La costanza (Ebrei 10:36)
La paternità dellepistola agli Ebrei è sconosciuta, tuttavia, ciò non influisce sulla canonicità
e sul suo valore dottrinale. Di questa lettera non conosciamo lo scrittore, ma
ne conosciamo l'Autore: Dio.
Intorno allo scopo di questa missiva
possiamo affermare che, sebbene oggi, le argomentazioni della lettera siano
valide per tutti i credenti, appare chiaro come originariamente
esse fossero indirizzate soprattutto ai cristiani provenienti dal giudaismo, i
quali erano in serio pericolo di tornare alle le forme cerimoniali del culto
ebraico (cfr. Atti 7:6; Atti 15:1). La preoccupazione
dello scrittore è perciò, soprattutto, di carattere dottrinale e consiste nel
mettere in evidenza la superiorità della Dispensazione della grazia rispetto
a quella della Legge. Il libro fu scritto prima della distruzione di
Gerusalemme e del tempio, che avvenne per opera dei Romani nel 70 d.C.
Il testo di Ebrei 10:36 introduce un
argomento importante: La costanza.
Sguardo
generale.
Cosè la costanza? È: Fermezza,
tenacia, inflessibilità, fedeltà, stabilità, persistenza, saldezza, coerenza
(Dizionario Zanichelli 94).
La mancanza di costanza è un problema che
affligge ogni credente e in modo particolare i giovani. Gli esempi biblici al
riguardo sono molteplici. Fra questi spicca sicuramente la vita di Pietro nei
tre anni che seguì il Maestro. Per
lalternarsi dei suoi stati danimo, egli appare come una sinusoide (Matteo 14:28,29; 14:30-31; Matteo 16:13-16; Matteo 16:21-23; Giovanni
13:5-8; Giovanni 13:8-10; 13:36-37; Matteo 26:56; Giovanni 18:10-11; Matteo
26:58; Giovanni 20:3-7; 21:3). In questo studio affronteremo:
Ø
Le
tre cause che portano allincostanza;
Ø
Le
tre conseguenze che questa incostanza comporta;
Ø Le tre soluzioni
che la Parola di Dio ci propone.
Le tre cause dellincostanza
1. Prima causa:
Promesse non mantenute. A volte cè un gran divario tra quello
che promettiamo a Dio e quello che riusciamo a
mantenere (Proverbi 20:25;
Ecclesiaste 5:1-7). Abramo: un esempio
da imitare(Genesi 18:1-8).
2. Seconda causa:
Dipendere dagli altri. Non cè nulla di male nellessere stimolati dallesempio
positivo di altri uomini di Dio (Filippesi 3:17)ma molte volte il nostro umore è legato alle loro esperienze (2Cronache
24:1-3,17-18).
3. Terza causa: Poca conoscenza
della PArola di Dio. Un esempio è quello dei discepoli dopo la crocifissione di Gesù
(Luca 24:13-26 cfr. con Marco
10:32).
Le tre conseguenze dellincostanza
1. Prima conseguenza: Perdita di
fiducia da parte degli altri.Lincostanza produce nella nostra vita la mancanza di fiducia da
parte degli altri (Matteo 21:28-31; Luca 9:57,58).
2. Seconda conseguenza: Perdita di
fiducia in noi stessi. Dobbiamo avere un concetto sobrio di noi stessi (Romani 12:3); è deleterio avere un concetto troppo alto o molto basso
(1Corinzi 15:10).
3. Terza conseguenza: Perdita del
tempo prezioso. Lincostanza
ci fa perdere tante occasioni di servire il Signore che non recupereremo mai
più (Ebrei 12:17).
Le tre soluzioni all'incostanza
a) Prima soluzione: Esaminiamoci
attentamente. Esaminiamo qual
è veramente la nostra disponibilità per Dio e non andiamo oltre
quello che possiamo offrire. Giovani cerchiamo di essere
noi stessi davanti al Signore (Salmo 139:1-13,23-24; 1Re 14:1-6).
b) Seconda soluzione: Guardiamo solo
a Gesù. Ricordiamo che anche il più grande
predicatore è un uomo imperfetto, con i suoi limiti e i suoi difetti Matteo
14:26-31. Guardiamo a Gesù, esempio perfetto (Ebrei 12:1,2).
C) Terza soluzione: Sviluppiamo un
intenso rapporto con la Parola Di Dio. Giosuè si trovò a sostituire Mosè e il Signore gli disse come
doveva avere con Lui un intenso rapporto attraverso la Parola (Giosuè 1:8). Possa essere rivolto a ciascuno di noi lelogio da
parte dellapostolo Paolo ai credenti di Tessalonica (1Tessalonicesi 2:13). Applichiamo la Parola di Dio alla nostra vita (Salmo
119:1; Apocalisse 3:10,11).
CONCLUSIONE. Nei momenti di crisi
economica, sociale, morale, religiosa, spirituale, cercasi persone che facciano sul serio e nei quali vi è lo Spirito di Dio
Isaia 6:8 Poi udii la voce del Signore che diceva:
«Chi manderò? E chi andrà per
noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»