La Missione Divina è fondata a Roma nel 1936 da Basilio Roncaccia (1876-1959),
il quale, convinto di ricevere rivelazioni e visioni soprannaturali, si sente
investito di una missione divina, ossia mettere a disposizione dei fratelli i
doni celesti ricevuti, fra cui quello di sanare dai mali. Roncaccia, il cui
apostolato si svolge nella zona di Trastevere, si
presenta come il nuovo Pietro con il compito di rifondare la Chiesa cattolica,
corrotta dal potere politico ed economico per farla tornare alla purezza
originaria. La sua predicazione si diffonde anche tra gli sfrattati e gli
immigrati del Meridione, sistemati da Benito Mussolini
(1883-1945) nei sobborghi sud-occidentali della capitale. Sentendosi investito
della missione di ricostituire il Collegio Apostolico, Basilio, nel 1946,
invia i suoi seguaci gli apostoli della fede a due a due, in alcune
città, nelle quali fanno un certo numero di proseliti. Nel numero del 22-23
settembre 1952 LOsservatore Romano pubblica in prima pagina un monito
in cui, a proposito del movimento degli Apostoli della fede si dichiara che
i promotori, vantando straordinari poteri di guarigione, cercano di
diffondere il movimento anche in altre diocesi dItalia. Nel monito si fa
presente che i princìpi e la prassi di detti
Apostoli della Fede sono in parecchi punti in
contrasto con la dottrina della Chiesa. Pertanto le competenti Autorità
Ecclesiastiche mettono in guardia i fedeli affinché non aderiscano a tale
movimento, e invitano a uscire coloro che vi siano
stati comunque attratti.
Luigia Paparelli (1907-1984) e Basilio Roncaccia si incontrano a Roma negli anni 1940. Inizialmente accomunati dalla devozione alla Trinità e dal desiderio
comune di soccorrere i sofferenti, si separano successivamente per divergenze
riguardo alla prassi. Il frazionamento del movimento degli Apostoli in gruppi
maggiori e minori si accentua dopo la morte di Roncaccia, avvenuta il 7
dicembre 1959. Tra essi sono da segnalare, al Nord, i
gruppi guidati da Rino Celin a Torre di Padova e la
comunità di Saverio Casarin a Scorzè
(in provincia di Venezia). Nella zona intorno alla capitale sopravvivono
piccoli gruppi di apostoli della fede che, in alcuni casi, danno vita a riti
e credenze anche molto lontani dagli insegnamenti di Basilio.
Un caso emblematico è quello della cosiddetta
setta di Acilia, le cui vicende sono venute alla luce nel giugno del 1987. Si
trattava di un gruppo costituito da nove membri dediti al culto di una
Trinità personificata da tre abitanti di una villetta di Acilia:
Lola Fagiolo (nata nel 1921) era il profeta Elia e riceveva messaggi divini,
e i suoi simboli erano il candelabro a sette bracci e la stella di Davide;
Nello Maggi (il Cristo), il cui simbolo era la
croce; e sua moglie Augusta Piergirolami (lo Spirito
Santo), il cui simbolo era la colomba. Unaltra entità superiore venerata dal
gruppo era lAquila, simbolo della divinità creatrice. In una stanza della
villa, su un letto sormontato da un baldacchino, erano custoditi e venerati il
corpo (imbalsamato dieci anni prima) di Augusta Piergirolami (1919-1977) e quello di suo marito Nello Maggi (1916-1987). I coniugi avevano chiesto di non essere
sepolti, per attendere il giorno del giudizio nella loro casa. Entrambi molto malati avevano rifiutato le cure mediche, perché per
guarire basta la fede.
Altri gruppi minori, derivati dalla predicazione di Roncaccia, hanno
mescolato alle idee della Missione Divina anche pratiche di magia e
divinazione. I gruppi derivati dallopera di Roncaccia non sempre sono
collegati fra loro, e vivono e interpretano linsegnamento del fondatore aggiungendovi
ulteriori peculiarità derivate dagli insegnamenti e
dai doni particolari ricevuti dai rispettivi leader.
È difficile quantificare il numero complessivo degli
appartenenti al vasto movimento originato dagli insegnamenti di Basilio
Roncaccia a causa della sua frammentazione e diversificazione. Sappiamo,
tuttavia, che nei dati statistici pubblicati dalla Chiesa cattolica nel 1955
sulla diffusione delle sette protestanti in Italia, nella diocesi di Roma veniva censita, tra le altre, la Chiesa di Don Basilio
denominata anche Chiesa del Maestro o degli Apostoli o Missione della Fede,
con tre sale di culto e tre pastori: la sede centrale guidata da Don Basilio
con 7.000 seguaci, una sede dipendente da quella centrale, con 7.000 membri, e
la terza, in Via Achille Grandi, guidata da Luigia Paparelli,
con 18.000 membri. Unaltra chiesa di Don Basilio veniva
censita ad Accadia, in provincia di Foggia, con un
altro pastore e 65 membri. Una cifra approssimativa, riferita a oggi, che comprende sia i gruppi minori sia quelli
maggiori, potrebbe aggirarsi intorno alle tredicimila unità. Il movimento si è
diffuso in tutta Italia (Lazio, Toscana, Umbria, Veneto, Friuli Venezia Giulia,
Lombardia, Marche, Sicilia) e allestero (Norvegia, Danimarca, Svezia, Svizzera,
Francia, Stati Uniti).
Il compito che la Missione Divina si riconosce è quello di far rivivere in
modo genuino linsegnamento originario di Gesù, la
sua opera e quella dei suoi apostoli. Roncaccia dichiara di essere
Pietro e di avere ricostituito il collegio apostolico. Si sente inoltre
investito del potere di guarire per grazia di Dio in
virtù della superiorità della fede sulla medicina. La guarigione avviene però
solo se il malato pratica la penitenza, il digiuno e la preghiera. I doni
spirituali provenienti da Dio vanno elargiti al fine di riportare lesercizio
della fede alla semplicità dei primi cristiani, smantellando lapparato
burocratico della Chiesa, che avrebbe privato la
religione cristiana delle sue finalità esclusivamente spirituali. La colpa
imputata al clero è anche quella di non avere sostenuto lopera di Roncaccia e
degli apostoli della fede per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.
Coloro che accettano di aderire e ricevere assistenza spirituale dagli apostoli
hanno la certezza di ottenere la salvezza, e i malati guariti grazie al Dono
dellApostolo ricevono a loro volta il medesimo potere di guarigione.
B.: Non esistono fonti riconducibili al fondatore in cui sia esposta la sua
dottrina, ma documenti e opuscoli pro manuscripto
diffusi privatamente dai suoi seguaci. Alcune notizie si possono rintracciare
in Veritas. Nella capacità di credere in
Dio è contenuta la salvezza delluomo. Lopera di Basilio Roncaccia e degli
Apostoli della Fede, Pubblicazioni Veritas,
Roma 1946. Il monito de LOsservatore Romano
cui si è fatto cenno nel corso del testo è comparso a p. 1 del numero del 22-23
settembre 1952. Per i dati statistici sulla presenza in
Italia dei gruppi ispirati a Roncaccia, cfr. Pia Società San Paolo, Chiese e sette protestanti in Italia,
Edizioni Paoline, Roma 1956. Fonte secondaria: Raffaella di Marzio, Movimenti cattolici di
Frangia in Italia: dalla Missione Divina di Basilio Roncaccia a Luigia Paparelli, in Mario Aletti - Germano Rossi (a cura di), Identità
religiosa, pluralismo, fondamentalismo, Centro
Scientifico Editore, Torino 2004. In chiave critica, si veda Paolo Maggi, Pseudocattolicesimo e
paracattolicesimo nella vita dei fondatori di due nuovi gruppi religiosi, in Religioni
e Sette nel Mondo, Rivista Trimestrale di Cultura Religiosa a cura del
GRIS, 12 (1997), pp. 105-120.
La Libera Comunità degli Apostoli della Fede è uno dei
tronconi del movimento originato alla morte del fondatore della Missione
Divina, Basilio Roncaccia (1876-1959). È unassociazione di persone che
ispirandosi ai principi della Missione Divina ha pensato di impegnarsi
personalmente ad attuarli nel proprio quotidiano. Non ha altra valenza che
quella spirituale poiché lOpera della Missione Divina degli Apostoli della
Fede è un movimento che persegue unicamente scopi di interesse
spirituale ed è rivolto a quelle persone che si interessano alla vita
interiore che solo dalla fede trae origine e sostentamento. La comunità si è
costituita in associazione, con il nome di Il Raggio - Società di Mutuo
Soccorso, con lo scopo di dare mutuo aiuto ai soci in stato di bisogno. Leader
del gruppo è stato Rino Celin (1923-2003) fino al giorno della sua morte, avvenuta il 6 dicembre 2003 nella
sua casa di Torre di Padova.
Celin aderisce al movimento di Basilio Roncaccia
in occasione della missione degli Apostoli della Fede iniziata nel 1946, quando
il fondatore invia nove coppie di Apostoli a visitare
le principali città italiane per diffondere ovunque lopera di Dio. Dopo avere
ascoltato gli Apostoli della Fede, Rino Celin si reca
a Roma per conoscere di persona Basilio Roncaccia, che gli affida copia dei
messaggi ricevuti dal 1936 fino al 1942. Tornato in Veneto, Celin
comincia a divulgare quanto appreso, raccogliendo intorno a sé numerose
persone. I messaggi venivano letti in riunioni serali
che si svolgevano settimanalmente. Dopo la lettura Celin
invitava i presenti a esporre i pensierini, cioè
commenti personali su quanto era stato ascoltato e lui stesso offriva ulteriori
spunti di riflessione. Questi messaggi erano considerati celesti perché
ricevuti da Roncaccia direttamente dal cielo: erano visioni, spiegazioni
evangeliche o, comunque, di argomento spirituale.
Secondo gli Apostoli della Fede, attraverso Rino Celin
Dio operava guarigioni miracolose, trasmetteva messaggi,
elargiva benedizioni.
Alcune dichiarazioni ufficiali della diocesi di Padova a cominciare dal
Bollettino Diocesano del 1952 e, successivamente,
dichiarazioni più recenti come quelle del 12 agosto 1989 e del 18 maggio 1992
diffidano i fedeli dalladerire al Movimento degli Apostoli della Fede. Unulteriore dichiarazione ammonitoria
sul movimento è stata divulgata dalla curia diocesana di Vicenza il 24 marzo
1999. In essa si precisa che nessun sacerdote
diocesano, extradiocesano o religioso può celebrare leucaristia nel territorio
della diocesi di Vicenza in occasione del raduno annuale della Pasqua
dellAngelo effettuato dagli Apostoli della Fede. Il
movimento, che definisce inconsistenti le dichiarazioni dei vescovi appena
menzionate, ha continuato a svolgere le sue consuete attività anche dopo la
morte di Rino Celin. Questa continuità trova
il suo fondamento nella convinzione che Cristo è lunico Maestro e il Vangelo lunico insegnamento spirituale. Gli Apostoli della
Fede non svolgono un proselitismo attivo, poiché solo Dio può risvegliare la
fede degli uomini: lApostolo si preoccupa piuttosto di dare testimonianza e
lenire il dolore, anziché di parlare. Chi aderisce è generalmente contattato
attraverso qualche membro, spesso allinterno di ambienti
cattolici, che gli Apostoli frequentano regolarmente, anche partecipando ai
riti ufficiali della Chiesa cattolica.
Gli Apostoli della Fede si riuniscono in diverse località nelle province di
Padova, Roma, Brescia, Vicenza e altre. È difficile quantificare il numero di Apostoli della Fede presenti in Italia perché migliaia di
persone, nel tempo, hanno conosciuto Rino Celin e
hanno partecipato alle iniziative e agli incontri del movimento. Una stima
approssimativa può essere quella che individua circa un migliaio di aderenti sparsi su tutto il territorio nazionale.
La Missione Divina afferma di collocarsi allinterno del movimento
religioso fondato da Cristo. Essa è intesa così come lopera di Dio che si
manifesta allumanità per mezzo dellApostolo, cioè
colui che compie la volontà di Dio e mette a disposizione degli altri i doni
ricevuti, in modo particolare quello di guarigione. Assieme a Basilio
Roncaccia, Dio avrebbe chiamato molti altri Apostoli, alcuni dei quali hanno
tradito i principi del fondatore. Nonostante il
tradimento, essi si servono ancora del nome della Trinità per operare: per
costoro vale il monito di Gesù, il quale aveva messo
in guardia dai falsi profeti.
Gli Apostoli della Fede, uomini e donne di qualsiasi ceto e religione che
desiderano imitare Gesù e mettersi al servizio della
Missione Divina per raggiungere la salvezza eterna, operano nel nome di Gesù Cristo e secondo i suoi insegnamenti. Essi sono stati a loro volta guariti per la loro fede e hanno ricevuto doni
soprannaturali: è la fede, infatti, che sana sia lanima sia il corpo. Per
risvegliare la fede negli uomini lApostolo opera, su chi lo richiede,
tracciando un segno di croce in nome della Trinità e imponendo la mano destra
sulla fronte. Egli così trasmette lopera divina e poi lascia la persona
libera, anche se si preoccupa di indicarle la via maestra delle regole
evangeliche. I principi ispiratori della vita dellApostolo della
Fede sono desunti dai Vangeli, sia quelli canonici sia apocrifi. In modo
particolare si fa riferimento al Vangelo di Giovanni nei capitoli che esaltano
la figura di Cristo come Figlio di Dio, la sua missione salvifica e quella affidata agli apostoli per continuare la sua opera e
rimanere uniti nel suo nome. Per quanto riguarda lAntico Testamento, la
dottrina fa riferimento solo ad alcuni capitoli del Genesi.
La lettura del testo biblico, che precedentemente era
svolta in sintonia con le indicazioni di Rino Celin
(il quale affermava di essere in relazione diretta con Dio Padre), oggi
continua a svolgersi con modalità simili, anche in assenza del leader.
Nella dottrina degli Apostoli della Fede sono presenti anche elementi dellantroposofia di Rudolf Steiner (1861-1925), degli insegnamenti di Jiddu Krishnamurti (1895-1986) e
delle comunicazioni medianiche di Jakob Lorber (1800-1864). Lanima è la parte decaduta delluomo
che deve risalire. Essa è uno spirito preesistente caduto nella materia, nel
corpo, che è come un vestito. Lanima cambia diversi vestiti fino a quando
riesce a liberarsi completamente della materia. Anche
i demoni sono spiriti diventati materia, e quindi non vanno esorcizzati, ma
esiliati. Essi, comunque, hanno la possibilità di
redimersi e smaterializzarsi. Di reincarnazione si parla solo in alcuni casi,
come per esempio nel caso di Giovanni Battista, che sarebbe la reincarnazione di Elia. Nella prospettiva sincretistica
degli Apostoli è presente anche la dottrina del karma,
intesa come necessità di espiare e pagare le proprie colpe. La vita spirituale
degli Apostoli è libera e non soggetta ad alcuna autorità,
se non quella del Vangelo, che diventa il loro pane quotidiano. Poiché Cristo ha portato nuova vita anche nella materia, lApostolo
desidera purificare, oltre allo spirito, anche il proprio corpo, affinché sia
idoneo a manifestare la volontà di Dio su questa Terra. Per questo
motivo egli non altera in alcun modo lequilibrio stabilito da Dio nella
natura; si ciba con alimenti naturali, soprattutto vegetali, e si cura con
medicine naturali.
Grande importanza nella vita spirituale dellApostolo ha la ricezione della
santa comunione lunico mezzo per ringraziare e invocare Dio
, ricevuta in stato di digiuno fisico-spirituale
dalla mezzanotte. LApostolo vive nellosservanza rigorosa dei dieci
comandamenti e considera la scienza delluomo solo come un piccolo dono di Dio,
una parziale manifestazione della sua Sapienza. Per questo motivo egli sa che,
dove non arriva la scienza, può arrivare il potere della fede. Anche un solo dubbio sullonnipotenza di Dio è mancanza di
fede: per questo è indispensabile credere ciecamente alla propria guarigione.
Nella Missione Divina non esistono riti, ma solo fede,
dialogo e opere. La confessione e la comunione si intendono
come comune-unione che ogni uomo deve stabilire con Dio Padre dopo essersi
pentito dei propri peccati. I sacramenti sono raccomandati o permessi a coloro che sono allinizio del cammino spirituale, ma
lopera della Missione Divina supera i sacramenti, che non sarebbero di
istituzione divina. LApostolo non fonda alcuna Chiesa e non costituisce una
gerarchia; non è depositario di verità segrete, ma è in continuo ascolto della
verità interiore e si avvicina anche ad altri insegnamenti, poiché Dio non si
racchiude in forme e regole materiali, ma si manifesta in una dimensione
unicamente spirituale.
B.: Lunico documento che gli Apostoli della Fede riconoscono come
esplicativo dei principali concetti della Missione Divina è Missione
Divina, un testo firmato da Rino Celin, nel quale
egli commenta alcuni versetti dei Vangeli e indica il significato della
missione affidata agli Apostoli della Fede. Gli altri documenti dai quali sono tratte le notizie sulla dottrina e la prassi degli Apostoli
della Fede sono: Libera Comunità degli apostoli della fede,
pubblicazione interna a cura degli A.d.F., Torre
(Padova) 1984; Libera Comunità degli Apostoli della Fede. Regolamento
interno, pubblicazione interna, s.d.n.l.; e nel
volantino Missione Divina. Rino Celin ha
curato la raccolta di rivelazioni ricevute da altri nellopuscolo I Dieci
santi Comandamenti, s.e.,
Padova 1972. Notizie e interviste sul movimento in Delia De Menech, Gli Argonauti della Luce, La Rosa Editrice,
Crescentino (Vercelli) 1992, pp. 118-120. In chiave critica, si veda
Paolo Maggi, Pseudocattolicesimo
e paracattolicesimo nella vita dei fondatori di due nuovi gruppi religiosi, in
Religioni e Sette nel Mondo, Rivista Trimestrale di Cultura Religiosa a
cura del GRIS, 12 (1997), pp. 105-120.
Il gruppo di ricerca spirituale e promozione sociale Luce di Vita è
guidato da Saverio Casarin (da non confondersi con
Roberto Casarin con il quale
è assente anche ogni legame di parentela , allorigine del movimento Anima
Universale, di cui si tratta in altra sezione del presente progetto). Alletà
di diciannove anni Saverio Casarin conosce il beato
Padre Pio da Pietralcina (1887-1968). Da quel momento
inizia una serie di colloqui spirituali che continueranno fino alla sua morte.
Subito dopo aver conosciuto Padre Pio attorno a Saverio Casarin
si forma un gruppo di preghiera e di ricercatori spirituali attratti dalla sua
fede. Successivamente egli incontra Rino Celin (1923-2003) che lo mette al corrente dellesistenza
di unOpera Divina iniziata per mezzo di Basilio Roncaccia (1876-1959). Secondo
quanto riferisce Saverio lo stesso Padre Pio, al quale egli chiede consiglio,
lo rassicura dicendo di essere stato lui a fare in modo che egli conoscesse lOpera Divina di Roncaccia. Saverio Casarin comincia così a frequentare, con altre persone del
suo gruppo, le riunioni degli Apostoli della Fede di
Rino Celin. Nel momento in cui Rino Celin fonda la Libera Comunità degli Apostoli della Fede
con un suo proprio regolamento, Saverio Casarin smette di frequentare le sue riunioni. In seguito,
nel 1981, egli fonda lAssociazione Luce di Vita.
Oggi lAssociazione Luce di Vita è del tutto autonoma
rispetto agli Apostoli della Fede di Rino Celin e si
riunisce nei fine settimana presso labitazione di Saverio Casarin
a Scorzè, in un locale adibito a luogo di riunione.
Saverio svolge la funzione di moderatore durante gli incontri, mentre esprime
la sua fede attraverso ispirazioni e rivelazioni interiori. I membri
dellAssociazione si riuniscono per trovare risorse spirituali interiori che aiutino a superare le difficoltà quotidiane; essi sono aperti
ad accogliere la Luce da qualsiasi religione o movimento provenga, purché al
suo interno si viva nella Luce e nella Grazia. Saverio Casarin
si definisce figlio spirituale del beato Padre Pio e Apostolo della fede della
Missione divina. La sua missione è quella di rendere testimonianza alla
verità, di manifestare la fede in Cristo e Maria
attraverso la comunicazione delle sue esperienze spirituali. La devozione
particolare verso il beato Padre Pio da Pietralcina
lo ha spinto a frequentare per un certo tempo, alla fine degli anni 1970, anche
Luigi Gaspari (1926-1995), di cui si tratta in altra
sezione del presente progetto. I due si incontravano
alcune volte a San Giovanni Rotondo e altre volte in forma privata nelle
rispettive abitazioni.
Nel suo insegnamento Saverio Casarin afferma che
lOpera della Missione Divina, manifestatasi con doni soprannaturali nel 1936 a
Roma grazie a Basilio Roncaccia, rappresenta la seconda venuta di Gesù che si manifesta nel cuore delluomo. Chiunque creda nella presenza del Regno di Dio nel proprio cuore può
diventare profeta. Per ricevere benefici spirituali e materiali è necessario
prima di tutto avere fede, inoltre bisogna ricevere una benedizione nel nome
della Santissima Trinità a digiuno dalla mezzanotte, partecipare alla Messa,
ricevere la santa comunione rigorosamente in ginocchio e rispettare sempre i
dieci comandamenti. Saverio Casarin manifesta la sua
fede in Gesù e Maria,
invita tutti alla preghiera, a una vita sana, a non
rispondere al male con lodio.
Sotto la guida di Saverio si svolgono riunioni di lettura e meditazione sui
Vangeli. Al termine dellincontro tutti fanno il segno della croce e Saverio Casarin benedice con semplicità i presenti. Ogni giorno
decine di persone si recano a Scorzè per essere ricevute
e ascoltate da Saverio, che dispensa consigli di tipo spirituale e materiale,
sulla salute fisica e psichica. Molti dichiarano di aver ritrovato, grazie a
lui, la fede in Dio. Provengono da tutte le province del Veneto e da altre
parti dItalia. Saverio Casarin ha svolto il suo
apostolato anche in Australia presso emigrati italiani e presso di lui si
recano persone provenienti da diverse nazioni.
Riguardo a Saverio Casarin e alle sue attività
valgono le medesime dichiarazioni ufficiali emanate dalla diocesi di Padova a
cominciare dal Bollettino Diocesano del 1952 che si riferiva in generale al
movimento originato dallopera di Basilio Roncaccia e, successivamente,
dichiarazioni più recenti come quelle del 12 agosto 1989 e del 18 maggio 1992
, in cui si diffidano i fedeli dalladerire al Movimento degli Apostoli della
Fede. Unulteriore dichiarazione ammonitoria
sul movimento è stata divulgata dalla curia diocesana di Vicenza il 24 marzo
1999. In essa si precisa che nessun sacerdote
diocesano, extradiocesano o religioso può celebrare leucaristia nel territorio
della diocesi di Vicenza in occasione del raduno annuale della Pasqua
dellAngelo effettuato dagli Apostoli della Fede. Allinizio degli anni 1990,
una disposizione emanata dal vescovo di Treviso, mons. Paolo Magnani, vieta ai
parroci della sua diocesi di concedere leucaristia alle persone che
frequentano il gruppo di Saverio Casarin. In quelloccasione Saverio Casarin
invia una lettera circolare al vescovo e ad altre autorità della gerarchia cattolica
nella quale afferma, tra le altre cose, limportanza della distribuzione
delleucaristia in ginocchio come espressione di unantica tradizione cattolica
e si difende dalle accuse di non ortodossia che gli vengono
rivolte. In seguito a questi contrasti con i parroci della zona, per evitare il
ripetersi di episodi incresciosi nel momento della
distribuzione delleucaristia ai fedeli, Saverio consiglia ai membri del suo
gruppo di fare con devozione la comunione spirituale oppure di frequentare la
Chiesa cattolica secondo le indicazioni dellordinario diocesano.
B.: Le notizie su Saverio Casarin e il suo
apostolato sono tratte dalla lettera circolare che lo stesso Saverio Casarin ha inviato, l8 dicembre 1992, al Papa Giovanni
Paolo II (1920-2005) e al vescovo di Treviso, mons. Paolo Magnani. In chiave
critica, si veda Paolo Maggi, Pseudocattolicesimo
e paracattolicesimo nella vita dei fondatori di due nuovi gruppi religiosi, in
Religioni e Sette nel Mondo, Rivista Trimestrale di Cultura Religiosa a
cura del GRIS, 12 (1997), pp. 105-120. I testi delle rivelazioni ricevute da
Saverio Casarin, delle preghiere e delle canzoni sono
consultabili sul Sito Internet dellAssociazione.
La Missione - Luigia Paparelli è lassociazione nata dopo la morte di Luigia
Paparelli (1907-1984) allo scopo di contribuire alla
diffusione, conoscenza e pratica della religione Cattolica, Apostolica,
Romana. Fra le attività dellassociazione vi è anche lorganizzazione di
manifestazioni a carattere religioso e commemorativo, la salvaguardia
e valorizzazione di luoghi e opere a carattere religioso con valore artistico e
storico, e la promozione di attività di tipo assistenziale.
Luigia Paparelli nasce a Scranton,
in Pennsylvania (USA), l8 dicembre 1907. Figlia di
genitori umbri emigrati negli Stati Uniti, vive la sua infanzia allinterno di
una famiglia, lontana dal paese dorigine, che trova nella fede un modo per
rimanere ancorata alle proprie radici culturali, morali e religiose. Luigia Paparelli cresce, dunque, in un ambiente culturalmente
povero, ma ricco di spiritualità e sensibilità religiosa. Orfana di padre,
torna in Italia ancora bambina, insieme alla madre e al patrigno, che si stabiliscono in provincia di Perugia.
Nel 1924 sposa Salvatore Becchetti (1905-1963) e lanno successivo la coppia si
trasferisce a Roma, nel quartiere di Monte Mario. Quando
il marito è assunto come giardiniere in Vaticano, i due si trasferiscono in Via
Ottaviano 43. L11 giugno del 1931 nasce il primo e
unico figlio di Luigia e Salvatore: Orlando. È in quegli anni che Luigia ha
occasione di conoscere la Missione Divina fondata da Basilio Roncaccia
(1876-1959), movimento piuttosto attivo nella capitale.
Dotata di grande carisma diviene, nel corso degli
anni, una figura significativa nel movimento raccogliendo intorno a sé,
gradualmente, un numero considerevole di seguaci. Secondo i dati statistici
diffusi allepoca dalla Chiesa cattolica, nel 1955 il numero dei seguaci di
Luigia Paparelli, che si riunivano
a Roma in Via Achille Grandi, si aggirava intorno alle 18.000 unità. Il primo
segno della sua futura missione si verifica nel 1937,
quando colpita da una misteriosa malattia è ricoverata nellOspedale
Umberto I di Roma. Contrariamente allindicazione dei medici che vogliono
operarla, Luigia afferma che il Signore le è apparso e le ha annunciato
la sua miracolosa guarigione. Il giorno successivo allapparizione rifiuta di
sottoporsi allintervento chirurgico e lascia lospedale. In seguito la
malattia si ripresenta, ma dopo la ricaduta i sintomi
scompaiono del tutto e definitivamente. Da quel momento Luigia Paparelli inizia sette anni di penitenza, e il 13 ottobre
1944 descrive una nuova esperienza mistica: si sente pervasa da una forza
misteriosa e violenta, percepisce una energia passare
dal cuore ai polpastrelli delle dita, come il flusso benefico di una nuova
vita. Si convince così che in lei sta avvenendo un miracolo e vede il sacro
Cuore di Gesù affidarle una missione: quella di
risanare i corpi per recuperare le anime.
La prima guarigione attribuita ai poteri taumaturgici di Luigia si verifica in via Ottaviano 43 nellottobre del 1944, anno
della fondazione della Missione Luigia Paparelli.
Luigia, da quel momento, chiama coloro che la seguono i Fratelli della
Missione. Segno di appartenenza alla Missione è un
anello che i fedeli portano al dito sul quale è raffigurata la Trinità. Luigia
diviene così agli occhi dei suoi fedeli La Maestra e si sente investita del
potere di guarire ed esorcizzare. Nella sua casa in Via Achille Grandi 9, dove
si trasferisce nel 1951, ogni mattina, dalle 6 alle 9.30, riceve dalle cento
alle duecento persone, molte delle quali sostengono di essere state guarite sia
nel corpo sia nello spirito. Per ottenere la guarigione il malato deve
presentarsi a digiuno dalle 23 della sera precedente, senza rossetto, né avere
fumato e lavato i denti, oppure ingerito medicinali. Nella casa cè anche una
cappella dedicata alla Trinità alla quale i fedeli accedono
per pregare dopo avere tolto le scarpe in segno di rispetto. Luigia segna il
malato con un segno di croce sulla fronte, sulle labbra, sul cuore e sulla
parte malata nel nome della Trinità e recita una breve preghiera: Signore,
scaccia da queste membra gli spiriti maligni. Infine, in segno di ringraziamento,
il fedele bacia la mano destra di Luigia.
La segnatura di Luigia, tuttavia, non basta per ottenere la guarigione
corporale e spirituale: è necessaria anche la collaborazione del malato che
deve digiunare, pregare e fare penitenza. Coloro che sono
segnati da Luigia sono da lei invitati ad andare in una chiesa cattolica per
ricevere dal sacerdote lassoluzione per i peccati commessi e leucarestia. Alla fine degli anni 1940 la Missione si è
diffusa in molte regioni dItalia. Le guarigioni avvengono anche attraverso i
Fratelli che, in stato di purezza e grazie alla loro scelta di dedicarsi
completamente alla Missione nel celibato, ricevono da Luigia il dono di
segnare e si recano in sua vece presso i malati. Il fenomeno delle guarigioni
attira lattenzione anche della magistratura, e nel 1950 Luigia è accusata di esercizio abusivo della professione medica (ma è
successivamente scagionata dal Tribunale di Orvieto). Nel 1970, quando la
celebrità di Luigia si accresce notevolmente, il Vicariato di Roma, in una
lettera del 27 febbraio 1970, dichiara che in seguito allaumento di
manifestazioni superstiziose di gente intorno alla persona di Luigia Paparelli e dei suoi collaboratori che, da lei inviati, si
recano a segnare i malati, si verificano inconvenienti
gravi come lincremento della superstizione a scapito della religione, il
declassamento dei sacramenti a formule magiche in ordine a pretese
guarigioni, la deformazione dei riti, lo svuotamento del contenuto sacro
dei sacramenti. La lettera conclude affermando come
certo che non cè nulla di soprannaturale e invitando i vescovi del Lazio a
dissuadere prudentemente i fedeli dal recarsi presso la guaritrice.
Nel frattempo la Missione continua a diffondersi fino al
giorno della morte di Luigia, avvenuta il 28 Agosto 1984 a Valmontone
(Roma), mentre è circondata dai Fratelli della Missione. I centri in cui
Luigia e i suoi collaboratori risiedono sono dislocati nel Lazio, in Umbria e
in Toscana. A Roma, in Via Achille Grandi, cè la casa nella quale Luigia operò
in modo particolarmente efficace in ordine alla
diffusione della Missione. Altri due centri sono in una casa colonica a San
Venanzo (Terni), in Umbria (dove è edificato anche un santuario nella pineta
del paese, il bosco sacro, acquistato da alcuni membri della Missione), e in
una villa con tenuta circostante (sulla quale è
costruito un altro tempio) di Gambassi Terme
(Firenze), lasciata in eredità alla Missione da uno dei più vicini
collaboratori di Luigia: Cesare Banti (1985), di Castelfiorentino (Firenze), un altro miracolato che ha
diffuso la Missione assieme alla moglie, Maria Russi,
nella zona della Valdelsa. A Pistoia e nella
provincia è presente un altro nucleo della Missione, e altri gruppi di diversa
consistenza sono sparsi su tutto il territorio nazionale e allestero.
Nei luoghi di preghiera di Gambassi e San Venanzo sono presenti statue e immagini che raffigurano Gesù, la Madonna, la Trinità e Luigia Paparelli.
Nel tempio di Gambassi campeggia inoltre la bandiera
con la L di Luigia al centro. Poiché tutti i luoghi in cui
la maestra è passata e ha svolto la sua missione rivestono unimportanza e una
sacralità loro propria e divengono luoghi di guarigione, i Fratelli della
Missione si recano periodicamente nei santuari di San Venanzo e Gambassi dove festeggiano le ricorrenze tradizionali della
Missione: il giorno 8 dicembre, festa della nascita di Luigia; il 28 agosto,
ricorrenza della sua morte; e il 13 ottobre, festa della fondazione della
Missione. A queste festività sono aggiunte quelle propriamente
cattoliche.
A causa delle controversie legate alla sua successione, dopo la morte di
Luigia Paparelli emergono incomprensioni e si delineano divisioni allinterno della Missione. Secondo
alcune testimonianze la maestra, prima di morire, avrebbe chiamato a sé Rina Menichetti Frizza (1928-2002), una fedele residente a Orvieto che avrebbe raccolto le sue ultime parole.
Questi Fratelli (chiamati anche Apostolini)
riconoscono in Rina lerede spirituale di Luigia, e alcuni di essi fondano, a Gambassi,
lassociazione La Missione - Luigia Paparelli. La
casa di Orvieto è stata luogo di accoglienza e
incontro di questi fedeli fino al giorno della morte di Rina, il 6 ottobre
2002. Gli altri Fratelli della Missione non hanno mai riconosciuto Rina Menichetti come leader del movimento dopo la morte
di Luigia. Una parte di essi risiede a Roma
nelledificio di Via Achille Grandi 9, mentre altri sono presenti a Gambassi Terme e accettano come figura di riferimento Maria Russi.
È da precisare, comunque, che le divisioni nate
dopo la morte di Luigia si ritrovano in modo particolare ai vertici del
movimento, e non nella base, che spesso sorvola sulla validità o meno delluna
o dellaltra leadership. Le persone che entrano nella Missione cercano
la guarigione e laiuto spirituale dai Fratelli e si rivolgono agli uni o agli
altri che hanno ricevuto il dono di segnare poiché, sostanzialmente,
riconoscono in essi il carisma della Maestra.
Dopo la scomparsa di Rina Menichetti, la maggior
parte dei fedeli a lei legati in modo particolare, ritiene che non possa
esserci alcun successore con il suo stesso carisma; una piccola minoranza del
movimento sarebbe invece incline a identificare una possibile continuità
attraverso una persona in grado di portare avanti lopera di Rina. Cè da
rilevare, comunque, che queste differenziazioni,
verificatesi in seguito alla perdita di Rina Menichetti,
sono vissute allinterno del movimento con tolleranza e non impediscono la
partecipazione compatta di tutti i Fratelli e Sorelle della Missione agli
incontri di preghiera e ricordo che si svolgono presso i luoghi sacri, come la
pineta di San Venanzo e il Tempio di Gambassi.
I Fratelli della Missione e gli Apostolini non
svolgono alcuna forma di proselitismo attivo. La diffusione del movimento,
invece, avviene di solito grazie a un miracolato che
sposa la Missione di Luigia Paparelli e comincia a
diffondere la notizia della sua capacità di guarire. La persona che si sente
riconoscente verso Luigia segue le sue direttive e non solo comincia a svolgere
unintensa attività di preghiera, ma invita anche altri a pregare con lui. Il
Fratello che ritiene di essere stato miracolato
coglie anche loccasione offerta da una malattia di un parente o di una persona
vicina per invitare questultima a recarsi presso la
maestra. Nelle case private dove si svolgono gli incontri di preghiera
(solitamente la recita del Rosario) campeggia sempre un ritratto di Luigia Paparelli (considerata santa) e quasi
sempre anche una statua di Gesù. In alcune
occasioni era presente anche Rina, la quale, dopo le preghiere, accoglieva i
fedeli e li benediceva. I Fratelli della Missione
in Italia (Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Campania, Friuli-Venezia
Giulia, Sicilia) e allestero (Norvegia, Danimarca, Svezia, Svizzera, Francia,
Stati Uniti) sono circa 10.000.
Luigia Paparelli non ha inteso fondare una nuova
religione e ha espressamente manifestato la sua fede nellunica religione di Gesù Cristo fondata sullosservanza dei 10 comandamenti.
Luigia sostiene che, per credere, le persone hanno bisogno di prove della bontà
del Signore. Anche una
guarigione può essere una prova della bontà di Dio, ma non basta: dopo la
guarigione del corpo bisogna guarire lo spirito e questo è il miracolo più
grande. Da parte sua non ha affermato di compiere miracoli, quanto piuttosto di
averli chiesti al Signore che glieli ha concessi. I
suoi fedeli dicono che Luigia insegna a pregare con il cuore, risolve i loro
problemi umani, aiuta a scegliere la persona giusta da sposare. Luigia, secondo
i suoi seguaci, è una speranza per i sofferenti, una guida per luomo
smarrito, un aiuto per ritrovare la fede. Per esprimere questa grande riconoscenza e venerazione verso di lei la chiamano
la Maestra. A questi Fratelli la maestra comunica volentieri il dono, cioè il potere di segnare i malati a sua imitazione. Sono
questi i Fratelli più giovani che dicono di ricevere messaggi e favori
straordinari nei luoghi di preghiera come il bosco sacro di San Venanzo, dove
la Madonna o Gesù sarebbero apparsi
per chiedere preghiere, penitenze e digiuni. Non esiste, comunque,
una dottrina della Missione. Piuttosto, gli insegnamenti di Luigia e i
fenomeni soprannaturali di cui era convinta di essere
protagonista hanno dato vita a una vasta comunità di fedeli che si sentono
cattolici, il cui vissuto spirituale si differenzia a seconda della
sensibilità religiosa individuale, dellinfluenza più o meno consistente di una
mentalità superstiziosa, della religiosità ricca di segni e devozioni
popolari tipiche dei luoghi in cui la Missione si è radicata. Una di esse è quella rivolta alla Trinità.
In particolare, nella Missione è diffusa unimmagine molto simile a quella
venerata nel santuario di Vallepietra (Roma),
chiamata anche la Santissima. Questa immagine raffigura le tre persone divine
in tre forme umane. La rappresentazione dello Spirito Santo in forma umana è
stata vietata, nel 1921, dal SantUffizio, e tuttavia
la Santa Sede ha approvato il culto dellimmagine venerata nel santuario,
limitatamente a quella immagine e a quel luogo. Molto
venerate sono anche le immagini della Madonna, di Gesù,
santa Rita da Cascia (1347-1380) e Luigia Paparelli (sempre presente nelle case dei membri della
Missione). Altre pratiche devozionali diffuse sono la
processione, la Via Crucis e la recita del Rosario in gruppo o individualmente.
In alcuni gruppi di preghiera della Missione per ogni grano della corona sono
recitati, oltre allAve Maria, anche un Padre Nostro
e un Gloria. I membri della Missione prediligono in genere la liturgia
cattolica nella sua forma tradizionale, non sono propensi a ricevere la
comunione sulle mani, ricevono leucarestia in
ginocchio e solo se digiuni dalla mezzanotte. Questi atteggiamenti manifestati
durante la liturgia cattolica (di per sé non contrari alle
disposizioni della Chiesa cattolica) sono spesso gli unici segni di
riconoscimento che distinguono i membri della Missione dagli altri fedeli.
I Fratelli della Missione sono portati a vedere nel benessere materiale,
nella salute fisica e nellesercizio della purezza e del rigore morale elementi
fondamentali della loro appartenenza alla Missione e una benedizione di Dio.
Molto amate sono le feste della Missione (che spesso si concludono
con spettacolari fuochi dartificio), durante le quali si raccolgono molte
centinaia di Fratelli nei luoghi dove sono eretti i santuari. I rapporti con
la gerarchia cattolica non sono sempre facili poiché Luigia, fra laltro, si è
proposta come guida e punto di riferimento spirituale per tutti quei cattolici
che considerano la Chiesa come comunità sostanzialmente spirituale e che non
sempre sono disponibili a seguire le direttive dellautorità ecclesiastica. È
facile comprendere, quindi, come i motivi di contrasto con la gerarchia
cattolica si siano acuiti dopo il 1948, quando Luigia Paparelli
è diventata un punto di riferimento per alcuni cattolici colpiti dalle prese di
posizione di Pio XII (1876-1958) sullinconciliabilità fra comunismo e appartenenza
alla Chiesa cattolica (sulla base di un ampio
magistero pregresso). La frattura creata allepoca in una parte, per quanto non
ampia, del mondo cattolico ha fatto sì che il movimento di Luigia Paparelli si radicasse profondamente soprattutto nelle
regioni dellItalia centrale (Umbria, Toscana, Emilia-Romagna
e Lazio) dove più forte era la presenza comunista. Quando i
contrasti con la gerarchia cattolica e i parroci si aggravano anche a causa
del numero considerevole di persone che Luigia inviava in chiesa a confessarsi
e comunicarsi i sacerdoti si rifiutano talora di amministrare i sacramenti ai
miracolati di Luigia. È in questo periodo che Luigia invita i propri
seguaci a riunirsi nei luoghi di preghiera fuori dalle
chiese e a compiere la confessione e la comunione spirituale in sostituzione di
quella sacramentale.
Pur rimanendo uniti nel considerare unico e irripetibile
il carisma di Luigia, dopo la sua morte la maggioranza dei Fratelli
riconosce in una delle sue più vicine fedeli, la già citata Rina Menichetti Frizza, una figura che prosegue la sua Missione.
Rina si convince dei poteri taumaturgici di Luigia ed entra nella Missione in
seguito alla guarigione del figlio gravemente malato. Ben presto, comunque, le è impedito laccesso alla casa di Via Achille
Grandi, dove ci sono gli altri Fratelli della Missione. La casa di Orvieto diventa così il luogo in cui accoglie le persone,
mentre gli incontri di preghiera si svolgono preferibilmente nella pineta di
San Venanzo. Rina viveva un rapporto privilegiato con la maestra, che vedeva
e dalla quale era convinta di ricevere messaggi che trascriveva per i
Fratelli. I messaggi sono dattiloscritti su fogli nei quali è indicato sempre
il luogo (Orvieto), la data (il giorno 8 di ogni mese)
ed è presente un simbolo: una L sormontata da un triangolo (fino al giugno
1987), oppure da una stella. Nelle visioni Luigia raccomanda di leggere
regolarmente il messaggio e di metterlo in pratica con la massima fedeltà
possibile. I colloqui fra Rina e Luigia avvenivano
la sera del settimo giorno di ogni mese. In essi Rina
si rivolgeva a Luigia pregandola di realizzare la concordia fra tutti i
Fratelli della Missione e la Pace Universale.
Rina racconta i suoi incontri con la maestra che la fa salire sul suo
cocchio e la porta nel suo Regno insieme al Padre e a Maria.
Nel regno di Luigia, che è il Paradiso, Rina (che non è la maestra, ma solo
un suo strumento) descrive un Castello pieno di luci e un momento particolare
nel quale ai membri della Missione è assegnato un punteggio. In Paradiso il
Padre apre di tanto in tanto un libro ed esamina i voti dei Fratelli. Egli ha
il potere di cancellare chi dovesse tradire la
Missione, ma è ricorrente lintercessione della maestra e di Maria perché il Padre non cancelli nessuno. Tutti i
Fratelli sono esortati ad accrescere il loro punteggio intensificando la
preghiera, lamore e la fratellanza. In questo modo potranno raggiungere sul
loro cocchio il Castello preparato in Paradiso per loro. Luigia che Rina
chiama nelle visioni la Stellina benedice anche le fedine (di valore
inestimabile in quanto segni di un legame che unisce
chi la riceve alla maestra per leternità) di coloro che diventeranno suoi
sposi. La fedina è sacra e gli sposi fanno parte del paradiso della nuova
generazione.
Nelle visioni di Rina Menichetti, Luigia Paparelli afferma di essere il Figlio del Padre e che i
Fratelli della Missione devono attendere il suo ritorno: Il mio ritorno sarà
la vostra vera liberazione. Alla fine di ogni
colloquio Rina riceve la seguente benedizione da parte del Trio Santo:
Nel nome del Padre, del Figlio Luigia, dello Spirito Santo e di Maria santissima. Al termine dellincontro Luigia
raccomanda a Rina di scrivere tutto quello che è accaduto e di non pensare a
nullaltro: Scrivi, poi penso io.
I Fratelli della Missione dichiarano di essere cattolici.
Tuttavia, nel variegato e composito movimento originato da Luigia Paparelli, i fedeli, pur accomunati da una grande riconoscenza e venerazione verso la fondatrice, si
differenziano quanto alle modalità e alla misura in cui vivono tale
venerazione. Si segnalano, così, atteggiamenti che vanno dalla semplice e
profonda riconoscenza verso Luigia, alla sua equiparazione a
santa Rita da Cascia, fino a giungere alla sua
divinizzazione. Ciò avviene nei casi in cui il fedele vede in lei non solo
una maestra, una guaritrice o una mediatrice fra sé e Dio, ma una Maestra
Divina chiamata anche Figlio-Luigia, la
reincarnazione del Figlio di Dio, o la donna dellApocalisse. È comunque controversa la questione se sia stata la stessa
Luigia a definirsi Figlio di Dio ovvero si tratti di unattribuzione
arbitraria da parte di una certa parte dei suoi seguaci.
In alcuni casi la fede nei poteri taumaturgici di Luigia spinge i seguaci
più intransigenti alla sfiducia nei riguardi della medicina tradizionale.
Queste frange del movimento tendono a separarsi dal resto della società e,
talvolta, dalla loro stessa famiglia. Allinterno del
movimento alcuni Fratelli scelgono di fare voto di castità e purezza
perpetue (anche allinterno del matrimonio), o a vivere nel celibato, per
potersi dedicare totalmente al servizio della maestra e della Missione.
Naturalmente il rapporto fra i vari gruppi della Missione e la gerarchia
cattolica risente di questa diversità di atteggiamenti
e della diversità di approccio pastorale prescelto dalla gerarchia o dai
parroci. Pertanto si assiste al verificarsi di contrasti forti ed evidenti
(fino al rifiuto di amministrare i sacramenti) in alcune diocesi o parrocchie,
mentre in altre la convivenza con i rappresentanti della Chiesa cattolica è
serena. In alcuni casi i membri della Missione si sono avviati nel corso del
tempo a un riavvicinamento concreto e significativo alla
Chiesa cattolica, con il conseguente abbandono degli atteggiamenti e credenze
più lontani dal cattolicesimo, e in altri casi lappartenenza alla Missione non
ha comportato alcun allontanamento dalla prassi e dalla dottrina cattolica.
B.: Le visioni di Rina Menichetti, diffuse fra i
membri del gruppo in forma privata, si riferiscono unicamente al periodo che va
dall8 luglio 1986 all8 aprile 1988. Per i dati statistici sulla presenza in
Italia dei gruppi ispirati a Basilio Roncaccia e, tra essi,
il gruppo guidato da Luigia Paparelli, cfr. Pia Società San Paolo, Chiese e
sette protestanti in Italia, Edizioni Paoline,
Roma 1956. Fonte secondaria: Raffaella Di Marzio,
Movimenti cattolici di Frangia in Italia: dalla Missione Divina di Basilio
Roncaccia a Luigia Paparelli, in Mario Aletti -
Germano Rossi (a cura di), Identità religiosa, pluralismo, fondamentalismo, Centro Scientifico Editore, Torino
2004, pp. 161-167; Eadem, La Missione Luigia Paparelli, in J. Gordon Melton - Martin Baumann (a cura di), Religions
of the World: A Comprehensive Encyclopedia
of Beliefs and Practices,
IV voll., vol. III, ABC-Clio, Santa Barbara (California) 2002, pp. 872-874.