I TORMENTI DELL'INFERNO
di
Luigi Cutri
Prefazione
Un giorno fu chiesto a due predicatori di esporre un sermone sul soggetto
biblico dell'"inferno" in una chiesa che, a quel tempo, era senza
pastore. Uno dei predicatori, sarebbe stato scelto come responsabile di quella
comunità. Dopo aver ascoltato i loro sermoni, la chiesa fece la sua scelta. Il
pastore che iniziò a prendersi cura di quella comunità, chiese ai credenti le
ragioni che li avevano convinti a far cadere la scelta su di lui. Essi gli
risposero: "Quando ascoltavamo l'altro fratello abbiamo avuto
l'impressione che mentre predicava voleva mandarci all'inferno. Quando, invece,
ascoltavamo il tuo sermone abbiamo avuto la convinzione che volevi liberarci
dall'inferno!".
La preghiera, il desiderio e lo scopo, di
chi ha preparato queste note, sono d voler vedere liberati dai tormenti
dell'inferno tutti quelli che, leggendo questa meditazione, avranno a cuore di
fare la volontà di Dio.
Luigi Cutri
La dottrina dell'inferno è uno degli
insegnamenti più trascurati di tutta la Sacra Scrittura. Quando oggi si
menziona l'esistenza di un luogo di punizione, si è generalmente derisi. Alcuni
ritengono che questa dottrina biblica sia un'idea antiquata e serva a tenere
buoni i bambini capricciosi. Altri pensano che solo gli ingenui e gli ignoranti
possano credere che un tale luogo esista davvero.
Non è difficile capire i motivi di quest'atteggiamento. L'uomo naturale non
accetta la verità che un giorno dovrà dare conto della sua vita al Dio santo,
perché ama il peccato e non vuole rinunciarvi. La mente carnale rigetta
l'insegnamento sull'esistenza dell'inferno perché non vuole affrontarne la
realtà. Gli uomini vivono la loro vita pensando che se ignorano la realtà
dell'inferno, alla fine non ci sarà. In questi tempi, perfino le persone
religiose mettono in discussione l'esistenza dell'inferno. Gli uomini possono
dire quello che vogliono, le obiezioni mosse da menti vane non annullano la
verità di quest'insegnamento biblico.
Nonostante la totale indifferenza nei confronti della dottrina dell'inferno,
coloro che credono che la Bibbia è la Parola di Dio, non devono nascondere
questa verità. Considerare i tormenti dell'inferno è una delle cose più
importanti che si possono fare in questa vita.
"Se qualcuno pur udendo il suono del corno, non se ne cura, e la spada
viene e lo porta via, il sangue di quel tale sarà sopra il suo capo"
(Ezechiele 33:4).
Perché dobbiamo parlare dell'inferno? Perché dobbiamo spendere il nostro tempo
a considerare quest'argomento? Vi sono alcune ragioni importanti che
incoraggiano a fare ciò:
1. La dottrina dell'inferno è una verità biblica, quindi deve essere conosciuta
e insegnata come le altre dottrine delle Sacre Scritture.
2. Se la dottrina dei tormenti dell'inferno è insegnata, le coscienze possono
essere toccate e svegliarsi da una falsa sicurezza. Conoscere i tormenti
dell'inferno potrebbe destare coloro che pensano di essere salvati perché
conoscono i fatti narrati dal Vangelo, ma non hanno ancora fatto una reale
esperienza di salvezza. Costoro si trovano sulla via che porta all'inferno, ma
non lo sanno.
3. Parlare dell'esistenza dell'inferno potrebbe trattenere gli uomini dal
commettere certi peccati. Sia il credente, sia l'irreligioso sono persuasi a
non peccare se sono avvertiti intorno alle conseguenze dei loro peccati.
Insegnare la dottrina biblica
dell'inferno, è dunque utile al credente, ma anche all'irreligioso. Ora lo
dimostrerò.
Pare che oggi l'esistenza di un luogo di punizione sia ignorata dalla
stragrande maggioranza delle persone. Perché gli uomini non conoscono i
tormenti dell'inferno? Questa domanda è posta sia a coloro che appartengono ad
una chiesa, sia a quelli che non sono credenti. La gente non crede
all'esistenza dell'inferno. Perché? Rispondo a queste domande con un esempio.
Sicuramente, non si ha paura di un leone che è dipinto in un quadro. Perché è
solo un quadro. Sappiamo che non è reale. Ma se fossimo lasciati da soli in una
giungla e ci trovassimo faccia a faccia con un leone vero che ci sta ruggendo
ferocemente contro, resteremmo certamente terrorizzati dalla paura. La
coscienza degli uomini è molto simile alla persona che vede il leone dipinto
sul quadro. Si è ingannati, pensando che le verità della Bibbia non sono reali.
La Parola di Dio rivela chiaramente l'esistenza dell'inferno e dei suoi
tormenti. Leggendo i Vangeli notiamo che il Signore Gesù parlò dell'inferno più
di quanto hanno fatto altri nelle Sacre Scritture. Forse gli uomini non credono
all'esistenza dell'inferno perché non hanno mai ascoltato questa verità
biblica. Probabilmente nemmeno i credenti studiano ciò che la Bibbia insegna
sull'inferno. Quello che ascoltiamo dalla Parola di Dio è ciò che crediamo, ma
se non udiamo una verità come possiamo erederla? Solo lo Spirito di Dio può presentare
i tormenti dell'inferno al nostro cuore in modo da farceli vedere reali e
quindi veri. Per comprendere l'importanza della dottrina dell'inferno, basti
pensare che nelle Sacre Scritture è stata usata da Dio per convertire i
peccatori. Ora che leggi questa meditazione, prega che lo Spirito Santo metta
davanti a te la realtà dell'esistenza dell'inferno, come è descritta nella
Bibbia.
I. LA NECESSITÀ DELL'INFERNO
La maggior parte delle persone ridicolizza l'esistenza dell'inferno, per
diverse ragioni. In primo luogo, costoro desiderano perseguire le loro vie di
peccato senza avere la coscienza agitata dalle conseguenze delle loro azioni.
In secondo luogo, non vogliono che si dica loro che quello che fanno è
sbagliato. Infine, non vogliono udire che il loro peccato un giorno sarà
punito.
Posso sentire queste persone affermare: "Ma non è un'incoerenza parlare
dei tormenti eterni dell'inferno e del Dio misericordioso ed amoroso? Come
potrebbe il Dio buono punire la gente mandandola per sempre all'inferno?".
Se non si conoscono il carattere di Dio e la natura del peccato si può essere
facilmente sedotti da tali pensieri. Perché è necessario l'inferno? Esaminiamo
alcune ragioni sulla necessità dell'inferno.
1. La santità di Dio e la gravità del peccato.
La difficoltà di comprendere la necessità dell'inferno, proviene dalla mancata
conoscenza di come il peccato è terribile e come glorioso è Dio. Quando non
vediamo nel più piccolo peccato il grande male che c'è, non comprendiamo
neppure la santità di Dio, la Sua giustizia e la Sua collera. Se considerassimo
che tutti i mali e le sofferenze del mondo sono conseguenza del peccato,
cominceremmo a capire quello che il peccato è per Dio. Peccare significa
rifiutare la volontà di Dio, prendersi gioco di Lui e offendere la Sua santità.
Ogni volta che pecchiamo o accogliamo nel nostro cuore una concupiscenza,
innalziamo noi stessi come se fossimo Dio. Il peccato rigetta il Creatore e
innalza la creatura al Suo posto.
Se riuscissimo a percepire la santità di Dio e cosa significa essere puro,
perfetto, giusto, e senza la presenza della più piccola imperfezione, avremmo
una migliore comprensione delle ragioni che inducono Dio a odiare così tanto il
peccato. La santità assoluta non può tollerare il minimo peccato: "Tu, hai
gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e non puoi tollerare lo
spettacolo dell'iniquità" (Abacuc 1:13). Se potessimo comprendere pienamente
la santità gloriosa e la purezza di Dio ed anche la natura abominevole del
peccato, non avremmo alcuna esitazione ad accettare la necessità dell'inferno.
Purtroppo il cuore dell'uomo non comprende le verità divine perché è
spiritualmente malato. Il cuore è cattivo, ingannevole! La corruzione che è nel
cuore, inganna l'uomo sulle terribili conseguenze del suo peccato. "Il
cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà
conoscerlo?" (Geremia 17:9).
2. La natura infinita di Dio.
Per comprendere ciò che il peccato è realmente, dobbiamo vederlo attraverso gli
occhi di Dio. Dio è un Essere infinito ed eterno. Ogni peccato è un atto
commesso contro il Dio infinito e santo. Nel commettere il peccato, l'uomo
detronizza Dio e innalza se stesso al di sopra di Lui. Quando si pecca, occorre
chiedersi: "La volontà di chi è stata fatta, la propria o quella di
Dio?". Peccando, si pone la propria volontà al di sopra e si calpesta
quella di Dio. Un solo peccato commesso contro il Dio santo e infinito merita
una punizione giusta e infinita. Ogni peccato, è un errore immenso che offende
un Dio immenso.
3. La giustizia perfetta di Dio.
Quando una persona pecca, se non si ravvede, attira su di sé il giusto giudizio
di Dio. Il peccatore impenitente chiama Dio a reclamare il Suo carattere santo
e la Sua giustizia e, quindi, a punirlo tanto quanto merita. Dio può e vuole
rivendicare la Sua giustizia. In Romani 12:19 è scritto: "Cedete il posto
all'ira di Dio, poiché sta scritto A me la vendetta; io darò la retribuzione,
dice il Signore ".
Un noto predicatore ha scritto: "La gloria di Dio è la più grande virtù; è
il principale scopo della creazione; è la necessità più grande di qualunque
altra cosa. E questo è il modo con cui Dio glorificherà Se stesso: nel condannare
eternamente gli uomini iniqui, Egli glorificherà la Sua giustizia. Riguardo a
ciò, Dio apparirà come il giusto Giudice del mondo. Il giusto giudizio di Dio
si manifesterà severo, preciso, terribile, e perciò glorioso".
Il. LA DESCRIZIONE DELL'INFERNO
La Bibbia descrive l'inferno come una fornace di fuoco inestinguibile, un luogo
di punizione eterna, dove gli empi saranno tormentati sia nei loro corpi, sia
nelle loro menti in proporzione ai peccati che hanno commesso e alla luce
spirituale che hanno ricevuto, ma hanno rigettato. L'inferno è descritto anche
come un luogo in cui la misericordia e la bontà di Dio sono assenti, mentre la
Sua ira e il Suo giudizio sono manifestati attraverso un fuoco terrificante.
L'inferno è il posto dove gli uomini vivranno per sempre in uno stato di
tormento senza poter soddisfare le loro concupiscenze e i loro desideri
corrotti.
In Matteo 13:47-50, Gesù insegna una parabola che si riferisce al giudizio che
Dio eseguirà alla fine dei tempi. Nei versi 49-50, il Signore descrive la
condanna degli empi: "Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno
gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace
ardente. Li sarà il pianto e lo stridor dei denti ".
Se consideriamo attentamente le parole di Gesù, notiamo che l'inferno è
descritto come una "fornace ardente". La fornace del re Nabucodonosor
fu arroventata sette volte più del solito ed è descritta come "una fornace
ardente" (Daniele 3:23). Ma quanto più ardente sarà la fornace
dell'inferno? Giovanni Battista descrivendo le pene dei reprobi, affermò:
"(Dio) brucerà la pula con fuoco inestinguibile" (Matteo 3:12), e
l'apostolo Giovanni in Apocalisse 19:20 descrive l'inferno come uno stagno
ardente di fuoco e di zolfo". Riusciamo a comprendere pienamente l'orrore
con cui è descritto questo luogo? L'immagine presentataci dalle Sacre Scritture
è di un corpo che brucia interamente sul fuoco senza però consumarsi. Ogni
fibra di esso, pur avvertendo un tormento intenso, non muore mai (Marco 9:48).
Per quanto tempo si potrà sopportare una tale punizione? Cristo dichiara che lì
ci sarà "pianto e stridor di denti" (Matteo 8:12). I perduti
piangeranno e strideranno i loro denti perché non sopporteranno una pena così
grande e intensa. Le sofferenze saranno continue ed eterne perché non ci sarà
mai alcun sollievo.
Un noto pastore descrive i tormenti dell'inferno in questo modo: "Alcuni
di voi avete visto degli edifici completamente distrutti dalla potenza di un
incendio. Ora domandiamoci come una persona potrebbe contrastare la forza di un
fuoco così devastante. Spesso, abbiamo osservato un moscerino o qualche altro
insetto cadere in mezzo al fuoco. Non c'è stata alcuna resistenza, nessun
tentativo di combattere contro il fuoco, nessuna forza ha potuto opporsi alle
fiamme, non è stato possibile volare via. Immediatamente il fuoco ha preso
possesso dell'intero suo corpo e lo abbiamo visto in un attimo essere consumato
dalla potenza delle fiamme".
Questa è solo una piccola immagine di ciò che subiranno gli empi all'inferno se
non vanno a Cristo mentre sono in vita sulla terra, pentendosi dei loro peccati
ed essere salvati. Incoraggiamo noi stessi a vivere secondo la volontà di Dio e
così essere liberati da un luogo tanto terribile.
L'inferno è descritto anche come un "luogo di oscurità o di tenebre".
Nella parabola delle nozze, Gesù ci parla di una persona che fu gettata
"nelle tenebre di fuori" perché non vestiva l'abito di nozze (Matteo
22:13). Nella sua lettera, Giuda si riferisce agli empi come a persone "a
cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno" (Giuda 13). L'oscurità
mette una tale paura nel cuore da farlo tremare come una foglia. Gli uomini,
perfino quelli che pensano di essere i più forti e coraggiosi, tremerebbero se
sapessero di dover trascorrere l'eternità in un luogo di oscurità e di tenebre.
In Isaia 30:33, l'inferno è paragonato ad un luogo chiamato Tofet, una
"valle dove si bruciavano le immondizie". Tofet era anche il luogo
dove i Giudei idolatri sacrificavano i loro bambini al dio pagano Moloc
gettandoli nel fuoco. Giorno e notte, grida e pianti sono stati uditi in quel
luogo di atroci e cruenti sofferenze. Così sarà all'inferno: si udranno grida,
pianti e lamenti nei secoli dei secoli.
In Isaia 30:33 si parla anche del "soffio di Dio, come un torrente di
zolfo che sta per accenderlo". Ci sono validi motivi presentati dalle
Sacre Scritture, per cui ritenere che l'ira di Dio, il suo giudizio e la sua giusta
punizione saranno il fuoco che brucerà all'inferno. Ebrei 12:29 afferma che
"il nostro Dio è anche un fuoco consumante ".
Le persone irriverenti e gli schernitori mettono a tacere la loro coscienza
quando ascoltano i pastori predicare sull'amore e la misericordia di Dio.
Costoro pensano che alla fine il Signore non terrà conto dei loro peccati. Ma
se non si ravvedono, saranno delusi. Alla fine della loro vita si troveranno
davanti al Supremo Giudice che non passerà sopra i loro peccati. Per loro Dio sarà
un terribile fuoco che li consumerà per l'eternità. Ebrei 10:30, 31 avverte:
"Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: A me appartiene la vendetta!
Io darò la retribuzione! E ancora: "Il Signore giudicherà il suo popolo. È
terribile cadere nelle mani del Dio vivente". È terribile, veramente
terribile, cadere nelle mani del Dio vivente. Il peccatore impenitente non
potrà evitare la condanna dell'inferno. Il giudizio di Dio sarà veritiero e la
sua giusta collera si abbatterà su coloro che avranno rifiutato la salvezza.
"Chi conosce la forza della tua ira?" (Salmo 90:11). Se l'ira di Dio
sarà il fuoco che brucerà all'inferno come si potranno esprimere a parole i
tormenti di coloro che subiranno una tale punizione? Qualunque spiegazione ed
esempio saranno inadeguati per descrivere le pene che riceveranno gli empi
all'inferno.
In Luca 16:19-26 Cristo parla di due uomini. Uno di loro era ricco, l'altro
uomo povero: il suo nome era Lazzaro. Entrambi questi uomini morirono. L'uomo
povero fu portato dagli angeli in cielo e l'uomo ricco andò all'inferno. L'uomo
ricco andò all'inferno non perché era ricco, né il povero andò in cielo
semplicemente perché era povero. Attraverso questo contrasto, Dio ci mostra che
le nostre circostanze possono cambiare drasticamente quando passiamo dal tempo
all'eternità.
Il luogo eterno della benedizione, così come quello della punizione, esistono,
come insegna Gesù. L'eternità nell'uno o nell'altro luogo dipenderà dalla
condizione del cuore degli uomini davanti a Dio mentre erano sulla terra.
Lazzaro era un vero figlio di Dio, un vero credente. Il ricco non lo era
affatto. Notiamo attentamente quello che le Sacre Scritture ci dicono del ricco
e della sua condizione dopo la morte, affinché conosciamo le sofferenze
dell'inferno. I versi 23 e 24 riportano le parole del ricco: "Sono
tormentato in questa fiamma ". Cosa significa "essere
tormentato"? Questo tormento si riferisce tanto al corpo, perché il ricco
aveva chiesto a Padre Abramo un po' di refrigerio, quanto all'anima. Egli era
consapevole del suo passato e quindi provava rammarico e rimorso per aver
condotto una vita di peccato, inutile, e senza Dio. Ne è prova il fatto che
avrebbe voluto che i suoi fratelli, ancora in vita sulla terra, fossero
avvertiti dei suoi dolori ed aver la possibilità di cambiare vita.
All'inferno, le coscienze degli uomini saranno agitate da tormenti atroci. La
coscienza è il verme che non morrà mai come dichiarano le Sacre Scritture
(Marco 9:48; Isaia 66:24). Al ricco fu detto: "Figlio, ricordati che tu nella
tua vita". Gli uomini saranno tormentati da pene atroci, ma saranno
tormentati anche dal rimorso dei loro ricordi. Ricorderanno che sulla terra
udirono parlare dell'inferno e del cielo, ma non tennero in alcun conto queste
verità, anzi le derisero. Ricorderanno che furono avvertiti delle conseguenze
dei loro peccati e invitati a pentirsi.
Ricorderanno che fu loro offerto il Cristo crocifisso per la salvezza della
loro vita, ricorderanno che furono invitati a cercare le benedizioni del cielo
e a sottomettersi alla volontà di Dio. Ricorderanno i ripetuti e dolci inviti
che Dio rivolse loro in terra perché riflettessero sulla loro condizione, ma
ricorderanno anche i loro sfrontati rifiuti, il loro cuore duro e insensibile
alla voce divina. Saranno tormentati perché vedranno quale infinita distanza li
separa eternamente dalla gloria del cielo. Come il ricco, saranno consapevoli
che per tutta l'eternità saranno dannati. Saranno tormentati perché nessuno dei
loro desideri sarà soddisfatto. Il ricco non poté ricevere una sola goccia
d'acqua per rinfrescare la sua lingua. Saranno tormentati dalla consapevolezza
che non potranno mai fuggire dall'inferno. Al ricco fu detto: "Quelli che
vorrebbero passar di qui a voi non possono, né di là si passi da noi".
Saranno tormentati dalle grida e dalle maledizioni degli altri condannati che
sono insieme a loro.
Un noto predicatore affermò queste parole a proposito delle pene eterne dei
reprobi: "Gli uomini saranno incapaci di trovare un solo angolo segreto
dove trovare calma, dove avere una piccola tregua, una piccola diminuzione dei
loro tormenti. Non troveranno mai un corso d'acqua che possa dissetarli o una
fontana che possa rinfrescarli. In nessuna parte di quel luogo di tormenti ci
sarà una sola goccia d'acqua per rinfrescare le loro lingue. Non troveranno
alcuna compagnia per ricevere un minimo conforto, nessuno farà loro del bene.
Non troveranno un piccolo spazio dove poter rimanere e riposare per un solo
istante, andranno per l'inferno senza posa, senza prendere fiato, senza via
d'uscita, senza speranza. Saranno solo tormentati con fuoco e zolfo, nelle
tenebre e nell'oscurità; non avranno né giorno per sperare, né notte per
riposare. Resteranno nei tormenti per sempre".
III. L'ETERNITÀ DELL'INFERNO
Il più terrificante aspetto di tutti i tormenti dell'inferno, è la sua durata.
L'inferno è eterno. L'inferno durerà per sempre! Riusciamo a comprendere cosa
sia l'eternità? Nessuna equazione o formula matematica può spiegare l'eternità.
La mente umana non può concepire l'eternità, ma nulla è più vero che
quest'insegnamento biblico. La realtà di un luogo di punizione eterna dovrebbe
spingere gli uomini a pentirsi e ravvedersi. Non sorprende che in tutte le
epoche, gli scettici hanno respinto l'eternità dell'inferno e hanno cercato di
sostituire questa dottrina biblica con l'annichilamento (distruzione)
dell'anima dell'uomo dopo la morte.
Consideriamo ora cosa insegnano le Sacre Scritture sulla natura eterna
dell'inferno. Cercheremo di comprendere meglio l'eternità e spiegheremo perché
l'inferno deve essere eterno: "E il diavolo che le aveva sedotte fu
gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia ed il falso
profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli"
(Apocalisse 20:10).
Questo verso rivela chiaramente la durata dell'inferno. Esso sarà eterno,
durerà nei secoli dei secoli. Una tale verità poteva essere espressa solo con
parole così forti. Lo Spirito di Dio ha voluto comunicare la natura eterna
dell'inferno agli uomini, impiegando parole chiare e inequivocabili: "Nei
secoli dei secoli". Le Sacre Scritture usano le stesse parole per
descrivere l'esistenza eterna di Dio: "A colui che siede sul trono, e che
vive nei secoli dei secoli" (Apocalisse 4:9). Qualcuno dubita che Dio
vivrà per tutta l'eternità? Assolutamente no! Come è possibile allora pensare
che l'inferno non sia un luogo eterno di tormenti se sono usate le stesse
parole per l'eternità di Dio e per quella dell'inferno?
Forse non riusciamo a comprendere pienamente i tormenti eterni dell'inferno.
Tuttavia per aiutare la nostra mente, immaginiamo una persona che
accidentalmente prende un carbone ardente fra le sue mani. Appena la sua pelle
comincerà a bruciare per l'ustione, avvertirà un intenso dolore e subito si
libererà di quel piccolo fuoco. Immaginiamo ora una persona che è gettata in
una fornace ardente. Immaginiamo che il suo corpo deve rimanere in mezzo al
fuoco solo quindici minuti; che orribile dolore si avverte all'interno di una
tale fornace! E quanto lunghi sembreranno quei minuti! Dopo aver sopportato per
un solo minuto un tale tormento, che terribile agonia pensare che dovrà restare
altri quattordici minuti nel fuoco! Ma cosa proverebbe questa persona nella sua
anima, se sapesse che deve restare in quel tormento per ventiquattro ore, per
un anno intero, per mille anni! Ahimè, quale disperazione proverà il suo cuore,
al pensiero che dovrà rimanere nei tormenti nei secoli dei secoli! Che la sua
sofferenza non cesserà mai! Che dopo milioni di milioni di anni, il suo tormento
non sarà che all'inizio, e che egli non sarà mai, e poi mai, liberato
dall'inferno! Sic! Voglio tuttavia dirvi, che il tormento di una persona
all'inferno sarà molto più grande dell'illustrazione che è stata appena fatta.
Gesù afferma che nel grande giorno del giudizio, avverrà la separazione degli
empi dai giusti: "Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a
vita eterna" (Matteo 25:46). Qualcuno osa negare che il cielo esisterà
eternamente? Le vite dei benedetti in cielo dovranno un giorno finire?
Assolutamente no! La stessa parola greca è usata in Matteo 25:46 sia per la
vita "eterna" dei giusti, sia per la punizione "eterna" dei
malvagi. L'inferno durerà tanto quanto il cielo.
Nell'inferno ci
saranno gradi diversi di tormenti assegnati agli uomini come è indicato da
molti testi nelle Sacre Scritture. Luca 12:47,48 dichiara: "Quel servo che
ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per
compiere la sua volontà, riceverà molte percosse; ma colui che non l'ha
conosciuta e ha fatto cose degne di castigo, ne riceverà poche". Ancora in
Matteo 11:24 è affermato: "Perciò, vi dichiaro, nel giorno del giudizio,
la sorte del paese di Sodoma sarà più tollerabile della tua ". In Matteo,
Gesù afferma che nel giorno del giudizio la gente di Capernaum riceverà una
punizione più grande degli abitanti di Sodoma. I versi in Luca indicano un
grado differente del giudizio di Dio basato sulla responsabilità di non aver
compiuto la volontà divina, dopo averla conosciuta. Ma il giudizio sarà anche
fondato sulla responsabilità di aver fatto cose degne di castigo, sebbene non
si sia conosciuta la volontà di Dio: alcuni riceveranno molte percosse ed altri
ne riceveranno poche.
Quelli che commettono peccati più grandi degli altri, o più peccati di altri,
riceveranno una punizione più grande all'inferno (Giovanni 19:11). Gli ipocriti
religiosi, quelli che professano un cristianesimo ma non sono veri cristiani,
saranno puniti più severamente degli altri (Matteo 23:14, 15). Il Signore Gesù
disse di Giuda Iscariota: "Meglio sarebbe per quell'uomo se non fosse mai
nato" (Matteo 26:24). Che significato avrebbero queste parole se dopo la
morte degli uomini avvenisse la distruzione della loro anima? Avrebbe Gesù
pronunciato le terribili parole: "Meglio sarebbe per quell'uomo se non
fosse mai nato", se l'annientamento fosse stato tutto quello che Giuda
avrebbe ricevuto? L'annientamento è come se non si subisse alcuna punizione. È
mai possibile che dopo aver offeso il Dio santo, commesso ogni sorta di peccati
in pensieri, sentimenti, parole, azioni, e dopo aver rifiutato l'Evangelo della
grazia, non ci sarà alcuna condanna? Pensare che non esista un luogo di punizione
eterna, non è conforme alla verità della Parola di Dio!
Ogni volta che l'empio commette un peccato aggiunge un altro tormento a quelli
che riceverà all'inferno. Ogni giorno che i peccatori continuano a vivere, ogni
attimo di respiro qui sulla terra senza pentirsi, senza Cristo, senza salvezza,
aggiungono altri tormenti. Romani 2:5 dichiara: "Tu, invece, con la tua
ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per
il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio". Tutti
i giorni della sua vita terrena, l'empio continuando a peccare aumenta l'ira
futura e il tormento che subirà all'inferno. La loro punizione cresce
quotidianamente. All'inferno, gli uomini desidereranno non essere mai nati.
Un noto pastore mentre predicava su questo soggetto affermò: "Nell'inferno
non ci sarà nessuna speranza. Non ci sarà la speranza di morire, la speranza di
essere distrutto. Le grida dei reprobi saranno: "Sono per sempre - per
sempre - per sempre perduto"! Su ogni catena dell'inferno, ci sarà
scritto: "Per sempre". In ogni fiamma di fuoco, si udranno, insieme a
gemiti e lamenti, queste parole: "Per sempre". Su i loro capi, i
condannati leggeranno: "Per sempre". I loro occhi saranno terrorizzati
e i loro cuori spaventati al pensiero che questo sarà "per sempre".
Oh, se questa sera dicessi che un giorno l'inferno sarà distrutto e quelli che
sono lì perduti saranno salvati, in questo momento ci sarebbe una grande festa
all'inferno a motivo delle mie parole. Ma ciò non è la verità. L'inferno è per
sempre
Precedentemente abbiamo considerato la necessità dell'inferno e le ragioni di
un luogo così terribile. Dopo aver spiegato perché l'inferno deve esistere, ora
esaminiamo perché deve esistere eternamente.
Perché è necessario che l'inferno sia eterno? Ci sono molte risposte a questa
domanda, che esporrò brevemente.
1. Il Dio che condanna gli uomini è il Dio eterno.
In effetti, l'eternità dell'inferno è basata sulla natura di Dio. È la Parola
di Dio eterna? È la natura di Dio eterna? Le Sacre Scritture affermano:
"Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Ebrei 13:8).
"La sua giustizia dura in eterno" (Salmo 111:3). "La Parola del
Signore rimane in eterno" (1Pietro 1:25). Se la Parola di Dio è eterna, se
la giustizia di Dio dura per sempre, se Dio stesso è eterno, allora perché la
Sua ira non dovrebbe essere eterna? Se tutti gli attributi di Dio sono eterni e
immutabili, anche l'inferno, essendo un'espressione dell'ira di Dio, deve
essere eterno.
2. L'inferno deve essere eterno perché la giustizia di Dio non potrà mai essere
soddisfatta dalla punizione dei peccatori. Cristo chiarisce questo concetto con
le seguenti parole: "Quando vai con il tuo avversario davanti al
magistrato, fa' di tutto mentre sei per via, per accordarti con lui; perché non
ti porti davanti al giudice, e il giudice ti consegni all'esecutore giudiziario
e l'esecutore ti metta in prigione. Io ti dico che non uscirai di là, finché
non avrai pagato fino all'ultimo centesimo" (Luca 12:58, 59).
L'uomo non può fare nulla per essere assolto dai suoi peccati. Nemmeno se la
sua punizione aumentasse rispetto a quanto era stato stabilito precedentemente,
o la sua pena durasse più a lungo, l'uomo non potrebbe mai fare ammenda per i
suoi peccati. È impossibile perciò che l'inferno abbia fine.
3. L'inferno deve essere eterno perché le Sacre Scritture ci assicurano che il
verme che rode la coscienza degli uomini non muore mai in quel terribile posto.
"Poiché il loro verme non morirà, e il loro fuoco non si estinguerà"
(Isaia 66:24). Se il verme non morirà, allora anche il tormentato provocato da
quel verme, non cesserà mai.
4. L'inferno sarà eterno perché gli uomini anche lì continueranno a bestemmiare
il nome di Dio. In quel luogo di tormenti gli uomini malediranno Dio, loro
stessi e quelli che sono nelle loro stesse sofferenze. Con un linguaggio
blasfemo accuseranno, offenderanno e condanneranno Dio. Nemmeno all'inferno si
pentiranno perché il carattere dei peccatori non cambia. Resteranno peccatori
anche lì. Essi peccheranno per l'eternità, perciò Dio li punirà eternamente!
PAROLE D'INCORAGGIAMENTO
Le Sacre Scritture avvertono continuamente intorno ai pericoli dell'inferno:
"I peccatori sono presi da spavento...un tremito si è impadronito degli
empi. Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante?" (Isaia 33:14).
"Chi può resistere davanti alla sua indignazione? Chi può sopportare
l'ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco" (Naaum 1:6).
Chi è tanto arrogante da pensare di poter sopportare l'ira che Dio manifesterà
nel giorno del suo giusto giudizio? Pensi forse che i tormenti dell'inferno non
siano così terribili? C'è forse qualcuno che sarà capace di sopportarli? I
tormenti dell'inferno fanno tremare dalla paura perfino i demoni.
Non bisogna cadere in una falsa sicurezza pensando semplicemente che perché si
va in chiesa o si crede nell'esistenza di Dio, si eviterà la condanna
dell'inferno. Non è sufficiente aderire intellettualmente alle verità della
Bibbia. Un'esteriore e formale religiosità non salverà il peccatore separato da
Dio. Professarsi cristiano, senza possedere Cristo nel cuore, senza avere
sperimentato il perdono dei peccati attraverso il Suo sangue prezioso, senza
amarlo, servirlo significa che non si è salvati. Vivere come se Dio non
esistesse, senza leggere la Bibbia, senza pregare, senza partecipare ai culti,
significa non conoscere Dio. Condurre una vita nel peccato e disubbidire alla
Parola di Dio, significa non essere stati rigenerati. Se pensi che il regno di
Dio consista in una professione verbale di Cristo o in un'adesione
intellettuale alla fede, ma vivi ancora nel peccato e non sei interessato ad
una vita santa, sappi che stai camminando nella "via larga e spaziosa, che
porta all'inferno". Non essere ingannato dai tuoi pensieri! La salvezza in
Cristo non consiste in parole, o asserzioni religiose, o fede intellettuale, ma
nell'aver sperimentato un cuore nuovo ed una vita nuova. Chi è veramente
salvato non vive più nel peccato, ma per la gloria di Dio. Se il tuo cuore e la
tua vita non sono stati cambiati da Dio, sei ancora schiavo del peccato. Se
vivi disubbidendo alla Parola di Dio e resti indifferente agli inviti preziosi
di Dio a ravvederti, non hai diritto di pretendere che un giorno andrai in
cielo: sei sulla via che ti porta all'inferno!
Rivolgiti a Cristo Gesù e pentiti di tutti i tuoi peccati, Egli è morto sulla
croce per la salvezza dei peccatori. Arrenditi a Lui poiché Egli è l'unico che
può salvarti. Ascolta le parole di Cristo: "Se il tuo occhio ti fa cadere
in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con
un occhio solo, che avere due occhi, ed essere gettato nella geenna del
fuoco" (Matteo 18:9). Queste parole di Gesù significano che dobbiamo
immediatamente eliminare tutto ciò che ci induce a peccare, anche a costo di
rinunciare a qualcosa. Spesso ciò non è indolore, ma vale la pena farlo per non
perdere la vita eterna. Il taglio di una mano, la perdita di un occhio,
rappresentano la rinuncia a peccare per avere vera comunione con Dio. Ricorda
che la condizione richiesta di abbandonare il peccato per amare Cristo non è
nulla se si confronta alla sorte di coloro che rifiutando la grazia di Dio
saranno condannati all'inferno.
Sono convinto che chi non è salvato, debba conoscere i tormenti dell'inferno,
perché possa cominciare a cercare Dio con tutto il suo cuore ed implorare la
misericordia di Cristo sulla sua vita. Gli uomini stanno in piedi sull'orlo
dell'inferno, pronti a cadervi precipitosamente dentro, e sono del tutto ignari
del pericolo che corrono.
La vita di ogni persona è tenuta da un filo sottilissimo che può spezzarsi
improvvisamente. Con il sopraggiungere della morte, si aprono, senza
alcun'altra possibilità, le porte dell'eternità per il cielo o per l'inferno.
Se ascoltare che esiste un luogo di punizione incoraggerà gli uomini a
considerare la necessità di Dio, allora occorre far conoscere questa verità
biblica. È meglio conoscere ora i terribili tormenti dell'inferno ed esserne
per grazia di Dio liberati, che vivere ignorandoli e poi doverli subire per
sempre perché si è morti senza la salvezza in Cristo.
Non dico che devi avere più paura dell'inferno che del peccato. Il peccato è il
vero nemico. Il peccato è peggiore dell'inferno perché è a causa del peccato
che esiste l'inferno. Vorresti andare all'inferno per l'eternità per aver
goduto per breve tempo il falso, futile e ingannevole piacere del peccato qui
sulla terra? Fuggi dal peccato! Smetti di vivere per te stesso e prendi piacere
nel vivere per Cristo. Gesù ti dà molto più del peccato! La Sua gioia è
duratura, la Sua pace è vera, il Suo amore è sincero, la Sua fedeltà è grande.
Nessuno che ha conosciuto Cristo e lo ama sinceramente si è mai pentito di
essere un vero cristiano.
Non aspettare la morte per conoscere Gesù, perché è troppo tardi. Tutte le
opportunità di pentirti ed essere salvato finiscono con la morte. Oggi è il
giorno della salvezza, domani non sappiamo se saremo ancora in vita. Ricorda le
parole di Gesù: "Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà
perduto la sua vita per amor mio, la troverà" (Matteo 16:25).
La dottrina biblica dei tormenti dell'inferno è davvero utile. Un cristiano che
ha un santo timore di Dio nel suo cuore ha anche rispetto per la Sua Parola.
Colui che veramente ama Dio non avrà paura dell'inferno.
Considerare questa dottrina, dovrebbe far crescere la tua fedeltà e gioia in
Cristo, perché sei stato liberato dai tormenti dell'inferno. Quale grazia
sapere di essere stati liberati dalle sofferenze eterne dell'inferno. Alleluia!
Meditare su questo insegnamento, aumenterà il nostro amore per Cristo che ha
subito l'ira di Dio sulla croce per noi. La dottrina dell'inferno dovrebbe
suscitare in te un santo timore e aiutarti a non peccare o offendere Dio.
Dovrebbe infondere in te un giusto timore anche per i "piccoli"
peccati, e incoraggiarti a confessarli ed abbandonarli subito. L'insegnamento
biblico dell'inferno ci dovrebbe trattenere dal peccare.
La dottrina dell'inferno dovrebbe aiutare il cristiano ad essere paziente
quando è afflitto da prove. Qualunque afflizione, per quanto grande possa
essere, sarà sempre meno dei tormenti dell'inferno da cui Dio ti ha liberato.
Anche se avrai delle sofferenze sulla terra, ricorda che saranno momentanee.
Rallegrati di essere stato liberato da quelle eterne!
Questa dottrina ti incoraggerà a parlare ad altri della salvezza di Cristo. Le
sofferenze eterne dell'inferno dovrebbero farci più zelanti ed ansiosi nel
testimoniare alla gente che solo Gesù può liberarli. Esiteremo a dichiarare
questa solenne verità? Il pensiero dell'inferno ci dispiace? Ricorda che Dio
sarà glorificato anche dalla condanna degli empi.
Nella salvezza dei santi in Cristo l'amore di Dio sarà esaltato, mentre nella
condanna dei reprobi la sua giustizia e santità saranno esaltate. Nel frattempo
è nostra responsabilità pregare e lavorare per la salvezza dei peccatori.
Poiché conosciamo i tormenti eterni dell'inferno, non teniamo nascosta la via
della salvezza in Cristo al mondo perduto!
"Signore, per la tua infinita misericordia, fa che nessuno dei miei
fratelli, che Tu mi dai grazia di pasturare e guidare nella verità, possa
allontanarsi da Te! Amen!"
L. Cutri