TESTIMONIANZA DI UN SOPRAVVISSUTO
L'azione della potente mano di Dio in mezzo ad una grande tragedia

Per Stanley Praimnath, responsabile delta Scuola Domenicale della chiesa Bethel delle Assemblee di Dio di Elmont, a Long Island negli Stati Uniti, il giorno di martedì 11 settembre 2001 iniziava come ogni altro dopo aver pregato prima di uscire di casa, si era diretto al lavoro. Il viaggio da casa al Trade Center, con la metropolitana, era stato lo stesso di ogni mattina, eppure, quel giorno, avrebbe visto la mano di Dio risparmiare la sua vita.

"Per qualche motivo a me sconosciuto, quella mattina ero rimasto al cospetto di Dio, in preghiera, più a lungo del solito", racconta Stanley, "avevo ripetuto tante volte al Signore: Signore, in questo giorno ricoprimi col Tuo prezioso sangue". Quando Stanley arrivò al World 'l'rade Center Tower, alla seconda torre, prese due ascensori che lo portarono all'81 piano, dove lavorava per la Banca Fuji con funzioni di assistente al vice presidente del settore prestiti. Gli uffici erano distribuiti tra il 79 e il 82 piano. Stanley salutò Delise, una collega che era arrivata poco prima di lui. Quindi si avviò alla sua scrivania. La sua giornata di lavoro iniziava ascoltando al telefono i messaggi sulla segreteria telefonica.

"Mentre ascoltavo i messaggi, guardai il grattacielo gemello a fianco e notai che era avvolto dalle fiamme. Stanley vedeva grosse masse infuocate cadere giù dalla torre a fianco". Ebbe una prima reazione: il suo direttore lavorava proprio li, decise di chiamarlo per vedere se tutto andava bene: "Ma nessuno mi rispose al telefono, allora gridai a Delise: usciamo da qui e corriamo!" Delise e Stanley presero l'ascensore e scesero al 78 piano. Alcune persone erano li, insieme decisero di raggiungere giù il pianterreno della seconda torre del World Trade Center. Se avessero continuato a scendere giù e ad uscire fuori tutti loro si sarebbero salvati. Ma le cose non andarono così. "Non appena raggiungemmo il piano terra la guardia della sicurezza ci fermò e ci chiese dove stessimo andando. Stanley spiegò che aveva visto la torre numero uno in fiamme". La guardia rispose: "Oh, quello è stato solo un incidente. La torre numero due è al sicuro, ritornate nei vostri uffici". Quel consiglio fu fatale: Stanley e Delise lisciarono gli unici sopravissuti di quel gruppo. Ritornato all'81 piano, Stanley andò alla sua scrivania mentre il telefono stava suonando: "Qualcuno mi chiamava da Chicago per sapere se stavo guardando il telegiornale. Risposi che tutto andava bene", ma in effetti le cose non andavano per niente bene: mentre Stanley stava parlando ancora al telefono, scorgeva il volo 175 della United Air Lines che si dirigeva verso lui.

"L'unica cosa che potevo vedere era questo aereo grigio con delle lettere rosse alle ali e alla coda venire verso di me", racconta Stanley "Qualche momento dopo l'aereo mi appariva a circa 200 metri da dove mi trovavo io. Gridai: "Signore, prendi tu il controllo della mia vita, io non posso più fare nulla" Stanley si rannicchiò sotto la sua scrivania. Egli racconta: "La mia Bibbia era sopra la mia scrivania ed ero convinto, senza ombra di dubbio, che il Signore mi avrebbe protetto. Sentii l'aereo squarciare il palazzo vicino dove mi trovavo e poi esplodere". Miracolosamente, Stanley non era stato colpito. Poteva comunque vedere un'ala dell'aereo in fiamme vicino alla porta del suo ufficio. Ora capiva che aveva bisogno di scappare via, ma si accorse di essere intrappolato. "Ricordo di aver pregato: "Signore, prendi il controllo di questa situazione, questa situazione è nelle Tue mani!" Non so da dove mi venne tutta quella forza, ma so per certo che il Signore mi aùitò e mi liberai da tutti quei detriti. Costantemente pregavo: "Signore, avrei altre cose da fare, vorrei vedere la mia famiglia. Signore, aiutami ,salvami!". L'ufficio sembrava una zona di guerra, fiamme, detriti, polvere, squarci dappertutto. "Qualunque movimento cercassi di fare, mi cadeva qualcosa addosso. Mentre collezionavo tagli, lividi, ferite, continuavo a invocare Dio: "Signore, voglio tornare a casa, aprimi Tu una strada, aiutami!" Ad un tratto vidi una luce lampeggiante. Per un momento ne rimasi meravigliato: che cosa aveva indotto qualcuno a portare una torcia lampeggiante all'81 piano? Pensai: forse il Signore avrà mandato il Suo angelo per salvarmi! Cominciai a gridare: "Vedo la luce, vedo la luce!"

"Mentre avanzavo attraverso le macerie mi resi conto di non potere più procedere: tutti i punti di passaggio erano bloccati. C'era un muro tra me e quest'uomo che avevo definito un angelo: io non potevo andare da lui, lui non poteva venire da me. Era impossibile raggiungere le scale, sia per me che per lui. Mentre respiravo un odore acre che sapeva di zolfo, mi inginocchiai e gridai: “ Signore, mi hai aiutato fino a questo momento, aiutami a raggiungere le scale!". Mentre Stanley stava invocando il Signore, gridò a quell'uomo che era dietro il muro e gli chiese: "Conosci Gesù? ". L'uomo rispose affermativamente, e disse che andava in chiesa la domenica. Dopo un po' pregarono insieme perché Dio desse loro la forza per abbattere quel muro, affinché entrambi potessero raggiungere le scale. "Mi alzai dopo quella preghiera, nuove forze erano in me", racconta Stanley, "rivolto al muro gridai: tu non puoi resistere al mio Signore, Egli è potente di farti crollare come le mura di Gerico!". Un momento dopo riuscimmo ad aprire un varco e incontrarci. "Quell'uomo mi abbracciò, mi baciò e mi disse, da oggi sei mio fratello per la vita."

"Ma il pericolo non era finito. Quest'uomo, che si presentò col nome di Brian, era una persona anziana e noi eravamo ancora all'81 piano con il grattacielo in fiamme. Cominciammo a scen­dere. Ad ogni piano ci fermavamo per vedere se c'era qualcuno. Non c'era nessuno tranne un uomo disteso a terra, bruciato e sanguinante Stanley racconta: "Volevo prenderlo e portarlo giù, ma una guardia mi disse che sarebbe stato meglio se qualcuno con una barella fosse salito per aiutarlo. Quandi finalmente raggiungemmo il piano terra e c'erano solo diversi pompieri che gridavano: "Correte, correte, mettetevi in salvo!", senza pensare a se stessi". Stanley e Brian erano ormai all'esterno del palazzo, tutto era avvolto dal fuoco. Si inzupparono dell'acqua che usciva dai bocchettoni antincendio, si presero per mano e corsero in mezzo al fuoco. Due traverse più avanti c'era una chiesa evangelica: "Voglio andare in chiesa a ringraziare Dio" disse Stanley. "Non appena entrarono in chiesa la torre numero due cadde, Stanley e Brian, prima che si lasciassero, si dissero: Se non ci vediamo su questa terra ci rive­dremo nel cielo". Sanguinante, ferito, ammaccato, con pochi brandelli di indumenti addosso una maglietta ricevuta da qualcuno in prestito Stanley, finalmente, raggiunse casa sua a tarda ora. Abbracciava Jennyfer, sua moglie, e le sue due figlie, Stephanie e Caitlin, rispettivamente di 8 e 4 anni. insieme ringraziarono Dio per aver risparmiato la sua vita. Stanley, quand'è sveglio, dice continuamente a Dio: "Signore, sono in vita per la Tua gloria. Sono tutto lividi, dolori, ferite, scottature, ma se non fosse stato per il Tuo intervento non ce l'avrei fatta".

"Per qualche motivo e senza ombra di dubbio la buona mano del Signore ha diretto quell'aereo appena pochi metri da dove mi trovavo io; infatti, alcuni rottami dell'aereo bruciavano a circa 7 metri da me, laddove iniziava la zona ch'era stata investita.

Non mi importa ciò che la gente possa dire o pensare, io so per certo che la mano potente del Signore ha diretto quell'aereo appena oltre il luogo in cui mi trovavo.

Il mio Gesù è più grande del Trade Center che non c'è più e il Suo dito può spingere un aereo da un lato!"