L'ACCUSATORE DEI FRATELLI
Quando ho letto
quest'articolo, il cuore è balzato fuori dal mio
petto. Ho "divorato" queste pagine e le ho
trovate conformi alla realtà. Se tutti i pastori, i consiglieri di Chiesa, i
monitori, le monitrici, i collaboratori di Chiesa leggessero questo studio,
forse pregherebbero come il Salmista: "Signore poni una guardia davanti
alla mia bocca, sorveglia l'uscio delle mie labbra" (Salmo 141:3).
DEDICATO
A CHI VUOLE FARE VERAMENTE LA VOLONTÀ DI DIO:
SMASCHERARE L'ACCUSATORE DEI FRATELLI
L'accusatore dei fratelli
e le sue critiche hanno distrutto più chiese di quanto lo abbiano fatto
l'immoralità e gli scandali finanziari messi assieme. Nella nostra società
l'influenza della critica è talmente estesa da essere persino innalzata al
rango di virtù.
SATANA VUOLE FERMARE LA TUA CRESCITA
Questo capitolo è scritto
specificamente per esporre l'attività dell'accusatore dei fratelli fra i
cristiani nati di nuovo. È vero che ci sono anche persone intrappolate in sette
nelle quali le menti sono controllate e ingannate, ma qui non tratteremo quel
genere di problemi. Il nostro obiettivo, invece, è di vedere la Chiesa vivente
liberata dalla fortezza dello spirito critico per indurre al suo posto i nostri
cuori alla preghiera.
Al fine di intralciare o addirittura arrestare, l'opera di Dio, Satana ha
mandato un esercito di spiriti di critica contro la Chiesa. Lo scopo di
quest'offensiva è di allontanare il corpo di Cristo dalle perfezioni di Gesù
per attirare i nostri sguardi sulle imperfezioni degli uni e degli altri.
La missione dello spirito
di critica è di attaccare le relazioni a tutti i
livelli. Aggredisce famiglie, chiese e associazioni interecclesiastiche e cerca
di causare scissioni irreparabili nella nostra unità. Mascherato da spirito di
discernimento, questo spirito si intrufola nelle
opinioni che abbiamo degli altri e ci rende critici e pronti a giudicare.
È dunque vitale valutare i nostri atteggiamenti verso gli altri. Se i nostri pensieri non sono secondo la fede che opera attraverso
l'amore, dobbiamo renderci conto che forse siamo sotto un attacco spirituale.
Lo spirito di critica può incitare le persone a passare settimane intere a
dissotterrare vecchie colpe o peccati del loro ministro o della loro
Chiesa.
Le persone prigioniere di
questo spirito menzognero partono in "crociate" e diventano nemici
inconciliabili per le assemblee che hanno lasciato. Nella maggior parte dei
casi, le cose che essi stimano cattive o deboli, sono proprio quelle per le
quali il Signore cerca di chiamarli come intercessori. Quelle che per loro sarebbero state occasioni di crescita spirituale, utili
anche a colmare i bisogni altrui, diventano pietre d'inciampo e motivi per
tirarsi indietro. In effetti, le loro critiche servono a mascherare un cuore
chiuso alla preghiera e un rifiuto di servire.
Il fatto di rivelare le
imperfezioni di un pastore o di una Chiesa non è mai stato
considerato una prova di spiritualità. In questo eravamo già esperti prima di diventare cristiani. Possiamo invece
valutare la misura della nostra maturità spirituale dalle nostre reazioni di
fronte a ciò che vediamo. Ricordiamoci che quando Gesù vide lo stato
dell'umanità "svuotò Se stesso, prendendo la forma di servo...abbassò Se
stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla
morte di croce" (Filippesi 2:7-8). È morto per portar
via i nostri peccati - non li ha semplicemente giudicati.
NESSUNO È AL RIPARO
È interessante notare che
durante il ministerio di Gesù, i farisei avevano sempre da ridire, qualunque
cosa Egli facesse. Se tu non
hai personalmente incontrato o ascoltato la persona che stai criticando, come
puoi sapere che non stai facendo il gioco dell'accusatore dei fratelli? Perfino
la legge non giudica un uomo prima di averlo ascoltato
(Giovanni 7:51).
In quest'attacco lo scopo del nemico è di screditare il ministro al fine di
gettare discredito sul suo messaggio. Ho raccolto personalmente le
testimonianze di numerosi pastori e ho scoperto che questi attacchi spirituali
sulle comunità accadevano quasi sempre alla vigilia o
all'indomani di un'importante intervento Divino. Le offensive non contrastate
rischiavano d'impedire il progresso della Chiesa.
Quando questo modo di
fare s'infiltra nella mente di una persona, le sue accuse si impongono
con un tale veleno e una tale intimidazione, che anche i più sobri rimangono
sconcertati e poi sedotti dalla sua influenza. Quasi tutti quelli che sono
coinvolti tolgono il loro sguardo da Gesù e lo concentrano sui
"problemi". Permettiamo ad accuse e contraccuse di marcare l'anima
della comunità, promuovendo diffidenza e paura fra i suoi membri. La Chiesa è fortemente bersagliata, mentre lo scoraggiamento si abbatte
sul pastore e la sua famiglia, o su altri servi di Dio, cercando di
distruggerli. Quasi tutti i pastori che leggono queste righe hanno già dovuto
affrontare questo genere di assalto-critica nella loro
vita.
Ognuno ha conosciuto la
depressione che sopravviene quando si tenta di rintracciare il percorso di
questo spirito d'accusa, mentre insinua le sue maldicenze nella Chiesa: amici
nei quali si era riposta fiducia, sembrano distanti, relazioni
un tempo solide vengono scosse e la visione della Chiesa è impantanata nella
discordia e nell'inerzia. Questo nemico non limita i suoi assalti alle chiese
locali, ma attacca anche città e nazioni intere. Le grandi case editrici
guadagnano milioni di dollari vendendo libri diffamatori, difficilmente più
credibili dei pettegolezzi riportati dai giornali scandalistici.
È vero che alcuni
ministeri sono segnati anche da peccati seri, ma esistono metodi biblici per
correggere - sono dei modi che portano alla guarigione e non alla distruzione!
Ci si può rivolgere ai comitati di zona che sono in
grado di esaminare in privato le controversie. Invece
succede che i responsabili di una Chiesa sfidano sfacciatamente altri
responsabili di chiese; lettere di notizie e cassette piene di critiche contro
vari ministeri circolano come veleno nelle vene del Corpo di Cristo - e con
quanta avidità queste critiche sono divorate dalla Chiesa del Salvatore!
Per mascherare la natura
diabolica delle sue attività, il critico sovente ricopre i suoi giudizi di una
vernice religiosa. Con la pretesa di proteggere le pecorelle da errori
dottrinali grossi come un moscerino, obbliga il gregge ad ingoiare errori
grandi come cammelli di correzioni prive d'amore. Nel tentativo di correggere
l'inosservanza delle Scritture, i metodi applicati sono violazioni delle
Scritture! Dove sta lo "spirito di
mansuetudine" di cui parla Paolo in Galati 6 e l'umiltà del "bada
bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu"? Dov'è
la motivazione d'amore di "rialzare" il fratello?
In molti casi la persona
alla quale si attribuisce l'errore non è neanche stata contattata
nel momento in cui le sue presunte colpe circolano già in tutte le chiese della
città. Solo quando la diffamazione è divenuta pubblica, la persona si rende
conto dei suoi presunti errori.
Fratelli, lo spirito che
si nasconde dietro queste accuse, deve essere portato allo scoperto, perché il
suo scopo non è di restaurare e guarire, ma di distruggere!
L'ESEMPIO DI PUREZZA
La Chiesa ha bisogno
veramente di correzione, ma il ministero della riprensione deve essere
impartito secondo il modello di Cristo e non secondo l'accusatore dei
fratelli.
Quando Gesù ha ripreso le chiese dell'Asia (in Apocalisse 2 e 3), Egli ha
inquadrato i Suoi rimproveri con delle lodi e delle promesse. Il Signore ha
assicurato le chiese che la voce che stava rivelando i loro peccati era anche
la voce che edificava le loro virtù. Dopo averle incoraggiate, impartiva loro
la correzione. Perfino alle chiese profondamente smarrite nell'errore - era il
caso di due chiese su sette - Cristo ha offerto la
grazia di cambiare.
Quanto paziente era Gesù?
Perfino a Iezabel ha dato del "tempo per
ravvedersi" (Apocalisse 2:20-21). Dopo aver ammonito una Chiesa, le Sue
ultime parole non erano condanne, ma promesse. Non è forse questo il Suo modo
d'agire con ognuno di noi? Anche nella più severa correzione, la voce di Gesù è
sempre espressione "di grazia e di verità" (Giovanni 1:14).
Riguardo alle pecore,
Gesù disse: "Le pecore conoscono la Sua voce. Non seguiranno un estraneo,
ma fuggiranno lontano da lui" (Giovanni 10:4-5).
Ricordatevi: se la voce che vi rimprovera o corregge non vi offre
la grazia della restaurazione, non è quella del vostro Pastore. Se sei una
pecora di Cristo, fuggirai da essa.
LE ARMI DEL NEMICO
È importante notare che, per muovere un
attacco contro la Chiesa, il nemico deve tirar fuori le sue accuse dall'inferno
stesso. Perché se ci siamo ravveduti dei nostri
peccati, né essi, né i nostri errori non sono più registrati nei cieli. Come
sta scritto: "Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui
che li giustifica!" (Romani 8:33). Gesù non ci condanna, anzi, è
seduto alla destra del Padre e intercede a nostro favore.
Vogliamo quindi smascherare le armi dell'accusatore dei fratelli.
1. La prima è il nostro
peccato non confessato. La nostra mancanza di pentimento, quando lo Spirito
Santo desidera correggerci, apre la porta all'accusatore per condannarci. La
voce del nemico non offre mai speranza, né dà grazia per il ravvedimento.
Agisce come se fosse la voce di Dio e ci accusa del "peccato
imperdonabile".
Il modo di vincere il nemico a questo livello è di disarmarlo ravvedendoci
sinceramente del peccato commesso e rivolgendo nuovamente lo sguardo
all'espiazione di Cristo che ci porta la giustizia.
Ma
Satana non cerca soltanto di accusarci personalmente, egli vuole infiltrarsi
nei nostri pensieri e introdurvi critiche e condanne anche contro gli altri.
Invece di pregare gli uni per gli altri, noi reagiamo alle offese secondo la
carne. Le nostre reazioni opposte alla natura di Cristo sono poi facilmente
manipolate dallo spirito di critica.
Perciò possiamo sconfiggere l'accusatore dei fratelli imparando a pregare gli
uni per gli altri, invece di depredarci a vicenda. Dobbiamo
imparare a perdonare come Cristo ha perdonato a noi. Se
uno si è pentito dei suoi peccati, dobbiamo esercitare lo stesso atteggiamento
di "oblio divino" che esiste in cielo. Possiamo vincere lo spirito
d'accusa imitando la natura di Gesù: come un agnello Cristo è morto per i
peccatori; come sacerdote, Egli intercede per loro.
2. La seconda arma
utilizzata contro di noi sono i nostri errori del passato e le nostre decisioni
sbagliate.
Ognuno di noi ha un'innata propensione per
l'ignoranza. Non è necessario scavare a lungo nella vita dei santi per scoprire
che Dio non li ha scelti per la loro profonda saggezza. Infatti, tutti noi
abbiamo commesso errori; si spera perlomeno che abbiamo anche tratto qualche
insegnamento e sviluppato uno spirito d'umiltà a causa di essi.
Questo demonio di critica, però, riprende le vecchie colpe e le passa in
rassegna davanti alla nostra mente, screditando i nostri sforzi per compiere la
volontà di Dio e tenendoci così prigionieri del passato.
3. Quando il nemico c'incita contro gli altri, ci provoca
dapprima a risentire gelosia o paura: la sicurezza della nostra posizione nella
vita sembra minacciata dal successo di qualcun altro. Forse per giustificare i
nostri insuccessi o difetti personali tendiamo allora
ad esagerare le mancanze altrui. Più la nostra gelosia cresce,
più questo demonio manipola i nostri pensieri fino ad accecarci in modo
da non vedere più nulla di buono in quel fratello o in quella Chiesa.
L'ultima fase è quando
iniziamo una crociata contro chi crediamo nell'errore.
Qualsiasi cosa dica o faccia, nessuna difesa da parte
sua ci accontenterà. Siamo persuasi che sia smarrito nell'errore e persino
pericoloso, dunque crediamo che sia nostro dovere avvertire gli altri. Ma la
verità è che la persona nell'errore e perciò pericolosa, è quella la cui mente viene controllata dal demonio della critica.
Chi non si ravvede dei suoi pensieri di gelosia e di critica carnale, fornisce
all'inferno il "materiale da costruzione" per erigere mura divisorie
fra i membri del Corpo di Cristo.
4. Spesso,
purtroppo, sono le guide che hanno perso l'intensità del loro primo amore i più
feroci persecutori di quanti camminano secondo lo Spirito Santo. È vero che i
discepoli di Gesù saranno perseguitati, ma nella Bibbia non ho trovato alcun
permesso che autorizzi i cristiani a perseguitarne altri.
La persecuzione è
un'opera della carne. "Come allora colui che era
nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo spirito, così
avviene anche oggi" (Galati 4:29). Incredibilmente, coloro che si dedicano
a perseguitare gli altri spesso pensano di
"rendere un servizio a Dio" (Giovanni 16:2).
Per combattere questo
nemico, dobbiamo creare un'atmosfera di grazia fra noi come persone e come
chiese. Come il Padre ci ha dato la vita, anche noi dobbiamo cercare di fare in
modo che ogni cosa cooperi al bene. Se qualcuno cade, dobbiamo essere pronti a
proteggerlo, senza ipocrisia, poiché "siamo membra gli uni gli altri"
(Efesini 4:25).
Come sta scritto: "Nessuno di voi si accosterà ad una sua parente carnale
per scoprire la sua nudità. Io sono il Signore" (Levitico 18:6). Noi siamo una famiglia generata da un solo Padre.
"Non scoprirai la loro nudità, poiché la loro nudità è la tua stessa
nudità" (Levitico 18:10). Perfino sotto l'Antico
Patto era illecito scoprire pubblicamente la colpa di un
altro.
L'amore trova una via di redenzione per coprire una moltitudine di
peccati.
DOVE VOLANO GLI AVVOLTOI
5. L'accusatore
dei fratelli utilizza ancora un'altra arma e se ne serve con astuzia. Nel
nostro cammino con il Signore ci sono periodi in cui il
nostro Padre ci pota per farci produrre più frutto (vedi Giovanni 15).
Si tratta di stagioni di preparazione, dove lo scopo del Signore è di condurre
i Suoi servitori ad una nuova potenza nel ministero. Durante questi tempi Dio
richiede livelli di rinuncia più profondi, oltre a una
rinnovata crocifissione della propria carne. Spesso si tratta di un periodo
d'umiliazione e di prova, un tempo di vacuità e d'apparente inefficienza mentre
Dio ci porta a dipendere sempre più profondamente da Lui. Può essere tremendo
quando il nostro bisogno è esposto senza pietà.
Disgraziatamente questo
tempo di debolezza non è visibile solo all'uomo o alla donna di Dio, ma si
manifesta frequentemente dinanzi alla Chiesa e ai principati e alle potestà. Lo
spirito di critica e tutti quelli che hanno imparato a pensare come lui,
trovano nella vulnerabilità di questa persona l'occasione per schiacciarla.
Sovente ciò che avrebbe dovuto essere un'incubatrice
di vita diventa così una bara di morte.
Coloro che in altre circostanze sarebbero emersi con chiarezza e potenza di
visione profetica, sono sconfitti, abbandonati, tagliati via da quelle persone
che avrebbero invece dovuto condurli in preghiera fino alla risurrezione. In
quest'attacco il critico è estremamente distruttivo,
perché qui il demonio fa abortire la gestazione di ministeri maturi che
avrebbero equipaggiato la Chiesa per far guerra al nemico.
I critici e le malelingue
sono già presenti nella Chiesa: sei tu uno di loro? Quando
il Dio vivente rende il tuo pastore più profondamente dipendente e perciò più
facilmente plasmabile per i Suoi fini, tu critichi la sua apparente mancanza
d'unzione? Benché egli, nei tuoi momenti difficili non ti abbia abbandonato, lo
abbandonerai tu, ora che la tua fede potrebbe essere
proprio l'incoraggiamento di cui ha bisogno per sottomettersi pienamente alla
croce?
Quelli che tollerano
l'accusatore dei fratelli adempiono la parola di
Matteo 24:28: "Dove sta il cadavere, là si radunano gli avvoltoi." Le
maldicenze di questi individui-avvoltoi alimentano la
loro natura meschina, poiché vanno alla ricerca di ciò che è morto in una
Chiesa; sono attratti da ciò che è moribondo.
Infine questi critici
partono, cercando istintivamente delle controversie in qualche altra Chiesa.
"Costoro sono mormoratori, scontenti... causano divisioni, gente carnale,
che non ha lo Spirito" (Giuda 1:16-19). Lasciano
alle spalle, gravemente feriti e nella discordia, quelli che erano i loro
fratelli e un pastore profondamente scoraggiato. Poi si associano ad una nuova
Chiesa e ben presto Dio inizia a occuparsi di questo
nuovo pastore. Ancora una volta lo spirito di critica si manifesta tramite
queste persone, collocate strategicamente per distruggere un'altra
Chiesa.
Oggi Dio è all'opera per
far crescere i Suoi servi con maggiore potenza e autorità. Nella loro crescita,
durante la potatura, irrigheremo la loro siccità con le nostre preghiere,
oppure saremo come avvoltoi attirati dai corpi morenti per divorarne la
carne?
COME CORREGGERE L'ERRORE?
Quando l'accusatore si
appare, presenta dei fatti distorti e con essi la
condanna. Coloro che sono intrappolati da questo spirito
non ricercano le virtù dell'organizzazione o della persona che attaccano.
Con lo stesso ardore con cui i critici vanno alla caccia del peccato per
portarlo alla luce, coloro che vogliono sconfiggere questo nemico devono
ricercare seriamente il cuore di Dio e la Sua chiamata per coloro che
vorrebbero correggere. La vera correzione, perciò, deriva da
uno spirito di profondo rispetto, non di rivincita o vendetta.
In verità, quelli che
cerchiamo di correggere non sono forse servitori di Cristo? Non sono forse di
Sua proprietà? È possibile, magari, che le opere che ci fanno tanto ingelosire
e ci rendono pronti a criticare siano in realtà proprio quelle di Cristo?
Poniamoci anche questa domanda: perché Dio ha scelto
noi per trasmettere i Suoi rimproveri? Stiamo veramente camminando nelle orme
di Cristo?
Queste sono domande
importanti, poiché se siamo unti con l'autorità di Cristo per correggere, siamo
anche chiamati ad amare gli uomini con l'amore di Cristo. Ma
se siamo in collera, amareggiati o invidiosi verso un altro, non siamo nemmeno
in grado di pregare correttamente per quella persona e tanto meno di
rimproverarla.
Gesù, il Leone di Giuda, è stato dichiarato degno di portare il giudizio in
virtù della Sua natura: Egli è l'Agnello immolato per il peccato dell'umanità. Se non siamo pronti a morire per gli uomini, non abbiamo il
diritto di giudicarli.
Quelli che cercano di
giustificare la partenza da una Chiesa, non dovrebbero farlo semplicemente
cercandone i difetti. Dovrebbero piuttosto parlarne apertamente con il consiglio
pastorale. Il loro atteggiamento dovrebbe essere di preghiera e d'amore, di
riconoscenza per quello che hanno ricevuto nel tempo passato in quella Chiesa.
Se c'è veramente stato peccato nel ministero, dovrebbero contattare
gli organi ecclesiastici preposti e rimettere la situazione nelle loro
mani.
Inoltre i ministri locali, non dovrebbero fondare la loro opinione su un
responsabile o su una Chiesa basandosi solo sulla testimonianza di un membro
che l'ha appena lasciata. Se delle persone si aggiungono alla
tua comunità portando radici d'amarezza contro la Chiesa che hanno lasciato,
quelle radici produrranno germogli nella tua Chiesa e molti saranno contaminati.
Perciò poco importa quanto hai bisogno di nuovi
membri; non fondare mai la tua comunità con individui che non sono riconciliati
con la loro comunità d'origine.
In verità, la parola che
il Signore ci rivolge è che nella Casa del Signore la critica sia sostituita
con la preghiera e il pettegolezzo sia eliminato dall'amore che ricopre ogni colpa.
Quando c'è errore, dobbiamo intervenire con lo scopo di ristabilire. Quando ci sono false dottrine, manteniamo uno spirito di
mansuetudine, mentre cerchiamo di correggere i contraddittori.
Signore Gesù,
perdonaci per la nostra mancanza di preghiera e la debolezza del nostro amore!
Signore, vogliamo
essere come Te: quando vediamo un bisogno, invece di criticare, dobbiamo
deporre la nostra vita per esso.
Signore, libera
la Tua Chiesa da questo spirito di critica! Nel nome di Gesù.
Amen.