HO UCCISO UN UOMO

Aborto procurato mediante iniezione salina nella cavità amniotica a 19 settimane

"Libera quelli che sono trascinati verso la morte e trattieni quelli che sono portati al macello. Se dici: "Ecco, noi non lo sapevamo!..." Colui che pesa i cuori non lo vede? Colui che custodisce la tua anima non lo sa forse? Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere" (Proverbi 24:11,12)

 

UN MESSAGGIO DI DENUNCIA

Aborto procurato med
iante isterotomia (piccolo cesareo) a 24 settimane.

    Quello del Signore è un imperativo, un comando che risuona potente: "Libera quelli che sono trascinati verso la morte!" Non c'è spazio per l'ambiguità. Il nostro Dio è un Dio di luce, quando parla la Sua Parola brilla come una lampada ed il combustibile di questa lampada è il benedetto olio dello Spirito Santo. Che cosa ci stanno dicendo questi versetti? Di liberare qualcuno, qualcuno che si trova in una situazione molto particolare e cioè dei condannati a morte. Non si tratta tuttavia di normali condannati a morte, perché in questo caso, trovandoci nell'Antico Testamento, una simile affermazione risulterebbe in chiara contraddizione con lo spirito generale della Legge, che indicava proprio nella morte, ora di una vittima sacrificale, ora del peccatore stesso, l'unica via espiatoria per l'appagamento della giustizia divina, che esplicitamente dice: "L'anima che pecca morirà" (Ezechiele 18:4). 

    Sotto Mosè, Dio prescrisse il sacrificio, perché il Suo Figlio non era ancora morto, ma la Sua santità esigeva comunque giustizia: l'iniquità doveva pagare il prezzo della trasgressione e tale prezzo era la vita (cfr. Levitico 20:9,10; 24:11,16; Numeri 15:32-36; Ebrei 10:28). 

    Nel passo non si parla dunque di empi condotti a morte, ma di innocenti condotti a morte, che il Signore ama e non desidera veder condannati. Al profeta Ezechiele l'Eterno chiarì i fondamenti della Sua giustizia e così è scritto: "Voi dite: "Perché il figlio non porta l'iniquità del padre?" Poiché il figlio pratica l'equità e la giustizia, osserva tutti i miei statuti e li mette in pratica, certamente egli vivrà. L'anima che pecca morirà, il figlio non porterà l'iniquità del padre e il padre non porterà l'iniquità del figlio; la giustizia del giusto sarà su di lui, l'empietà dell'empio sarà su di lui" (Ezechiele 18:19,20). 
Il passo dei Proverbi nella versione della Nuova Riveduta recita: "Libera quelli che sono condotti a morte e salva quelli che, vacillando, vanno al supplizio". 

    Questi innocenti, dunque, si recano alla morte vacillando e a vacillare sono propriamente quelli che non riescono a camminare, perché non hanno forza. "Innocente ed indifeso" sono le caratteristiche di quelli di cui sta parlando il Signore. Ora, se ci riuscite, provate a pensare se esiste qualcosa di più innocente ed indifeso di un bambino ed in particolare di un bambino nel seno materno, di un feto... È per antonomasia simbolo di una creatura del tutto priva di qualsiasi colpa e completamente dipendente da qualcun' altro per la propria sopravvivenza (più precisamente il feto non è in grado di mantenersi in vita da solo prima dei sei mesi ed è dunque di questa prima fase che si sta parlando). Bene, la Bibbia ci dice che degli innocenti vengono condotti a morte, proprio intorno a noi e che noi possiamo negare di saperlo, ma in realtà ne siamo perfettamente coscienti; Dio questo ben lo sa: "Se dici: "Ecco, noi non lo sapevamo!..." Colui che pesa i cuori non lo vede?" Tentiamo di tirarci indietro dicendo di non sapere che nelle nostre civilissime città si sta perpetrando una strage di dimensioni terrificanti ai danni di vittime inconsapevoli, ma la Parola di Dio ci accusa e denuda la corruzione del nostro cuore. 

    Facciamo finta di niente mentre il sangue di tanti agnelli sacrificali giunge sino alla soglia della nostra casa, ma la voce di quel sangue grida al Signore dalla terra e la Sua ira grava sul nostro capo cercando vendetta. Egli ha ordinato: "Non ucciderai l'innocente e il giusto, perché io non assolverò il malvagio" (Esodo 23:7). Potete anche chiamarvi fuori da tutto ciò, tirando in ballo la libertà di scelta, la responsabilità personale ed altre sciocchezze simili, ma sappiatelo: il Signore aborre il vostro comportamento, nel giorno del Suo ritorno avrà una spada affilata per colpire e la userà; voi lo vedrete indossare una veste tinta di sangue e quando riconoscerete quel sangue tremerete ed urlerete, perché allora Egli verrà e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente! 
"Salvate coloro che sono ingiustamente condannati a morte: non restate in disparte per lasciarli morire!", ecco cosa ci sta dicendo il Signore in questo brano dei Proverbi.

 

LO STERMINIO SILENZIOSO


I piccolissimi piedi di un feto umano di dieci settimane

    "E sparsero il sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie... e il paese fu contaminato dal sangue versato" (Salmo 106:37).

    Con l'empia legge 194 del 1978 anche il nostro Paese si è uniformato alle scelte di altre nazioni, rendendo legale l'aborto (il primo paese a farlo fu la Russia bolscevica di Lenin, che nel 1920 lo fece rientrare nel suo programma di scristianizzazione - non senza riguardi per il potenziale dell'aborto quale pratica malthusiana) e dando il via ad uno dei più spaventosi bagni di sangue che la storia abbia mai conosciuto. Non ha arginato minimamente la clandestinità (approssimativamente NOVANTAMILA casi l'anno) ed oggi in Italia si calcolano circa CENTOCINQUANTAMILA interruzioni volontarie della gravidanza ogni anno, dato pressoché invariato dagli anni '60. Nel solo anno 1995 ci sono stati ufficialmente 138.379 interruzioni volontarie di gravidanza: 379 omicidi al giorno, 16 ogni ora, uno ogni quattro minuti. Questo significa che in Italia ogni quattro minuti una mamma commissiona l'assassinio di suo figlio. In totale, dal '78 al '98 sono stati soppressi circa 4 MILIONI di bambini: più o meno il triplo del numero delle vittime italiane delle due guerre mondiali messe assieme. A questi dati bisogna poi aggiungere i numeri dei cosiddetti "aborti terapeutici", che sono stati, mediamente, 200.000 ogni anno (tutti casi assolutamente inevitabili?). 

    Secondo stime recenti, in tutto il mondo le interruzioni volontarie di gravidanza sfiorano i 40 MILIONI di casi ogni anno! Dei 210 milioni di donne in età fertile che ogni anno rimangono incinte, il 38% non vuole la gravidanza e il 22% abortisce. Soltanto in America, negli ultimi venti anni sono stati uccisi mediante aborto criminoso 31 MILIONI di bambini, ossia una media di 1,5 MILIONI di bambini ogni anno e come è stato fatto notare, in quattro anni gli americani eguaglieranno la "bontà" che Hitler ha avuto verso sei milioni di Ebrei. Soltanto che questa volta non sono usate camere a gas o fucili, ma farmaci e bisturi. 

 

I METODI DI UN ECCIDIO


Un feto alla sesta settimana

    "L'Eterno odia... le mani che versano sangue innocente" (Proverbi 6:16,17)
Il mezzo più usato in Italia per l'uccisione del feto è stato fino a poco tempo fa lo svuotamento strumentale della cavità uterina, ossia il raschiamento effettuato con una "curette" (una specie di cucchiaio dai bordi taglienti), che oggi tende ad essere sostituito con il metodo della suzione: questo consiste nell'introdurre nell'utero uno speciale strumento capace di praticare il vuoto pneumatico e di aspirare quindi l'embrione e la membrana mucosa. Negli Stati Uniti si pratica molto l'iniezione intramniotica di una soluzione salina ipertonica, che induce l'espulsione del feto con meccanismo osmotico. Infine l'aborto si può determinare con farmaci: DES (dietilstilbestrolo) per iniezione e prostaglandine per fleboclisi (introduzione continuata nelle vene di una soluzione fisiologica, praticata per favorire l'eliminazione di sostanze tossiche). Non è possibile poi tacere di quella orrenda pratica detta dell'aborto a nascita parziale, che negli Stati Uniti viene effettuato dal quarto mese fino alla fine della gravidanza. Il procedimento è di una violenza raccapricciante: l'aborzionista, dopo aver estratto parzialmente il corpo del bambino, gli perfora il cranio con le forbici, all'altezza del foro occipitale; quindi, dopo aver allargato la ferita, estrae le forbici ed inserisce un tubo collegato ad una pompa aspirante. La morte del bambino è ripugnante: il suo cervello viene risucchiato dalla pompa ed alla fine il corpicino è rimosso definitivamente! 

    Mi rendo conto che si tratta di cose che possono scioccare, ma ritengo assolutamente necessario fare quanta più luce possibile su di un argomento dalle tali implicazioni etiche. Se la realtà è tanto insopportabile, questo lo dobbiamo soltanto alla legge 194 ed è bene che le conseguenze di quel provvedimento vengano conosciute per quello che realmente sono.
La situazione è terribilmente seria ed i Cristiani non possono assolutamente permettersi di restare indifferenti. 

 

QUALE DIRITTO?

    "E non darò neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto né proporrò un tal consiglio; ed ugualmente neppure darò a una donna un pessario abortivo. Ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte" (Giuramento di Ippocrate; 3,4)

    Queste parole vengono ancora oggi recitate da ogni nuovo Dottore in Medicina nel momento in cui conclude gli studi universitari. È un giuramento, perché i princìpi su cui si basa sono ritenuti fondamentali per la formazione etica e deontologica del medico. Bene, in questo interessantissimo testo, datato tra il V secolo a.C. e l'inizio del IV, si pone già la questione della vita e del diritto del medico di sopprimerla e si trae la conclusione che un tale diritto è sempre e comunque inammissibile, perché contrario ai fini dell'arte medica stessa e perché moralmente riprovevole (..."ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte..."). 

    L'aborto è considerato alla pari dell'eutanasia, perché in entrambi i casi si uccide un essere umano, completo ed irripetibile. Cinquecento anni prima di Cristo la cultura pagana riteneva l'aborto un infamante omicidio ed un crimine contro la vita umana ed il dono prezioso che essa cela; nell'anno del Signore 1998 è il consiglio più frequentemente caldeggiato nei consultori italiani (e non solo) per risolvere i problemi psicologici e le questioni d'onore di indipendenti donne moderne! Le implicazioni di una situazione del genere sono odiose bestemmie che riattizzano l'ira ardente di Dio ed un Cristiano che sia veramente tale, non può lasciare che ciò accada: "Ebbene, egli è in tuo potere; soltanto rispetta la sua vita" (Giobbe 2:6)

    Il noto grecista Dario Del Corno così commenta il brano: "Da queste succinte formule spira una forte maturità intellettuale. Dalla fedeltà al giuramento, oltre che dalla propria competenza, il medico si ripromette prosperità e fama; ma la sua morale è autonoma e le regole di questa sono immanenti alla professione stessa, non riposano su sanzioni di ordine metafisico o giuridico. 
Nei lineamenti fondamentali esse sono durate per millenni; e solo tempi recentissimi hanno revocato in discussione alcuni divieti, come l'aborto e l'eutanasia. È paradossale e per certi aspetti inquietante, che ciò sia avvenuto allorché la medicina ha recuperato quella dimensione laica, che proprio il Giuramento ippocratico dimostra in atto alle sue origini". Non è paradossale, perché il nostro laicismo non è il laicismo dei tempi di Ippocrate: di mezzo ci sono stati il positivismo, l'evoluzionismo, l'umanesimo, il femminismo... Il nostro laicismo non è più perfettamente lucido ed ora, oltre a voler rendere autonomi il pensiero e l'attività dell'uomo dall'ingerenza della religione, vuole andare oltre, impegnandosi a far sì che le scelte etiche degli individui oltrepassino i confini dell'umanamente lecito per raggiungere estremi che sa essere abominevoli ai princìpi religiosi e cui aspira proprio e soprattutto perché opposti a tali princìpi, ma di cui (forse) ignora le reali implicazioni, che risultano in realtà indegne anche dell'uomo in sé - pur svincolato da qualsiasi dimensione metafisica - se quelle stesse implicazioni non erano invece trascurate, ma anzi condannate senza appello, da quella precedente forma di laicismo in cui Ippocrate viveva ed operava. Ma tra Ippocrate e noi c'è stato di mezzo anche Cristo... e allora? La definizione che il dizionario dà di medicina è: "Scienza che studia le malattie e i mezzi per curarle e per prevenirle". Un medico dunque dovrebbe essere, ragionevolmente, "colui che cura e previene le malattie"! E allora per quale motivo anche gli aborzionisti pretendono di essere chiamati medici? Un nome per il loro mestiere esiste già ed è "macellaio". Nei mattatoi si ammazzano delle bestie per soddisfare i clienti; nelle cliniche e negli ospedali si ammazzano dei bambini per soddisfare le madri!

 

LA QUESTIONE FONDAMENTALE

    Andando dietro alle menzogne scientiste, i sostenitori della legalizzazione dell'infanticidio assistito hanno impostato tutta la loro polemica, affermando che, dal momento che il feto non ha vita extrauterina prima del 180º giorno, toglierlo di mezzo significa solo eliminare della materia organica indesiderata, senza sapere che sull'inizio della vita c'è una grande confusione tra gli scienziati, che risultano in disaccordo e si contraddicono continuamente tra loro, asserendo che il limite è da fissarsi ora al 196º giorno, ora al 154º e così via a seconda dello scienziato. 
Erigendo a sua stessa vergogna la torre di Babele della scienza, l'uomo vorrebbe stabilire ciò che soltanto il Creatore della vita può decidere, ma durante la sua costruzione saltano fuori tutte le imperfezioni e le impalcature pericolanti iniziano a crollare sotto il peso di pretese sovrumane. Solo Dio lo sa e Dio ce lo ha detto, rivelando agli uomini i suoi pensieri nelle Scritture. 
Nel Salmo 139, ai versetti 15 e 16, Davide, ispirato dallo Spirito Santo, dice: "Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me anche se nessuno di essi esisteva ancora".

    La massa informe del mio corpo: nella meravigliosa poesia del Salmo, la Parola di Dio fotografa un uomo nella primissima fase della sua esistenza, ossia quando non sembrerebbe neanche un uomo a causa del primitivo sviluppo fisico delle membra. Questa è una cosa molto importante, se consideriamo che, osservando delle fotografie di un feto, la tipica struttura umana è perfettamente riconoscibile già alla fine della nona settimana, mentre alla dodicesima settimana di vita intrauterina si notano con evidenza persino le parti ossee: "Io solo sono Dio e non vi è altro dio accanto a me. Io faccio morire e faccio vivere" (Deuteronomio 32:39)

    Ebbene, per il Signore la vita ha inizio ben prima di questo periodo, al momento stesso del concepimento, quando lo sviluppo embrionale prende il via (e d'altronde queste sono anche le conclusioni della scienza, visto che la Biologia e la Medicina dimostrano che fin dal momento del concepimento ci si trova davanti a un essere dotato di un patrimonio genetico completo - unico - irripetibile nel quale è già scritto se l'individuo sarà uomo o donna, di quale colore saranno i capelli, gli occhi e così via). Sin dalla Sua fondazione in era apostolica, la Chiesa di Cristo ha sempre proibito e condannato l'omicidio in ogni sua forma, ivi compreso l'aborto e tale visione non è mai venuta meno nel corso dei secoli: la difesa della vita umana è stata una costante della morale cristiana nella misura in cui il suo fondamento è stato posto sull'autorevole Parola di Dio. Nel secondo secolo dopo Cristo, il grande scrittore cristiano Tertulliano, interpretando perfettamente i sentimenti e le convinzioni di ogni sincero credente, scriveva: "A noi, poiché l'omicidio è stato vietato una volta per tutte, non è consentito di distruggere chi è stato concepito nel grembo materno, l'embrione che si sta trasformando in un essere umano. È un omicidio anticipato l'impedir la nascita e non importa se si soffoca una vita formata o se si sopprime una vita nascente. È un uomo anche chi sta per divenirlo: tutto il frutto è già nel seme" (Apologeticum, 9, 8). 

    Geremia ricevette la vocazione ancor prima di esser stato formato nel grembo di sua madre, prima di vedere la luce era già stato consacrato per l'Eterno e da Lui costituito profeta delle nazioni (vd. Geremia 1:5). Quando Elisabetta ricevette la visita di Maria, Gesù non era che una massa informe nel grembo materno, ma quella donna pia riconobbe già in Lui il proprio Signore (vd. Luca 1:42). Gli scienziati affermano che la vita non ha inizio prima della ventiseiesima - ventottesima settimana, il Creatore della vita dice che il Suo nephesh (respiro, soffio) anima la creatura umana sin dal concepimento: a chi crederemo?

    L'aver dato ragione agli uomini ha portato all'asettico sterminio di milioni di innocenti, una folle strage impunemente perpetrata sotto gli occhi di tutto il mondo, sotto gli occhi di Dio... Assistere in silenzio a questo odioso eccidio significa fare il gioco dell'Avversario. Non è sufficiente essere contrari all'aborto, occorre combatterlo. 

    E allora? Quale dev'essere l'impegno dei Cristiani morali di fronte ad una tale tragedia?

 

UNA CHIAMATA ALL'AZIONE

Quattordicesima settima

    "Adesso che uomini scellerati hanno ucciso un innocente... non dovrei chiedervi ragione del suo sangue sparso dalle vostre mani e sterminarvi dalla terra?" (2 Samuele 4:11)

    "Figlio d'uomo, io t'ho stabilito come sentinella per la casa d'Israele; quando udrai una parola dalla mia bocca, li avvertirai da parte mia. Se io dico all'empio: "Certamente morirai!" e tu non l'avverti e non parli per avvertire l'empio di abbandonare la sua via malvagia perché salvi la sua vita, quell'empio morirà nella sua iniquità; ma del suo sangue domanderò conto a te" (Ezechiele 3:17,18). 

    È un passo fondamentale, che si ricollega strettamente con l'esortazione di Proverbi 24:11. Noi Cristiani abbiamo una responsabilità tutta particolare nella lotta di Dio contro il male ed è tempo che le nostre coscienze si risveglino per capire che, anche se siamo stati salvati per il Regno dei Cieli, noi oggi viviamo nel mondo e per quanto possa non piacerci è nostro dovere vivere la fede in questa realtà, con tutta la responsabilità e la serietà che questo comporta. Anche ai tre apostoli sul monte della trasfigurazione sarebbe piaciuto restare in un'estasi perenne ad ammirare quel miracolo glorioso (cfr. Marco 9:5), eppure dovettero ridiscendere a valle insieme con Gesù, perché quella era la volontà del Padre. Se Dio avesse semplicemente voluto portarci subito con Sé nella Sua santa dimora, ci avrebbe rapiti il giorno stesso in cui ci ha salvati e noi non avremmo più dovuto curarci del mondo e di tutto il male che è in esso. 

    D'altra parte, se Egli avesse deciso di lasciare l'uomo nelle tenebre senza provvedere a delle lampade, non ci avrebbe mai donato uno Spirito di luce e perfino il sacrificio del Suo Figliolo sarebbe stato risparmiato. Invece la volontà di Dio è stata un'altra: Egli ci ha salvati e ha messo nei nostri cuori una vita nuova, lasciandoci però nel mondo di prima... Perché? Non certo per lasciare che la Sua opera in noi fosse vanificata dalle ingerenze della nostra vecchia natura, ma, al contrario, affinché potessimo glorificare il Nome del nostro Salvatore nel modo più efficace: esercitando il dono della Grazia: "Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candeliere, perché faccia luce a tutti coloro che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (Matteo 5:15,16). 
Fratelli, quando il Signore ci ha tratti dal fango ha aperto i nostri occhi e da quel momento siamo stati in grado di vedere il peccato in tutta la sua terribile realtà; ha rotto i nostri cuori e allora abbiamo provato dolore per tutto il male che finalmente vedevamo dietro e intorno a noi. Oggi il Signore ci sta mostrando un altro orribile spettacolo e se dinanzi all'evidenza di tanto male e ad una così fitta tenebra il nostro animo non si strazia e le lacrime non riescono a bagnarci gli occhi, allora chiediamo perdono al Salvatore, perché le benedizioni della Sua opera non sono più con noi! "Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele" (Efesini 5:11): dopo aver compreso l'empietà dell'aborto, non dobbiamo azzardarci a restare indifferenti rimanendo in disparte, perché questo è il modo migliore per partecipare alle "opere infruttuose delle tenebre" e renderci complici silenziosi di un crimine orrendo. 

    "Io sono con te e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male" (Atti18:10).

    Quei bambini continuano a morire, mentre noi parliamo e se continueremo a parlare senza fare nulla per salvarli, sarà come se li prendessimo per mano e li accompagnassimo personalmente nella squallida clinica che sarà anche la loro tomba. Denunciatele! Perché davanti al peccato e ad un tale peccato, non potete permettervi indulgenze o compromessi: il sangue di milioni di innocenti è salito fino al cielo ed è necessario fare tutto il possibile per risvegliare le coscienze morali, affinché i piani del Nemico non possano più trovare terreno fertile nell'odioso mutismo dei più. Sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della vita umana, denunciando con quanto zelo le cliniche e gli ospedali anche nel nostro Paese si impegnano per distruggere impunemente un dono tanto prezioso, è il primo degli obiettivi da porsi se si vogliono raggiungere risultati positivi nella lotta contro l'aborto. Sia ben chiaro, noi non intendiamo richiamarci ad alcun tipo di azione terrorista che implichi la violenza e la persecuzione nei confronti degli aborzionisti: il problema è importante e la posta in gioco è alta, ma qualsiasi brutale estremismo risulta controproducente e non fa che attirare sdegno e discredito su tutti gli oppositori dell'aborto grazie alle pazzie di pochi incoscienti, senza contare l'assurdo controsenso di voler risolvere la violenza e l'omicidio con altra violenza ed altri omicidi. Anche se si agisce in buona fede, si tratta comunque di emotivismi privi di discernimento spirituale e la Parola ammonisce: "Lo zelo senza conoscenza non è cosa buona" (Proverbi 19:2), "perché l'ira dell'uomo non compie la giustizia di Dio." (Giacomo 1:20) No, per riuscire a contrastare l'avanzamento della strage non c'è bisogno di agitazioni e di abusi, serve qualcosa di ben più potente, serve qualcosa capace di trasformare il leone in agnello, il male in bene: c'è bisogno della Parola di Dio! C'è bisogno della Parola in noi per trovare forza ed equilibrio, c'è bisogno della Parola nel mondo per colpire alla radice il germe dell'errore: il peccato e la tenebra del cuore! Occorre sensibilizzare, risvegliare, scuotere, affondare senza tregua con la potente lama dell'Evangelo di Cristo: "Infatti la Parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli" (Ebrei 4:12). Più affilata anche di quei bisturi insanguinati che armano la diabolica follia del peccato! Più efficace della macchina sanitaria per l'eliminazione dei feti! Più di qualsiasi clinica abortista! Siamo rinati nella Parola? Portiamone la luce nei meandri più oscuri della malvagità ed allora vedremo la verità trionfare anche lì: la verità della potenza del nostro Dio, il Signore della vita! Negli Stati Uniti, dove l'esasperazione di chi sostiene il valore della vita umana ha potuto trovare concreti sbocchi di protesta pubblica grazie all'impegno dei Cristiani, sono sorte diverse associazioni volontarie che finalmente portano in piazza l'indignazione, ormai incontenibile, verso un fenomeno che le istituzioni non mostrano di voler arginare (non molto tempo fa, ad esempio, il Presidente Clinton ha vietato un progetto di legge con il quale si voleva proibire l'orribile pratica dell'aborto a nascita parziale). Si tratta di iniziative estremamente utili per attirare l'attenzione pubblica su un problema cruciale, azioni di denuncia che dovrebbero spronare noi Cristiani e cittadini morali in Italia a scendere nelle nostre strade - in cui le uniche manifestazioni che suscitano reale interesse sono le campagne per la legalizzazione delle droghe o le orge ambulanti del cosiddetto "Orgoglio Gay" - per far udire la nostra voce, per dar voce alla Parola, per dimostrare che anche qui esistono delle persone che intendono difendere il diritto alla vita, ribadendo che l'aborto non è mai stato, non è e non potrà mai essere una pratica minimamente conciliabile con quei princìpi biblici che invece celebrano e difendono la vita inflessibilmente come dono e grazia del tutto particolari dell'Iddio onnipotente Creatore ed unico Proprietario di ogni vita!