È plausibile in un' epoca di tolleranza e di pluralismo?

Un Vangelo politicamente scorretto 


Alcuni anni fa, si sentiva parlare spesso della political correctness (correttezza politica) o an- che di politically correct o P.C. o PC (politicamente corretto).

Questi termini erano usati in diversi Paesi nel tentativo di porre limiti a un certo tipo di linguaggio, o all' uso di certe espressioni, o al vezzo di riferire pubblicamente punti di vista che possono risultare sgradevoli o essere percepiti come offensivi da qualcuno.

Secondo tale impostazione, dunque, occorre evitare di dire o fare determinate cose, per non offendere gli altri. Il Canadian Oxford Dictionary (Oxford University Press, Canada, 2001) de- finisce la political correctness così: " Evitare ogni forma di espressione o azione tesa a escludere, marginalizzare o offendere determinati gruppi etnici o culturali" .

A nostro modesto avviso, però, è tacere la verità che arreca danno alle persone che non si vorrebbe offendere; mentre è attraverso la disponibilità a un dialogo rispettoso che ci si deve confrontare riguardo alle diverse sensibilità ed esperienze. Personalmente, metterei anche al bando la parola " tolleranza" , pur così spesso invocata dai fautori del dialogo, perché è una definizione passiva, che dà l' idea di qualcuno che – bontà sua! – concede all' altro di esistere e di esprimersi; il temine più appropriato, invece, è " rispetto" .

Nessuno deve avere paura della verità. È da insensati temere di confrontarsi con chi sostiene tesi diverse dalle nostre, dando per scontato che tutto ciò che l' altro possa dire di diverso dalle nostre idee sia per questo falso o pericoloso. Noi esseri umani tendiamo a considerarci l' unità di misura della verità, e tutto ciò che non è conforme al nostro metro dev' essere di conseguenza rigettato.

Avere paura di confrontarsi con gli altri è segno di debolezza, d' insicurezza, e risponde alla " logica dello struzzo" , secondo la quale, per essere al sicuro, basta nascondere la testa sotto la sabbia, evitando di vedere i peri-coli. Invece, si sa che è vero l' esatto contrario. Semmai è il modo di proporre la propria esperienza che, in molti casi, va rivisto. Il vero problema è l' arroganza con cui alcuni cercano d' imporre il proprio punto di vista.

Essere " politicamente scorretti" , però, non vuol dire sbattere crudamente la verità in faccia all' altro, ma, piuttosto, avere la capacità di coniugare la verità con l' amore, senza ambiguità e senza compromessi. È sufficiente, infatti, che la verità sia " condita" con l' amore, come insegna la Parola di Dio in Efesini 4:15 (vers. Nuova Diodati): " Dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo" .

Il confronto con gli altri non può che essere positivo, sia nel caso in cui dovesse mettere a nudo le lacune della nostra conoscenza (consentendoci, così, di rivedere e correggere certe nostre convinzioni), sia nel caso in cui le argomentazioni dell' altro siano inconsistenti (per- mettendoci, così, di rafforzare ulteriormente le nostre convinzioni). Ma occorre una notevole dose di umiltà e onestà intellettuale. Del resto, come dice l' apostolo Paolo in 1 Corinzi 13:9 e 12 (vers. Nuova Diodati), noi " conosciamo in parte… Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto" . Quindi, nessuno può avanzare la pretesa di sapere tutto, di aver capito tutto; siamo in cammino, e aspiriamo a una crescita costante nella conoscenza.

Questo vale in generale per ogni tipo di relazione tra le persone, tanto più tra noi cristiani, anche in considerazione del fatto che, in questi ultimi tempi, stiamo assistendo al positivo fenomeno dell' avvicinamento delle " ossa secche" del popolo di Dio, come illustrato dalla profezia di Ezechiele cap. 37. Quando il popolo di Dio supera le divisioni e si unisce, diventa un potente " esercito" , capace di battere qualsiasi nemico. E ciò sta avvenendo in questi ultimi tempi.

Occorre allora avere un atteggiamento costruttivo, quando ci si siede allo stesso tavolo per cercare le forme per superare le incomprensioni, i pregiudizi e le diffidenze, e confidare che il Signore ci conceda la grazia di raggiungere una sempre più ampia comunione attraverso il dialogo condito con l' a- more, la pazienza, l' umiltà e la perseveranza.

Ciò si rende necessario per adempiere in maniera più efficace il mandato conferitoci da Gesù di discepolare le nazioni, prima che ci mettano il bavaglio in nome della political correctness, cosa di cui si parla con sempre maggiore insistenza negli ambienti delle istituzioni europee. Presto, infatti, potrebbero essere approvate leggi che limitano la libertà di divulgare la propria fede al di fuori dei luoghi preposti all' esercizio del culto...

Viva l' Evangelo " politicamente scorretto" !

S.B.