Per il loro amore verso Israele, anche nella sua attuale configurazione statuale, e gli ebrei non praticanti, gli hassidim Lubavitch si distinguono
radicalmente da altri gruppi hassidici ; questa loro
apertura verso gli altri ebrei, la capacità organizzativa e l'attività
missionaria intra-ebraica in tutti i continenti, li
ha resi il gruppo hassidico più numeroso, con oltre
duecentomila fedeli nel mondo e duemila centri periferici. Il movimento Chabad rintraccia le sue origini nel magistero di Rabbi Schneur Zalman di Liadi (1745-1813); sotto la guida di suo figlio, Dov Baer (1774-1827), così
chiamato in onore dell'omonimo discepolo prediletto del Ba'al Shem Tov,
che era stato a sua volta il maestro di Zalman,
il centro propulsore diventa la cittadina bielorussa Lubavitch, da cui trae origine l'appellativo che ha reso
noto il movimento. Dal 1941 il gruppo ha il proprio centro internazionale a Brooklyn (Crown Heights), ed è
largamente rappresentato in Israele, dove conta alcuni deputati simpatizzanti
alla Knesset ed è anagraficamente
maggioritario nella cittadina di Kfar Chabad. Il settimo, e cronologicamente ultimo, leader
dei Chabad Lubavitch è stato Rabbi Menachem Mendel Schneerson (1902-1994), il
quale, dopo avere studiato matematica e ingegneria in Francia alla Sorbona, nel 1941 emigra negli Stati Uniti. Genero del
sesto Rabbi dei Lubavitch - Yossef
Yitzchak Schneerson
(1880-1950) -, sotto la guida spirituale di Menachem Mendel Schneerson l'influenza del movimento si diffonde in tutto il mondo
ebraico.
Lo studio della Scrittura e dei suoi significati allegorici, esoterici e
mistici costituisce uno degli impegni salienti del movimento Lubavitch, che è anche disposto e interessato a presentare
il proprio sapere ad altri ebrei (in contrasto con altre scuole hassidiche, generalmente chiuse e riservate). L'hassidismo Chabad non è alla
ricerca di miracoli, ma si rivolge al suo tzaddiq
solo per la direzione spirituale. Uno degli scopi del movimento è quello di
avvicinare le masse ebraiche agnostiche o poco praticanti all'ortodossia, con
visite regolari alle università e alle reclute nell'esercito, organizzazione di
campeggi per bambini, e mediante una rete di scuole, attività editoriali e di istruzione religiosa. La musica e la danza sono parte integrante della tradizione Lubavitch:
uomini e donne danzano separatamente, perché la danza in comune è proibita
dall'ebraismo ortodosso.
Negli ultimi anni della sua vita, Rabbi Schneerson
- chiamato il Rebbe, il maestro hassidico per eccellenza dai fedeli - aveva annunciato - in
particolare dopo la sconfitta del comunismo - l'arrivo di un tempo di pace in
cui si sarebbe manifestato il Moshiach, il
messia; un tempo che egli ha auspicato avesse luogo durante la generazione
presente. Una buona parte dei suoi seguaci ha identificato senz'altro il Rebbe, morto nel 1994, con il messia; un atteggiamento
che sembrerebbe essere stato da lui piuttosto scoraggiato in vita, quando già
proliferavano manifestazioni di culto della sua persona, particolarmente dopo
la riconquista israeliana di Gerusalemme, nel 1967 (altri però affermano che,
in privato, il Rebbe avrebbe lasciato
intendere di essere effettivamente il messia).
Comunque sia, alla sua scomparsa si è manifestata
all'interno del movimento una certa divisione fra un'ala non messianica e una
che, identificando il defunto Rebbe (il quale
non ha nominato un successore) con il messia, ne attende il "ritorno"
in forma visibile dopo la sua resurrezione. L'ala "messianica" ha
pubblicazioni sue proprie, e non manca di critici che
la considerano ormai al di fuori dell'ebraismo ortodosso. All'estremo opposto,
esistono congregazioni Lubavitcher che - pure
rigorosamente fedeli alla persona e alla dottrina del Rebbe
- adottano uno stile di comunicazione più "moderno", promuovono il
dialogo con le altre componenti ortodosse e in qualche
città degli Stati Uniti hanno perfino avviato cauti contatti con rabbini
conservatori e riformati intorno a progetti di interesse comune.
La presenza in Italia di Chabad Lubavitch risale al 1959 - anche se i primi contatti
risalgono al 1949, data della visita nella penisola di Rav
Yaakov Gansburg -, quando, su richiesta di alcuni ebrei milanesi, Rav
Gershon Mendel Garelik inizia nel capoluogo lombardo le attività del Merkos L'Inyonei Chinuch (Centro per l'Educazione Ebraica, l'associazione
che controlla tutte le attività del movimento), che nel 1986 si vede
riconoscere la personalità giuridica come ente morale. Da allora, numerosi sono
stati i progetti condotti da Chabad Lubavitch nel nostro paese, fra cui la fondazione di una
scuola con asilo, elementari e medie che conta attualmente
170 allievi, e l'attivazione dell'Organizzazione Giovanile Lubavitch.
Il movimento si è andato così affermando in varie città, e in maniera
stabile a Milano (dove opera in particolare il Centro Studi Enzo Modena, con
annessa sinagoga, e dove sono sempre più numerosi i rabbini che provengono
dalla scuola dei Lubavitcher), Roma, Bologna,
Venezia, Valenza (Alessandria) e Trieste, mentre talora Chabad
Lubavitch organizza attività sporadiche in altre
città. Durante questi anni sono state stampate e distribuite varie
pubblicazioni - fra le quali Conversazione con i giovani, Il pensiero
della settimana, Lubavitch News, Chaya (periodico per le donne) e Moshiach
Times (per bambini) -, e nei mesi estivi circola
un camper mobile denominato Mitzvà Tank, guidato da giovani studenti che trascorrono in
Italia le vacanze estive. Sono pure organizzati campeggi estivi e invernali a Camaiore.
B.: Fonti primarie del pensiero dei Lubavitch si
trovano in numerose raccolte di testi originali. Una sintesi
degli insegnamenti psicologici, morali e pedagogici di Menachem
Mendel Schneerson in Simon Jacobson, Il significato profondo della
vita. Il pensiero ebraico nelle parole di un grande Maestro:
il Rebbe M. M. Schneerson, Edizioni DLI, Milano 1999; una storia dei Lubavitch in Edward Hoffman, Despite
All Odds. The Story of Lubavitch, Simon & Shuster, New York 1991; un accurato e noto studio
antropologico è invece quello di Jerome R. Mintz, Hasidic People. A Place in the New World, Harvard University Press,
Cambridge-Londra 1992. Un eccellente lavoro giornalistico è quello di
Sue Fishkoff, The Rebbe's
Army. Inside the World of Chabad-Lubavitch, Shocken Books, New York 2003.