LA CHIESA DI PERGAMO
di
Pino Tarantino
"All'angelo della
chiesa di Pergamo scrivi: Queste cose dice colui che
ha la spada affilata a due tagli: Io so dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di
Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in
me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele
testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita. Ma
ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac
il modo di far cadere i figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni
sacrificate agli idoli e a fornicare. Così anche tu hai alcuni che professano
similmente la dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti
dunque, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò contro di loro con la
spada della mia bocca. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle
chiese. A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non
colui che lo riceve" (Apocalisse 2:12-17).
INTRODUZIONE
La lettura di questa lettera ci fa pensare alla pazienza ed alla
fedeltà di Dio. Egli è pietoso e compassionevole e non caccia via chi va a Lui:
"È una grazia del Signore che non siamo stati
completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si
rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà! "Il Signore è la mia
parte", io dico, "perciò spererò in lui". Il Signore è buono con
quelli che sperano in lui, con chi lo cerca" (Lamentazioni 3:22-25).
La prova di tutto ciò ci è data attraverso queste lettere. Le diverse Chiese,
salvo le eccezioni di Smirne e di Filadelfia, vivono nel loro insieme una
condizione lamentevole, scoraggiante e deludente. Eppure
il Signore continua a parlare, non si stanca di far giungere i Suoi richiami.
Attraverso questa lettera, ci viene ricordato che la
vigilanza non é mai troppa e se vogliamo restare fermi, dobbiamo impegnarci a
lottare.
LA CITTÀ
Pergamo vuol dire: "Castello,
fortezza". Era l'antica Pergamum, che oggi si chiama Bergamah, situata a nord delle
altre sei Chiese dell'Asia minore, a circa 90 Km a nord di Smirne sulla vecchia
strada romana. Era la capitale dell'Asia Minore, distava
circa 25 Km. dal mar Egeo.
La sua acropoli era situata su di una collina alta circa 600 metri, dominante
la valle di Caico. Ed é per questo motivo che il
pulpito, nelle Chiese cattoliche, viene chiamato
"Pergamo".
Il Regno di Pergamo fu fondato da un
luogotenente di Alessandro Magno, che poi lo affidò ad
un suo nipote. Il suo ultimo re, Attalo III, la cedette per testamento ai
Romani, che ne fecero la capitale ufficiale della provincia dell'Asia e la sede
di un tribunale superiore.
Dal punto di vista religioso, Pergamo era famosa per il suo splendido tempio dedicato a
Zeus, che costituiva una delle meraviglie del mondo antico. Il patrono della
città era Esculapio, il dio della guarigione. Da
tutte le parti del mondo greco-romano d'allora accorrevano, al suo santuario,
persone ammalate in cerca di sollievo dalle loro malattie, fidenti nelle
rinomate arti mediche qui praticate dove si compievano delle guarigioni ritenute
soprannaturali. Vi era, infatti, una piscina ritenuta miracolosa che attirava
folle di pellegrini. Nel suo tempio era adorato un serpente vivo, indicante la
divinità, usato ancora oggi come simbolo della medicina.
Gli scavi archeologici di Pergamo
hanno portato alla luce il grande altare di Zeus e le rovine del tempio di Esculapio.
Oltre Zeus ed Esculapio
vi si adoravano altre divinità quali Atena, Apollo, Giove Sotèr
il cui altare da un'alta terrazza dominava la città, Dioniso (o Bacco), le cui
feste spesso sfociavano in orge d'immoralità. Fin dal 26 a.C. vi fu eretto un
tempio dedicato all'imperatore Ottaviano Augusto e ad ogni cittadino era
chiesto di offrire incenso una volta l'anno e di tributargli onori divini.
Così tutti i riti pagani
dell'antichità avevano qui la loro sede ed è per
questa ragione che uno scrittore ha definito questa città la "cattedrale
pagana".
Dal punto di vista culturale a
Pergamo vi era una delle più grandi università di quell'epoca. La sua biblioteca poteva contenere non meno di
250.000 volumi, seconda soltanto a quella d'Alessandria. Quando fu proibita
l'esportazione del papiro d'Egitto, cominciavano a
trattare le pelli degli animali dalla quale ottennero dei fogli particolari
chiamati "pergamena". La città di Pergamo era dunque una fluida
mistura di potere politico, di culto pagano e di cultura.
La Chiesa fu probabilmente frutto
dell'azione evangelistica dell'apostolo Paolo:
"Riuniti questi e gli altri che esercitavano il medesimo mestiere, disse:
"Uomini, voi sapete che da questo lavoro proviene la nostra prosperità e
voi vedete e udite che questo Paolo ha persuaso e
sviato molta gente non solo a Efeso, ma in quasi tutta l'Asia, dicendo che
quelli costruiti con le mani, non sono dèi" (Atti 19:25,26).
Nonostante l'immoralità e il
paganesimo radicato, in Pergamo c'era una Chiesa, cioè
un gruppo di uomini e donne che, avendo creduto nel Signore, aveva il coraggio
di andare contro corrente e di "mantenere alta la Parola di vita":
"Siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una
generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo,
tenendo alta la parola di vita" (Filippesi
2:15,16).
IL DESTINATARIO
Come per tutte e sette le lettere
dell'Apocalisse, anche questa viene inviata al pastore
della Chiesa locale, che la avrebbe poi condivisa con tutti i credenti:
"All'angelo della Chiesa di Pergamo scrivi:..." (Apocalisse 2:12).
LA DESCRIZIONE DI CRISTO
In queste sette lettere, che tante
cose hanno in comune, Gesù si presenta ad ogni Chiesa
in modo diverso: "Queste cose dice colui che ha
la spada affilata a due tagli" (Apocalisse 2:12).
Qui compare come Colui
che ha la spada affilata a due tagli. Successivamente
scopriamo che questa spada procede dalla bocca del Signore: "Ravvediti
dunque, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò contro di loro con la
spada della mia bocca" (Apocalisse 2:16).
Alla luce della Scrittura sappiamo
che questa spada è figura della Parola di Dio: "Infatti
la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a
doppio taglio e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture
dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non v'è
nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui;
ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale
dobbiamo render conto" (Ebrei 4:12,13).
Anche l'apostolo Paolo parla della
spada della Parola di Dio: "Prendete anche l'elmo della salvezza e la
spada dello Spirito, che è la parola di Dio" (Efesini
6:17).
Dunque la
spada, simbolo della perfetta parola di Dio, ha il potere di giudicare e
distinguere tra verità ed errore. Essa ha altresì il potere di comandare
autorevolmente.
Al tempo in cui Giovanni scrisse, la spada faceva pensare agli occupanti romani
che la portavano quale simbolo dell'autorità ufficiale con potere di vita e di morte. Questa visione é molto
importante, perché ricordava alla Chiesa di Pergamo almeno due cose:
1. Il Signore è l'autorità suprema
Trovandosi in un ambiente pagano e ostile, i credenti di
Pergamo vivevano nel costante timore di persecuzione. Il
Signore ricorda che soltanto Lui detiene il vero potere: "E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: "Ogni potere
mi è stato dato in cielo e sulla terra" (Matteo 28:18).
2. Il Signore governa la Sua Chiesa
Egli rimane in ogni momento il Capo supremo: "Ogni cosa
egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla
Chiesa" (Efesini 1:22).
Gesù si presenta alla Chiesa di
Pergamo con la spada che procede dalla Sua bocca, perché deve riprendere e
soprattutto giudicare con la Sua Parola, quei credenti che si erano allontanati
dalla verità e come vedremo successivamente, avevano abbracciato dottrine
antiscritturali e assunto comportamenti amorali.
Lo stesso Giovanni vide in visione
il Signore che giudicava ed operava attraverso la spada della Parola:
"Nella sua mano destra teneva sette stelle; dalla sua bocca usciva una
spada a due tagli, affilata e il suo volto era come il sole quando risplende in
tutta la sua forza" (Apocalisse 1:16).
Gesù viene
poi descritto in azione, nella grande battaglia precedente il Millennio, sempre
con questa spada: "I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi
erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui.
Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è
la Parola di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo
seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro.
Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le
governerà con una verga di ferro e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta
scritto questo nome: Re dei re e Signore dei signori" (Apocalisse 19:12-16)
L'ELOGIO
Comincia con l'espressione: "Io
so", che nelle altre lettere viene tradotta
"io conosco": "Io so dove tu abiti, cioè là dov'è il trono di
Satana; tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la fede in
me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio fedele
testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita" (Apocalisse 2:13).
Il Signore dunque conosce ogni cosa anche per ciò che riguarda la Chiesa di
Pergamo. Vediamo cosa il Signore conosceva:
1. Io so dove tu abiti
Pergamo
era perseguitata, in difficoltà, ma Gesù sapeva e conosceva la sua sofferenza. Allo stesso modo
il Signore conosce ogni circostanza della nostra vita familiare, lavorativa,
scolastica. Egli conosce le tentazioni ed i problemi che affrontiamo. Il
Signore é assolutamente imparziale e non dimentica mai l'impegno, la fedeltà e
la costanza dei Suoi figli. Egli conosce anche quello che é sfuggito
all'osservatore disattento e superficiale: "Dio infatti
non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete dimostrato per
il suo nome con i servizi che avete resi e che rendete tuttora ai santi"
(Ebrei 6:10).
"Io so dove tu abiti". Quale conforto! Molti anni fa un piccolo
trovatello pose la sua mano in quella di un giovane medico che si era mostrato
molto gentile e cordiale con lui: "Vuoi vedere dove abito?" disse il
ragazzino. Il dottore rispose di sì ed il ragazzetto lo condusse nei covi di
povertà, squallore e vizio dei malfamati quartieri di Londra. Ciò che il dottore
vide quella sera lo spinse a fondare le "CASE DEL DOTTOR BERNARDO",
dove, in seguito, migliaia di bambini abbandonati avrebbero trovato asilo ed un
modo per diventare persone utili al loro paese.
Gesù sa
dove noi viviamo. Egli conosce i nostri problemi economici, le nostre tragedie
familiari, le difficoltà che incontriamo, le opprimenti circostanze tentatrici;
Egli conosce tutto, ma quando ci affidiamo a Lui, ci libera: "Nessuna
tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però
Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con
la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate
sopportare" (1Corinzi 10:13).
Il Signore proprio perché sa tutto
di noi, può liberarci: "Il Signore sa liberare i pii dalla prova"
(2Pietro 2:9).
2. Là dov'è il trono di Satana
Il
Signore sa che le difficoltà dei credenti di Pergamo non sono fittizie o
esagerazioni ma sono reali, perché in Pergamo vi è il trono di Satana.
Varie ragioni sono state date per spiegare come Pergamo potesse
essere chiamata "il trono di Satana". Ne segnaliamo due che sono le
ipotesi più accreditate:
A. Pergamo era un centro idolatrico per i suoi
molti templi. Qui si commetteva ogni sorta di peccato, di perversione e di immoralità.
B. Pergamo, come sede ufficiale dell'autorità romana e del tribunale, era un
luogo dove si poteva facilmente originare la persecuzione contro i cristiani,
qualora fossero denunciati come avversi all'adorazione, all'imperatore.
Satana, quindi, dimorava in essa in modo del tutto particolare. Tuttavia
i credenti avevano dimostrato, con la loro condotta, di essere degli autentici
cristiani. Non avevano tentato di salvare la propria vita rinnegando la
fede o rigettando la verità dell'Evangelo, infatti, il Signore conosce una terza cosa di questa Chiesa:
3. "Tuttavia tu rimani fedele al mio nome e non hai rinnegato la
fede in me, neppure al tempo in cui Antipa, il mio
fedele testimone, fu ucciso fra voi, là dove Satana abita".
Pergamo è rimasta ferma, non ha rinnegato la fede in
Lui. Rimanere fedeli al Signore Gesù,
è la caratteristica di ogni vero credente. Ricordiamo l'invito alla fedeltà
alla Chiesa di Smirne: "Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il
diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova e
avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla
morte e io ti darò la corona della vita" (Apocalisse 2:10).
Pergamo era rimasta
fedele anche nel momento in cui Antipa, un credente
della loro comunità, fu ucciso, dimostrando così la sua fedeltà al Signore fino
alla morte. Chi era questo Antipa?
La tradizione ecclesiastica dice che questo primo martire, il cui nome
significa "solo contro tutti", sia stato
accusato dai sacerdoti del dio Esculapio. Si sa che
in quel tempo, dare il titolo di "Signore" a Gesù
Cristo, anziché a Cesare, era sufficiente per essere condannati al supplizio.
Fu dunque portato dinanzi a una statua di Cesare, dove
gli fu detto di giurare che l'imperatore era Dio. Ma Antipa proclamò coraggiosamente che solo Gesù era il Signore e che non vi era altro Dio fuori di
Lui. Allora il funzionario romano esclamò: "Antipa, non sai tu che tutto il mondo è contro di te?"
Antipa rispose: "Allora Antipa
è contro il mondo intero!" Fu allora rinchiuso all'interno di un toro di
bronzo e gli si accese sotto un fuoco, fino a che fu bruciato a morte.
Anche
Tertulliano riferisce di un cristiano dallo stesso nome martirizzato durante
l'Impero di Domiziano, il che é più verosimile come periodo.
Gesù loda
i santi di Pergamo, perché malgrado la morte di Antipa, continuano coraggiosamente a proclamare Gesù come il solo Signore. Egli li elogia anche perché
rimangono fermamente legati all'Evangelo, anziché mescolarlo o pervertirlo con
le aberrazioni delle religioni pagane. Senza dubbio molti cristiani della
Chiesa di Pergamo dovettero morire per la loro fede.
Nei giorni in cui tutto è calmo e
splende il sole, non è difficile benedire Dio. Ma quando incontriamo le
tribolazioni, quando appare all'orizzonte la nuvola di tempesta, quando
crollano i nostri piani lungamente accarezzati, quando viene meno la salute e
la nostra fede viene messa alla prova, resteremmo
fedeli?
IL RIMPROVERO
Gesù rimprovera questa Chiesa che,
forte all'esterno, appare fragile all'interno: "Ma ho qualcosa contro di
te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam,
il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i
figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a
fornicare. Così anche tu hai alcuni che professano similmente la
dottrina dei Nicolaiti" (Apocalisse 2:14,15).
Pergamo era rimasta
fedele in mezzo alle persecuzioni, perciò Satana cerca ora di creare dei problemi
all'interno con false dottrine e falsi insegnamenti. Satana é astuto e quando
non riesce a rovinare la testimonianza con il peccato, con gli attacchi
dall'esterno, opera all'interno di essa. Sfrutta la
superficialità dei credenti, la loro tolleranza al peccato ed il loro benessere
per addormentarli. É stato osservato che questa Chiesa
prefigura l'inizio dell'allontanamento da Cristo a causa dei suoi compromessi.
Ma questo non é accaduto improvvisamente. Ci sono
state delle azioni e dei comportamenti incoerenti che, insieme alla mancanza di
vigilanza, li hanno portati all'apostasia. Cosa era
successo nella Chiesa di Pergamo? Due cose terribili:
a. Vi erano alcuni
credenti che professavano la dottrina di Balaam
Questi era un uomo
ambiguo che aveva riconosciuto l'Eterno come il Suo Dio, annoverandolo però con
gli altri dei che serviva. La storia di questo profeta
assoldato da Balac, Re di Moab,
é raccontata nel libro dei Numeri nei capitoli dal 22 al 24. Balaam avrebbe dovuto maledire Israele per conto di Balac, ma gli fu impedito di
pronunciare la maledizione. In questo contesto,
significativa é la vicenda dell'asina parlante (Numeri 22:21-31). Alla fine Balaam dovette benedire Israele (Numeri 24:15-24). Tuttavia, sebbene non abbia
potuto acconsentire alle richieste di Balac di
maledire Israele, diede però dei subdoli e diabolici suggerimenti su come
allontanare Israele dal Signore e farlo cadere in una situazione di condanna e
di giudizio, facendolo partecipare alle loro feste idolatriche,
perché fosse sedotto dalle figlie di Moab,
prostituendosi con loro: "Or Israele era stanziato a Sittim
e il popolo cominciò ad avere rapporti con le figlie di Moab.
Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dei; e il popolo mangiò
e si prostrò davanti ai loro dei. Israele si unì a Baal-Peor
e l'ira del Signore si accese contro Israele" (Numeri 25:1-3).
Successivamente
ci viene confermato che questo fu il consiglio di Balaam
per trascinare Israele all'idolatria: "Ecco, sono esse che, per
suggerimento di Balaam, trascinarono i figli
d'Israele all'infedeltà verso il Signore, nel fatto di Peor,
per cui il flagello scoppiò nella comunità del Signore" (Numeri 31:16).
Perciò la dottrina di Balaam, in questo contesto, é la
dottrina di coloro che con la scusa di volersi disfare di ogni grettezza,
strettezza e settarismo, propongono un'apertura sbagliata verso il mondo. Purtroppo
il risultato é quello di introdurre la rilassatezza e la mondanità nella
Chiesa, cosa molto grave: "O gente adultera, non sapete che l'amicizia del
mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. Oppure
pensate che la Scrittura dichiari invano che: "Lo Spirito che egli ha
fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia"? (Giacomo 4:4,5).
L'invito del Signore è quello di non
amare il mondo: "Non amate il mondo né le cose che sono
nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non
è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza
della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene
dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma
chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (1Giovanni 2:15-17).
L'obiettivo di Satana è distruggere
la Chiesa dall'interno, servendosi di coloro che ne fanno
parte. Non ci si deve lasciare ingannare ricorrendo ad eufemismi.
La Parola di Dio chiama quest'intrusione del mondo nella Chiesa, idolatria e
fornicazione.
Quindi, per mancanza di disciplina e vigilanza nella Chiesa di Pergamo, la
tendenza alla mondanità é diventata dottrina.
l Nuovo
Testamento ci mette in guardia dallo spirito di Balaam:
"Lasciata la strada diritta, si sono smarriti seguendo la via di Balaam, figlio di Beor, che amò
un salario di iniquità, ma fu ripreso per la sua prevaricazione: un'asina muta,
parlando con voce umana, represse la follia del profeta" (2Pietro
2:15,16).
Oltre che Pietro, anche Giuda ne
parla nella sua epistola: "Guai a loro! Perché si sono incamminati per la
via di Caino e per amor di lucro si sono gettati nei
traviamenti di Balaam e sono periti per la ribellione
di Core" (Giuda 11).
Il compromesso è la dottrina di
Satana. Nella Chiesa di Pergamo alcuni credenti erano scesi a compromesso con
il peccato. Il diavolo vuole che noi facciamo alleanza con il male.
b. Vi erano altri credenti che professavano la dottrina
dei Nicolaiti
Come abbiamo già osservato parlando della Chiesa di Efeso, probabilmente i Nicolaiti
erano coloro che insegnavano la divisione fra clero e laici, oppure Nicola si
era lasciato trasportare dallo splendore della filosofia greca e ne aveva
accolto la dottrina secondo la quale lo spirito dell'uomo é naturalmente buono
e il corpo é naturalmente malvagio. Egli era così giunto alla
conclusione che l'appagamento dei desideri corporali non contaminava lo
spirito. Ciò porgeva ai playboy di quel tempo la possibilità di giustificare un
contegno immorale con argomenti religiosi. Un agevole compromesso con il mondo
era il punto centrale del suo insegnamento.
Sembra che ci fosse
uno stretto rapporto tra il pensiero dei Nicolaiti e
l'insegnamento di Balaam, forse perché la dottrina
dei Nicolaiti comportava lo stesso lassismo
morale.
Lo stesso genere di compromesso possiamo vederlo oggi attorno a noi: alcuni si formano
un'idea sbagliata sull'amore e sulla libertà cristiana, che li porta, spesso a
vivere in maniera licenziosa. Costoro sostengono principi che, in sostanza,
incoraggiano peccati condannati severamente dalla Bibbia.
La Chiesa di Pergamo, forte
all'esterno, aveva allentato la sua vigilanza all'interno. Questo dimostra
l'importanza della vigilanza e la necessità che nella Chiesa si eserciti la
disciplina per eliminare ogni deviazione morale e dottrinale.
Il Signore vuole che vigiliamo,
affinché nulla di estraneo e di deleterio si insinui
nella nostra vita. Il desiderio di Dio per la Sua Chiesa è quello di
santificarla e di prepararla per la gloria eterna: "Cristo ha amato la Chiesa
e ha dato sé stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola
con l'acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza
macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile" (Efesini 5:25-27).
Lo Spirito Santo ci guida in tutta
la verità e noi dobbiamo collaborare con Lui per
togliere il male.
L'ESORTAZIONE
Il monito è "ravvediti":
"Ravvediti dunque, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò contro di
loro con la spada della mia bocca" (Apocalisse 2:16).
Siccome la dottrina di Balaam e dei Nicolaiti aveva intaccato alcuni credenti e questi non erano stati
ripresi ed espulsi dalla comunione fraterna, il Signore ritiene questa comunità
responsabile e l'invita a pentirsi e a cancellare questa macchia.
Ogni peccato, commesso sia
corporalmente che spiritualmente, distrugge la comunione del credente col
Signore fino a che non sia giudicato e perdonato. Gesù consente che la comunità provveda ad
espellere tutti quelli che insegnano e praticano una simile eresia, fino
a che essi non si pentano. Altrimenti egli stesso li combatterà con la spada
della sua Parola.
L'espressione "fra poco verrò
da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca", illustra l'imminenza
del giudizio. Da notare che "la spada della Sua
bocca" ci parla di giudizio e di punizione dei colpevoli. Egli come
Giudice pronuncia queste parole.
I credenti di Pergamo dovevano
cambiare pensiero e atteggiamento, dovevano mutare le loro vie. Non c'è posto
nel corpo di Cristo per coloro che continuano a vivere
nel peccato. La Bibbia avverte che, coloro i quali si trovano in questa
situazione, non erediteranno il regno di Dio: "Non sapete che gli ingiusti
non erediteranno il regno di Dio? Non v'illudete; né fornicatori,
né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né
ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio"
(1Corinzi 6:9,10).
L'invito al ravvedimento è rivolto
non solo alla Chiesa di Pergamo, ma anche ad ogni credente. Quando
dopo essere "nati di nuovo", ritorniamo a riprendere o a fare alcune
cose che avevamo lasciato, abbiamo bisogno di ravvederci. Il ravvedimento
quindi non riguarda solo il mondo, ma anche il credente: "Se il mio
popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia,
prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò
dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati e guarirò il suo paese" (2Cronache
7:14).
Più volte la Bibbia ci ricorda che
Dio ha chiamato i credenti "non a impurità
(immoralità), ma a santificazione": "Infatti Dio ci ha chiamati non a
impurità, ma a santificazione. Chi dunque disprezza questi precetti, non
disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito"
(1Tessalonicesi 4:7,8).
Gesù
ritornerà per redimere quelli che sono stati da Lui purificati ed hanno
accettato la vittoria che Egli ha dato loro sul peccato, ma la spada della Sua
bocca distruggerà i peccatori e abbatterà l'empio sistema di questo mondo,
quando cioè l'ira dell'Onnipotente si manifesterà
prima di stabilire il suo regno millenario sulla terra: "Poi vidi il cielo
aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che
lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con
giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti
diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce
fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. Gli eserciti che sono
nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino
bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le
nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro e pigerà il tino del vino
dell'ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e
sulla coscia porta scritto questo nome: Re dei re e Signore dei signori"
(Apocalisse 19:11-16).
Purtroppo sembra che neanche questa
Chiesa si sia ravveduta, infatti, la gloriosa Pergamo,
è oggi una piccola città Maomettana
LA PROMESSA
Vi è qui una duplice promessa per chi desidera ascoltare la voce dello Spirito
Santo: "Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. A chi
vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non
colui che lo riceve" (Apocalisse 2:17).
Dio si rivolge a coloro che desiderano ascoltarlo:
"Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi
succulenti! Porgete l'orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete; io farò
con voi un patto eterno, vi largirò le grazie stabili promesse a Davide"
(Isaia 55:2,3).
In questo caso "ascoltare" significa prendere in
considerazione tutti gli aspetti di ciò che dice il Signore. La promessa
di una vita vittoriosa e benedetta é legata a questo ascolto.
A tutti i credenti che si mostreranno forti e saranno vittoriosi mediante la
fede e l'ascolto della voce dello Spirito Santo, il Signore promette dei premi.
Essi riceveranno:
a. La manna nascosta
La manna servì di sostentamento ad Israele nel deserto. Essa ci parla di vita. Gesù si dichiarò il pane disceso dal cielo: "I vostri
padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende
dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivente, che è
disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che
io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo" (Giovanni 6:49-51).
A chi vince il Signore promette un cibo celeste, alimento di una vita di
beatitudine. Cristo, vera manna, soddisferà tutti i bisogni e le aspirazioni
del Suo popolo in un modo tale che la mente umana non riuscirebbe
a immaginare. In Lui c'è sazietà.
b. La pietruzza bianca
Aveva anticamente un
triplice uso:
* Rappresentava il
voto d'assoluzione per un accusato. Molti tribunali al tempo di Giovanni,
davano una pietra bianca a un accusato quando era
assolto e una pietra nera quando era trovato colpevole. Il ricevere una pietra
bianca con un nuovo nome su di essa suggerisce l'idea
del completo perdono del credente e del suo favore presso Dio.
* Garantiva l'entrata
ad importanti spettacoli e banchetti d'onore. Per comprendere quest'immagine si deve ricordare che ai tempi di Giovanni
vi era l'usanza di dare una pietra bianca con il nome agli invitati di una
certa festa, perché potessero essere accolti e ricevuti. Questa usanza fa
pensare alla sicurezza interiore data dallo Spirito Santo ai credenti (Romani 8:15-16) e che, essendo una "caparra" delle
ricchezze che riceveremo, costituisce la garanzia di essere accolti dal
Signore. Questa sicurezza interiore è sperimentata solo quando ascoltiamo e
ubbidiamo allo Spirito Santo.
* La pietruzza
bianca (colore della vittoria) era consegnata ai vincitori di gare olimpiche su
cui c'era scritto il proprio nome. Questa pietra dava diritto al vincitore di
vari onori e privilegi quando faceva ritorno alla sua città. A chi vince qui
sulla terra, sono assicurati da Cristo onori e privilegi
nella patria celeste. Il nome nuovo forse testimonia il cambiamento che avviene
nella vita d'ogni credente che ha combattuto fino alla fine restando fedele.
L'accenno al nuovo nome é per ricordare che al cielo non si accede
senza trasformazione. Lo stesso accadde a Giacobbe "l'imbroglione"
che divenne Israele "colui che lotta con
Dio", il "principe di Dio", che recava visibilmente il segno del
suo cambiamento.
Nessuno conosce questo nome, se non colui che lo riceve, perché le lotte e le
vittorie di un'anima sono esperienze individuali, che solo Dio conosce.
Vuoi sapere quale sarà il nome nuovo che riceverai? Vinci e lo leggerai sulla
pietruzza bianca!
L'applicazione profetica: Il Cristianesimo dell'era Costantiniana
(313-600).
Per chi vede che le lettere
indirizzate alle sette Chiese siano la descrizione della Chiesa mondiale nei
secoli, questa rappresenterebbe "la Chiesa statale", il cristianesimo
assurto a religione di stato in epoca Costantiniana
dal 313 al 600. Dopo la persecuzione, la morte cruenta di
fedeli testimoni, come Policarpo ed Antipa, ecco
l'abbraccio mortale fra Chiesa e Stato.
La Chiesa di Pergamo, oltre che a
descrivere una situazione contingente, prefigura la mescolanza che si è
determinata nella Chiesa, allorquando l'imperatore Costantino, nel IV secolo, fece del cristianesimo la religione di Stato.
Dopo la sua vittoria contro Massenzio (312 d.C.) pubblicò l'editto di Milano
(313 d.C.), che legalizzava il cristianesimo. Ma non
deve essere ignorato che in tutto questo vi era uno scopo politico: raccogliere
i suffragi dei cristiani che erano sempre più numerosi. In questa logica il
cristianesimo fu imposto. I templi pagani furono trasformati in Chiese e le
feste intrise di tradizioni pagane furono cristianizzate. In
realtà, con quest'operazione non è l'impero romano
che é divenuto cristiano, ma il cristianesimo che si è compromesso con il
paganesimo. L'idolatria pagana si è diffusa e le pratiche magiche hanno
invaso la Chiesa. Infatti é in quel periodo che si é
cominciato a praticare la preghiera per i morti, il segno della croce, si é
diffusa la celebrazione della messa, il culto delle immagini, il culto dei
santi e degli angeli, il culto delle reliquie, il culto di Maria,
la dottrina del purgatorio, la confessione auricolare ecc.
Cessarono le persecuzioni di massa,
ma questo riconoscimento ufficiale non recò alla Chiesa nessuna benedizione,
bensì una maledizione. I capi della Chiesa stipularono sempre più compromessi
con il mondo allo scopo di guadagnare favori e potere. Cominciò a svilupparsi
una gerarchia ecclesiastica, in cui il vescovo di Roma esigeva una crescente
preminenza a motivo della sua residenza nella stessa sede del governo imperiale.
Egli cercava poi di rafforzare tale sua pretesa con la dichiarazione di una
successione apostolica; asserendo che questa sua sede in Roma risaliva
direttamente a Pietro e che il "Grande
pescatore" era il fondamento della Chiesa. Perciò, come la Chiesa di
Pergamo fece un compromesso con il paganesimo e con la sua immoralità, così la
Chiesa del lV e del V secolo
strinse un legame impuro con lo Stato romano e commise quindi "adulterio
spirituale".
Perciò
l'operazione, che da un punto di vista umano poteva sembrare un successo, é
divenuta una gran sorgente d'inquinamento. La Chiesa anziché essere
l'insieme dei "chiamati fuori", di coloro che
liberamente hanno risposto all'invito del Signore, é divenuta un insieme
di gente raccogliticcia. Da istituzione divina si é
trasformata in istituzione umana; é divenuta una Chiesa di stato con tutte le
conseguenze funeste che vediamo oggi e tendente sempre più al sincretismo. Ora,
nella lettera a Pergamo, abbiamo i primi accenni di questo processo
degenerativo, che porterà la Chiesa nella sua espressione esteriore ad andare
sempre più lontano, divenendo una Chiesa antagonista, una contraffazione, cioè la Babilonia. Tutto questo contiene un forte richiamo
alla vigilanza. Spesso si comincia con delle piccole deviazioni che divengono
sempre più grandi. Lontani dall'ubbidienza alla Parola del Signore si finisce
per cadere nell'errore più deleterio. Cosi ci saranno all'interno di questa
Chiesa persone che diranno: "Signore, Signore", ma il Signore non le
avrà mai conosciute. Un accenno a questa situazione
sembra contenuto nello stesso nome Pergamo, che significa, "elevato",
per indicare una Chiesa che si é innalzata, inorgoglita, che afferma di essere
la "sposa di Cristo", mentre in realtà, lo ha tradito
CONCLUSIONE
Gli insegnamenti contenuti in questa
lettera non potrebbero essere più attuali. In tempi segnati dall'irenismo e dal
sincretismo religioso, abbiamo il dovere d'essere scrupolosi
e vigilanti, per non tollerare all'interno della Chiesa, né mondanità,
né alcun'altra forma di deviazione dottrinale. Oggi
taluni cercano di far posto nella Chiesa anche a quelli che continuano a vivere
nel peccato. La Bibbia, però, avverte che coloro i quali si trovano in questa
situazione non erediteranno il regno di Dio.
È pericoloso scherzare con il fuoco
e camminare sull'orlo del precipizio, così come sono pericolosi i compromessi
con il mondo. Il Vangelo non fa della casistica, proibendo per esempio questo o
quel divertimento e passatempo, ma dà delle direttive generali a cui deve
ispirarsi la condotta del credente. I credenti sono stati lavati, santificati (cioè messi da parte per Dio), giustificati (ossia dichiarati
giusti e liberi dalle colpe), nel nome del Signore Gesù
Cristo e "mediante lo Spirito dell'Iddio nostro" (1Corinzi 6:11).
Peccare contro il proprio corpo é peccare contro il tempio dello Spirito Santo
(1Corinzi 6:18-19).
Si é chiamati a glorificare Dio non solo nel proprio spirito, ma anche nel
proprio corpo, perché e l'uno e l'altro Gli appartengono (1Corinzi 6:20).
Possa Iddio aiutare ogni sincero credente ad allontanarsi dai Balaam e dai Nicolaiti di questo
mondo e a rigettare ogni più piccola sfumatura del loro insegnamento che
potrebbe tentarli a qualche compromesso o spingerli a mostrarsi deboli verso il
peccato. Non amiamo il mondo e fuggiamo il male: "Ecco, temere il Signore,
questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza" (Giobbe 28:28)