nella metà dell'ultima settimana d'anni (al
principio della quale il capo dell'Impero Romano aveva fatto un patto con i
Giudei increduli - vedi Dan. 9:27),
la distretta arriverà al colmo e "l'abominazione
della desolazione" si porrà "in luogo santo", nel tempio di
Gerusalemme, allora il residuo fedele ("la donna" del cap. 12)
fuggirà dalla Giudea (Matt. 24:15).
Nota: " Abominazione " è
un'espressione ben conosciuta nella Parola di Dio e significa idolatria.
Grande e terribile sarà l'afflizione sulla
terra e in modo particolare in Palestina.
La Bibbia ci dice ancora: " E (la seconda "bestia") faceva sì
che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un
marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno potesse comprare o
vendere se non chi avesse il marchio, cioè il nome
della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi
ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d'uomo; e il suo
numero è 666 " (vers. 16-18).
L'anticristo, "il falso profeta" (Apoc. 19:20) non si attribuisce
soltanto ogni potere nel campo religioso, ma anche su ogni commercio e
traffico. Più nessuno può comprare o vendere, più nessuno può trattare un
affare se non porta sulla mano destra o sulla fronte un marchio, un distintivo,
che dimostri la sua dipendenza dal capo del regno, la "bestia"
romana.
Una certa forma di libertà è rimasta, poiché
uno può scegliere se apporre il marchio "sulla mano o sulla testa",
però deve essere alla mano destra o sulla fronte di modo che si riconosca
immediatamente. Vediamo ancora un sembiante di libertà nel fatto che si può
scegliere tra il nome della bestia e il suo numero. Satana è furbo. Egli lascia
i suoi schiavi nell'illusione di essere uomini liberi.
Ma guai a colui che va contro la sua volontà! In quei
giorni, dunque, chiunque non porterà sotto questa o
quella forma il marchio della bestia, sarà espulso dalla società e dal
commercio senza alcun riguardo al suo rango sociale, e sarà lasciato deperire o
morire. E tutti coloro in Israele che non sono stati "suggellati" da
Dio, e tutti quelli "che abitano sulla terra", e tutti coloro i cui
nomi non sono "scritti nel libro della vita dell'Agnello", già fin dalla
fondazione del mondo, accetteranno il marchio della bestia malgrado
l'avvertimento di Dio (leggi Apoc. 14:9-12).
Invece della libertà tanto
desiderata, vi sarà allora sulla terra un terribile regime terrorista, come non
è mai esistito.
Nel campo religioso regnerà una schiavitù sotto la religione dello stato, sotto
la potenza di Satana e l'immagine della bestia. Nel campo commerciale saranno
pure eliminati tutti coloro che non portano " il
marchio della bestia ". Il governo tirannico in un terribile tempo di
rivoluzione; il fanatismo cieco di uomini religiosi in
un tempo di persecuzioni sanguinarie; il furore dei terroristi contro tutti
coloro che non seguono la loro bandiera; tutte queste potenze messe insieme non
sono che una pallida figura in confronto alla tirannia di Satana e al giogo di
ferro "della bestia" nei tempi della fine.
A questo tempo terribile farà seguito il beato
regno di pace e di giustizia del Signore Gesù Cristo sulla terra. Il suo "giogo" sarà
"dolce" anche per il suo popolo, come lo è oggi per noi, e il suo
"carico leggero". Prima però dovrà essere compiuto ciò che l'Eterno
disse al suo popolo Israele, avvertendolo: " E perché non avrai servito
all'Eterno, al tuo Dio, con gioia e di buon cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa, servirai ai tuoi nemici... essi ti metteranno
un giogo di ferro sul collo " (Deut. 28:47,48).
[Nota del curatore: Osservando i ritmi
dello sviluppo tecnologico, è facile prevedere che l'Anticristo avrà a
disposizione potenti mezzi elettronici per i suoi piani di controllo globale.
In condizioni di normalità, nessuno è in grado di controllare
la mente di un'altra persona, anche se taluni ci provano continuamente:
ipnotismo, messaggi subliminali, pubblicità mirata, droghe, etc. Non potendo
controllare la mente altrui, la cosa migliore da fare diventa quindi il
controllo delle finanze altrui.
Già oggi le transazioni finanziarie a livello mondiale vengono
controllate elettronicamente, e le comunicazioni vengono monitorate
regolarmente (eclatante qualche tempo fa fu la notizia della rete spionistica Echelon).
Il controllo ultimo e totale arriverà quando tutte le persone saranno obbligate
ad avere un marchio di riconoscimento senza il quale non potranno né comprare
né vendere alcuna merce, incluso il cibo, i servizi e ogni altra cosa. Anche se non possiamo sapere con precisione in cosa
consisterà questo marchio, alcuni vedono nella moderna tecnologia una probabile
candidata. Ad esempio, si leggono sempre più spesso notizie di questo tipo:
"Un'azienda legata allo sviluppo digitale, ha annunciato di aver
sviluppato un chip d'identificazione miniaturizzato e
impiantabile chiamato Verichip, che può essere
usato nel campo medico, della sicurezza e delle emergenze. Il chip ha le dimensione della punta di una penna a sfera. In esso sono contenute numeri di identificazione e altri dati.
[...] L'inserimento dell'apparecchio richiede solo un'anestesia locale, una
leggera incisione e al massimo un semplice bendaggio adesivo".
Le scuse che saranno date per l'introduzione del "marchio" potranno essere di varia natura: per arginare il terrorismo
dilagante, per controllare il crimine organizzato, per fermare il traffico di
droga, per impedire la fuga di capitali, o anche per una redistribuzione
finanziaria a livello mondiale dopo un collasso finanziario globale, o
qualsiasi altra spiegazione farà allora comodo dare. Comunque,
a quel punto, non saranno le ragioni date che conteranno, ma sarà la persona in
vista di cui queste cose saranno ordinate ed eseguite: l'Anticristo.]
" Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero
d'uomo; e il suo numero è 666 ".
L'espressione del versetto
18: "Qui sta la sapienza" vuoi dire semplicemente: ecco qui la
spiegazione per l'uomo savio e assennato. Troviamo la stessa cosa nel cap. 17:9 dove
l'apostolo svela il segreto della "donna" e della "bestia";
anche lì sta scritto: "Qui sta la mente che ha sapienza. Le sette teste
sono sette monti".
Il fedele e accorto servitore di Dio, trovando
nel nome di quel dominatore il numero 666, riconoscerà in lui "la
bestia" che ha da venire.
È noto che nelle lingue antiche, certe lettere
significano un numero ben determinato (come è noto,
per esempio, la lettera X in latino indica il numero dieci, la lettera C il
numero 100, ecc.). Se la somma dei numeri di ogni
lettera del nome del futuro dominatore da 666, il fedele servitore riconoscerà
immancabilmente che il portatore di quel nome è "la bestia che deve salir
dall'abisso".
Il suo regno, il quarto e l'ultimo impero mondiale, sarà rovesciato da Cristo,
la "Pietra" che deve "staccarsi dal monte, senz'opera di
mano" per far posto al Regno "del Signor nostro e del suo
Cristo": il Millennio (Dan. 2:31-45;
Apoc. 11:15).
Invano la curiosità dell'uomo di oggi cerca di trovare il personaggio preannunciato con
l'aiuto del numero 666, e di poter indicare con sicurezza chi personificherà
"la bestia che deve salir dall'abisso" (le varie interpretazioni
circa il significato del numero 666 dimostrano come sia impossibile determinare
in anticipo il nome della "bestia"). Ciò nondimeno il numero 666 è
molto interessante.
Il numero 6 esprime lavoro e fatica poiché
corrisponde al numero dei giorni feriali, i giorni di lavoro. Se a questi giorni manca il settimo, il giorno del riposo del
Signore, essi sono l'espressione dell'imperfezione. Il numero 6 è quindi il
numero dell'insufficienza dell'uomo, anche se si trova all'apice della sua
carriera. Il gigante Goliath, il nemico di Davide
(l'unto di Dio in Israele) era alto 6 cubiti e un palmo! Iddio però diede il
gigante nelle mani del suo Unto. Quando il numero 6 è ripetuto, troviamo che all'insufficienza dell'uomo vengono ad
aggiungersi la sua cattiveria e la sua arroganza. L'immagine d'oro che Nebucadnetsar, il capo del primo impero mondiale, fece
erigere nella provincia di Babilonia per essere adorato, misurava sessanta
cubiti di altezza e sei cubiti di larghezza (Dan. 3:1).
Il "numero della bestia" è 666, dunque un 6 triplo. Esso ci parla dell'uomo peccatore
al colmo della sua sapienza, all'apice umanamente raggiungibile, ma che non
giunge però fino alla gloria di Dio. Il 6 è vicino al 7, il numero della
perfezione divina, ma non lo raggiungerà mai.
Bisogna ancora aggiungere che, come il numero
666 esprime un triplice 6, questo dominatore della fine si approprierà ogni
onore e gloria e arriverà, nella sua rivolta contro a Dio, a dire ch'egli è dio. Iddio invece lo chiama: "bestia", perché appunto non ha ne timore di Dio ne
dipendenza da Dio, ne comunione con Dio; tre cose che formano l'ornamento e
l'elevatezza dell'uomo.
Senza dubbio alcuno, la prima e la seconda
bestia, cioè il capo del quarto impero e l'anticristo,
sono la più alta e la più potente manifestazione dell'umanità senza Dio. Per
questo il suo numero è 666.
Quant'è bello che il prezioso nome di Gesù in greco, la lingua del Nuovo Testamento, porti il
numero 888 (il nome Gesù in greco è scritto: I E S O
U S. Qui abbiamo
I = 10; E = 8; S = 200; O = 70; U = 400; S = 200; totale = 888).
Gesù Cristo, il Figliuolo di Dio,
s'è fatto uomo: l'uomo completamente dipendente da Dio, il Figliuol
dell'uomo. Colui che ha pienamente onorato Dio in
questo mondo malvagio.
Per mezzo della Sua morte e della Sua risurrezione è diventato il nostro
Salvatore, Capo di una nuova creazione; e Iddio l'ha posto al disopra di ogni principato e potestà e l'ha innalzato alla Sua
destra e porrà ogni cosa sotto di Lui. Non è certamente per caso che il numero
del Suo nome glorioso, nome a cui ogni ginocchio si piegherà, sia 888; in
contrasto con quello della "bestia" che è 666.
Il numero 8 designa il principio di un nuovo ordine di cose. Così
per esempio l'ottavo giorno dell'antico patto (confr.
Lev. 9:1; 12:3; 14:10;
23:11; 36:39), poiché la settimana ha solo 7 giorni, si è trovato ad essere il
primo giorno del nuovo patto, il giorno della risurrezione in gloria del
Signore, della vittoria su Satana, sul peccato, sulla morte e sul mondo.
Quale contrasto vi è tra "il Figliuol dell'uomo che è nel cielo" (Giov. 3:13; confr.
Atti 7:56; Salmo 80:17) e "l'uomo di peccato",
l'apoteosi dell'uomo infedele a Dio. Lo stesso contrasto lo troviamo anche con
il capo dell'ultimo grande impero, che malgrado la sua
autorità e potenza non è davanti a Dio che una "bestia". Non notiamo, già nei nostri giorni, come l'orgoglio dell'uomo aumenta?
Con "l'uomo di peccato", che "mostrando se stesso dirà ch'egli è Dio" (2 Tess. 2:4) e col capo dell'Impero Romano futuro, il quale sarà
anche adorato, l'esaltazione dell'uomo giungerà al colmo.
È significativo
vedere che oggi nel mondo non si dice più come un tempo: "Iddio non
esiste" ma si comincia a dire che Dio è dappertutto, è nell'uomo. Più
l'uomo crede di trovare Dio in se stesso, più crede di essere
egli stesso Dio. Iddio viene dunque lentamente smosso dal suo posto e l'uomo
s'innalzerà fino a che giungerà a dire d'essere Dio. Questo lo vediamo e udiamo già nei nostri giorni, e caratterizza il
nostro tempo.