RAAB: 

“GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI”.        

 

La figura di Raab emerge in un periodo particolare per il popolo d’Israele. È il momento del passaggio di consegne da Mosè a Giosué. L’Eterno appare a Giosuè dicendogli: “Alzati dunque, attraversa questo Giordano, tu con tutto questo popolo, per entrare nel paese che io do ai figli d'Israele. Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, io ve lo do, come ho detto a Mosè, dal deserto, e dal Libano che vedi là, sino al gran fiume, il fiume Eufrate, tutto il paese degli Ittiti sino al mar Grande, verso occidente: quello sarà il vostro territorio. Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Giosuè 1:2-5).

Così Giosuè si mise in cammino con tutto il popolo e si diresse verso Gerico per conquistarla. Le mura di questa città erano molto alte e forti. Si ritiene che fosse la città più fortificata di quel tempo, basti pensare che Gerico significa: “Città della luna”, proprio per la sua impenetrabilità. Giosuè mandò due spie per esaminare il paese e queste furono ospitate da una donna di nome Raab che collaborò con loro per la conquista della città.

Chi era Raab? Era una prostituta: “Or Giosuè, figlio di Nun, mandò segretamente da Sittim due spie, e disse loro: «Andate, esaminate il paese e Gerico». Quelle andarono ed entrarono in casa di una prostituta di nome Raab, e vi alloggiarono” (Giosuè 2:1).

La sua abitazione, era posta sulle mura della città: “Allora lei li calò giù dalla finestra con una fune; infatti la sua casa era addossata alle mura della città, e lei stava di casa sulle mura” (Giosuè 2:15). Questo ci fa pensare ad una vita vissuta non con gli altri e come gli altri, ma lontana da tutti, esclusa dalla vita normale di comunicazione, di relazione e di socializzazione. Era lo scarto della società, una donna da evitare, con la quale era pericoloso intrattenere qualsiasi tipo di rapporto. Una vita vissuta nelle tenebre e nel peccato. 

Ma Dio operò nella vita di questa donna ed anche Raab poté sperimentare la grazia di Dio: «Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana» (Isaia 1:18).

Raab è entrata di diritto a far parte degli eroi della fede: “Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo accolto con benevolenza le spie” (Ebrei 11:31).

In questo profilo biblico desidero parlarvi della fede di questa donna:

 

LA SUA FEDE NACQUE 

ASCOLTANDO LA PAROLA DI DIO

Aveva udito parlare di Dio e della Sua potenza e da quel momento la fede in Lui cominciò a crescere: “Poiché noi abbiamo udito come il Signore asciugò le acque del mar Rosso davanti a voi, quando usciste dall'Egitto, e quel che faceste ai due re degli Amorei, di là dal Giordano, Sicon e Og, che votaste allo sterminio. Appena l'abbiamo udito, il nostro cuore è venuto meno e non è più rimasto coraggio in alcuno, per causa vostra; poiché il Signore, il vostro Dio, è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra” (Giosuè 2:10,11).

La dinamica della salvezza ancora oggi è identica: "Ascoltare e credere". La fede viene dall’udire la Parola del Signore: “Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17).

        Molti credenti vivono una vita spiritualmente arida, perché non dipendono dalla Parola di Dio, non vivono con Essa e per Essa. Affinché la fede possa crescere e svilupparsi in noi, la Bibbia va letta ogni giorno, in modo sistematico e non come capita, altrimenti è inutile dire: “Signore aumentami la fede”. La stessa fede di Raab, nata dall’ascoltare la Parola di Dio, segnò la vita di molti personaggi biblici, come ad esempio la donna affetta dal flusso di sangue, che aveva sentito parlare di Gesù: “Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni- molto aveva sofferto da molti medici, e aveva speso tutto ciò che possedeva senza nessun giovamento, anzi era piuttosto peggiorata-avendo udito parlare di Gesù, venne dietro tra la folla e gli toccò la veste, perché diceva:  «Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva». In quell'istante la sua emorragia ristagnò; ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quella malattia” (Marco 5:25-29).

 

LA SUA FEDE FU MOSTRATA CON LE OPERE

Poiché temeva Dio, ella accolse le spie, nascondendole e consigliandole su come fuggire: “Allora lei li calò giù dalla finestra con una fune; infatti la sua casa era addossata alle mura della città, e lei stava di casa sulle mura. E disse loro: «Andate verso il monte, affinché non v'incontrino i vostri inseguitori, e rimanetevi nascosti per tre giorni fino al ritorno di coloro che v'inseguono; poi andrete per la vostra strada» (Giosuè 2:15,16).  

La sua fede fu operante. Così deve essere per noi credenti, altrimenti è una fede morta: "A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano  e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? Così è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta. Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede» (Giacomo 2:14-18).

        Ci sono taluni che dicono di essere stati salvati per grazia, ma la loro esperienza si ferma qui. Non vediamo mai che collaborano, che s’impegnano, che trafficano il loro talento. Si, è vero che le opere non salvano ma è anche vero che senza le opere non possiamo essere salvati. Il credente é un collaboratore di Dio (1Corinzi 3:9).  Stiamo noi collaborando con Dio? Impegniamoci per l’opera di Dio.

Poiché Raab credette alle parole delle spie, ubbidì ed attaccò alla sua finestra una cordicella di filo scarlatto come garanzia per la sua vita: “E quegli uomini le dissero: «Noi saremo sciolti dal giuramento che ci hai fatto fare, se tu non osservi quello che stiamo per dirti: quando entreremo nel paese, attaccherai alla finestra per la quale ci fai scendere, questa cordicella di filo rosso; radunerai presso di te, in casa, tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli e tutta la famiglia di tuo padre. Se qualcuno di questi uscirà in strada dalla porta di casa tua, il suo sangue ricadrà sul suo capo, e noi non ne avremo colpa; ma il sangue di chiunque sarà con te in casa ricadrà sul nostro capo, se uno gli metterà le mani addosso. Se tu divulghi questo nostro affare, saremo sciolti dal giuramento che ci hai fatto fare». E lei disse: «Sia come dite!». Poi li congedò, e quelli se ne andarono. E lei attaccò la cordicella rossa alla finestra” (Giosuè 2:17-21).

Finché la cordicella pendeva dalla finestra, Raab e la sua famiglia erano al sicuro. Anche il popolo d'Israele si sentiva protetto quando passò l’angelo distruttore, perché aveva spruzzato il sangue dell’agnello sugli stipiti e sugli architravi della porta (Esodo 12:7,12-13).  Come Raab ebbe fede in quella cordicella di rosso scarlatto, come Israele ebbe fede nel sangue dell’agnello, così anche noi, dobbiamo avere fede nel sangue di Cristo Gesù “Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della creazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio” (1Pietro 1:18-21).

 

LA SUA FEDE RAGGIUNSE I SUOI PARENTI

Raab si preoccupò non solo della sua salvezza, ma anche di quella dei suoi parenti. Parlò ai familiari dell’imminente distruzione, li invitò a rifugiarsi nella sua casa e furono salvati: “Vi prego dunque, giuratemi per il Signore, poiché vi ho trattati con bontà, che anche voi tratterete con bontà la casa di mio padre; e datemi un segno sicuro che salverete la vita a mio padre, a mia madre, ai miei fratelli, alle mie sorelle e a tutto quel che appartiene a loro, e che ci preserverete dalla morte» (Giosuè 2:12,13).

        Allo stesso modo la fede di Noè(Genesi 7:7), la fede del Centurione (Atti 10:24, 44-48) e quella del carceriere di Filippi (Atti 16:31-35) contagiò le loro rispettive famiglie

Così deve essere la nostra fede. Non può rimanere segreta o nascosta ma deve essere manifestata a cominciare dalla nostra famiglia. I nostri figli o il nostro coniuge inconvertito, devono vedere in noi, più che le parole, i fatti. La nostra testimonianza vissuta li porterà alla salvezza.

 

LA SUA FEDE CAMBIÒ LA SUA VITA.

Abbandonò Gerico e seguì il popolo di Dio: “Ma a Raab, la prostituta, alla famiglia di suo padre e a tutti i suoi Giosuè lasciò la vita; e lei ha abitato in mezzo a Israele fino ad oggi, perché aveva nascosto gli esplora