JOYCE
La conversione a Cristo di una donna che era stata
costretta a prostituirsi
Ho
32 anni e sono nata in Nigeria a Benin City. La mia famiglia di
origine è composta da 17 persone. Da noi vige ancora la poligamia e io sono la tredicesima figlia. A 15 anni ho avuto il mio primo
figlio e a 16 il secondo. Poi mio marito prese una seconda moglie ed io,
amareggiata lo lasciai. Tornai a casa di mio padre e lì stetti per un pò di
tempo.
Una mia sorella conosceva delle persone che potevano
farmi emigrare in Italia, parlai con loro ed esse mi assicurarono che mi
avrebbero trovato lavoro come cameriera, ma non era così. Giunsi a Roma e da lì
mi portarono a Rimini, dove scoprii che il lavoro non consisteva nel fare la
cameriera, ma nel battere i marciapiedi. Un lavoro sporco e molto umiliante.
Oltretutto quegli uomini che mi avevano fatto arrivare in Italia volevano
ancora molti milioni oltre a quelli che avevo già dato
loro, io non li avevo e così mi sfregiarono il viso con la lama di un coltello.
La polizia mi prese e mi diede "foglio di via". Io, invece di
rimpatriare, cambiavo città e così andai in 12 località diverse: Pescara,
Brescia, Ascoli Piceno... fino a Palermo.
Una sera del 1995 ero da sola, due uomini sul motorino
cominciarono a molestarmi e poi, scesi, cominciarono a picchiarmi. Cominciai a
gridare cercando aiuto e, grazie a Dio i fratelli della tenda "Cristo è la
Risposta" che si trovavano proprio lì vicino, udirono le mie grida e vennero
in mio aiuto. Mi soccorsero, mi portarono dentro la tenda per medicarmi e poi
mi parlarono di Gesù. Infine mi regalarono una copia della Bibbia bilingue:
inglese e italiano. Cominciai a frequentare le loro riunioni
perchè mi piacevano molto. Una sera mi fecero conoscere una sorella e mi
affidarono a lei, in modo che quando loro si sarebbero trasferiti in unaltra
città ci sarebbe stato qualcuno che si potesse prendere cura di me.
Per un pò di tempo frequentai la comunità evangelica di Palermo, ma non
riuscivo a vivere secondo il volere di Dio. Bevevo whisky (me
lo avevano insegnato quegli uomini che mi avevano portato in Italia: "Se
senti freddo bevi che ti scalderai..."), fumavo non solo sigarette
ma anche hashish e marijuana. Lasciai la comunità e ripresi la mia vita
immorale. Ma ormai qualcosa era successo nel mio
cuore: stavo male dentro e la mia coscienza mi accusava. Però
non le davo retta e continuavo sempre nello stesso modo, fino a quando la
Polizia non mi prese per lennesima volta e mi mise agli arresti domiciliari.
Messa alle strette, tornai al Signore, in chiesa, e piano piano il messaggio
della Parola di Dio toccò il mio cuore sempre più in profondità, cambiandomi. A
poco a poco lasciai il bere e il fumare, e cominciai a provare amore anche
verso i miei figli, che erano quasi diventati degli estranei per me.
Il Signore mi ha concesso anche la grazia di sistemare le mie cose con la
legge: è stato revocato il mandato despulsione che pendeva su di me in 12
città dItalia e ora sono in attesa del permesso di
soggiorno e so che Dio mi aiuterà.
Lo scorso mese di Dicembre ho fatto patto con il Signore pubblicamente
battezzandomi in acqua, perchè lo voglio servire e voglio vivere per Cristo per
tutta la mia vita.
Poichè Egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati
nel regno del Suo amato figlio. (Colossesi 1:13)