Le prove della vita e la purezza
(1 Corinzi 3:13)
di R. J. Rushdoony
La vita di Olimpia Fulvia Morato
(1526-1555) è ora molto lontana da noi nel tempo. Brillante figlia
di un grande studioso italiano, lei stessa diventa famosa come
scrittrice e filosofo. Per una ragazza, però, cresciuta in un ambiente
privilegiato, la sua vita è particolarmente turbolenta. Vive i suoi primi anni
nel lusso e nella spensieratezza della vita di corte. Quando, però, si
trasferisce in Germania con suo marito, Andrea Grunthler,
vengono intrappolati nell'assedio di Schweinfurt, in Franconia, per
nove mesi. Fuori dalle mura della città non vi è che
morte, e all'interno la peste, che uccide metà della popolazione. Andrea stesso
è sul punto pure di morirne. La città viene
conquistata ed essi perdono tutto ciò che possiedono nel fuoco e nel
saccheggio. Così essi riescono a fuggire. Durante la fuga, però, il marito è
preso prigioniero. Riuniti, si recano ad Heidelberg nel 1554, dove Andrea diventa professore di
medicina. Entro due anni, però, Olimpia muore e, non molto tempo dopo, sia il
marito che il fratello. La loro salute, infatti, era stata minata dall'assedio,
dalla fame e dall'esperienza della peste. Tutti e tre vengono sepolti nella cappella
di S. Pietro ad Heidelberg.
E' una vita ben breve per
una ragazza rimarchevole e brillante che era cresciuta
nell'ambiente di corte, fra nobile e letterati. Olimpia, però, cristiana
devota, scrive: "Il premio della vita non viene dall'erudizione, ma dai
conflitti e dalle prove". Certo, ci possono essere anche fin troppi
conflitti e prove, e Olimpia ne condivide più di
quanto sia tollerabile, ma lei non si lamenta mai. Al contrario, sente che
tutto questo la matura.
Oggi cerchiamo il più
possibile di sfuggire da conflitti e prove. Vorremmo
risparmiare noi e i nostri figli da tutti questi problemi e prove. Come ha
osservato, però, un biologo, "L'uomo è un animale del cattivo tempo",
cioè prospera e progredisce attraverso prove ed
afflizioni.
Il problema oggi è che
fin troppa gente, giovani e vecchi, non sono mai stati
messi alla prova. Oltretutto essi si ribellano al concetto
stesso della prova. Alcuni persino affermano che la scuola
dovrebbe abolire compiti in classe ed esami. In tutto questo, però, non solo
essi sono stolti, ma anche in errore. Il termine biblico tradotto con
"purezza" è legato all'essere messi alla
prova, raffinati con il fuoco. Tendiamo a pensare alla purezza come a qualcosa
di fresco, verginale, intatto, ancora avvolto di cellophane. Il termine
biblico, invece, parla di qualcosa di attempato e
provato, raffinato, d'esperienza e purgato dalle scorie mediante il fuoco.
Olimpia era grata per
essere stata messa alla prova. Noi possiamo pregare e confidare che noi ed i
nostri cari siano risparmiati dalle sue prove estreme, ma non possiamo pregare
di essere risparmiati dalla prova con il fuoco del conflitto e delle avversità.
E' il mezzo che Dio usa per raffinare l'uomo: "l'opera
di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile;
poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera
di ciascuno" (1 Co. 3:13).
Da "Chalcedon".