Stiamo studiando il secondo libro della
Bibbia, Esodo. In Genesi, dopo la creazione e il diluvio, ad un certo punto Dio
scelse un uomo, Abraamo, e fece un patto con lui:
quello di dargli una discendenza numerosa, di dare loro una terra, e di
benedire il mondo tramite un suo discendente, che sarebbe stato il Messia. Dio
diede ad Abraamo come figlio Isaaco,
poi ad Isaaco Giacobbe. Giacobbe ebbe dodici figli.
Dio guidò gli avvenimenti in modo che questi dodici figli si trasferissero in
Egitto, con i loro figli, dove goderono del favore del
faraone. Dio li benedisse grandemente, ed essi cominciarono a
moltiplicarsi grandemente. Furono chiamati Ebrei, e
anche Israele.
Il libro di Esodo
inizia con la notizia che un nuovo faraone cominiciò
ad odiare gli Ebrei, e perciò, rese difficile la loro vita. Impose loro una
dura schiavitù. Ad un certo punto, cercò di far morire tutti i maschi che
nascevano. Dio operò per salvare la vita di un bimbo, che fu salvato dalla
figlia dal faraone, e che da lei ricevette il nome Mosè.
Mosè fu allevato nel palazzo. Così, fu istruito in
tutta la sapienza degli Egiziani.
Quando Mosè raggiunse
letà di quarantanni, andò a vedere la situazione
dei suoi fratelli, gli Ebrei. In questo, scelse di identificarsi con il suo
popolo, anziché godere delle ricchezze dellEgitto.
Egli pose la sua fede in Dio.
Il giorno in cui Mosè
uscì per vedere i suoi fratelli, vide un Egiziano che maltrattava un Ebreo, e
uccise lEgiziano. Il giorno seguente, cercando di risolvere una lite fra due
Ebrei, scoprì che il suo delitto era stato scoperto, e scappò nel deserto, dove
diventò pastore di pecore. Là visse per quarantanni.
Siamo arivati a quel punto.
Ora, leggiamo Esodo 2:23-25
23 Durante quel tempo, che fu lungo, il re dEgitto morì. I figli
dIsraele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida
che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. 24 Dio
udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo,
con Isacco e con Giacobbe. 25 Dio vide i figli dIsraele e ne
ebbe compassione. (Esodo 2:23-25 NRV)
Sarebbe facile saltare un brano così
piccolo, in mezzo a tanti grandi avvenimenti. Però, questo brano ci insegna molto, soprattutto della persona di Dio e la sua
cura per noi.
Consideriamo la situazione della
schiavitù degli Ebrei. In questo periodo, lEgitto era il paese più potente in
quella parte del mondo. Il re dellEgitto che morì in quel periodo
probabilmente era Ramses II, che aveva regnato per
circa 67 anni. È famoso per le grandi costruzioni che fece
costruire durante il suo lungo regno, come ad esempio, innumerevoli obelischi,
templi enormi, e grandi città.
Fino ad oggi, queste costruzioni sono
considerate una meraviglia, soprattutto se si tiene presente che non esistevano
i macchinari di oggi. Ciò che rese
possibile la realizzazione di questi enormi edifici fu la forza di
innumerevoli schiavi, schiavi che prepararono milioni di mattoni, schiavi che
spostarono gigantesche pietre per molti chilometri, schiavi che portarono
enormi blocchi di pietra fino alla cima degli enormi edifici.
Il lavoro degli schiavi non era soltanto estremamente faticoso, ma talmente duro che tantissimi di
loro morirono a causa della fatica. Alcuni storici dicono che ogni pietra di
questi edifici fu cementata con il sangue di uno
schiavo.
Questa durissima schiavitù rendeva la
vita degli Ebrei estremamente amara. Quando morì questo faraone, la situazione non migliorò, e
continuarono a soffrire terribilmente.
Nonostante questi Ebrei fossero i
discendenti di Abraamo, Dio
permise loro di soffrire. Però, anche nella
sofferenza, Dio stava moltiplicandoli grandemente. Erano
andati giù in Egitto poco più di settanta persone, e ora, erano almeno
più di un milione. Quindi, Dio aveva il controllo della loro
situazione, anche se questo non era visibile a loro. Tante volte lopera
e il piano di Dio non sono visibili a noi, ma non per questo dobbiamo pensare
che Dio non sia al lavoro.
Quindi, la situazione degli Ebrei era
terribile, una vita di grande sofferenza. Però, cè anche da dire che vivevano senza pensare a Dio.
Durante il tempo in Egitto, erano caduti nel peccato di adorare gli idoli degli
Egiziani. Leggiamo di questo in Ezechiele 20:8
Ma essi si ribellarono a me e non vollero darmi ascolto; nessuno
di essi gettò via le abominazioni che attiravano il
suo sguardo e non abbandonò gli idoli dEgitto; allora parlai di voler
riversare su di loro il mio furore e sfogare su di loro la mia ira in mezzo al
paese dEgitto. (Ezechiele 20:8 NRV)
Questo brano in Ezechiele ci aiuta a
capire meglio la situazione a questo punto nella storia, poco tempo prima che
Dio mandasse Mosè a liberare
gli Ebrei. Gli Ebrei erano i discendenti di Abraamo, di Isaaco, e di
Giacobbe. Dai loro antenati, sapevano dellunico Dio, il Creatore di tutto.
Sapevano, quindi, che dovevano adorare solo Dio. In realtà, ogni uomo sa questo
già dalla natura stessa, come leggiamo in Romani 1:18-25.
Però gli Ebrei avevano inoltre le verità delle
rivelazioni di Dio ai loro padri.
Nonostante questa conoscenza più profonda,
adorarono idoli egiziani. Quindi, il loro peccato
contro Dio era molto grande. Considerando il loro peccato, non meritavano alcun
bene da Dio. Invece, Dio li aveva benedetti molto, moltiplicandoli grandemente
durante gli anni in Egitto. Però, permise loro di
subire questa dura schiavitù.
In mezzo alla sofferenza, che cosa
fecero? Da tempo, tanti di loro adoravano gli idoli,
offendendo così Dio. Finalmente, capirono che i loro idoli non potevano
aiutarli. Si trovarono in grande afflizione. Perciò, gemevano.
La parola gemere vuol dire dolersi con
voce lamentosa e non articolata. Delle volte, si geme
quando il cuore è molto afflitto e non sa che cosa dire. Quando
il dolore o la sofferenza è troppo grande, a volte, mancano le parole, e la
persona geme.
I figli dIsraele gemevano a causa della
loro dura schiavitù. Gemere è unesperienza comune agli uomini.
Ricordiamo che anche il Signore Gesù Cristo gemeva. Per
esempio, in Marco 7, portarono a Cristo un sordomuto. Quando Gesù lo portò in disparte, gemè,
o, come è scritto là, sospirò, che è più o meno la
stessa cosa. Gesù gemeva per la sofferenza degli
uomini. Aveva creato il mondo senza sofferenza, però, il
peccato delluomo aveva causato la maledizione del mondo. Questo era un grande peso per Cristo.
poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!» che vuol dire: «Apriti!» (Marco 7:34 NRV)
In Marco 8, i farisei venivano a Gesù, chiedendoGli un segno. La
loro continua incredulità era un grande peso per Gesù. Leggiamo Marco 8:12.
Ma egli, dopo aver sospirato nel suo
spirito, disse: «Perché questa generazione chiede un
segno? In verità io vi dico: nessun segno sarà dato a questa generazione». (Marco 8:12 NRV)
In questi due casi, vediamo che la
sofferenza umana portava Gesù a sospirare, e anche
che lincredulità delluomo portava Gesù a sospirare.
Gesù portava i dolori del mondo nel suo cuore, e
quando morì sulla croce, soffrì ogni tipo di dolore. Leggiamo della sofferenza
di Cristo in Isaia 53:4.
Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i
nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito,
percosso da Dio e umiliato! (Isaia 53:4 NRV)
Qualunque motivo potremmo avere noi per
gemere, Cristo ne ha avuto molti di più, e perciò, può veramente comprenderci
in ogni nostra sofferenza. Ebrei 2:17 ci dichiara
questa verità.
Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni
cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che
riguardano Dio, per compiere lespiazione dei peccati del popolo. (Ebrei 2:17 NRV)
Quindi, quando gli Ebrei gemevano, Dio capiva
la loro sofferenza. Quando noi gemiamo, Dio comprende
la nostra sofferenza. Questo è il motivo per cui
possiamo venire liberamente a Dio, qualsiasi sia la sofferenza che abbiamo,
perché Cristo può comprenderci totalmente.
Torniamo ora nel brano
in Esodo 2. Leggiamo ancora i vv.23-25
23 Durante quel tempo, che fu lungo, il re dEgitto morì. I figli
dIsraele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida
che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. 24 Dio
udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo,
con Isacco e con Giacobbe. 25 Dio vide i figli dIsraele e ne
ebbe compassione. (Esodo 2:23-25 NRV)
Prima leggiamo che i figli dIsraele
gemevano. Poi è scritto che alzavano delle grida. Gemere è un lamento non
articolato. Gridare è qualcosa che si fa ad alta voce. Tale era la sofferenza
degli Ebrei che non solo gemevano, ma gridavano. Alzavano grida di angoscia, di tristezza, di sofferenza. Il loro gridare
probabilmente non era con parole, ma come un forte pianto, a causa della grande sofferenza.
Leggendo questo brano, dobbiamo
considerare che la loro situazione era davvero
terribile. Perciò, qualsiasi siano le nostre
sofferenze, non dobbiamo pensare che esse siano qualcosa di nuovo, o di più
difficile della sofferenza che altri hanno subito. Quindi,
come Dio ha ascoltato e si è preso cura di questi Ebrei, possiamo essere
tranquilli che Egli si curerà anche di noi, se siamo del suo popolo.
Finora, abbiamo considerato la difficile
situazione di questi Giudei. Ora, vogliamo considerare attentamente che cosa
faceva Dio. Leggiamo ancora il brano.
23 Durante quel tempo, che fu lungo, il re dEgitto morì. I figli
dIsraele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida
che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. 24 Dio
udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo,
con Isacco e con Giacobbe. 25 Dio vide i figli dIsraele e ne
ebbe compassione. (Esodo 2:23-25 NRV)
La Nuova Diodati,
seguendo meglio lEbraico, nellultima frase, dice:
5 E DIO guardò sui figli dIsraele, e DIO si
prese cura di loro.
Qui vediamo la parola Dio ripetuta
quattro volte. Dio udì, Dio si ricordò, Dio vide, e Dio ne ebbe
compassione.
Dio udì il loro gemito, e le loro grida. Anche se non erano in grado di fare richieste chiare, e le
loro erano solamente delle grida, Dio era in grado di capire tutto quello che
cera dietro le grida. Dio conosceva a fondo i loro cuori.
Ci sono volte in cui noi non sappiamo
come pregare. Chi è figlio di Dio oggi ha la preziosa
promessa che lo Spirito Santo di Dio intercede per noi, quando non sappiamo
pregare. Leggiamo di questo in Romani 8:22
22 Sappiamo infatti che fino a ora tutta
la creazione geme ed è in travaglio; 23 non solo essa, ma anche noi, che
abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando
ladozione, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché siamo stati salvati in
speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello
che uno vede, perché lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non
vediamo, laspettiamo con pazienza. 26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito
viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si
conviene; ma lo Spirito intercede per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello
Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio. (Romani 8:22-27 NRV)
Che meravigliosa benedizione. Dobbiamo
pregare, e Dio ci insegna a pregare con intelligenza,
e a fare richieste specifiche. Però, ci sono volte in cui non sappiamo pregare,
volte in cui la nostra sofferenza è tale che non riusciamo
a formulare delle preghiere. In questi casi gemiamo, e lo Spirito Santo, che
conosce il nostro cuore, e conosce anche il cuore di Dio, e sa la perfetta
volontà di Dio per noi, intercede per noi, chiedendo la cosa giusta per noi.
Quindi, anche quando
non sappiamo che cosa chiedere a Dio, Dio sa quello che abbiamo nel nostro
cuore. Dio ode
perfino quello che non sappiamo rendere a parole. Dio è il Dio che ascolta.
Però, dobbiamo anche ricordare che quando
abbiamo un peccato che non abbandoniamo, Dio non ci ascolta. Molti anni dopo
questi avvenimenti, gli Ebrei presumevano che Dio li avrebbe ascoltati sempre,
e perciò, Dio dichiarò loro, tramite Isaia.
1 Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per
salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; 2 ma le vostre
iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto
nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto. (Isaia 59:1-2 NRV)
Dio è capace di sentire anche i gemiti
che non si riescono a rendere a parole, però, quando una persona ha un peccato
che non vuole abbandonare, Dio non ascolta la sua preghiera, per quanto
eloquente possa essere. Dio è un Dio santo, e non ascolta qualsiasi preghiera. Però, quando gridiamo con cuore umile, Dio sente tutto. Quando non sappiamo come dovremmo pregare, lo Spirito Santo
intercede per noi, se siamo figli di Dio.
Alora, Dio udì. Poi è scritto che Dio si
ricordò. Leggiamo.
24 Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del
suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. 25
Dio vide i figli dIsraele e ne ebbe compassione.
Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isaaco e con
Giacobbe.
Gli Ebrei non meritavano laiuto di Dio,
infatti, non erano meglio di altri popoli. Il motivo per cui Dio era attento al loro grido era a causa del suo
patto con Abraamo, con Isaaco
e con Giacobbe.
Se ricordiamo, in Genesi 12:1-3; 15:18-21; 17:1-21, Dio fece il suo patto con Abraamo, che poi lo ripeté con Isaaco
e con Giacobbe. In quel patto, promise ad Abraamo di
fare dei suoi discendenti una grande nazione, di dare
loro la terra promessa, e di benedire il mondo tramite il Messia, che sarebbe
stato un discendente dAbraamo.
Dio aveva detto ad Abraamo
che i suoi discendenti avrebbero passato quattrocento anni in Egitto come
schiavi, e che poi Dio li avrebbe liberati per portarli nella terra promessa.
Al punto del brano di oggi, siamo arrivati quasi alla
fine di quei quattrocento anni, e perciò, Dio si ricordò del suo patto, e fu
pronto a liberarli dalla schiavitù dellEgitto.
Quindi, la ragione per cui Dio aveva
riguardo agli Ebrei era che essi erano i discendenti di Abraamo, e perciò, erano inclusi nel patto che Dio aveva
fatto con Abraamo. Dio è sempre fedele alla sua parole, e mantiene sempre i suoi patti, e per
questo motivo, la liberazione degli Ebrei era una cosa certa.
Chi è figlio di Dio
oggi fa parte di un altro patto, il patto che Dio fece per mezzo del sacrificio
e la risurrezione di Cristo Gesù. In questo patto,
chiamato il Nuovo Patto, Dio adotta come figli tutti coloro
che si ravvedono di cuore e pongono tutta la loro fede in Cristo Gesù. Chi fa parte di questo patto
sarà curato da Dio, come lo erano gli Ebrei.
Quando prendiamo la cena del Signore, è proprio
per ricordare il sacrificio di Cristo Gesù, e il
nuovo patto nel suo sangue.
23 Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche
trasmesso; cioè, che il Signore Gesù,
nella notte in cui fu tradito, prese del pane, 24 e dopo aver reso grazie, lo
ruppe e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in
memoria di me». 25 Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice,
dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue ;
fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. 26 Poiché ogni volta
che mangiate questo pane e bevete da questo calice,
voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». (1 Corinzi 11:23-26)
Il nostro diritto di presentarci
liberamente al Padre è dovuto interamente al nuovo
patto di cui facciamo parte, patto che è stato comprato per noi con il sangue
di Cristo Gesù. Luomo peccatore non può avvicinarsi
a Dio per conto proprio. Solamente chi fa parte del nuovo patto
ha accesso a Dio.
Similmente, durante il tempo in cui gli
Ebrei erano in Egitto, il Signore ascoltava le loro grida a motivo del patto
che aveva fatto con Abraamo, Isaaco
e Giacobbe.
Continuando il nostro brano, vediamo che
Dio udì i loro gemiti, Dio si ricordò del suo patto
con Abraamo, e poi, leggiamo che Dio vide i figli
dIsraele.
Quando la Bibbia dichiara che Dio vede
qualcuno, il senso è più che il semplice fatto di vedere con gli occhi. Dio
vede tutto quello che succede nellintero universo. Il senso di questa frase è
che Dio prende nota, guarda con attenzione, per aver cura della persona.
In Salmo 34:15,
leggiamo:
Gli occhi del SIGNORE sono sui giusti e i suoi orecchi sono
attenti al loro grido. (Salmi 34:15
NRV)
Quindi Dio vede qualcuno nel senso che sta
attento, per aver cura di quella persona. Un mamma
tiene docchio suo figlio; anche se potrebbe vedere altri bambini, guarda suo
figlio in modo particolare, con una cura speciale. Questo è il senso che
abbiamo qui. Dio, ricordando il suo patto con Abraamo,
guardava gli Ebrei per avere cura di loro.
Arriviamo ora al quarto verbo che
descrive la reazione di Dio verso gli Ebrei. Abbiamo già visto che Dio udì, Dio si ricordò, Dio vide. Ora, leggiamo:
25 Dio vide i figli dIsraele e ne ebbe
compassione.
Nella versione Nuova Diodati,
leggiamo: E DIO guardò sui figli dIsraele, e DIO si prese cura di loro.
Nella versione Diodati,
leggiamo: E Iddio riguardò a figliuoli dIsraele, e ne prese conoscenza. (Esodo 2:25 DIODATI)
La parola Ebraica usata qui vuol dire,
letteralmente, prendere conoscenza, o conoscere qualcuno. Quindi, la traduzione più precisa è ne prese conoscenza.
Vediamo questa stessa parola in Esodo 3:7.
Il SIGNORE disse: «Ho visto, ho visto lafflizione del mio popolo
che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano
i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni. (Esodo 3:7
NRV)
Qui, la stessa parola viene
tradotta conosco nella frase infatti conosco i suoi affanni.
Quando la Bibbia dice che Dio conosce
qualcuno, non vuole dire che prima Dio non conosceva
una persona o degli avvenimenti, e poi li ha scoperti. Dio non può scoprire
nuove cose, perché sa già tutto di tutto. Perciò
quando la Bibbia dice che Dio conosce qualcuno, vuol dire che Dio guarda quella
persona con favore, e si prende cura di quella persona. In questo caso, dato che gli Ebrei erano in grande sofferenza, la traduzione
ne ebbe compassione è il senso del termine.
Quindi, Dio, ricordandosi del suo patto con Abraamo, Isacco e Giacobbe, e vedendo la sofferenza degli
Ebrei, scelse, in questo momento, di dare inizio al suo piano per liberarli
dallEgitto, per manifestare la sua cura particolare per loro in modo visibile.
Dio guardava a loro con compassione
perché erano il popolo del patto, non perché avevano qualche merito in loro
stessi, perché non ne avevano. Adoravano idoli ed
erano grandi peccatori. Peggio ancora, Dio sapeva come avrebbero peccato nel
futuro. Per causa loro, Dio non avrebbe avuto alcuna pietà di loro, non avrebbe
avuto compassione di loro. Tutta la compassione e la cura che Dio stava per
manifestare, era per merito del patto che Dio aveva stabilito con Abraamo.
Dio scelse di avere compassione degli
Ebrei. Quando Dio sceglie di fare qualcosa, possiamo
essere sicuri che Egli farà tutto quello che ha in mente da fare. Nessuno può
ostacolare lopera di Dio. Infatti, questo brano è una introduzione
che ci prepara per le grandi opere di Dio che iniziamo già a vedere nel
prossimo capitolo.
Oggi, abbiamo considerato i versetti
conclusivi del capitolo 2 di Esodo. Questi versetti sono una parentesi fra il racconto della prima parte della
vita di Mosè, e le grandi opere che inizieranno in
Esodo 3. Questi versetti sono molto importanti, perché ci aiutano a capire
meglio la persona di Dio.
Prima, ci aiutano a capire che Dio
conosce ogni dolore nel nostro cuore. Quando gli Ebrei non erano in grado di
pregare per una cosa specifica a Dio, Dio comunque
sentiva i loro gemiti e sentiva le loro grida, e conosceva esattamente la loro
situazione. Dio conosce ogni nostro dolore e ogni nostra paura e ogni nostra
difficoltà. Quando ci troviamo in una situazione così
dolorosa che non sappiamo nemmeno come pregare, lo Spirito Santo di Dio
intercede per noi, ed Egli sa esattamente qual è il modo migliore di pregare.
Quindi, possiamo rallegrarci, e trovare grande
conforto nel sapere che Dio conosce a fondo ogni nostra situazione.
Abbiamo inoltre visto che Dio ascoltava
gli Ebrei a causa del patto che Egli aveva fatto con Abraamo.
Nessun uomo ha diritto a Dio per i propri meriti. Lunico accesso a Dio che possiamo
avere è laccesso per mezzo del patto che Dio ha stabilito con coloro che Egli
salva per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo.
Che accesso meraviglioso! Chi appartiene a
Dio per mezzo del patto stabilito mediante il sangue di Cristo Gesù, ovvero, per mezzo del sacrificio di Cristo sulla
croce, ha libero accesso a Dio, ha uneredità eterna, ha la promessa che Dio
non lo lascerà e non lo abbandonerà mai! Chi fa parte di questo patto è diventato un vero figlio di Dio, e riceve le cure
paterne del Creatore di tutto lUniverso. Il patto di Dio è un patto
irrevocabile, non per merito di coloro che ne fanno
parte, ma per Dio che stabilì il patto.
Il brano di Romani 11, parlando
dIsraele, e di come Dio sta in questo momento salvando principalmente stranieri,
cioè, coloro che non sono Giudei, spiega che lamore
che Dio ha per i Giudei non è dovuto ai loro meriti, né al fatto che essi
credano già nel Vangelo, perché per ora, la maggioranza non credono nel
Vangelo, ma in base alla chiamata che Egli ha dato a loro in Abraamo. Leggiamo Romani 11:25-29
23 Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro
incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di
nuovo. 24 Infatti se tu sei stato tagliato dallolivo
selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nellolivo domestico,
quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio
olivo. 25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate
questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in
una parte dIsraele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; 26 e
tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion.
27 Egli allontanerà da Giacobbe lempietà; e questo sarà il mio patto con loro,
quando toglierò via i loro peccati». 28 Per quanto concerne
il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne
lelezione, sono amati a causa dei loro padri; 29 perché i doni e la vocazione
di Dio sono irrevocabili. (Romani 11:23-29
NRV)
Dio ama ancora i Giudei, non per merito
loro, ma a causa del patto che Egli fece con Abraamo,
Isaaco e Giacobbe, i padri a cui questo brano si
riferisce. Israele ha ricevuto una chiamata in Abraamo,
e per questo, quel popolo rimange scelto da Dio.
Il fatto che Dio ama ancora noi che siamo
salvati è dovuto al nuovo patto fatto con il
sacrificio di Gesù Cristo. Dio ama e ha perfettamente
cura chi è incluso in questo patto. Perciò, voi che
siete veri credenti, non angustiatevi di nulla, non siate in ansia. Il nostro
Padre celeste ci ama con un amore eterno, in Cristo Gesù.
Tutte le cose che Dio fece per salvare
gli Ebrei dallEgitto, e per portarli nella terra promessa, e tutto il resto,
lo fece a causa del suo patto con Abraamo. Tutte le
cure che Dio ha per chi è salvato oggi sono dovute al
patto in Cristo Gesù. Rallegriamoci ed esultiamo in
Cristo!
Rallegriamoci che Egli sente ogni nostro
gemito e ogni grido. Egli sente, vede, e ha compassione di noi, per mezzo di
Cristo Gesù il nostro Signore e Salvatore.