HO UCCISO UN UOMO
Aborto
procurato mediante iniezione salina nella cavità amniotica a 19 settimane
"Libera quelli che sono trascinati
verso la morte e trattieni quelli che sono portati al macello. Se dici:
"Ecco, noi non lo sapevamo!..." Colui che pesa i cuori non lo vede? Colui
che custodisce la tua anima non lo sa forse? Egli renderà a ciascuno
secondo le sue opere" (Proverbi 24:11,12)
UN MESSAGGIO DI DENUNCIA
Aborto
procurato mediante isterotomia (piccolo cesareo) a 24 settimane.
Quello del Signore è un
imperativo, un comando che risuona potente: "Libera quelli che sono
trascinati verso la morte!" Non c'è spazio per l'ambiguità. Il nostro Dio
è un Dio di luce, quando parla la Sua Parola brilla come una lampada ed il
combustibile di questa lampada è il benedetto olio dello Spirito Santo. Che cosa ci stanno dicendo questi versetti? Di liberare
qualcuno, qualcuno che si trova in una situazione molto particolare e cioè dei condannati a morte. Non si tratta tuttavia di
normali condannati a morte, perché in questo caso, trovandoci nell'Antico
Testamento, una simile affermazione risulterebbe in
chiara contraddizione con lo spirito generale della Legge, che indicava proprio
nella morte, ora di una vittima sacrificale, ora del peccatore stesso, l'unica
via espiatoria per l'appagamento della giustizia divina, che esplicitamente
dice: "L'anima che pecca morirà" (Ezechiele 18:4).
Sotto Mosè, Dio prescrisse il sacrificio, perché il Suo Figlio non era ancora morto, ma la Sua santità
esigeva comunque giustizia: l'iniquità doveva pagare il prezzo della
trasgressione e tale prezzo era la vita (cfr. Levitico 20:9,10;
24:11,16; Numeri 15:32-36; Ebrei 10:28).
Nel passo non si parla dunque di empi
condotti a morte, ma di innocenti condotti a morte, che il Signore ama e non
desidera veder condannati. Al profeta Ezechiele l'Eterno
chiarì i fondamenti della Sua giustizia e così è scritto: "Voi dite:
"Perché il figlio non porta l'iniquità del padre?" Poiché il figlio
pratica l'equità e la giustizia, osserva tutti i miei statuti e li mette in
pratica, certamente egli vivrà. L'anima che pecca morirà, il figlio non
porterà l'iniquità del padre e il padre non porterà l'iniquità del figlio; la
giustizia del giusto sarà su di lui, l'empietà dell'empio sarà su di lui"
(Ezechiele 18:19,20).
Il passo dei Proverbi nella versione della Nuova Riveduta recita: "Libera
quelli che sono condotti a morte e salva quelli che, vacillando, vanno al
supplizio".
Questi innocenti, dunque, si recano alla morte vacillando e a
vacillare sono propriamente quelli che non riescono a camminare, perché non
hanno forza. "Innocente ed indifeso" sono le caratteristiche di
quelli di cui sta parlando il Signore. Ora, se ci riuscite, provate a pensare
se esiste qualcosa di più innocente ed indifeso di un bambino ed in particolare
di un bambino nel seno materno, di un feto... È per antonomasia simbolo di una
creatura del tutto priva di qualsiasi colpa e
completamente dipendente da qualcun' altro per la propria sopravvivenza (più
precisamente il feto non è in grado di mantenersi in vita da solo prima dei sei
mesi ed è dunque di questa prima fase che si sta parlando). Bene, la Bibbia ci
dice che degli innocenti vengono condotti a morte,
proprio intorno a noi e che noi possiamo negare di saperlo, ma in realtà ne siamo
perfettamente coscienti; Dio questo ben lo sa: "Se dici: "Ecco, noi
non lo sapevamo!..." Colui che pesa i cuori non
lo vede?" Tentiamo di tirarci indietro dicendo di non sapere che nelle
nostre civilissime città si sta perpetrando una strage di dimensioni
terrificanti ai danni di vittime inconsapevoli, ma la Parola di Dio ci accusa e
denuda la corruzione del nostro cuore.
Facciamo finta di niente mentre il sangue di tanti agnelli
sacrificali giunge sino alla soglia della nostra casa, ma la voce di quel
sangue grida al Signore dalla terra e la Sua ira grava sul nostro capo cercando
vendetta. Egli ha ordinato: "Non ucciderai l'innocente e il giusto, perché
io non assolverò il malvagio" (Esodo 23:7).
Potete anche chiamarvi fuori da tutto ciò, tirando in
ballo la libertà di scelta, la responsabilità personale ed altre sciocchezze
simili, ma sappiatelo: il Signore aborre il vostro comportamento, nel giorno
del Suo ritorno avrà una spada affilata per colpire e la userà; voi lo vedrete
indossare una veste tinta di sangue e quando riconoscerete quel sangue
tremerete ed urlerete, perché allora Egli verrà e pigerà il tino del vino
dell'ira ardente del Dio onnipotente!
"Salvate coloro che sono ingiustamente condannati a morte: non restate in
disparte per lasciarli morire!", ecco cosa ci sta dicendo il Signore in
questo brano dei Proverbi.
LO
STERMINIO SILENZIOSO
I
piccolissimi piedi di un feto umano di dieci settimane
"E sparsero il
sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie... e il paese fu
contaminato dal sangue versato" (Salmo 106:37).
Con l'empia legge 194 del 1978 anche il nostro Paese si è
uniformato alle scelte di altre nazioni, rendendo
legale l'aborto (il primo paese a farlo fu la Russia bolscevica di Lenin, che
nel 1920 lo fece rientrare nel suo programma di scristianizzazione - non senza
riguardi per il potenziale dell'aborto quale pratica malthusiana) e dando il
via ad uno dei più spaventosi bagni di sangue che la storia abbia mai
conosciuto. Non ha arginato minimamente la clandestinità (approssimativamente
NOVANTAMILA casi l'anno) ed oggi in Italia si calcolano circa
CENTOCINQUANTAMILA interruzioni volontarie della gravidanza ogni anno, dato
pressoché invariato dagli anni '60. Nel solo anno 1995 ci sono stati
ufficialmente 138.379 interruzioni volontarie di gravidanza: 379 omicidi al giorno, 16 ogni ora, uno ogni quattro minuti. Questo
significa che in Italia ogni quattro minuti una mamma commissiona l'assassinio
di suo figlio. In totale, dal '78 al '98 sono stati soppressi circa 4 MILIONI
di bambini: più o meno il triplo del numero delle vittime italiane delle due guerre mondiali messe assieme. A questi dati
bisogna poi aggiungere i numeri dei cosiddetti "aborti terapeutici",
che sono stati, mediamente, 200.000 ogni anno (tutti
casi assolutamente inevitabili?).
Secondo stime recenti, in tutto il mondo
le interruzioni volontarie di gravidanza sfiorano i 40 MILIONI di casi ogni
anno! Dei 210 milioni di donne in età fertile che ogni anno rimangono incinte,
il 38% non vuole la gravidanza e il 22% abortisce.
Soltanto in America, negli ultimi venti anni sono stati uccisi mediante aborto
criminoso 31 MILIONI di bambini, ossia una media di 1,5 MILIONI di bambini ogni
anno e come è stato fatto notare, in quattro anni gli
americani eguaglieranno la "bontà" che Hitler ha avuto verso sei
milioni di Ebrei. Soltanto che questa volta non sono usate camere a gas o
fucili, ma farmaci e bisturi.
I
METODI DI UN ECCIDIO
Un feto alla
sesta settimana
"L'Eterno odia...
le mani che versano sangue innocente" (Proverbi 6:16,17)
Il mezzo più usato in Italia per l'uccisione del feto è stato fino a poco tempo
fa lo svuotamento strumentale della cavità uterina, ossia il raschiamento
effettuato con una "curette" (una specie di cucchiaio dai bordi
taglienti), che oggi tende ad essere sostituito con il metodo della suzione:
questo consiste nell'introdurre nell'utero uno speciale strumento capace di
praticare il vuoto pneumatico e di aspirare quindi l'embrione e la membrana
mucosa. Negli Stati Uniti si pratica molto l'iniezione intramniotica di una
soluzione salina ipertonica, che induce l'espulsione del feto con meccanismo
osmotico. Infine l'aborto si può determinare con farmaci: DES
(dietilstilbestrolo) per iniezione e prostaglandine per fleboclisi
(introduzione continuata nelle vene di una soluzione fisiologica, praticata per
favorire l'eliminazione di sostanze tossiche). Non è possibile poi tacere di quella orrenda pratica detta dell'aborto a nascita parziale,
che negli Stati Uniti viene effettuato dal quarto mese fino alla fine della
gravidanza. Il procedimento è di una violenza raccapricciante: l'aborzionista,
dopo aver estratto parzialmente il corpo del bambino, gli perfora il cranio con
le forbici, all'altezza del foro occipitale; quindi, dopo aver allargato la
ferita, estrae le forbici ed inserisce un tubo collegato ad una pompa
aspirante. La morte del bambino è ripugnante: il suo cervello viene risucchiato dalla pompa ed alla fine il corpicino è
rimosso definitivamente!
Mi rendo conto che si tratta di cose che possono scioccare, ma ritengo assolutamente necessario fare quanta
più luce possibile su di un argomento dalle tali implicazioni etiche. Se la
realtà è tanto insopportabile, questo lo dobbiamo
soltanto alla legge 194 ed è bene che le conseguenze di quel provvedimento
vengano conosciute per quello che realmente sono.
La situazione è terribilmente seria ed i Cristiani non possono assolutamente
permettersi di restare indifferenti.
QUALE
DIRITTO?
"E non darò
neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto né proporrò un tal
consiglio; ed ugualmente neppure darò a una donna un
pessario abortivo. Ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte"
(Giuramento di Ippocrate; 3,4)
Queste parole vengono ancora oggi recitate da ogni nuovo Dottore
in Medicina nel momento in cui conclude gli studi
universitari. È un giuramento, perché i princìpi su cui si basa sono ritenuti
fondamentali per la formazione etica e deontologica del medico. Bene, in questo interessantissimo testo, datato tra il V secolo a.C.
e l'inizio del IV, si pone già la questione della vita e del diritto del medico
di sopprimerla e si trae la conclusione che un tale diritto è sempre e comunque
inammissibile, perché contrario ai fini dell'arte medica stessa e perché
moralmente riprovevole (..."ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia
arte...").
L'aborto è considerato
alla pari dell'eutanasia, perché in entrambi i casi si uccide
un essere umano, completo ed irripetibile. Cinquecento anni prima di Cristo la
cultura pagana riteneva l'aborto un infamante omicidio ed un crimine contro la
vita umana ed il dono prezioso che essa cela;
nell'anno del Signore 1998 è il consiglio più frequentemente caldeggiato nei
consultori italiani (e non solo) per risolvere i problemi psicologici e le
questioni d'onore di indipendenti donne moderne! Le implicazioni di una
situazione del genere sono odiose bestemmie che riattizzano l'ira ardente di
Dio ed un Cristiano che sia veramente tale, non può lasciare che ciò accada:
"Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita" (Giobbe
2:6)
Il noto grecista Dario Del Corno così commenta il brano: "Da
queste succinte formule spira una forte maturità intellettuale. Dalla fedeltà
al giuramento, oltre che dalla propria competenza, il medico si ripromette
prosperità e fama; ma la sua morale è autonoma e le regole di questa sono
immanenti alla professione stessa, non riposano su sanzioni di
ordine metafisico o giuridico.
Nei lineamenti fondamentali esse sono durate per millenni; e solo tempi
recentissimi hanno revocato in discussione alcuni divieti, come l'aborto e
l'eutanasia. È paradossale e per certi aspetti inquietante,
che ciò sia avvenuto allorché la medicina ha recuperato quella dimensione
laica, che proprio il Giuramento ippocratico dimostra in atto alle sue
origini". Non è paradossale, perché il nostro laicismo non è il laicismo
dei tempi di Ippocrate: di mezzo ci sono stati il
positivismo, l'evoluzionismo, l'umanesimo, il femminismo... Il nostro laicismo
non è più perfettamente lucido ed ora, oltre a voler rendere autonomi il
pensiero e l'attività dell'uomo dall'ingerenza della religione, vuole andare
oltre, impegnandosi a far sì che le scelte etiche degli individui oltrepassino
i confini dell'umanamente lecito per raggiungere estremi che sa essere
abominevoli ai princìpi religiosi e cui aspira proprio e soprattutto perché
opposti a tali princìpi, ma di cui (forse) ignora le reali implicazioni, che
risultano in realtà indegne anche dell'uomo in sé - pur svincolato da qualsiasi
dimensione metafisica - se quelle stesse implicazioni non erano invece
trascurate, ma anzi condannate senza appello, da quella precedente forma di
laicismo in cui Ippocrate viveva ed operava. Ma tra Ippocrate e noi c'è stato di mezzo anche Cristo... e allora? La definizione
che il dizionario dà di medicina è: "Scienza che studia le malattie e i
mezzi per curarle e per prevenirle". Un medico dunque dovrebbe essere,
ragionevolmente, "colui che cura e previene le
malattie"! E allora per quale motivo anche gli
aborzionisti pretendono di essere chiamati medici? Un nome per il loro mestiere
esiste già ed è "macellaio". Nei mattatoi si ammazzano delle bestie
per soddisfare i clienti; nelle cliniche e negli ospedali si ammazzano dei
bambini per soddisfare le madri!
LA
QUESTIONE FONDAMENTALE
Andando dietro alle
menzogne scientiste, i sostenitori della legalizzazione dell'infanticidio
assistito hanno impostato tutta la loro polemica, affermando che, dal momento
che il feto non ha vita extrauterina prima del 180º giorno, toglierlo di mezzo
significa solo eliminare della materia organica indesiderata, senza sapere che
sull'inizio della vita c'è una grande confusione tra
gli scienziati, che risultano in disaccordo e si contraddicono continuamente
tra loro, asserendo che il limite è da fissarsi ora al 196º giorno, ora al 154º
e così via a seconda dello scienziato.
Erigendo a sua stessa vergogna la torre di Babele della scienza, l'uomo
vorrebbe stabilire ciò che soltanto il Creatore della vita può decidere, ma
durante la sua costruzione saltano fuori tutte le imperfezioni e le impalcature
pericolanti iniziano a crollare sotto il peso di pretese sovrumane. Solo Dio lo
sa e Dio ce lo ha detto, rivelando agli uomini i suoi
pensieri nelle Scritture.
Nel Salmo 139, ai versetti 15 e 16, Davide, ispirato dallo Spirito Santo, dice:
"Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e
intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe
del mio corpo e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati
fissati per me anche se nessuno di essi esisteva
ancora".
La massa informe del mio corpo: nella
meravigliosa poesia del Salmo, la Parola di Dio fotografa un uomo nella
primissima fase della sua esistenza, ossia quando non sembrerebbe neanche un
uomo a causa del primitivo sviluppo fisico delle membra. Questa è una
cosa molto importante, se consideriamo che, osservando delle fotografie di un
feto, la tipica struttura umana è perfettamente riconoscibile già alla fine
della nona settimana, mentre alla dodicesima settimana di vita intrauterina si
notano con evidenza persino le parti ossee: "Io solo sono Dio e non vi è
altro dio accanto a me. Io faccio morire e faccio vivere" (Deuteronomio 32:39)
Ebbene, per il Signore la vita ha inizio ben
prima di questo periodo, al momento stesso del concepimento, quando lo
sviluppo embrionale prende il via (e d'altronde queste sono anche le
conclusioni della scienza, visto che la Biologia e la Medicina dimostrano che
fin dal momento del concepimento ci si trova davanti a un essere dotato di un
patrimonio genetico completo - unico - irripetibile nel quale è già scritto se
l'individuo sarà uomo o donna, di quale colore saranno i capelli, gli occhi e
così via). Sin dalla Sua fondazione in era apostolica, la Chiesa di Cristo ha
sempre proibito e condannato l'omicidio in ogni sua forma, ivi compreso
l'aborto e tale visione non è mai venuta meno nel corso dei secoli: la difesa
della vita umana è stata una costante della morale cristiana nella misura in
cui il suo fondamento è stato posto sull'autorevole Parola di Dio. Nel secondo
secolo dopo Cristo, il grande scrittore cristiano Tertulliano, interpretando
perfettamente i sentimenti e le convinzioni di ogni
sincero credente, scriveva: "A noi, poiché l'omicidio è stato vietato una
volta per tutte, non è consentito di distruggere chi è stato concepito nel
grembo materno, l'embrione che si sta trasformando in un essere umano. È un
omicidio anticipato l'impedir la nascita e non importa se si soffoca una vita
formata o se si sopprime una vita nascente. È un uomo anche chi sta per divenirlo:
tutto il frutto è già nel seme" (Apologeticum, 9, 8).
Geremia ricevette la vocazione ancor prima di
esser stato formato nel grembo di sua madre, prima di vedere la luce era
già stato consacrato per l'Eterno e da Lui costituito profeta delle nazioni (vd.
Geremia 1:5). Quando
Elisabetta ricevette la visita di Maria, Gesù non era che una massa informe nel
grembo materno, ma quella donna pia riconobbe già in Lui il proprio Signore
(vd. Luca 1:42). Gli scienziati affermano che la vita
non ha inizio prima della ventiseiesima - ventottesima
settimana, il Creatore della vita dice che il Suo nephesh (respiro, soffio)
anima la creatura umana sin dal concepimento: a chi crederemo?
L'aver dato ragione agli uomini ha portato all'asettico sterminio
di milioni di innocenti, una folle strage impunemente
perpetrata sotto gli occhi di tutto il mondo, sotto gli occhi di Dio...
Assistere in silenzio a questo odioso eccidio significa fare il gioco
dell'Avversario. Non è sufficiente essere contrari
all'aborto, occorre combatterlo.
E allora? Quale dev'essere l'impegno dei
Cristiani morali di fronte ad una tale tragedia?
UNA
CHIAMATA ALL'AZIONE
Quattordicesima
settima
"Adesso che uomini scellerati hanno ucciso un innocente...
non dovrei chiedervi ragione del suo sangue sparso dalle vostre mani e
sterminarvi dalla terra?" (2 Samuele 4:11)
"Figlio d'uomo, io t'ho stabilito
come sentinella per la casa d'Israele; quando udrai una parola dalla mia bocca,
li avvertirai da parte mia. Se io dico all'empio: "Certamente
morirai!" e tu non l'avverti e non parli per avvertire l'empio di
abbandonare la sua via malvagia perché salvi la sua vita, quell'empio morirà
nella sua iniquità; ma del suo sangue domanderò conto a te" (Ezechiele 3:17,18).
È un passo fondamentale, che si ricollega strettamente con
l'esortazione di Proverbi 24:11. Noi Cristiani abbiamo
una responsabilità tutta particolare nella lotta di Dio contro il male ed è
tempo che le nostre coscienze si risveglino per capire
che, anche se siamo stati salvati per il Regno dei Cieli, noi oggi viviamo nel
mondo e per quanto possa non piacerci è nostro dovere vivere la fede in questa
realtà, con tutta la responsabilità e la serietà che questo comporta. Anche ai tre apostoli sul monte della trasfigurazione
sarebbe piaciuto restare in un'estasi perenne ad ammirare quel miracolo
glorioso (cfr. Marco 9:5), eppure dovettero
ridiscendere a valle insieme con Gesù, perché quella era la volontà del Padre.
Se Dio avesse semplicemente voluto portarci subito con Sé nella Sua santa
dimora, ci avrebbe rapiti il giorno stesso in cui ci
ha salvati e noi non avremmo più dovuto curarci del mondo e di tutto il male
che è in esso.
D'altra parte, se Egli avesse deciso di lasciare l'uomo nelle
tenebre senza provvedere a delle lampade, non ci
avrebbe mai donato uno Spirito di luce e perfino il sacrificio del Suo Figliolo
sarebbe stato risparmiato. Invece la volontà di Dio è stata un'altra: Egli ci
ha salvati e ha messo nei nostri cuori una vita nuova,
lasciandoci però nel mondo di prima... Perché? Non certo per lasciare che la
Sua opera in noi fosse vanificata dalle ingerenze della nostra vecchia natura,
ma, al contrario, affinché potessimo glorificare il Nome del nostro Salvatore
nel modo più efficace: esercitando il dono della Grazia: "Non si accende
una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce
a tutti coloro che sono in casa. Così risplenda la
vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (Matteo
5:15,16).
Fratelli, quando il Signore ci ha tratti dal fango ha aperto i nostri occhi e
da quel momento siamo stati in grado di vedere il peccato in tutta la sua
terribile realtà; ha rotto i nostri cuori e allora abbiamo provato dolore per
tutto il male che finalmente vedevamo dietro e intorno a noi. Oggi il Signore
ci sta mostrando un altro orribile spettacolo e se dinanzi all'evidenza di tanto
male e ad una così fitta tenebra il nostro animo non si strazia e le lacrime
non riescono a bagnarci gli occhi, allora chiediamo perdono al Salvatore,
perché le benedizioni della Sua opera non sono più con noi! "Non
partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele"
(Efesini 5:11): dopo aver compreso l'empietà
dell'aborto, non dobbiamo azzardarci a restare indifferenti rimanendo in
disparte, perché questo è il modo migliore per partecipare alle "opere
infruttuose delle tenebre" e renderci complici silenziosi di un crimine
orrendo.
"Io sono con te e nessuno ti metterà le mani addosso
per farti del male" (Atti18:10).
Quei bambini continuano a morire, mentre noi parliamo e se
continueremo a parlare senza fare nulla per salvarli, sarà come se li
prendessimo per mano e li accompagnassimo personalmente nella squallida clinica che sarà anche la loro tomba.
Denunciatele! Perché davanti al peccato e ad un tale peccato, non potete
permettervi indulgenze o compromessi: il sangue di milioni di
innocenti è salito fino al cielo ed è necessario fare tutto il possibile
per risvegliare le coscienze morali, affinché i piani del Nemico non possano
più trovare terreno fertile nell'odioso mutismo dei più. Sensibilizzare
l'opinione pubblica sul problema della vita umana, denunciando con quanto zelo
le cliniche e gli ospedali anche nel nostro Paese si impegnano
per distruggere impunemente un dono tanto prezioso, è il primo degli obiettivi
da porsi se si vogliono raggiungere risultati positivi nella lotta contro
l'aborto. Sia ben chiaro, noi non intendiamo richiamarci ad alcun tipo di azione terrorista che implichi la violenza e la
persecuzione nei confronti degli aborzionisti: il problema è importante e la
posta in gioco è alta, ma qualsiasi brutale estremismo risulta controproducente
e non fa che attirare sdegno e discredito su tutti gli oppositori dell'aborto
grazie alle pazzie di pochi incoscienti, senza contare l'assurdo controsenso di
voler risolvere la violenza e l'omicidio con altra violenza ed altri omicidi.
Anche se si agisce in buona fede, si tratta comunque
di emotivismi privi di discernimento spirituale e la Parola ammonisce: "Lo
zelo senza conoscenza non è cosa buona" (Proverbi 19:2), "perché
l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio." (Giacomo 1:20) No, per riuscire a contrastare l'avanzamento della
strage non c'è bisogno di agitazioni e di abusi, serve qualcosa di ben più
potente, serve qualcosa capace di trasformare il leone in agnello, il male in
bene: c'è bisogno della Parola di Dio! C'è bisogno della Parola in noi per
trovare forza ed equilibrio, c'è bisogno della Parola nel mondo per colpire
alla radice il germe dell'errore: il peccato e la tenebra del cuore! Occorre
sensibilizzare, risvegliare, scuotere, affondare senza tregua con la potente
lama dell'Evangelo di Cristo: "Infatti la Parola
di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli"
(Ebrei 4:12). Più affilata anche di quei bisturi insanguinati
che armano la diabolica follia del peccato! Più efficace della macchina
sanitaria per l'eliminazione dei feti! Più di qualsiasi clinica abortista!
Siamo rinati nella Parola? Portiamone la luce nei meandri più oscuri della
malvagità ed allora vedremo la verità trionfare anche lì: la verità della
potenza del nostro Dio, il Signore della vita! Negli Stati Uniti, dove
l'esasperazione di chi sostiene il valore della vita umana ha potuto trovare
concreti sbocchi di protesta pubblica grazie all'impegno dei Cristiani, sono
sorte diverse associazioni volontarie che finalmente portano in piazza
l'indignazione, ormai incontenibile, verso un fenomeno che le istituzioni non
mostrano di voler arginare (non molto tempo fa, ad esempio, il Presidente
Clinton ha vietato un progetto di legge con il quale si voleva proibire
l'orribile pratica dell'aborto a nascita parziale). Si tratta di iniziative estremamente utili per attirare l'attenzione
pubblica su un problema cruciale, azioni di denuncia che dovrebbero spronare noi
Cristiani e cittadini morali in Italia a scendere nelle nostre strade - in cui
le uniche manifestazioni che suscitano reale interesse sono le campagne per la
legalizzazione delle droghe o le orge ambulanti del cosiddetto "Orgoglio
Gay" - per far udire la nostra voce, per dar voce alla Parola, per
dimostrare che anche qui esistono delle persone che intendono difendere il
diritto alla vita, ribadendo che l'aborto non è mai stato, non è e non potrà
mai essere una pratica minimamente conciliabile con quei princìpi biblici che
invece celebrano e difendono la vita inflessibilmente come dono e grazia del
tutto particolari dell'Iddio onnipotente Creatore ed unico Proprietario di ogni
vita!