L’armonia coniugale è una meta da conquistare, ottenere e conservare individuando e combattendo i nemici che ne minacciano l’integrità. Questo è necessario perché ogni coppia è  il termometro di una chiesa locale in cui vive ed esplica il suo servizio.

I discorsi sul matrimonio sono tanti, inesauribili e non ho la prestesa di essere esaustivo.

Parlare di armonia coniugale, sembra oggi impresa ardua, quasi impossibile. Ho l'impressione di camminare in un campo minato dove è possibile che improvvisamente possa scoppiare la mina della crisi coniugale, della separazione e del divorzio.

Questa realtà è confermata dai dati statistici che semestralmente ci giungono, nei quali si nota come purtroppo le separazioni ed i divorzi continuano spaventosamente ad aumentare e come di contro i matrimoni hanno subito una brusca frenata nel sud Italia, ed una netta diminuzione nel nord.

La coppia cristiana, deve invece vivere e realizzare una perfetta intesa familiare e coniugale perché se questa dovesse crollare,  anche la sua fede subirebbe la stessa sorte con la perdita della vita eterna. L'intesa, allora, è un cammino da fare insieme, fatto di tappe, di momenti, di traguardi. Talvolta è difficile, pesante, impegnativo, ma ripagante.

           La perfezione di una intesa non verrà mai perciò dalla qualità dei "meccanismi", il mondo ne offre tanti, ma solo dalla guida di Dio: Lui è la perfezione. Egli fa "ogni cosa bene" come leggiamo nei Vangeli: “Ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene” (Marco 7:37).

GLI OSTACOLI.

Piacevolmente echeggiano nella mia mente le parole di un canto a noi tutti noto: "E' la casa un paradiso quando c'è il Signor..." e le corde del mio cuore vibrano tutt'ora pensando al momento in cui il Signore univa la mia vita a quella di mia moglie.

            La casa è un paradiso e con un termine, più moderno, si direbbe "un'oasi", un luogo dove, come dice il canto, non c'è posto per le tempeste, ma dove regna pace e concordia, un luogo dove il Signore è "ospite beato".

    Che realtà spesso diversa, si vive nelle nostre case, dove più che "tubare" i due colombi si "beccano" di continuo!

 

QUALI SONO GLI OSTACOLI?

Vediamo insieme gli ostacoli che possono minacciare l’armonia coniugale e che potremmo definire dei veri ''nemici" per l'intesa. Il mio unico desiderio nell'accingermi a presentarveli è quello di poterli scoprire insieme, affrontarli per  combatterli,, vincerli, sconfiggerli.

 

1. INASPRIMENTO CONTINUO.

Ci sono tante coppie dove qualunque cosa accada, grande o piccola, importante o meno, grave o banale, ci si arrabbia subito: Si cade un po’ di acqua o di vino sulla tavola, se si sposta rumorosamente la sedia, subito ci si inasprisce. Questo diventa uno degli ostacoli più frequente nella relazione di coppia che prima o poi creerà una barriera.

Il fatto che molti dicono: “Questo è il mio carattere”, non è una valida giustificazione, perché significherebbe dire: “Dio non può fare nulla nella mia vita”. Al contrario, il frutto dello Spirito deve necessariamente essere presente ed emergere sempre e soprattutto nella relazione coniugale:  “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22)

Lì dove il frutto manca, vuol dire o che non c’è mai stato o che questo frutto è marcito miseramente: “L'uomo collerico fa nascere contese, ma chi è lento all'ira calma le liti” (Proverbi15:18).

Evitiamo di beccarci continuamente. Non facciamo come quella donna che rivolgendosi al proprio marito gli disse: “Peppino gli uomini sono tutti scemi, al che rispose il marito: "No, Maria c’è ancora qualcuno scapolo”.

Uomini e donne rissose, non fanno che inacerbire gli animi: “Perché, come chi agita la panna ne fa uscire il burro, chi sbatte il naso ne fa uscire il sangue, così chi spreme l'ira ne fa uscire contese” (Proverbi 30:33 )

Ma quando c’è il frutto dello Spirito, allora parole dolci e sensate sono pronunciate: “La risposta dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l'ira” (Proverbi 15:1).

Chi è lento all’ira, riesce a calmare le contese:Chi è lento all'ira piega un principe, e la lingua dolce spezza le ossa” (Proverbi 25:15 ).

"Meglio poco con il timore del Signore, che gran tesoro con turbamento. Meglio un piatto d'erbe, dov'è l'amore, che un bue ingrassato, dov'è l'odio. L'uomo collerico fa nascere contese, ma chi è lento all'ira calma le liti” ( Proverbi 15:16-18 “).

Noi mariti dobbiamo essere più tranquilli, meno travolgenti con le nostre mogli e le mogli non devono in alcun modo e in nessuna maniera calpestare la dignità del marito.

Alcuni anni fa, una coppia di amici, portarono presso l'ambulatorio di pediatria dove io lavoravo, la loro bambina. Dopo essersi presentati al medico, la moglie prese "le redini in mano". Cominciò a parlare a perdifiato, senza mai fermarsi: sembrava un fiume in piena. Lei sapeva tutto, aveva fatto diagnosi di malattia, aveva già la soluzione a portata di mano e quando il marito cercava di intervenire lei lo zittiva e gli diceva continuamente: ”Stai zitto che non capisci niente”. 

Pensai fra me: "Ho trovato finalmente una persona che sa tutto!!!

Conviene ubbidire alla Parola di Dio che ci dà delle direttive importanti per una reale armonia coniugale: “Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite” (1Pietro 3:7).

            Quanta asprezza, durezza, indifferenza a volte c'è in noi. Dobbiamo imparare a cacciare via questi atteggiamenti che rischiano di rovinare la nostra armonia coniugale. Molte volte scarichiamo le nostre frustrazioni sugli altri con la conseguenza che scateniamo una reazione a catena: il marito si scarica sulla moglie, la moglie sui figli, il figlio più grande sul più piccolo, il piccolo con il gatto, il gatto per scaricarsi  affila le unghie sul divano...

            A parte questa battuta umoristica (a volte vera), i  caduti delle guerre di famiglia spesso non sono il marito o la moglie, ma i figli. Impariamo ad essere elastici, a saper cedere, a non esigere sempre la ragione e l’ultima parola: “A chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due” (Matteo 5:40,41)

2. PRIVAZIONE SESSUALE.

Il campo del sesso è sempre stato circondato da un pudore caratteristico e unico che spesso sfocia in aberrante corruzione o  in maligne barzellette e scurrilità, oppure in un esasperante opposto, fatto di circospezione, di silenzio e di condanna. L’argomento va affrontato trattato e vissuto con grande equilibrio cristiano. La Bibbia non si pone questo problema anzi ne parla con estrema franchezza e semplicità. Dio ha creato l’uomo maschio e femmina. Circola ancora la voce che il peccato di Eva e di Adamo non fosse quello di aver mangiato il frutto ma un avvenuto rapporto sessuale. Cosa contraria a tutta la Scrittura. Dio creando l’uomo maschio e femmina, li fece con caratteristiche sessuali ben differenti e poi disse loro: “Crescete e moltiplicate”. Quindi l’unione fra Adamo ed Eva era sancita prima della disubbidienza. 

Dio dunque ha creato l’unione fra sessi opposto, da vivere nel matrimonio e non al di fuori di esso. E’ nel piano di Dio dunque che l’uomo si doni alla donna e la donna all’uomo. Molti problemi di coppia nascono quando questa unione viene negata da uno dei due partner. Questa negazione è un ostacolo da affrontare e superare altrimenti ci può essere una frattura insanabile. Generalmente, due persone quando si fidanzano, lo fanno anche perché si sentono reciprocamente e fisicamente attratti. Tale desiderio perdura quando i due si amano ed è un desiderio che deve essere alimentato e perpetuato. La Parola di Dio ci invita a non privarci l’uno dell’altro se non per una ragione molto valida: la preghiera. Questa privazione se perdura può essere pericolosa perché può portare a commettere uno dei peccati più gravi come l’adulterio: “Ma, per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. Il marito renda alla moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie verso il marito.  La moglie non ha potere sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potere sul proprio corpo, ma la moglie. Non privatevi l'uno dell'altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza” (Corinzi 7:2 )

La Parola di Dio invita a godere delle gioie coniugali: “Bevi l'acqua della tua cisterna, l'acqua viva del tuo pozzo. Le tue fonti devono forse spargersi al di fuori? I tuoi ruscelli devono forse scorrere per le strade? Siano per te solo, e non per gli stranieri con te. Sia benedetta la tua fonte, e vivi lieto con la sposa della tua gioventù. Cerva d'amore, capriola di grazia, le sue carezze t'inebrino in ogni tempo, e sii sempre rapito nell'affetto suo. Perché, figlio mio, ti innamoreresti di un'estranea, e abbracceresti il seno della donna altrui? Infatti le vie dell'uomo stanno davanti agli occhi del Signore, egli osserva tutti i suoi sentieri. L'empio sarà preso nelle proprie iniquità, tenuto stretto dalle funi del suo peccato. Egli morirà per mancanza di correzione, andrà vacillando per la grandezza della sua follia” (Proverbi 5:15-23)

Per comprendere l’unione sessuale e per evitare che esso sia ridotta a qualcosa puramente meccanico, bisogna tener presente che il suo significato non si esaurisce nel piacere fisico. Riveste, infatti,  anche un profondo valore simbolico che presuppone la donazione totale dell’uno verso l’altro. L’intimità sessuale favorisce un approfondimento del rapporto di coppia. L’unione sessuale, è la felice conclusione dell’approccio fisico e sfocia nell’abbandono soddisfatto dell’uno nelle braccia dell’altro. L’atto puramente fisico, per due che si amano veramente, va inserito nel più ampio contesto spirituale, nell’armonia che essi vivono nella famiglia, nella Comunità. Non è un atto isolato ad un momento e quindi può essere pieno, completo, soddisfacente, se non ha alle spalle impedimenti psicologici come litigi o incomprensioni o problemi affrontati e non risolti:“Godi la vita con la moglie che ami, per tutti i giorni della vita della tua vanità, che Dio ti ha data sotto il sole per tutto il tempo della tua vanità; poiché questa è la tua parte nella vita, in mezzo a tutta la fatica che sostieni sotto il sole” (Ecclesiaste 9:9 ).

Non ci priviamo dell’intimità affettiva e fisica ma siano i rapporti coniugali regolari e piacevoli: “Sia benedetta la tua fonte, e vivi lieto con la sposa della tua gioventù. Cerva d'amore, capriola di grazia, le sue carezze t'inebrino in ogni tempo, e sii sempre rapito nell'affetto suo” (Proverbi 5:18-19).

 

3. MANCANZA DI CURA.

Prendiamo in considerazione un nemico che forse è il più grande, il suo nome è ''la trascuratezza"  che insieme all'abitudine s'insinua nel rapporto coniugale.

Due giovani innamorati, quando vivono il periodo del fidanzamento cercano di vedersi sotto il loro aspetto migliore sia per quanto riguarda il carattere che l'aspetto esteriore. Evitano di litigare o di essere nervosi, danno spazio alle affettuosità, si preparano ai loro incontri dando particolare cura al modo di vestirsi. 

Ricordo che durante la scuola, prima del diploma, c’era un amico di banco che si trascurava molto. Era sempre spettinato, sempre in disordine, sempre con i soliti vestiti e soprattutto le solite scarpe. Poi un giorno lo vedemmo completamente cambiato. Un bel vestito, un bel paio di scarpe, una bella cravatta, capelli impomatati e soprattutto un buon profumo addosso. Sembrava uscito dal "carrozziere". Cosa era successo? Semplice: si era innamorato di una ragazza che oggi è sua moglie.

            Qualcuno si domanderà: "Dopo il matrimonio è tornato ad essere quella persona poco curata che era prima"? Non lo so, l’unica cosa che so è che in estate non usa mai insetticida in casa sua perché le zanzare appena entrano nella sua stanza... muoiono.

A volte questo accade in molte coppie. Nei primi tempi del matrimonio le cose vanno ''a gonfie vele" poi col trascorrere delle settimane, dei mesi, degli anni, il marito non si preoccupa più tanto di essere ben rasato e la moglie non dà poi eccessiva importanza se il suo marito la vede spesso in vestaglia o ancor peggio con i bigodini tra i capelli! Questa trascuratezza all'inizio forse appare lecita ma lungo andare può arrecare serie noie al rapporto, soprattutto se investe altri aspetti come quello sentimentale e spirituale.

            A volte è triste notare che dopo il matrimonio, la donna smetta di curarsi. Comincia a mangiare in modo snodato, ingrassando notevolmente, oltre i limiti della decenza. Capita così che ci si sposa con una moglie che somiglia ad una margherita e ci si ritrova con un "carciofo". Bisogna avere cura di sé, sempre, continuamente, costantemente.

Al contrario può accadere all’uomo la stessa cosa o può verificarsi una scarsa igiene. A volte queste cose che appaiono banali, possono creare notevoli ostacoli alla relazione di coppia: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Corinzi 6:19-20).

 
4. MANCANZA DI PRIVACY.

Talune donne o taluni uomini, raccontano ad altri quello che avviene nella relazione di coppia. Lamentele, litigi, negazioni, errori madornali, giudizi, lamentele. Questo non è buono e può creare seri problemi all’interno della coppia.

Dio ci chiama a vivere la nostra privacy:  “L'uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori” (Proverbi 16:28).

Fratelli e sorelle, anche se siamo tali, dobbiamo avere la nostra privacy. I mie genitori, pur avendo una cultura elementare, quando dovevano parlare dei loro problemi, ci mettevano a letto, si accertavano che ci eravamo addormentati e solo allora cominciavano a discutere anche animatamente. Io onestamente non ho mai visto,  i miei genitori litigare 

Quando invece i panni sporchi si lavano in piazza, nascono i problemi e le divisioni di fatto: “Tu hai detto a Pietro questo di me? Come ti sei permesso! Tu hai raccontato questo episodio allora anch’io dirò questa cosa di te. Cerchiamo di contenere le parole vicino agli altri:  “C'è chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi procura guarigione” (Proverbi 12:18).

 

5. MANCANZA DI COMUNICAZIONE E DIALOGO

            In alcune famiglie non si parla più, non si dialoga più. C’è un momento in ogni casa che dovrebbe accomunarci: il pranzo o la cena ma oggi non si mangia più insieme. Questa buona abitudine che un tempo caratterizzava la famiglia italiana si è persa ed i danni sono notevoli. 

    Quando il marito la sera torna a casa dopo una giornata di lavoro, la moglie gli riscalda il cibo, mentre la televisione è accesa. Dopo la cena di corsa a letto.. Nel peggiore dei casi è il marito che torna dal lavoro e deve cucinarsi. Assurdo ma vero.  Io ricordo che mia madre talvolta aspettava mio padre fino a tarda notte che ritornasse dal lavoro per cenava con lui. Il momento della cena è il momento nel quale ci si rilassa, si raccontano le esperienze della giornata, le sconfitte, le vittorie, ci si confronta e ci si prepara poi per la preghiera. Il dialogo è quasi inesistente nella vita di molte coppie.

La moglie che con il pretesto di avere sempre le faccende domestiche da sbrigare, il bambino d'accudire o il bucato da stirare, si preoccupa di più che non si offuschi la lucentezza dei pavimenti e non delle cure che può dare a suo marito. 

            La verità è che non esiste dialogo se non si è soli l'uno di fronte all'altra. L'attuale società del progresso, della emancipazione e del consumismo, condiziona la nostra vita con le sue esigenze e i suoi ritmi frenetici. Così la vita diventa una sorta di corsa; si corre su e giù tutto il giorno, ci sono tante cose da fare, tante spese, debiti da pagare, si è costretti a lavorare in due, oppure il marito è spesso sottoposto a ore di straordinari, per sbarcare il lunario. Dal canto suo la moglie, per lo più casalinga, è subito presa nella monotonia delle faccende domestiche: la casa da riordinare, il pranzo da preparare, gli ospiti da ricevere, i bimbi da accudire. Così alla sera quando i due s'incontrano sono stanchi e sfiniti; si scambiano a stento qualche parola e man mano si viene a creare un circolo chiuso. I due coniugi vivono una situazione di reciproca delusione che via via che i giorni passano si trasforma in un silenzio che incombe e non ci si accorge che qualcosa del  rapporto a due va perdendosi.

            L'ultima spiaggia rimane il momento di coricarsi, ma dopo una preghiera fast, i due sono già ''belli e addormentati" e si spera che domani sarà diverso. A lungo andare i due non hanno poi più niente da dirsi!! No, non è un quadro immaginario o pessimista; so, che tanti potrebbero affermare che non ho voluto calcare la mano. E’ la sacrosanta verità. E davvero triste scoprire che vi sono coppie di «credenti» che sono in comunione con la loro chiesa locale, ma che non lo sono tra di loro. Dal momento che il Signore, nella scala dei valori, pone la famiglia al secondo posto, essa deve funzionare bene, impostata su sicure fondamenta bibliche. Comunicare è infatti fondamentale per conoscersi, amarsi, aiutarsi. Per poter diventare realmente una sola unità è quindi necessario comunicare: “Due uomini camminano forse insieme, se prima non si sono accordati”? (Amos 3:3).

 

6. MANCANZA DI PREGHIERA E DI LETTURA DELLA BIBBIA.

Ci sono coppie che non pregano insieme neanche a tavola. Ognuno individualmente china il proprio capo, prega e poi si tuffa sulla zuppa, o sulla minestra. Non c’è nulla di più tragico. I nostri figli che ci osservano capiranno che ci vergognano l’uno dell’altro, che ci vergognano della preghiera fatta ad altra voce e state tranquilli che in questo pessimo atteggiamento sapranno perfettamente imitarci.

Che tristezza. Cosa fare allora? Bisogna fermarsi e riflettere, il tutto non è onorevole per una coppia cristiana. Una famiglia può essere priva di beni materiali e pur tuttavia possedere quelle gioie e soddisfazioni che solo una intesa perfetta può procurare: “Abbiate sempre gioia; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito” (1Tessalonicesi 5:16-19).

Bisogna ripristinare l’altare di famiglia. Ora se voli leggete quello che dice l’apostolo Paolo nella lettera ai Colossesi , scoprirete che la comunione spirituale fra marito e moglie va di pari passo con l’amore fra loro, l’uno non può fare a meno dell’altro: “La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza; cantate di cuore a Dio, sotto l'impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali. Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui.  Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come si conviene nel Signore. Mariti, amate le vostre mogli, e non v'inasprite contro di loro”. (Colossesi 3:16-19 ).

A volte gli ostacoli in famiglia vengono facilmente superati quando si è instaurata questa particolare relazione spirituale prima e sentimentale dopo. E' difficile bisticciare durante il giorno se insieme abbiamo trascorso del tempo nella meditazione e nella preghiera. Facciamo nostro questo versetto:Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Romani 12:12 ).

Impariamo allora a seguire prima i consigli di Gesù: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più (Matteo 6:33).

 

7. MANCANZA DI TENEREZZE.

    Il panda che si trasforma in orso. A volte I mariti ed anche le mogli sono così. Dei teneri Panda durante il fidanzamento, degli orsi dopo il matrimonio. Le mogli invece, da Biancaneve si trasformano in "streghe".. Fuori della porta piuttosto che mettere il nostro cognome possiamo scriverci: “La tenerezza non abita qui”. Si vanno perdendo per strada tutte quelle gentilezze, quelle '"attenzioni", quelle tenerezze che avevano contraddistinto il fidanzamento. Il marito dice che ormai è cosa scontata il fatto che lui ami la moglie e che non è più il caso di dirle sempre "Ti Amo"!! 

    Lei, a sua volta non perde occasioni per rimproverargli tutto ciò che doveva o non doveva fare. Dove sono allora, tutte le promesse scambiate durante il fidanzamento? Il triste detto che il matrimonio è la "tomba dell'amor"e può essere una realtà per le coppie cristiane?

A questo punto domandiamoci: cos'è il matrimonio? E' forse "'il fiore di un giorno o un rigoglioso sempreverde"?

 

Coccola tua moglie. E’ necessario che il marito faccia buoni apprezzamenti verso la moglie per il cibo che prepara, per come tiene la casa, per come si prende cura dei figli. Basta poco a far felice una moglie. Quando questa si sente apprezzata il suo faticoso lavoro sarà fatto con maggiore gioia.  Le nostre moglie hanno bisogno di essere amate e coccolate: “Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele, poiché anch'esse sono eredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite” (1Pietro 3:7).

A volte è bello tornare a fare i ragazzini, prenderla in braccio, inseguirla attorno ad un tavolo, saltarle improvvisamente addosso ed è bello fare questo anche quando ci sono i bambini per fare loro comprendere che i genitori si amano e che la vita matrimoniale non è un inferno dantesco.  L’amore è un sentimento che va coltivato. “Due fidanzati escono a cena, marito e moglie escono per mangiare”. Coccola tua moglie, amala teneramente, dille che l’ami: “I suoi figli si alzano e la proclamano beata, e suo marito la loda, dicendo: «Molte donne si sono comportate da virtuose, ma tu le superi tutte(Proverbi 31:28-29).

Quando la Scrittura dice che il marito deve amare la propria moglie, si tratta di un amore “agape” non eros cioè sensuale o “filia” cioè amichevole. La stessa parola è usata per l’amore di Dio e per l’amore fraterno. E’ l’amore di Giovanni 3:16, di Romani 5:5 sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo.

Dio chiama il marito ad un amore completo, profondo che si sacrifica tenero ed affettuoso: “Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama sé stesso. Infatti nessuno odia la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa” (Efesini 5:28-29).

La moglie è un dono di Dio: “Chi ha trovato moglie ha trovato un bene e ha ottenuto un favore dal Signore” (Proverbi 18:22).

 

Mogli amate teneramente i vostri mariti.

Le recenti statistiche dell’ISTAT di questi giorni, hanno evidenziato in maniera molto chiara, che gli uomini sono in gran parte degli ammammati. Circa il 76% vede la propria madre dopo il matrimonio almeno una volta la settimana, mentre solo l’11%delle donne si comporta nella stessa maniera. In più quasi tutti gli uomini dopo il divorzio, tornano alle loro mamme mentre le donne preferiscono rimanere in larga parte a vivere da sole.

Questo che cosa significa? Che bene o male, nolenti o dolenti, le mogli sono chiamate a riempire quel vuoto che si è venuto a formare nella vita dell’uomo per il distacco dalla madre. Meglio riempire questo vuoto che non ritrovarsi la suocera fra i piedi: “Una donna virtuosa chi la troverà? Il suo pregio sorpassa di molto quello delle perle. Il cuore di suo marito confida in lei, ed egli non mancherà mai di provviste. Lei gli fa del bene, e non del male, tutti i giorni della sua vita”. Fateci del bene tutti i giorni (Proverbi 31:10-12).

Fratelli, ricordiamoci che non viviamo in alberghi, nostra moglie non è una cameriera, ma la regina della nostra famiglia. La moglie non è una serva, ma coerede della grazia divina ma allo stesso tempo che il marito va amato e rispettato e non trattato come un deficiente: “Ma d'altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente ami sua moglie, come ama sé stesso; e altresì la moglie rispetti il marito” ( Efesini 5:33).

 

8. MANCANZA DI PERDONO.

E importante vivere la scuola del perdono: perdonare senza misura, senza mettersi a contare le volte che perdoniamo “Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» E Gesù a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette” (Matteo 18:21-22).

Perdonare non significa mettere una pietra sopra, ma dimenticare senza riserve.   Non prolunghiamo all’infinito il broncio, l’offesa, il mutismo o peggio non ricambiamo mai il male con dispetti e vendette. Perdoniamo e dimentichiamo. Non dobbiamo lasciar crescere la ruggine nei rapporti di coppia: sarebbe un fare posto al diavolo che ne approfitterebbe subito: “Adiratevi e non peccate; il sole non tramonti sopra la vostra ira e non fate posto al diavolo” (Efesini 4:26-27).

    Tutti sbagliamo in molte cose, ci ricorda la Parola di Dio (Giacomo 3:1-2). Non dobbiamo avere la pretesa di formare o di domare il proprio coniuge, bisogna sapersi accettare l'un l'altro con le proprie imperfezioni. Dobbiamo andare insieme a Gesù per imparare da Lui con spirito di mansuetudine ed umiltà di cuore: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre” ( Matteo 11:29).

CONCLUSIONE. 

    La famiglia così come la Chiesa, è una istituzione minacciata dal diavolo. Non è facile realizzare una famiglia felice se i coniugi non si studiano di conformare o adattare sempre meglio il carattere dell’uno a quello dell’altro e non sono disposti a sacrificare veramente il proprio egoismo. Il segreto per una perfetta concordia, è riportato in Filippesi 2:3-4: “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri”. Nella vita familiare per esempio, bisogna dimenticare di parlare al singolare. “Che cosa voglio? Che cosa desidero? Che cosa è meglio per me? Ma bisogna dire: "Che cosa vogliamo? Cosa desideriamo? Cosa è meglio per noi"?

E' necessario discernere i comportamenti che turbano la vita di coppia, mostrandosi disponibili a modificarli o a rimuoverli. I coniugi dovrebbero comprendere che la vita insieme è un costante combattimento per affrontare i problemi che essa stessa presenta e i conflitti che essa suscita. In questo Dio è pronto ad aiutarci: “Non temiamo”.