Veramente
costui era Figliolo di Dio Matteo 27:54
Guardando
alle diverse denominazioni del Cristianesimo, le quali non sempre sono state o sono
in armonia tra loro, difronte alla quantità di studii spesso confusi o
contraddittorii sulla dottrina, più volte mi sono domandato: Come può il
Cristianesimo, travagliato lungo i secoli da tante discordie, progredire sempre
nella sua ascensione trionfante? La risposta è una sola: esso possiede, nel suo
cuore, una potenza infinita, che le cose umane non hanno, e questa potenza è
Cristo figliolo delluomo e figliolo di Dio. E così quello che per alcuni
potrebbe formare un motivo di scoraggiamento, di fronte alla domanda: Se è
verità, perché tanti contrasti e divisioni? Questo stesso, dico, è
dimostrazione della verità. Infatti se è menzogna, perché non è caduto,
travagliato da discordie e divisioni?
Le
cose fuori del loro stato naturale non si adagiano e non durano: tutto ciò che
è fallace può brillare un tempo, ma è destinato a perire.
Prima
di andar avanti è bene essere chiari: potenza è quella forza intima in eventi
ed uomini che assicura il trionfo di grandi ideali al disopra e di fronte ad
ostacoli che sembrano insormontabili. E risalendo alle origini del
Cristianesimo, ci domandiamo:
Fu il
cristianesimo primitivo potente od influente? Se per linfluenza vogliamo
intendere lappoggio che riceve o si dà per relazioni umane, il Cristianesimo
non ebbe influenza: A dare unidea: Paolo incatenato dinanzi a felice e poi
Festo ed Agrippa, non aveva influenza, non poteva comandare neppure un soldato,
ma egli era potente nel messaggio reciso che dava anche in quella condizione.
Nelle carceri di Roma, egli non era influente, ma potente.
Non
sempre gli uomini influenti sono potenti: accade, anzi, spesso il contrario.
E
siamo dunque allesame del Cristianesimo primitivo. La forza di propaganda fu
dovuta non alla influenza di dotti ragionatori; ma alleroismo dei suoi
seguaci. Le più grandi rivoluzioni, che hanno mutato lindirizzo sociale,
furono spesso leffetto di eventi che uomini calcolatori e troppo ragionevoli
non avrebbero forse consigliati. La prima rivoluzione della plebe in Roma fu,
principalmente, provocata, dalla vista dun vecchio curvo, che doveva andare
schiavo per debiti contratti durante le guerre della repubblica, che egli aveva
difesa in molte battaglie, come testimoniavano le cicatrici sul petto nudo. E
fu una scena commovente che determinò la vita di Giuseppe Mazzini, che,
giovinetto, guardava con dolore la partenza degli esuli piemontesi. Come furono
le tombe degli uomini illustri che destarono il fervore per gli studii su
Vittorio Alfieri: Potremmo moltiplicare gli esempi, ma restringiamoci al tema.
Gesù
non tentò mai provare Dio: chiunque lo avvicinava sentiva, se sincero, che
questa prova non era necessaria: le sue parole erano semplici, ed avevano una
potenza che meravigliava
. A lui, perciò, ricorriamo a spiegare il principio
del grande movimento.
Uomini
sprovvisti di mezzi, portavano innanzi lideale del cristianesimo di fronte a
due nemici terribili, il paganesimo ed il giudaismo, e questi uomini semplici
vinsero, mentre sembravano vinti. Martiri che tennero tale sereno contegno
dinanzi alla morte per cui spesso gli accusatori si convertivano. Clemente
Alessandrino cita che nel martirio di Giacomo di Zebedeo, laccusatore si
convertì e fu giustiziato insieme allaccusato.
Da una
generazione allaltra , di secolo in secolo, il Cristianesimo si è tramandato
un deposito sacro, che ha trovato sempre un gruppo di eroi pronti a dare la
vita per testimonianza. Nuovi aderenti si accrescevano sullesempio di altri, e
questi altri che prima avevano sofferto avevano avuto altri esempi innanzi a
loro. Risalendo nel passato arriviamo agli Apostoli, la cui sicurezza faceva
dire ai loro nemici che essi erano stati col Galileo : Difatti, Cristo vivente
era negli Apostoli.
Come
si amano, esclamavano meravigliati gli oppositori del Cristianesimo. Tentarono
più volte di distruggere lalbero ma non poterono mai arrivare alle radici. Un
cristianesimo umano sarebbe stato distrutto mille volte.
Il
tema è così vasto e presenta tanta materia che non è stato neppure facile
limitarlo. E poiché è chiaro che la Potenza del Cristianesimo è Cristo, e che
risalendo dagli effetti alle cause arriviamo a Cristo, noi vogliamo cogliere,
in tutta la vita del signore Gesù, un momento e descrivere esso solo, se ci è
possibile.
Parlare
di Gesù morente non è facile: cristiani provati a lunghe esperienze e dati a
forti studii hanno confessato la loro impotenza a trattare, come si dovrebbe,
il grandioso tema della crocifissione e morte del Signore: poche ore che i
secoli non sono arrivati a convenientemente illustrare. Ed è tremando, con estrema
riverenza, che noi ci avviciniamo alla contemplazione di Gesù che muore.
Umanamente parlando Gesù è vinto. Tutto il suo umano abbattimento culmina in
quel grido umano: ho sete. Ma Egli in realtà è vincitore: e la sua vittoria è
espressa in un altro grido: Ogni cosa è compiuta.
Non si
era mai osservato un contrasto di tanto potere in tanto abbandono. Ed è in
quellabbandono desolante, che quel potere sovrumano sfolgorò di una luce
immensa. Innalzato sulla croce, nellora estrema dellignominia egli doveva
attrarre gli uomini a sé: Meraviglioso. Ai piedi della croce, tra gli altri, vi
era un soldato romano, uno, che religiosamente parlando era indifferente alle
questioni del giudaismo. Questo soldato aveva un grado, era centurione, dunque
un anziano, provato ai pericoli, e che aveva assistito anche a non poche
esecuzioni di crocifissioni: perciò spasimi di crocifissi non lo dovevano più
impressionare. Il suo posto lo aveva reso, se non crudele, insensibile o
indifferente.
Ebbene:
io ho cercato più volte di studiare questuomo ai piedi della croce; cosa
dovette pensare, sentire, di fronte a Gesù: Appena il centurione vede Gesù
innalzato sul legno, ode dal crocifisso pronunziare alcune parole; ascolta: era
la preghiera di Gesù pei suoi nemici Padre, perdona loro
.. Parole nuove
quellorecchio pagano. Come, costui muore crocifisso prega pei suoi
crocifissori! Il ruvido soldato è scosso. Più tardi, è una scena semplice e
commovente: Gesù che raccomanda la madre a Giovanni; ancora innanzi, un altro
quadro: Gesù ingiuriato da un ladro, non risponde: pregato dallaltro lato,
promette: Oggi sarai meco in Paradiso: Parole ancora più strane a
quellorecchio. Che cosa poteva promettere quelluomo in quella condizione così
miseranda? Eppure quella espressione non era né di un illuso né di un fanatico:
quellaccento sereno era solo di chi è sicuro. Altre parole il soldato ascoltò
così vicino comera, e colle parole egli era attratto a considerare tutta
lattitudine di quel giovane morente. Gesù soffriva, è vero, spasimi dolorosi,
le convulsioni delle membra lo indicavano; ma mostrava unattitudine in cui non
traspariva nulla di amaro o di sdegnoso. Che cosa è questo, pensava il soldato.
E più tardi, egli vede ancora quella fisonomia animarsi, ascolta - Gesù dice: Tutto
è compiuto: Che cosa mai era compiuto, pensa il soldato. Pure era serio,
dignitoso, quel rapporto
Così
completo tanto sicuro: più tardi, è il momento estremo dellagonia, il soldato
contempla Gesù, e raccoglie le ultime parole. Padre nelle tue mani rimetto lo
spirito mio. E chinato il capo spirò.
Quelluomo
aveva seguito parole e movimenti, attratto da una potenza invisibile: Gesù è
spirato, ed insieme alla testimonianza degli elementi si ode il grido del
soldato pagano, la prima testimonianza che il mondo ha data per Cristo, dalla
sua morte. Quello che dovè provare a quella morte, non è a noi possibile dirlo.
Ma la sua esclamazione è indice di quanto nella coscienza si era andato
svolgendo in quel poco tempo. Nessuno era morto come quel giovane, nessuno. E
il soldato gridò con forza.
Veramente
costui era il Figliolo di Dio. -- Veramente! Tale la potenza di Cristo nel
momento appunto in cui sembrava meno potente.
Se
alcuno potesse scrivere un volume intero e studiare solo ciò che passò nel
cuore del soldato ai piedi della croce, tutto quello che si svolse sino a quel
grido poderoso! Veramente costui era il Figlio di Dio: se un tale potesse
siffatto libro scrivere, egli presenterebbe al mondo il più grande volume di
psicologia religiosa.
Ma chi
può analizzare tutte le vie meravigliose per cui il divino si fa strada
nellanimo umano?
Rimangono
i fatti, li constatiamo; ecco tutto. Molte volte abbiamo tentato noi convincere
gli uomini coi nostri ragionamenti; ma noi possiamo riuscire a confondere forse,
a persuadere no. Cristo solo è potenza di persuasione. Un tratto della sua vita
presentato con riverenza, preparato dalla preghiera, sotto la luce dello
Spirito Santo, un solo tratto, diciamo, si fa strada nel cuore di molti uditori
in modo ammirevole. _ Come avviene ciò, perché avviene? Umane ragioni non
abbiamo. - Questo potere invisibile, ma che sentiamo, ci costringe e ci domina.
Ed hai
tu, amico lettore, notato quale potenza straordinaria cè, quando, in mezzo al
più dotto ed eloquente discorso si cita una frase sola del Cristo? Come essa si
stacca da tutto il resto del discorso e fa fremere i cuori degli uditori?
In
qualunque luogo, anche in mezzo ai più profani bestemmiatori, ed ai più
indifferenti, in mezzo alle voci più ostili alla religione, dinanzi alla folla
più scettica, facciamone quante volte vogliamo la prova, se siamo ripieni
dellamore di Gesù pronunziamo il suo nome riferiamo una sola delle sue
espressioni, ed osserviamo come lo scorrere di unonda elettrica. Qualcuno
almeno resterà colpito.
Oh la
potenza straordinaria di Cristo! Se noi siamo convinti di ciò, e se convinti
vivremo con lui in comunione, lopera nostra, debole che sia, assumerà con
forza straordinaria, sorretta dalla forza immensa, invincibile per cui molti
ancora grideranno le parole del soldato romano: Veramente costui era Figliolo
di Dio.
G.ppe
Petrelli