VELO SI, VELO NO!

La dottrina del velo nella Parola di Dio è esplicita e chiara. Il velo va usato nelle riunioni di culto 1 Corinzi 11:1-16 "Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo. Ora vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa, e conservate le mie istruzioni come ve le ho trasmesse. Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo, e che il capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto fa disonore al suo capo; ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa. Perché se la donna non ha il capo coperto, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se per una donna è cosa vergognosa farsi tagliare i capelli o radere il capo, si metta un velo. Poiché, quanto all'uomo, egli non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell'uomo; perché l'uomo non viene dalla donna, ma la donna dall'uomo; e l'uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità. D'altronde, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo senza la donna. Infatti, come la donna viene dall'uomo, così anche l'uomo esiste per mezzo della donna e ogni cosa è da Dio. Giudicate voi stessi: è decoroso che una donna preghi Dio senza avere il capo coperto? Non vi insegna la stessa natura che se l'uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore? Mentre se una donna porta la chioma, per lei è un onore; perché la chioma le è data come ornamento. Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di Dio."

Taluni dicono che l'uso del velo è superato. In molte chiese indipendenti, l'uso del velo è ormai in disuso. Ma dai versi letti troviamo almeno sette ragioni per le quali la donna deve velarsi:

1.      A MOTIVO DELL'INSEGNAMENTO TRASMESSO v. 2 "Conservate le mie istruzioni come ve le ho trasmesse".
Prima di tutto notiamo che il coprirsi la testa con un velo durante il culto pubblico non è qualcosa di facoltativo, ma è un "ritenere i miei (di Paolo) insegnamenti quali ve li ho trasmessi". Qualche verso dopo, sempre l'apostolo Paolo, afferma che questi insegnamenti, ai quali i cristiani di Corinto dovevano fedelmente attenersi, non erano umani, ma procedevano direttamente dal Signore Gesù, che certamente non è il tipo di Persona che muta pensiero con il trascorrere dei secoli 1Corinzi 11:23: "Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me".
Quindi, portare il velo è un "insegnamento trasmesso", così come la predicazione di "tutto l'Evangelo" 1Corinzi 15:3,4: "Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l'ho ricevuto anch'io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture".
Pertanto, se affermiamo che la nostra predicazione deve essere apostolica, in quanto "insegnamento trasmesso", per coerenza dobbiamo accettare anche il fatto che la donna si copra la testa con un velo. Insomma, o accettiamo quanto detto sia al capitolo 11 che al capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi, oppure li rifiutiamo entrambi, poiché entrambi sono insegnamenti trasmessi da Cristo stesso.

2.      A MOTIVO DI CRISTO IL CAPO vv 3-5: "Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo, e che il capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto fa disonore al suo capo; ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa".
L'apostolo Paolo, guidato dallo Spirito Santo, dopo aver affermato che il "capo di ogni uomo è Cristo", dichiara che l'uomo che prega o profetizza con la testa coperta fa disonore al suo Capo, che è Cristo. Similmente la donna che prega o profetizza senza avere la testa coperta da un velo fa disonore al suo Capo", che, oltre al marito, è anche Cristo, "il Capo supremo della Chiesa" Colossesi 1:13:18: "Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui. Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato".

3.      A MOTIVO DELL'UOMO vv.7-9: "Poiché, quanto all'uomo, egli non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell'uomo; perché l'uomo non viene dalla donna, ma la donna dall'uomo; e l'uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo".
Un'altra ragione per cui la donna deve coprirsi la testa con un velo durante il culto pubblico è a "motivo dell'uomo". L'uomo e la donna agli occhi di Dio e rispetto alla Sua giustizia sono uguali, entrambi sono stati creati a Sua immagine, tuttavia dal modo e dall'ordine della creazione è evidente che la donna deve la sua origine all'uomo, poiché leggiamo che Eva fu fatta da una costola presa dal fianco di Adamo. In questo senso "la donna è la gloria dell'uomo", un po' come la luna splende grazie alla luce del sole. Ciò non vuol dire inferiorità, giacché, come abbiamo detto prima, entrambi sono per natura uguali, ma vuol dire semplicemente essere consapevoli della diversità di ruoli che Dio ha assegnato all'uno e all'altra. Uguaglianza di natura e distinzione di ruolo non si escludono, anzi si completano. Infatti, se per affermare l'uguaglianza degli uomini si dovesse sopprimere ogni forma di distinzione, non sarebbe possibile alcuna società, dalla famiglia allo Stato. Per questa ragione, "a motivo dell'uomo", la donna deve coprirsi la testa con un velo durante il culto, manifestando, in tal modo, non solo pubblicamente, ma anche dinanzi a Dio, la diversità del suo ruolo rispetto a quello ricoperto dall'uomo. Questo rientra nei piani stabiliti da Dio Efesini 5:22-33: "Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato sé stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama sé stesso. Infatti nessuno odia la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola. Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. Ma d'altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente ami sua moglie, come ama sé stesso; e altresì la moglie rispetti il marito".

4.      A MOTIVO DEGLI ANGELI v.10: "Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità".
Perché "a motivo degli angeli"? La Scrittura dice che gli angeli di Dio:
>>Seguono con attenzione e interesse i credenti (1Corinzi 4:9; Efesini 3:10; Ebrei 13:2;1 1Pietro 1:12 ).
>>Ministrano a loro favore (Ebrei 1:14).
>>Si rallegrano per la conversione dei peccatori Luca 15:10.
>>Nel cielo, dopo il ritorno di Gesù Cristo, formeranno un'unica famiglia (Apocalisse 5:11-14).
Per tutte queste ragioni anche loro assistono, invisibili, al culto che i credenti offrono sulla terra a Dio in spirito e verità.
La donna non deve comportarsi in modo sconveniente neanche dinanzi agli angeli che si compiacciono dell'ordine e della modestia, ma la loro presenza deve servire da freno a chi fosse tentato di "emanciparsi" dall'ordine stabilito da Dio fra le Sue creature. In che modo è possibile ciò? "Avendo sul capo un segno dell'autorità (in greco exousia autorità, diritto, segno di appartenenza) da cui dipende". Pertanto, anche per quest'insegnamento, è valida l'esortazione dell'apostolo Paolo 1Timoteo 5:21: "Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità".

5.      A MOTIVO DEL DECORO v.13: "Giudicate voi stessi: è decoroso che una donna preghi Dio senza avere il capo coperto"?
L'estraneo che entra in uno dei nostri locali di culto si meraviglierà della semplicità del luogo, dell'assenza di immagini, di altari, ecc., ma rimarrà certamente colpito dall'attitudine di profonda riverenza delle donne cristiane che partecipano con il capo coperto, come anche dal decoroso abbigliamento di tutti i partecipanti uomini e donne. Se durante il culto pubblico la donna si copre la testa con un velo, si sta salvaguardando un certo ordine e decoro, che non è secondario, poiché Dio è un Dio di ordine 1Corinzi 14:40: "Ma ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine".

6.      A MOTIVO DELLA NATURA UMANA vv.14,15: "Non vi insegna la stessa natura che se l'uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore? Mentre se una donna porta la chioma, per lei è un onore; perché la chioma le è data come ornamento". Dopo la domanda: "E decoroso?", viene l'altro interrogativo: "E' naturale?".
Per natura s'intende la costituzione fisica dell'uomo e della donna
. E Dio ha stabilito un certo ordine naturale nell'uomo e nella donna. I ruoli propri dell'uomo e della donna, seppur diversi, certamente si completano a vicenda. Nell'ordine divino non vi è nulla che sia contro natura. Lo spirituale e il naturale si armonizzano in modo perfetto, secondo il piano di Dio". Perciò la domanda di Paolo ha la sua importanza. Quante volte noi tutti, uomini e donne, saremmo salvaguardati dalle esagerazioni delle nostre scelte, se fossimo pronti a lasciarci istruire dal meraviglioso esempio di equilibrio che ci fornisce la natura! Se in natura stessa la donna è dotata di chioma più lunga, quasi come un velo che abbellisce ed impreziosisce la bellezza femminile, perché allora le credenti stesse non vogliono apparire dinanzi a Dio con proprietà, decoro e delicata bellezza? Il voler agire come si crede meglio, prescindendo da ciò che Dio ha preposto, ciò che è naturale, non potrebbe essere, anche in questo caso, "un mutare l'uso naturale in quello che è contro natura"? Romani 1:26: "Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura".
L'uomo con i capelli lunghi ha invertito l'uso naturale, per cui ciò che prima era normale non lo è più.
Così come è naturale che la donna abbia la chioma allo stesso modo è naturale che porti il velo. Leggiamo con attenzione un'altra versione: "Giudicate voi stessi. Secondo voi sta bene che una donna preghi a testa scoperta? E' l'istinto stesso che ci insegna che le donne devono avere la testa coperta. Perché le donne sono orgogliose dei loro capelli lunghi, mentre per un uomo portare i capelli lunghi è una vergogna" (Living Bible).

7.      A MOTIVO DELL'USO IN TUTTE LE CHIESE v.16: "Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di Dio".
Questo verso afferma senza ombra di dubbio che la partecipazione della donna al culto pubblico con il capo coperto da un velo non era un'usanza locale, ma di tutte le Chiese cristiane, non solo in Grecia, ma anche in Palestina, anche in Italia. Sia che fossero di provenienza giudaica o pagana, tutte le donne, in tutte le comunità cristiane partecipavano al culto pubblico con la testa coperta da un velo.
La validità di questa disposizione è dimostrata inoltre dal perdurare di quest'uso in tutte le comunità cristiane dei primi secoli. Lo stesso Tertulliano (Cartagine 160-240 ca. d.C.), l'apologeta che difese appassionatamente il cristianesimo da molte eresie, nell'opera "De verginigus velandis", afferma che "la donna deve partecipare al culto pubblico con la testa coperta da un velo". Perciò tale uso resta nelle nostre Chiese fedeli a tutta la Parola di Dio. Taluni dicono che questa norma è trattata una sola volta. Ciò non è vero perché ben 15 versetti sono dedicati a quest'argomento. Del resto domandiamoci: "Quante volte è scritto che bisogna battezzare i neofiti con la formula trinitaria? Non è forse scritto soltanto una volta (Matteo 28:19)? Eppure questa è la formula battesimale ordinata da Gesù Cristo e praticata dai primi cristiani. Quante volte è scritto che bisogna pregare per i malati, ungendoli d'olio? Non è forse scritto soltanto una volta? Eppure questa è stata la pratica dei primi cristiani, e ancora oggi di tutti i credenti fedeli a "Tutto l'Evangelo".
Questo perché, esistono degli ordini specifici nella Bibbia, dati sotto forma di imperativi, che non hanno bisogno di ripetizione. Insomma, anche quest'obiezione crolla dinanzi all'evidenza dei fatti.
Continuare ad affermare la tesi secondo cui la donna può partecipare ai culti a capo scoperto, potrebbe anche manifestare un'evidente ribellione alla Parola di Dio e una volontà forse non totalmente tesa alla pace e all'unità 1Corinzi 11:16: "Se qualcuno poi vuole ancora discutere su quest'argomento, sappia che noi e le altre comunità non seguiamo un comportamento diverso" (TILC).

CONCLUSIONE.

La Bibbia regola la nostra vita, insegnandoci la riverenza alla presenza di Dio e ci dà dei principi generali che ci aiutano a risolvere personalmente le problematiche secondarie. Non ci si deve fidare della coscienza Giudici 17:6: "In quel tempo non vi era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio."
L'apostolo Paolo così conclude (ed io sono d'accordo con lui): "Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di Dio".

 

 

SECONDO STUDIO

IL VELO

LA PREGHIERA A CAPO COPERTO.

"SI NOTA SEMPRE PIU' LA TENDENZA DELLE DONNE CRISTIANE A PARTECIPARE AI CULTI A CAPO SCOPERTO. QUAL E LA POSIZIONE BIBLICA AL RIGUARDO?" (a Domanda risponde di Francesco Toppi)

All'insegna della libertà, dell'emancipazione e dei tempi moderni oggi, alcune donne cristiane, seguono l'esempio negativo di quelle di ieri a Corinto. Non era una questione locale e di costume, I'antico richiamo rivolto all'apostolo Paolo è una sana esortazione della Parola di Dio valida anche ai giorni nostri affinché i sani principi divini vengano attuati in un mondo dove il significato di libertà subisce sempre continue alterazioni.
Gesù Cristo, il Grande Emancipatore, ha garantito vera libertà per tutti i credenti. L'Evangelo, con la sua potenza, ha abbattuto per sempre barriere sociali, di razza e di sesso. Dovunque, il popolo di Dio, redento dal sacrificio di Cristo, ha goduto e gode di questa emancipazione.
Non c'è "né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è maschio né femmina; poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù" (Galati 3:28). Questo verso è stato considerato la "magna charta" della libertà in Cristo. Se consideriamo, però, la storia del cristianesimo dalle origini fino ad oggi, non possiamo fare a meno di notare che molto spesso si è abusato della libertà cristiana e i suoi privilegi sono stati utilizzati con tale eccesso da divenire "licenza".
Era questo il caso delle donne cristiane di Corinto, le quali usavano la libertà ricevuta da Cristo per "rivendicare" la loro uguaglianza con gli uomini, manifestando così scarsa riverenza nel culto al Signore, creando un'atmosfera irriguardosa, quando era necessario invece mantenere una profonda attitudine di umiltà.
Qualcuno obietterà che si trattava di una questione di costume limitata alla comunità locale, ma se consideriamo il richiamo dell'apostolo Paolo che, guidato dallo Spirito Santo, esamina l'argomento in modo tanto ampio, dobbiamo obiettivamente ammettere che il problema non è soltanto locale e di costume. Nella prima lettera ai Corinzi al cap. 11, i primi 16 versi trattano questo soggetto da diversi punti di vista.
Lasciamo l'aspetto spirituale e quindi più importante alla fine, e notiamo prima di tutto che il capitolo contiene:

UN APPELLO AL DECORO

"Giudicatene voi stessi: E egli conveniente..." (I Corinzi 11:13). E' un principio quanto mai importante. Se i credenti si ponessero sempre questa domanda, prima di compiere determinate scelte, la dignità cristiana sarebbe sempre salvaguardata.
Quando le scelte che compiamo ci creano qualche perplessità, lasciamo al Signore il beneficio del dubbio piuttosto che svilire l'onore della testimonianza cristiana per reclamare i nostri diritti, più o meno legittimi, acquisiti in base alla libertà individuale.

UN APPELLO ALLA NATURA

Dopo la domanda: "E decoroso?", viene l'altro interrogativo: "E' naturale?". "La natura stessa non v'insegna ella che se l'uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore? Mentre se una dona porta la chioma, ciò è per lei un onore; perché la chioma le è data a guisa di velo" (I Corinzi 11:14, 15).
Nell'ordine divino non v'è nulla che sia contro natura. Lo spirituale e il naturale si armonizzano in modo perfetto, secondo il piano di Dio. Perciò, questa domanda ha la sua importanza.
Quante volte noi tutti, uomini e donne, saremmo salvaguardati dalle esagerazioni delle nostre scelte se fossimo pronti a lasciarci istruire dal meraviglioso esempio di equilibrio che ci fornisce la natura. Se in natura stessa la donna è dotata di una chioma più lunga, quasi come un velo che abbellisce ed impreziosisce la figura femminile, perché allora le credenti stesse vogliono apparire dinanzi a Dio con proprietà, decoro e delicata bellezza? Qualcuno, pur di sostenere la propria intransigente posizione contro l'uso del velo da parte delle donne cristiane, afferma "la chioma le è data a guisa di velo" non occorre altro, perchè il capo è coperto. Questo è il classico caso del "testo tolto dal contesto che diventa pretesto". Infatti, nello stesso capitolo è "...ogni donna che prega o profetizza senz'avere il capo coperto da un velo, fa disonore al suo capo, perché è lo stesso che fosse rasa. Perché se la donna non si mette il velo, si faccia anche tagliare i capelli!" (I Corinzi 11:5, 6).
Il testo che fa appello alla natura, contiene anche un richiamo anche gli uomini "capelloni", considerandoli degli "effeminati e dei damerini".
Un notissimo commentatore biblico afferma a proposito di questo testo: "Il fanatismo sfida la natura, il cristianesimo (vero) la rispetta, la perfeziona, la santifica... lo Spirito di Cristo sviluppa ciascun individuo secondo la propria natura, non secondo quella degli altri. Rende l'uomo più veramente uomo e la donna più veramente donna".

UN APPELLO ALLA CONSUETUDINE

Esistevano in Corinto, e purtroppo ve ne sono ancora, dei contestatori che non pensavano nemmeno lontanamente di condividere le ragioni esposte e per partito preso avrebbero cercato cavilli per rifiutare il consiglio della Parola di Dio.
Per questo Paolo si richiama alle regole attuate dagli apostoli e dalle chiese o "assemblee" di Dio, dichiarando perentoriamente che tale "usanza" non era comunemente accettata. Bisogna notare quanto sia importante questo appello agli usi, degni di rispetto, perché applicati dagli apostoli e dalle chiese dell'era apostolica, e se la Chiesa cristiana fedele a tutto l'Evangelo desidera richiamarsi alla semplicità e alla potenza della Chiesa cristiana dei primi secoli è doveroso accettare ed attuare questo uso che, per decoro e dignità, onora ogni comunità cristiana. Inoltre, autorevolmente, l'apostolo non consente alcuna replica sull'argomento, ricordando che né gli apostoli né le chiese hanno l'abitudine di perdersi in ragionamenti cavillosi proposti dai contestatori.
E evidente che si deve tener conto dell'uso e della cultura del paese in cui si vive, perché i cristiani non appaiano stravaganti nell'ambiente in cui vivono, ricordando tuttavia che la moda e gli usi vanno ripudiati quando contrastano con la natura stessa o la distorcono e quando, ancora di più, infrangono le regole morali stabilite dalla Parola di Dio, riguardanti la modestia, la sobrietà e il decoro.

UN APPELLO AI PRINCIPI SCRITTURALI

Abbiamo lasciato quasi in fondo, ma questo non ne diminuisce certamente l'importanza.
Stabilito il principio che "Dio è ordine", di conseguenza tutto deve rimanere nel ruolo proprio assegnato dalla legge divina. Se era vero che il velo rappresentava un segno di sottomissione, l'apostolo ispirato dallo Spirito Santo ricorda che, nei rapporti con Dio, la donna e l'uomo sono uguali, ma nella sfera sociale riconoscono ruoli differenti. Differente non vuol dire inferiore o superiore, ma ognuno, nella sfera di servizio in cui Dio stesso l'ha posto, svolge fedelmente il proprio ruolo nel riconoscimento dell'ordine divino.
Tanto argomentare sull'uguaglianza dei sessi ignora che Dio li ha creati per essere di complemento e non in competizione l'uno con l'altro. L'uguaglianza in senso giuridico e sociale non può assolutamente ignorare l'ordine naturale stabilito dalle leggi divine. Mentre ognuno può ricordare uomini e donne che svolgono i propri ruoli con ostentata aria di sfida, può anche apprezzare il ricordo gratificante di tanti uomini e donne che con gentilezza e squisita delicatezza compiono la loro opera al servizio degli altri.

UN APPELLO ALL'EQUILIBRIO

Se biblicamente la donna cristiana deve portare il capo coperto quando "prega o profetizza", bisogna anche ricordare che c'è un richiamo per l'uomo cristiano che non "deve far disonore al suo capo". Quindi, anche lui deve assumere la giusta attitudine davanti al Signore, in un atteggiamento che manifesti dignità e riverenza.
Infine, sarà utile mostrare sempre tatto e discrezione verso le visitatrici che assistono alle riunioni a capo scoperto per ascoltare il messaggio dell'Evangelo, senza imporre loro obbligatoriamente l'uso del velo. Qualsiasi persona di buon senso ben presto o comprenderà la ragione di questo costume o chiederà spiegazioni!
Incoraggiamo sempre l'attuazione dei principi biblici nelle nostre comunità, esortandoci a vicenda perché possiamo seguire i sentieri antichi", liberandoci da tutte quelle forme di mancanza di cortesia che certamente non manifestano lo Spirito di Cristo.

 

RISPOSTE AD ALCUNE OBIEZIONI.

Vi sono alcune obiezioni che sono sollevate e a cui vorremmo dedicare dei cenni chiarificatori.

1. La mia coscienza mi dice che non è necessario.
Bisogna dire intanto che, contrariamente a quello che alcuni credono, i veri credenti non agiscono mai soltanto secondo la propria coscienza, dato che questa è elastica e varia da persona a persona, ma anche perché è influenzata dall'ambiente che ci circonda, al punto che, senza volerlo, spesso ci troviamo a pensare e a comportarci come gli increduli, mentre la Bibbia dichiara: "Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente" (Rom. 12:2).I credenti della chiesa di Corinto, per esempio, agivano secondo la propria coscienza, però in maniera abominevole, praticavano l'incesto (I Cor.5), litigavano fra loro (I Cor.6), ed altro; eppure erano convinti di agire bene (I Cor.4:4; Tito 1:5). Ecco perché anche la coscienza necessita di essere continuamente purificata dallo Spirito Santo e sottomessa alla Parola di Dio (Ebr. 9:14; 10:22).
La Bibbia è, e rimane, la suprema autorità (I Giov. 3:20). Un vero cristiano che vuole veramente piacere a Dio (Col. 1:10), non agirà secondo la propria coscienza, ma si chiederà sempre: COSA DICE LA BIBBIA?

2. Era un'usanza di quel tempo.
Se è vero che le donne anticamente usavano portare il capo coperto da un velo e soltanto le donne di malaffare mostravano il volto e mettevano in mostra i capelli per attirare gli uomini, è altrettanto vero che le donne greche usavano partecipare ai loro culti pagani con il capo scoperto. Pertanto, I'apostolo Paolo nell'epistola ai Corinzi dà delle direttive cristiane e dottrinali che non si basano sulle usanze religiose dell'epoca. Tant'è vero che gli uomini ebrei (e Paolo era ebreo) pregavano sempre a capo coperto, come d'altronde fanno ancora. Se l'apostolo Paolo voleva dare semplicemente delle direttive, per conformarsi alle usanze dell'epoca, perché dice che gli uomini devono invece partecipare al culto cristiano con il capo scoperto? (I Cor. 11:4). Perché afferma qualcosa che è diametralmente in contrasto con le usanze dell'epoca?
Forse qualcuno vuole ancora affermare che Paolo si conformava ai costumi dell'epoca? L'apostolo dice espressamente: "Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio" (Rom. 12:2).
Non sembra un po' strano che dopo quest'affermazione, I'apostolo per primo, si sia conformato alle usanze correnti? La verità è che egli va al di là delle usanze, poiché trasmetteva" ciò che aveva ricevuto, per lo Spirito Santo, direttamente da Cristo (I Cor. 11:2, 23).
Pertanto, chi ci autorizza a rifiutare quanto scritto nel capitolo 11 di prima Corinzi e ad accettare, invece, il resto dell'epistola? Chi ci autorizza a distinguere ciò che era soltanto per quell'epoca da ciò che è valido ancora oggi? Non c'è il pericolo che ragionando così cominciamo a tagliare e ad eliminare ciò che a noi non piace, con il risultato di avere poi una Bibbia amputata" cioè. non più "Tutta la Parola di Dio"? E con quale autorità possiamo fare simili distinzioni? Certamente non sull'autorità della Parola di Dio. Non è forse scritto che essa non è soggetta ai mutamenti continui della società, degli usi e dei costumi, ma rimane in eterno? (Isaia 40:8).
Un noto commentatore biblico, anteriore al Movimento Pentecostale, disse a proposito del velo: "Non si tratta di usi locali passeggeri, ma di fatti permanenti; talché le ragioni messe innanzi dall'apostolo hanno valore per tutti i tempi(6). E queste motivazioni indicate da Paolo le abbiamo già considerate.

3. La Chioma è data a guisa di velo (1Cor.11:15).
E strano, però, che coloro i quali affermano che l'uso del velo era soltanto un'usanza dell'epoca in cui scrive l'apostolo, poi affermino che a quel tempo era possibile non portare il velo a condizione. però che la donna avesse una folta chioma. Non sembra una contraddizione? Insomma, qual era l'usanza, portare il velo o la chioma?
In realtà l'apostolo Paolo sta semplicemente dicendo che la chioma della donna è un segno di gloria per l'uomo, come anche di amorosa sottomissione. A maggior ragione la donna deve avere un segno di amorosa sottomissione verso Dio quando è alla Sua presenza: un velo che copra la chioma. Il velo, quindi, non è altro che un segno di rispetto e di amore verso Dio. Il versetto 15 deve essere letto insieme al verso 6: "Se la donna non si mette il velo si faccia anche tagliare i capelli! Ma se è cosa vergognosa per un donna farsi tagliare i capelli o radere il capo, si metta un velo". E tagliare i capelli, qui, vuol dire farsi rasare con il rasoio, cioè avere la testa pelata, calva. Per cui questo verso, letto alla luce del contesto, significa chiaramente che la donna non può presentarsi a Dio con lo stesso segno con cui si presenta all'uomo.

4. E' soltanto scritto una volta.
Intanto, c'è da dire che l'obiezione è imprecisa, in quanto vi sono ben 15 versi che si occupano dell'argomento (ICor. 11:2-16). Premesso ciò, domandiamo quante volte è scritto che bisogna battezzare i neofiti con la formula trinitaria? Non è forse scritto soltanto una volta (Mat. 28:19)? Eppure questa è la formula battesimale ordinata da Gesù Cristo e praticata dai primi cristiani. Quante volte è scritto che bisogna pregare per i malati ungendoli d'olio? Non è forse scritto soltanto una volta (Giac. 5:14)? Eppure questa è stata la pratica dei primi cristiani, e ancora oggi di tutti i credenti fedeli a "Tutto l'Evangelo". Questo perché esistono degli ordini specifici nella Bibbia, dati sotto forma di imperativi, che non hanno bisogno di ripetizione. Insomma, anche questa obiezione crolla dinanzi all'evidenza dei fatti.

5. E' soltanto formalismo.
La Bibbia dimostra ampiamente che la questione va molto al di là dell'esteriore. Tuttavia, ammesso e non concesso che si tratti esclusivamente di un atto formale, nessuno può negare che ci sia un effetto salutare nell'aderire ad una forma, forse esteriore, ma comunque ispirata al decoro e all'ordine.
Determinate regole, anche di carattere sociale, sono particolarmente giovevoli, soprattutto oggi quando sembra comunemente accettata la tendenza ad impoverire ogni principio etico. L''estraneo che entra in uno dei nostri locali di culto si meraviglierà della semplicità del luogo, dell'assenza delle immagini. di altari, ecc., ma rimarrà certamente colpito dall'attitudine di profonda riverenza delle donne cristiane che partecipano con il capo coperto" (7)

Conclusione

La verità è che "all'insegna della libertà, dell'emancipazione e dei tempi moderni oggi, alcune donne cristiane seguono l'esempio negativo di quelle di ieri a Corinto. Non era una questione locale e di costume, I'antico richiamo rivolto dall'apostolo Paolo è una sana esortazione della Parola di Dio valida anche ai giorni nostri, affinché i sani principi divini vengano attuati in un mondo dove il significato di libertà subisce sempre continue alterazioni(8)
Dunque, il fatto che la donna durante il culto pubblico si copra la testa con un velo, è più che un semplice atto esteriore. Potremmo senz'altro affermare che si tratta di un punto dottrinale, poiché la Parola di Dio elenca almeno sette ragioni per cui ciò dovrebbe essere osservato:

1.      A motivo dell'insegnamento trasmesso;

2.      A motivo di Cristo;

3.      A motivo dell'uomo;

4.      A motivo degli angeli;

5.      A motivo del decoro;

6.      A motivo della natura;

7.      A motivo dell'universalità.

Ciò è dimostrato, inoltre, dal perdurare di quest'uso in tutte le comunità cristiane dei primi secoli. Tertulliano (Cartagine 160 d.C. - 240 ca.), per esempio, I'apologeta che difese appassionatamente il cristianesimo da diverse eresie, nell'opera "De verginibus velandis", dove viene affermato che non solo le donne sposate, ma anche le nubili devono coprirsi la testa con un velo durante il culto pubblico, parla del velo come il "baluardo della verecondia" e uno scudo che protegge dai fendenti delle tentazioni, dai proiettili dei risentimenti".
Continuare ad affermare la tesi secondo cui la donna può partecipare ai culti a capo scoperto potrebbe anche manifestare un'evidente ribellione alla Parola di Dio e una volontà forse non totalmente tesa alla pace e all'unità: "Se qualcuno poi vuole ancora discutere(9) su quest'argomento (circa il portare il velo), sappia che noi e le altre comunità non seguiamo un comportamento diverso (l Cor. 11:16-TILC). E' evidente dall' affermazione dell'apostolo che nell'era apostolica in tutte le comunità cristiane le donne si coprivano la testa con un velo. sia che provenissero dal giudaesimo o dal paganesimo.

Note:
(1) In greco kefalè significa: capo, testa, signore, capo supremo nel senso di qualcuno che è superiore (cfr
. C Buzzetti, "Dizionario base del Nuouo Testamento Greco-ltaliano, Libreria Sacre Scritture, Roma 1989, pag. 88);
(2) In greco "exousia" autorità, diritto, segno di appartenenza (cfr. C Buzzetti, op. cit., pagg. 57, 58);
(3) In greco prepon: è bene, essere adatto, conforme, giusto, conveniente (cfr. C Buzzetti, op. cit., pag. 133); (4) F. Toppi. "A domanda... Risponde, vol. 2, ADI-Media, Roma 1993, pag. 61;
(5) In greco "ecclesiai tou Theou", lett. "Assemblee di Dio"
(6) E. Bosio, "Le epistole ai Corinzi': ed Claudlana, Torino 1900/1989, pag. 94;
(7) F. Toppi, op. cit., pag. 60;
(8) F. Toppi, op. cit., pag. 59;
(9) In greco "philoneikos": litigioso, che ama contestare, che vuole discutere (cfr. C. Buzzetti; op. cit., pag. 172).