L'UOMO DI CUI DIO SI SERVE

Colui che è veramente “nato di nuovo”, avrà nella sua vita un solo forte ed intenso desiderio, ossia, essere uno strumento valido nelle mani del Signore: “Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona” (2Timoteo 2:21). Chiunque sia disposto a pagarne il prezzo potrebbe diventare un prezioso strumento nelle mani di Dio, indipendentemente dalle doti naturali che possiede. Chi è dunque L’uomo di cui Dio si serve?

 

Colui che ha nella vita un solo fine

            Se il nostro cuore è diviso fra cose carnali e spirituali, non potremo servire liberamente il Signore. Vivremo continuamente conflitti interiori e verrà meno lo slancio necessario per essere servitori dell’Eterno: “Nessun domestico può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona” (Luca 16:13). Come l’apostolo Paolo, dobbiamo correre verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione. Questo è il sentimento di quanti sono maturi: “Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù. Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi” (Filippesi 3:13-15).

Il nostro fine è la salvezza dell’anima: “Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime” (1Pietro 1:8,9).

Colui che ha nella vita uno scopo spirituale, si dedicherà interamente ad esso: “Non trascurare il dono che è in te e che ti fu dato mediante la parola profetica insieme all'imposizione delle mani dal collegio degli anziani; occupati di queste cose e dèdicati interamente ad esse perché il tuo progresso sia manifesto a tutti” (1Timoteo 4:14,15).

            Se il nostro cuore è diviso saremo sempre insoddisfatti e difficilmente giungeremo al successo. L’opera di Dio deve assorbire tutta la nostra attenzione. Questo non vuol dire non avere altri interessi nella vita, ma che tutto abbia un’importanza secondaria rispetto al fine supremo della vita del cristiano: Dio e la Sua opera.

L’uomo di cui Dio si serve è:

Colui che si è messo a Sua completa disposizione

Dio, cerca credenti che si rendano completamente disponibili per l’opera Sua, persone che dicano: “Eccomi Signore, sono pronto a fare la tua volontà”: “Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!» (Isaia 6:8). Dio cerca credenti desiderosi di dipendere interamente dalla Sua Parola e che stiano sempre pronti a recepirla per metterla in pratica: “Il Signore venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta» (1Samuele 3:10). Nell’Antico Testamento si offrivano olocausti sull’altare. L’apostolo Paolo, che conosceva molto bene questo tipo di sacrifici, invita ogni credente ad offrire se stesso sull’altare dell’offerta: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Romani 12:1,2). Colui che si è messo a completa disposizione del Signore, dipenderà da Lui permettendogli di operare come Lui vuole: «Casa d'Israele, non posso io far di voi quello che fa questo vasaio?» Dice il Signore. «Ecco, quel che l'argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia, casa d'Israele!” (Geremia 18:6). Siamo a disposizione di Dio? Abbiamo detto il nostro “sì” a Lui e il nostro “no” a noi stessi? “Avrò gli occhi sui fedeli del paese per tenerli vicini a me; chi cammina per una via irreprensibile sarà mio servitore” (Salmo 101:6).

L’uomo di cui Dio si serve è:

Colui che ha imparato a vincere con la preghiera

Coloro di cui Dio si è servito e che hanno lasciato un segno sono stati sempre uomini e donne di preghiera. È possibile avere capacità naturali, talenti e doni, ma non servirebbero a nulla, ai fini dell’eternità, senza le vittorie avute in preghiera: “Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: "Rendimi giustizia sul mio avversario".  Egli per qualche tempo non volle farlo; ma poi disse fra sé: "Benché io non tema Dio e non abbia rispetto per nessuno, pure, poiché questa vedova continua a importunarmi, le renderò giustizia, perché, venendo a insistere, non finisca per rompermi la testa"». Il Signore disse: «Ascoltate quel che dice il giudice ingiusto. Dio non renderà dunque giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui? Tarderà nei loro confronti? Io vi dico che renderà giustizia con prontezza. Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Luca 18:1-8). Vediamo alcuni esempi:

·        ABRAMO “Abraamo gli si avvicinò e disse: «Farai dunque perire il giusto insieme con l'empio? Forse ci sono cinquanta giusti nella città; davvero farai perire anche quelli? Non perdonerai a quel luogo per amore dei cinquanta giusti che vi sono? Non sia mai che tu faccia una cosa simile! Far morire il giusto con l'empio, in modo che il giusto sia trattato come l'empio! Non sia mai! Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?» Il Signore disse: «Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti, perdonerò a tutto il luogo per amor di loro». Abraamo riprese e disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore, benché io non sia che polvere e cenere. Forse, a quei cinquanta giusti ne mancheranno cinque; distruggerai tutta la città per cinque di meno?» E il Signore: «Se ve ne trovo quarantacinque, non la distruggerò». Abraamo continuò a parlargli e disse: «Forse, se ne troveranno quaranta». E il Signore: «Non lo farò, per amore dei quaranta». Abraamo disse: «Non si adiri il Signore e io parlerò. Forse, se ne troveranno trenta». E il Signore: «Non lo farò, se ne trovo trenta». Abraamo disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore. Forse, se ne troveranno venti». E il Signore: «Non la distruggerò per amore di venti». Abraamo disse: «Non si adiri il Signore, e io parlerò ancora questa volta soltanto. Forse, se ne troveranno dieci». E il Signore: «Non la distruggerò per amore dei dieci». Quando il Signore ebbe finito di parlare ad Abraamo, se ne andò. E Abraamo ritornò alla sua abitazione” (Genesi 18:23-33).

·        GIACOBBE: “E l'uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l'alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!» L'altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» E lo benedisse lì” (Genesi 32:26-30).

·        EPAFRA: “Epafra, che è dei vostri ed è servo di Cristo Gesù, vi saluta. Egli lotta sempre per voi nelle sue preghiere perché stiate saldi, come uomini fatti, completamente disposti a far la volontà di Dio” (Colossesi 4:12).

            Vogliamo fare nostro l’invito dell’apostolo Paolo: “Abbiate sempre gioia non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Tessalonicesi 5:16-18). Non cessiamo mai di pregare: “Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi” (Efesini 6:18). Trascurare la preghiera può significare la sicura morte spirituale: “Poi venne, li trovò che dormivano e disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato capace di vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole» (Marco 14:37,38).

L’uomo di cui Dio si serve è:

 Colui che ama e studia la Parola di Dio

È necessario che la Parola di Dio sia non solo letta, ma anche meditata ed assimilata per fede. Essa deve diventare il nostro cibo e la nostra migliore bevanda spirituale di ogni giorno. Dobbiamo dipendere dalla Parola di Dio, perché la nostra fede è basata su di essa: “Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17). La Bibbia è la rivelazione di Dio all’uomo, pertanto è necessario che ci atteniamo solo ed unicamente ai Suoi insegnamenti. La Bibbia insegna, esorta a fare la volontà di Dio, corregge il nostro pensiero e la nostra condotta, educa alla giustizia. Come i genitori educano i loro figli, allo stesso modo la Parola di Dio ci educa: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Timoteo 3:16,17). Dobbiamo dipendere dalla Parola di Dio perché è vivente e come tale opera nel cuore di chi crede: “Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto” (Ebrei 4:12,13).

La Bibbia deve essere letta:

·      Giornalmente: “Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte”…“Oh, quanto amo la tua legge! É la mia meditazione di tutto il giorno. I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici; perché sono sempre con me” (Salmo 1:1-2 e 119:97-98). Come ogni giorno mangiamo, facendo colazione, pranzo, cena e talvolta anche lo spuntino, così ogni giorno dobbiamo cibarci della Parola di Dio: “Come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono” (1Pietro 2:2,3). Giosuè invitò tutto il popolo a meditare la Scrittura: ”Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1:8).

·      Devotamente: non con superficialità, come fosse un romanzo o un libro di avventura: “Poiché Esdra si era dedicato con tutto il cuore allo studio e alla pratica della legge del Signore, e a insegnare in Israele le leggi e le prescrizioni divine” (Esdra 7:10).

·      Sistematicamente: non come capita. Bisogna investigare le Scritture: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d'aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita”! (Giovanni 5:39,40).

Ovviamente la Parola di Dio va:

·      Vissuta. È necessario vivere, dipendendo dalla Parola di Dio altrimenti saremmo solo dei religiosi come i Farisei: “Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com'era. Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare” (Giacomo 1:22-25). La nostra fede risulterà instabile, se non la mettiamo in pratica: «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande» (Matteo 7:24-27).

Il cattivo uso della Bibbia

La Bibbia Pronto Soccorso

Molti la leggono quando si ritrovano gravemente ammalati, oppure stanno vivendo grosse difficoltà personale e familiari. Solo allora si ricordano della Parola Di Dio. Le pagine di questo meraviglioso libro si ingialliranno e la polvere si depositerà su di essa. Così accade anche al cuore di colui che non fa stima della Parola di Dio.

La Bibbia feticcio

Alcuni considerano la Bibbia come un feticcio, un talismano, un portafortuna, che possiede qualche potere magico contro la iella, la sfortuna o per esorcizzare i pericoli. Così c’è chi va incontro ad un’interrogazione o ad un esame, tenendo stretta, stretta la Bibbia al cuore o chi assalito dalla paura della notte la mette sotto il cuscino. Quest’attitudine non è dissimile da quella mostrata nei confronti dei vari amuleti che la gente superstiziosa crede abbiano un potere magico. La Bibbia è fatta di carta, comune a tanti altri libri: è il contenuto che se letto, accettato, creduto ed ubbidito, quale Parola di Dio, genera la fede nei cuori.

La Bibbia cartomante

Si tratta di quello strano uso che ne fanno coloro che “spaccano la Bibbia”, cioè la aprono a caso e poi (magari con gli occhi chiusi) mettono il dito su un verso pensando che quella è la risposta di Dio ai loro problemi o alle loro scelte. Questo non è un metodo da utilizzare, perché è molto, molto pericoloso. Evitiamo quest’uso smodato della Bibbia, che somiglia tanto al metodo usato dai cartomanti per conoscere il futuro. Dio sa come guidarci attraverso la Sua Parola. Impariamo allora a leggerla giornalmente, sistematicamente meditando due capitoli dell’Antico Testamento, un Salmo e due capitoli del Nuovo Testamento.

L’uomo di cui Dio si serve è:

Colui che ha un messaggio di vita per il mondo perduto

Dobbiamo evangelizzare e non rimanere in silenzio accampando scuse. Non ci sia silenzio nella nostra vita come c’insegna questa storia conosciuta come: «Deleta Silentio». Erano queste le parole di un'iscrizione di un'antica città. Narra la leggenda che il principe della città, essendo stato una volta messo in allarme senza ragione, ordinò che non gli fossero più recate cattive notizie, sotto pena di morte. Passava i giorni e le notti negli agi e nei piaceri. Quando il nemico venne, la sentinella non ebbe il coraggio di suonare l'allarme. E così fu che la città fu facile preda dei devastatori, e la sua distruzione fu descritta appunto con queste parole: «Deleta Silentio», distrutta dal silenzio!
  
         Come figli di Dio siamo i Suoi rappresentanti in questo mondo e dobbiamo renderci conto che il nostro messaggio sarà vita per alcuni e morte per altri: “Noi siamo infatti davanti a Dio il profumo di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione; per questi, un odore di morte, che conduce a morte; per quelli, un odore di vita, che conduce a vita. E chi è sufficiente a queste cose”? (2Corinzi 2:15,16).

L’uomo di cui Dio si serve è:

Colui che ha fede e si aspetta dei risultati

Dio si serve di cristiani che hanno fede completa in Lui. Al Signore piacciono i credenti che si accostano a Lui con piena fiducia: “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6).

Se abbiamo fede dobbiamo aspettarci dei risultati: “Il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano o re. Anche se questo non accadesse, sappi o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai fatto erigere». E questi tre uomini, Sadrac, Mesac e Abed-Nego, caddero legati in mezzo alla fornace ardente. Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: «Non erano tre, gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?» Quelli risposero e dissero al re: «Certo o re!» «Eppure», disse ancora il re, «io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l'aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi. Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace ardente e disse: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, servi del Dio altissimo, venite fuori!» E Sadrac, Mesac e Abed-Nego uscirono dal fuoco” (Daniele 3:17-18,23-26).

Spesso, forse, ci troviamo a vivere la nostra vita cristiana senza degli obiettivi spirituali, precisi. Se Gesù ci chiedesse ora: “Che vuoi tu che io ti faccia?”, abbiamo una risposta e una richiesta pronta da presentarGli? Non accontentiamoci di tirare avanti superficialmente, aspettiamoci qualcosa di nuovo e non perdiamo di vista il traguardo: “Vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, egli chiese loro l'elemosina. Pietro, con Giovanni, fissando gli occhi su di lui, disse: «Guardaci!» Ed egli li guardava attentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!» Lo prese per la mano destra, lo sollevò; e in quell'istante le piante dei piedi e le caviglie gli si rafforzarono. E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio (Atti 3:3-8).

            L’uomo di cui Dio si serve è:

Colui che opera sotto l’unzione dello Spirito Santo

Poche parole pronunciate sotto l’unzione dello Spirito Santo, valgono più di mille discorsi umani: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra” (Atti 1:8). Dio si serve di credenti che oltre ad essere stati salvati e battezzati, continuino a vivere la pienezza dello Spirito Santo: “Adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua Parola in tutta franchezza, stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante il nome del tuo santo servitore Gesù». Dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti, tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito Santo, e annunziavano la Parola di Dio con franchezza” (Atti 4:29-31)

 

CONCLUSIONE

Nei momenti di crisi economica, sociale, morale, religiosa, spirituale, cercasi persone che facciano sul serio e nei quali vi è lo Spirito di Dio: “Allora egli mi rispose: «É questa la parola che il Signore rivolge a Zorobabele: "Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio", dice il Signore degli eserciti” (Zaccaria 4:6).