VITTORIA SULL'ALCOLISMO

Mi chiamo Stefano ed ho ventitré anni. Ho avuto il privilegio di nascere in una famiglia di fede evangelica e fin da piccolo i miei genitori mi hanno parlato delle cose grandi di Dio e del Suo infinito amore.
Col passare del tempo, però, la mia vita iniziava a prendere un’inclinazione del tutto errata, non facevo altro che ribellarmi, cominciavo a contrastare i miei genitori, rifiutavo i loro insegnamenti.
Non facevo altro che lasciarmi andare ai piaceri di questo mondo, vivendo nell’illusione che tutto ciò mi avrebbe dato la libertà. Proprio questa finta libertà mi portò, invece, a gustare l’aspetto amaro della vita.
Tutto iniziò quando mio padre perse il lavoro. In quella difficile circostanza, che portò la mia famiglia al declino economico, non ho mai visto i miei genitori afflitti, ma sempre sereni e fiduciosi in Dio, che li ha sostenuti e portati avanti, non facendo mancare mai niente del necessario. Ancora oggi ricordo le parole di mio padre che mi diceva: “Meglio vivere soltanto con un pezzo di pane, ma nella grazia di Dio”.
Questo loro modo di vivere, però, a me non andava bene, soprattutto perché ero circondato da un contesto sociale dove regnava e regna ancora il benessere, dove se non hai soldi non sei nessuno. Tutto questo mi portò a rincorrere il potere, più avevo e più volevo, ed una volta ottenuto ciò che desideravo, una discreta posizione sociale, dove non mi mancava niente dal punto di vista materiale, mi accorsi che tutto quello che avevo ottenuto non era altro che cose futili. Da un lato mi davano forti emozioni, dall’altro mi lasciavano vuoto ed amarezza.
Allora cercai di appagarmi nel trovare il cosiddetto amore con la “A” maiuscola, ma anche qui riscontrai il fallimento, quando capii che non è corretto giocare con i sentimenti altrui. Più andavo avanti e più cresceva dentro di me uno stato di insoddisfazione, e pian piano, senza rendermene conto, venivo sommerso da un vuoto immenso.
Non sapevo più come fare per riempire questo stato d’animo che si era creato nella mia vita, ma la cosa peggiore è che ero troppo orgoglioso per ammettere che mio padre aveva ragione. Allora cercai di sommergere tutti i miei problemi, le mie angosce, le delusioni, nel classico bicchierino che accompagna tutti i falliti nel corso della loro vita.
Una volta entrati in questo “tunnel” si diventa ancor più malati, quando si rifiuta l’idea che si sta vivendo un incubo, si finge di star bene, nascondendo tutto dietro ad un sorriso, rifiutando così l’evidenza dei fatti.
Il peggio, però, è non rendersi conto che la vita sta iniziando a sfuggirti dalle mani, per poi affondare nell’alcolismo. Non avevo più la forza di lottare con me stesso, allora mi chiusi nella mia camera, sconfitto mi inginocchiai ed invocai il nome di Gesù Cristo, gli chiesi aiuto e Lo pregai di cambiare la mia vita, ed Egli stese la Sua mano potente e, tramite la Sua Parola mi sussurrò dolci parole al cuore, che si trovano scritte in Isaia 41:13: “Perché io, l’Eterno, il tuo Dio, son quegli che ti prendo per la man destra e ti dico: ‘Non temere, io t’aiuto!’”. Da quel giorno il mio modo di vivere è cambiato, non avverto più l’esigenza di bere, da fallito, perdente, sono diventato un vincitore, e tutto questo perché ho realizzato la presenza dell’Amico Fedele, che ha dato un senso alla mia vita.
Sono passati sei anni da allora, le prove, le difficoltà, non mancano, ma Dio è sempre pronto ad aiutarmi.

Stefano Iodice