IL PECCATO IRREMISSIBILE
La Parola di Dio c'informa che tutti i nostri peccati possono
essere perdonati. Questa è la consolante ed universale
promessa divina in Cristo:
1Giovanni 4:10: "In questo è l'amore:
non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo
Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati".
* 1Giovanni 2:2: "Egli è il
sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma
anche per quelli di tutto il mondo".
Questo perdono totale ed universale per quanti si rivolgono a Dio
per mezzo di Gesù conosce però un'eccezione. Esiste,
infatti, un peccato "irremissibile".
Alcuni testi del Nuovo Testamento affermano in modo
incontrovertibile l'esistenza di un peccato che non può essere perdonato:
* Matteo 12:31,32: "Perciò io vi
dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia
contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio
dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non
sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro".
* Marco 3:28,29: "In verità vi dico:
ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia
avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha
perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno".
* Luca 12:10: "E chiunque parlerà
contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo
Spirito Santo, non sarà perdonato".
* 1Giovanni 5:16,17: "Se qualcuno
vede suo fratello commettere un peccato che non conduca a morte, preghi, e Dio
gli darà la vita: a quelli, cioè, che commettono un peccato che non conduca a
morte. Vi è un peccato che conduce a morte; non è per quello che dico di
pregare. Ogni iniquità è peccato; ma c'è un peccato
che non conduce a morte".
Il peccato irreversibile di cui parla Gesù, é il
peccato contro lo Spirito Santo. Infatti, é lo Spirito
Santo che rivela all'uomo la volontà di Dio. Il favore di Dio si
manifesta riccamente attraverso di Lui. È attraverso l'opera
dello Spirito Santo che l'uomo realizza Cristo nella Sua vita come Personale
Salvatore: "Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne
vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne
vado, io ve lo manderò. Quando sarà venuto,
convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al
peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre
e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è
stato giudicato" (Giovanni 16:7-11).
È dunque lo Spirito Santo che convince di:
* PECCATO (Giovanni 16:8-9). Egli fa
sentire la "Sua voce" all'uomo peccatore.
* GIUSTIZIA (Giovanni 16:10). Lo Spirito
rivela nel medesimo tempo Gesù Cristo la cui giustizia e divinità è dimostrata
dalla Sua risurrezione e dal Suo ritorno al Padre. Dio produce così nel cuore
sincero e pentito la convinzione che Gesù è davvero il
Salvatore che, giusto, rende giusti coloro che pongono la fede in Lui.
* GIUDIZIO (Giovanni 16:11) "Perché
il principe di questo mondo è giudicato". Come sappiamo che gli increduli
saranno giudicati? Perché il loro padre, il diavolo, lo è già
da principio. Per mezzo della croce Cristo lo ha virtualmente
annientato. Il medesimo castigo attenderà gli increduli quando saranno gettati
nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli. Lo Spirito Santo
convince l'uomo che Dio é buono, ma che é anche giusto. Per questa ragione chi
impedisce l'opera dello Spirito Santo commette un
peccato imperdonabile.
CHE COSA È ALLORA IL PECCATO CONTRO LO
SPIRITO SANTO?
È l'espressione di un atteggiamento interiore e a volte anche
esteriore che impedisce allo Spirito Santo di svolgere il Suo ministerio.
Possiamo comprendere da quanto appena detto, che peccare contro lo Spirito
Santo può essere non soltanto bestemmiare contro di Lui, ma anche rifiutare
volontariamente fino alla fine l'opera della salvezza che Egli vuol fare nel
nostro cuore.
Per "fino alla fine" intendiamo dire: fino a che non sia
troppo tardi, sia perché la morte viene, sia perché Dio, stanco d'avere
pazienza, si ritira. Peccare contro lo Spirito Santo è ostinarsi a non credere
in Gesù, che lo Spirito Santo presenta alle anime: "Se non fossi venuto e
non avessi parlato loro, non avrebbero colpa; ma ora non hanno scusa per il loro
peccato" (Giovanni 15:22).
L'oltraggio contro lo Spirito Santo manifesta una condizione del
cuore umano nei confronti dell'intervento divino ed é perciò senza speranza di
perdono perché contrario alla stessa natura morale di Dio.
Quindi il peccato irremissibile più che
essere individuabile in un determinato atto contro Dio è una presa di posizione
contro l'opera che lo Spirito Santo compie.
COME SI GIUNGE A COMMETTERE QUESTO
PECCATO?
CONTRISTANDO LO SPIRITO SANTO
Noi possiamo irritare un estraneo, ma possiamo contristare
solamente un amico o uno dei nostri cari: "Essi furono ribelli,
contristarono il suo spirito santo; perciò egli si mutò in loro nemico, ed egli
stesso combatté contro di loro" (Isaia 63:10).
Il fatto che lo Spirito Santo possa essere contristato è una
chiara prova della Sua personalità. Lo Spirito Santo, che viene a dimorare nel
cuore del credente, è chiamato "Consolatore" cioè
Colui che è chiamato accanto al cristiano per aiutarlo. Egli s'interessa a noi con molta tenerezza ed affetto per questo motivo è
contristato dai nostri difetti e dai nostri peccati. Si contrista per il Suo
carattere santo e perché i Suoi attributi sono assolutamente perfetti. Proprio
perché la Sua natura è santa, è disturbato da un atteggiamento contrario alla
purezza. Egli abita nei nostri cuori, perciò vi é il chiaro invito a non contristarLo: "Non rattristate lo Spirito Santo di Dio
con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione"
(Efesini 4:30).
Ciò è comprensibile perfino nei credenti. Si è fatti
"partecipi della natura divina", man mano che questa natura va
maturando; infatti ci ripugna sempre più qualsiasi
atteggiamento che violi le norme della natura e della legge di Dio.
È soprattutto per amor dei credenti che lo Spirito si contrista,
perché Egli vorrebbe che questi fossero più sensibili, da una parte, a quello
che Egli, nella Sua santità, approva e, dall'altra, a ciò che Egli
disapprova.
Lo Spirito Santo può essere contristato per le seguenti ragioni:
1) IMPURITÀ
Ogni tipo di sozzura della carne contamina il
"tempio" dello Spirito e lo rende inabitabile per Lui, che è un
Essere santo: "Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di
Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il
tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi" (1Corinzi 3:16-17).
Dal contesto di Efesini 4, si nota come
il credente viene esortato a non contristare lo Spirito Santo: "Perciò,
bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra
gli uni degli altri. Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la
vostra ira e non fate posto al diavolo. Chi rubava non rubi più, ma si
affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia
qualcosa da dare a colui che è nel bisogno. Nessuna
cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete
qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca
grazia a chi l'ascolta. Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale
siete stati suggellati per il giorno della redenzione. Via da voi ogni
amarezza, ogni cruccio e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di
cattiveria! Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri,
perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati
in Cristo" (Efesini 4:25-32).
È chiaro che lo Spirito Santo è contristato da desideri e
atteggiamenti interiori non santi, che danno origine e impulso a parole cattive
e ad atti violenti.
2) AMORE PER LE COSE DEL MONDO
Il credente deve essere separato dal mondo, dai suoi
piaceri, dal suo spirito, dai suoi programmi:
- 2Corinzi 6:14-16:
"Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti
che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O
quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale
accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra
il fedele e l'infedele? E che armonia c'è fra il
tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio
del Dio vivente, come disse Dio: "Abiterò e camminerò in mezzo a loro,
sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo".
- 1Giovanni 2:15:
"Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se
uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui".
Un tale amore provoca una santa gelosia da parte dello Spirito Santo:
"Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che: "Lo Spirito che
egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia"? (Giacomo
4:5).
3) INCREDULITÀ
Che cosa contristerebbe di più un genitore della mancanza di fiducia nei suoi riguardi da parte di un suo figlio? Così
lo Spirito Santo è contristato dal fatto che talvolta i cristiani non tengono
presente che Dio è fedele alla Sua Parola. L'incredulità esclude completamente
dalla comunione con Dio: "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono
della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al
momento opportuno" (Ebrei 4:16).
4) INGRATITUDINE
Nulla contrista più dell'ingratitudine. La mancanza di
riconoscenza a Dio per tutta la Sua bontà e per la Sua tenera misericordia non
può non contristare lo Spirito Santo: "Guardati dal dimenticare il
Signore, il tuo Dio, al punto da non osservare i suoi comandamenti, le sue
prescrizioni e le sue leggi che oggi ti do; affinché
non avvenga, dopo che avrai mangiato a sazietà e avrai costruito e abitato
delle belle case, dopo che avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto
moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento, il tuo oro e abbondare ogni tua
cosa, che il tuo cuore si insuperbisca e tu dimentichi il Signore, il tuo Dio,
che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù; che ti ha
condotto attraverso questo grande e terribile deserto, pieno di serpenti
velenosi e di scorpioni, terra arida, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te
acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna che i tuoi
padri non avevano mai conosciuta, per umiliarti e per provarti, per farti, alla
fine, del bene. Guardati dunque dal dire in cuor tuo: La mia forza e la potenza
della mia mano mi hanno procurato queste ricchezze. Ricordati
del Signore tuo Dio, poiché egli ti dà la forza per procurarti ricchezze, per
confermare, come fa oggi, il patto che giurò ai tuoi padri. Ma se ti
dimenticherai del Signore tuo Dio, e seguirai altri dèi e li servirai e ti
prostrerai davanti a loro, io vi dichiaro oggi solennemente che certo
perirete" (Deuteronomio 8:11-20).
5) MANCANZA DI PREGHIERA
L'assenza di preghiera dalla vita di un credente è una delle
prove più evidenti che egli si sente autosufficiente.
Un credente che non prega è come se dicesse al Signore: "Me la cavo molto
bene anche senza di Te!", in realtà egli dipende da Dio perfino per il
respiro che lo tiene in vita: "Non cessate mai di pregare"
(1Tessalonicesi 5:17).
6) RESISTENZA ALL'AZIONE DELLO SPIRITO
SANTO
Stefano, quando parlò dinanzi al Sinedrio, descrisse il suo
popolo come "gente dal collo duro". Il significato di
quest'espressione è ostinazione, quella che le Scritture chiamano "durezza
di cuore": "Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d'orecchi,
voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri,
così fate anche voi" (Atti 7:51).
Vi è una gran varietà d'atteggiamenti simili che si fondono tutti
su questo spirito di resistenza e di ostinazione, che
ignora i disegni di Dio: "L'uomo che, dopo essere stato spesso ripreso,
irrigidisce il collo, sarà abbattuto all'improvviso e senza rimedio"
(Proverbi 29:1).
7) TRASCURATEZZA
Essere attento vuol dire prestare ascolto a ciò che è detto
o fatto o che traspare da una data situazione. È possibile udire e non
ascoltare, nel senso che ciò che è udito non è in realtà registrato dalla
coscienza. Se, infatti, ciò non avviene, non ne
seguirà alcuna risposta emozionale o alcun atto della volontà. La
disattenzione, però, è in realtà preceduta da un atto della volontà che decide
di non prestare ascolto e nasce, a sua volta, da uno spirito d'ostinazione.
Questo spirito di ribellione, che respinge il
messaggio di Dio, attraverso i profeti, fu la caratteristica d'Israele che fece
scendere sul suo capo le calamità ricordate dalla Scrittura: "Poiché vi ho
parlato, parlato fin dal mattino, e voi non avete dato ascolto, poiché vi ho
chiamati e voi non avete risposto, io tratterò questa casa, sulla quale è
invocato il mio nome e nella quale riponete la vostra fiducia, e il luogo che
ho dato a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo: vi caccerò dalla mia
presenza, come ho cacciato tutti i vostri fratelli, tutta la discendenza di
Efraim" (Geremia 7:13-15).
La Scrittura usa un duro monito contro la trascuratezza:
"Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande
salvezza"? (Ebrei 2:3).
Il triste risultato finale è il seguente: "Spegnere lo Spirito":
"Non spegnete lo Spirito" (1Tessalonicesi 5:19).
Il testo originale dice: "Smettete di spegnere lo
Spirito" oppure "non continuate con l'abitudine di spegnere lo
Spirito" oppure "non prendete l'abitudine di spegnere lo
Spirito".
CONCLUSIONE
Se l'attitudine a rattristare e soffocare l'opera dello Spirito di
Dio nel credente è persistente, essa produrrà inevitabilmente uno stato
spirituale nel quale il credente non potrà più realizzare l'intervento dello
Spirito Santo nella propria esistenza e di conseguenza si troverà nella triste
condizione di Esaù: "Infatti sapete che anche più
tardi, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la
richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento" (Ebrei 12:17).
Quando un individuo resiste, contrasta,
oltraggia, insulta Dio e la Sua opera, impedisce allo Spirito Santo di agire:
non potendo Egli compiere l'opera di "convinzione" o
"convincimento", non può esservi "ravvedimento" e quindi
perdono.
Purtroppo, questa posizione del cuore umano preclude ogni possibilità di
perdono divino e quindi di salvezza. L'unica garanzia per i cristiani di non
cadere mai in una attitudine negativa nei confronti di
Dio è quella di sottomettersi al Signore, permettendo allo Spirito Suo di
venire in aiuto alla nostra debolezza, per essere tra quelli che si lasciano
guidare dallo Spirito Santo e non seguono i desideri del proprio egoismo.
Dio è potente da preservarci da ogni caduta: "A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire
irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore
per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere
prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen" (Giuda 1:24,25).
Quindi senza il "timore" di venire meno, ogni credente
può affidarsi a Colui che è il nostro
"Paracleto".
LE CONSEGUENZE
La domanda frequente che spesso ci è
posta è la seguente: "Chi può commettere questo peccato"? La risposta
è sia il credente che l'inconvertito: "Infatti
quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e
sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola
di Dio e le potenze del mondo futuro e poi sono caduti, è impossibile
ricondurli di nuovo al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro
il Figlio di Dio e lo espongono a infamia" (Ebrei 6:4-6).
È ovvio che il credente, colpevole di una condotta che contristi
continuamente, insistentemente, caparbiamente, lo Spirito Santo, realizzerà
delle terribili conseguenze:
PRIMA CONSEGUENZA: LA PERDITA DELLA PRESENZA
E DELLA BENEDIZIONE DI DIO.
Si realizza una condizione spirituale davvero grave, perché la
benedizione più preziosa che si può avere in questa vita, è la presenza del
Signore in quella sacra comunione che è data e mantenuta dallo Spirito Santo e
che si dovrebbe apprezzare più di qualsiasi altra cosa.
Si perde così:
A. La Sua presenza: "Ed ecco, io
sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo
28:20).
B. La Sua gioia: "Vi sono gioie a
sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno"
(Salmo 16:11).
C. La Sua potenza: "Ma riceverete
potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in
Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della
terra" (Atti 1:8).
D. Le Sue promesse: "Manteniamo
ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse" (Ebrei 10:23).
E. La condizione diviene peggiore di prima:
"Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi
cercando riposo e non lo trova. Allora dice: "Ritornerò nella mia casa da
dove sono uscito"; e quando ci arriva, la trova vuota, spazzata e adorna.
Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali,
entrati, vi prendono dimora; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa
peggiore della prima. Così avverrà anche a questa malvagia generazione"
(Matteo 12:43-45).
A tal proposito la Scrittura usa un tono
particolarmente forte:
* 2Pietro 2:22: "É avvenuto di loro quel che dice con verità il
proverbio: "Il cane è tornato al suo vomito" e: "La scrofa
lavata è tornata a rotolarsi nel fango".
* Proverbi 26:11: "Lo stolto che
ricade nella sua follia, è come il cane che torna al suo vomito".
L'esortazione a non contristare lo Spirito Santo ci appare molto
più importante quando la consideriamo alla luce del Suo rapporto con noi:
"Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati
suggellati per il giorno della redenzione" (Efesini 4:30).
Egli è Colui dal quale siamo stati "suggellati per il giorno
della redenzione". Sembra che ciò significhi: "Quando lo Spirito
Santo entra in un'anima, la segna con un sigillo che indica un diretto rapporto
della sua vita con Dio".
"Segnare con un sigillo indica che una data cosa appartiene
personalmente a qualcuno, poiché il sigillo è segno di proprietà".
L'apporre un sigillo ad un libro, ad un sacco postale, ad un pezzo
di legname o ad un documento, indica quelle cose come possessi particolari. Quando lo Spirito Santo viene ad abitare nel credente, è
segno distintivo dell'appartenenza a Dio. Senz'altro nessun cristiano vorrebbe
che qualsiasi interferenza rompesse questo sigillo, che è l'evidenza della sua
appartenenza a Lui! Questo sigillo è solamente l'"arra" o anticipo
del sigillo definitivo di appartenenza a Dio, che
Giovanni vide sui redenti: "E avranno in fronte il Suo nome".
Bisognerà mantenere con cura l'attuale sigillo, perché possa giungere alla
pienezza della gloriosa ed eterna consumazione futura! (Apocalisse 22:4).
Il sigillo suggerisce anche l'idea di valore o di tesoro. Non si
sigilla, ad esempio, una lettera qualunque, ma si appone un sigillo ad una che
contenga valori. Il fatto stesso che il Padre mandi lo Spirito Santo, la Terza
Persona della Deità, a suggellare l'anima con la Sua presenza preziosa, ne attesta il suo valore infinito per Dio.
Il famoso evangelista J.H. Jowett racconta di un contadino che
abitava nelle vallate dello Yorkshire, in Inghilterra. Egli non aveva studiato,
ma era stato meravigliosamente preparato dallo Spirito ed era un uomo
profondamente spirituale che viveva nella più intima comunione col suo Signore.
Le sue preghiere erano semplici e del tutto non convenzionali; egli parlava a
Dio con una familiarità deliziosa, ma sempre ricca di reverenza. In una delle
sue preghiere egli disse: "Signore, devo valere davvero qualche cosa!
Devono esserci dei tesori nascosti dentro di me! Il diavolo cerca sempre di
penetrare in me e si sa che i ladri non visitano le case vuote!".
Questo suo modo di ragionare era assolutamente corretto e fondato
sull'insegnamento del Nuovo Testamento. Una cosa che è molto ricercata, vale. Se un ladro si aggira attorno ad una casa, significa che
dentro vi è qualcosa di prezioso.
Quando il maligno scorge il sigillo del
Signore, sa di trovarsi dinanzi ad un tesoro che bramerebbe far suo. Quale
eccellente ragione per conservare il sigillo intatto non contristando lo
Spirito Santo!
SECONDA CONSEGUENZA: DIO ABBANDONA L'UOMO
A SE STESSO
Non ci si beffa di Dio:
"Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio;
perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà" (Galati 6:7).
Se l'uomo non vuol saperne di Dio, Egli
lo lascia. Ecco due esempi.
a) Subito dopo la bestemmia dei Giudei, Gesù
rifiuta loro un nuovo miracolo e si mette a parlare in parabole, che spiega
solo ai Suoi discepoli: "Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero:
"Perché parli loro in parabole?" Egli rispose loro: "Perché a
voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a
chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto
anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non
vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in
loro la profezia d'Isaia che dice: "Udrete con i vostri orecchi e non
comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di
questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno
chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli
orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li
guarisca". Ma beati gli occhi vostri,
perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono"! (Matteo 13:10-16).
Dio cessa di rivelarsi a coloro che Gli resistono e che con questa
stessa bestemmia perdono quella poca luce spirituale che possono avere.
b) In Geremia Dio descrive l'atteggiamento caparbio del popolo
d'Israele e la conseguenza di tale atteggiamento:
* Geremia 5:3; 8:5:" ... essi non vogliono ricevere istruzione;
essi hanno un viso più duro che la pietra, essi rifiutano di convertirsi".
* Geremia 6:16-17: " ...essi
rispondono: "...Noi non ci incammineremo per essa (tua via) e non staremo
attenti "".
* Geremia 7:13: " Vi ho parlato fin
dal mattino, dice l'Eterno e voi non avete dato ascolto, vi ho chiamati e voi
non avete risposto".
* Geremia 9:6: "Costoro rifiutano di
conoscermi..."
Poi il Signore parla loro di ciò che farà Geremia 7:15,29: "...Vi caccerò
dal mio cospetto ".
Questo abbandono è così completo che, per quattro volte, Dio
ripete al profeta che è ormai inutile pregare per il popolo, poiché Egli non
ascolterà (Geremia 7:16; 11:14; 14:11-12 e 15:1).
TERZA CONSEGUENZA: IL CUORE DELL'UOMO È
INDURITO
Non è Dio, ma è l'uomo stesso colui che
per primo indurisce il suo cuore: "E si adempie in loro la profezia
d'Isaia che dice: "Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete;
guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo
si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi,
per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di
comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca" (Matteo
13:14-15).
Chiunque ode l'appello del Signore senza risponderGli,
indurisce il suo cuore: "Perciò, come dice lo Spirito Santo: "Oggi,
se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della
ribellione, come nel giorno della tentazione nel deserto, dove i vostri padri
mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto le mie opere per
quarant'anni! Perciò mi disgustai di quella generazione, e
dissi: "Sono sempre traviati di cuore; non hanno conosciuto le mie
vie"; così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio
riposo!".
Badate, fratelli, che non ci sia in
nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo, che vi allontani dal Dio vivente;
ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: "Oggi",
perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato" (Ebrei
3:7-13).
Ma se l'uomo persevera nella resistenza allo Spirito, Dio a sua
volta, indurirà il Suo cuore: "Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito
i loro cuori, affinché non vedano con gli occhi, e non comprendano con il
cuore, e non si convertano, e io non li guarisca" (Giovanni 12:40).
Il caso più tipico è quello di Faraone. È scritto che lui per
primo indurì, ostinò il suo cuore e rifiutò di
obbedire:
* Esodo 7:13: "E il cuore del
faraone si indurì: non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il Signore aveva
detto".
* Esodo 7:22: "Ma i maghi d'Egitto
fecero la stessa cosa con le loro arti occulte, e il cuore del faraone si
indurì: egli non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il Signore aveva
predetto".
* Esodo 8:15: "Ma quando il faraone
vide che c'era un po' di respiro si ostinò in cuor suo e non diede ascolto a
Mosè e ad Aaronne, come il Signore aveva detto.
* Esodo 8:19: "Allora i maghi
dissero al faraone: "Questo è il dito di Dio". Ma il cuore del
faraone si indurì e non diede ascolto a Mosè e ad
Aaronne, come il Signore aveva detto".
* Esodo 8:32: "Ma anche questa volta
il faraone si ostinò in cuor suo e non lasciò andare il popolo".
* Esodo 9:7: "Il faraone mandò a
vedere, ed ecco che neppure un capo del bestiame degli Israeliti era morto. Ma il cuore del faraone rimase ostinato ed egli non lasciò
andare il popolo".
Soltanto in seguito vediamo Dio indurire il Suo cuore verso
faraone:
* Esodo 9:12: "Ma il Signore indurì
il cuore del faraone e questi non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il
Signore aveva detto a Mosè".
* Esodo 10:1: "Allora il Signore
disse a Mosè: "Va' dal faraone; poiché io ho reso ostinato il suo cuore e
il cuore dei suoi servitori, per fare in mezzo a loro i segni che
vedrai""
* Esodo 10:20: "Ma il Signore indurì
il cuore del faraone, e questi non lasciò andare i figli d'Israele".
* Esodo 10:27: "Ma il Signore indurì
il cuore del faraone, e questi non volle lasciarli andare".
* Esodo 14:8: "Il Signore indurì il
cuore del faraone, re d'Egitto, ed egli inseguì i figli d'Israele che uscivano
a testa alta".
D'altronde Dio deve fare grandi cose per indurire un cuore? Basta
che Egli si ritiri e cessi di sollecitarlo per mezzo del Suo Spirito.
QUARTA CONSEGUENZA: DIVENTA IMPOSSIBILE
PENTIRSI
Il testo di Ebrei 6:6 parla di uomini che
non possono più essere condotti al pentimento: "Infatti quelli che sono
stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste e sono stati fatti
partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le
potenze del mondo futuro e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo
al ravvedimento perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e
lo espongono a infamia" (Ebrei 6:3-6).
Nel Vangelo di Matteo si legge che quest' indurimento
impedirà loro di vedere, di comprendere e di convertirsi: "Il cuore di
questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno
chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli
orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li
guarisca" (Matteo 13:15).
È evidente che se qualcuno rifiuta ogni soccorso divino, alla fine
non potrà più sentire la convinzione di peccato prodotta dallo Spirito e non
potrà venire a Cristo, perché nessuno può venire a Lui "se
non che il Padre... lo attiri" (Giovanni 6:44).
L'esempio di Esaù é lampante:
"Nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola pietanza
vendette la sua primogenitura. Infatti, sapete che anche più tardi, quando
volle ereditare la benedizione, fu respinto, sebbene la richiedesse con
lacrime, perché non ci fu ravvedimento" (Ebrei 12:16,17).
QUINTA CONSEGUENZA: DIVENTA IMPOSSIBILE
CREDERE
Il cuore è diventato duro come la roccia e non è assolutamente
possibile romperlo:
* Giovanni 5:44: "Come potete
credere voi... che non cercate la gloria che viene da Dio solo"?
* Giovanni 12:40: "Egli ha accecato
gli occhi loro e ha indurito i loro cuori, affinché non vedano con gli occhi e
non intendano con il cuore e non si convertano ed io non li sani".
SESTA CONSEGUENZA: DIVENTA IMPOSSIBILE
OTTENERE IL PERDONO
È scritto: "Chi confessa il suo peccato e lo abbandona,
otterrà misericordia". Come può l'uomo ottenere misericordia e dunque
perdono da Dio, se il so orecchio ormai si è fatto
insensibile ai richiami del Signore? Egli è come quell'uomo che ha la sua casa
sulla stazione ferroviaria. Quando vi si è trasferito,
i rumori gli recavano fastidio e per lui era quasi impossibile dormire. A
distanza di tempo, si è "abituato" e vive come se la sua abitazione fosse ubicata in mezzo ad un giardino. Tale è il cuore di
chi ha respinto per tanto tempo la voce del Signore:
* Matteo 12:31,32: "Perciò io vi
dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia
contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio
dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non
sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro".
* Marco 3:28,29: "In verità vi dico:
ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e qualunque bestemmia
avranno proferita; ma chiunque avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non ha
perdono in eterno, ma è reo di un peccato eterno".
* Luca 12:10: "E chiunque parlerà
contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo
Spirito Santo, non sarà perdonato".
* 1Giovanni 5:16,17: "Se sappiamo che egli ci esaudisce in ciò che
gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo chieste. Se
qualcuno vede suo fratello commettere un peccato che non conduca a morte,
preghi, e Dio gli darà la vita: a quelli, cioè, che
commettono un peccato che non conduca a morte. Vi è un peccato che conduce a
morte; non è per quello che dico di pregare. Ogni iniquità è
peccato; ma c'è un peccato che non conduce a morte".
* Ebrei 10:26,27: "Infatti, se
pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non
rimane più alcun sacrificio per i peccati; ma una terribile attesa del giudizio
e l'ardore di un fuoco che divorerà i ribelli".
Colui che, conoscendo la verità, respinge volontariamente l'opera di Cristo e
quella dello Spirito Santo non può essere salvato da nessun'altra potenza o
alcun altro sacrificio. Dio non vuole costringere nessuno ad amarlo e non può
offrire nulla più che Suo Figlio e il Suo Santo Spirito. D'altra parte il castigo di questo peccato non cesserà mai: "È
eterno".
CONCLUSIONE
Di fronte ad insegnamenti così solenni non ci sentiamo spinti ad
esaminare la nostra coscienza? Se non abbiamo ancora
creduto e oggi udiamo la Sua voce, guardiamoci dall'indurire i nostri cuori ed
affrettiamoci a cedere alla convinzione dello Spirito, prima che sia troppo
tardi. Se siamo dei figli di Dio, vegliamo
continuamente per non ritornare indietro ed essere ripresi dalla seduzione di
questo mondo. Esaminiamo noi stessi per sapere se ricerchiamo la
santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore. Ma se, nonostante il
nostro desiderio sincero di seguire Cristo, l'avversario agita sempre davanti a
noi come uno spauracchio la paura del peccato contro
lo Spirito Santo, afferriamo lo scudo della fede e ricordiamoci le promesse di
grazia fatte a tutti coloro che vogliono credere: "Se il nostro cuore ci
condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa"
(1Giovanni 3:20).